Film > Batman
Segui la storia  |       
Autore: ZereJoke94    07/06/2017    5 recensioni
-Non è qui-
-E dov’è?!- Gracchio, scendendo velocemente dal letto in un moto improvviso di rabbia. Troppo velocemente. La stanza inizia a girare vorticosamente e un secondo dopo sono di nuovo con il culo sul materasso.
-Ne so quanto te. Non fare la pazza, Quinn. Lo sai che sono io a rispondere personalmente di quello che ti succede quando lui non c’è-
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier, Quasi tutti, Spaventapasseri aka Jonathan Crane
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
HARLEEN È UNA BRAVA BAMBINA

-Harls, tesoro- La mamma mi prende tra le sue braccia magre e mi solleva, togliendomi da davanti alla tv. Affondo il naso tra i suoi capelli biondi che sanno di fumo e di qualcos’altro che non so capire. Anche la sua maglietta ha lo stesso odore...forse si è dimenticata di metterla nella lavatrice. La mamma si dimentica spesso di mettere le cose a lavare, e si dimentica anche quando è ora di mangiare.
Però ora ho sei anni, sono grande, e cerco di aiutarla. Non voglio che papà si arrabbi di nuovo. Non voglio che…
-Harleen- La mamma mi scuote dolcemente. Mi ha messo seduta sul mio letto e nemmeno me ne sono accorta!
-Scusa mamma, pensavo! - Le faccio un sorrisetto che lei ricambia, ma i suoi occhi sono tristi. Mi fanno venire voglia di piangere.
-Ascoltami. Adesso la mamma deve parlare con papà, che sta per arrivare. Voglio che resti chiusa in camera tua Harls, siamo intesi? -
Il cuore ha iniziato a battermi forte forte nel petto, la mamma se ne accorge e mi accarezza il viso; -Intesi…- mormoro -…ma perché non posso…-
-Harleen, per favore- Il suo tono è cambiato, è deciso e mi fa sobbalzare; allora decido che è meglio chiudere la bocca. Anche la mia maestra lo dice sempre…che parlo troppo intendo. Che non mi faccio mai gli affari miei. Dice che tra qualche anno sarò un’oca. Non so che significa.
-Rimani qui a giocare, fallo per me- Continua, ma distrattamente, perché deve aver sentito il rumore dell’auto di papà che si ferma dietro la stanza dove ci troviamo. Quando papà torna a casa di buon umore bussa alla mia finestra e io lo saluto da dietro i vetri un po' sporchi. Non oggi. Oggi papà è sicuramente arrabbiato –Stai qui-.
Faccio di sì con la testa. Dopo un istante lei è già uscita chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta papà mi ha detto che chi ha costruito casa nostra doveva proprio essere un cane. Ho pensato che non capivo, come quando la maestra mi dice che un giorno diventerò un’oca.
-Un cane?- Avevo ripetuto.
-Un incapace, un maledetto idiota. Come si fa a tirare su dei muri così sottili? Non si può neanche andare al cesso senza che tutti sappiano se stai pisciando o cagando! –
Il mio papà aveva ragione.
-Sharon- Non grida il nome di mia madre, ma io lo sento ugualmente –Adesso basta, non si può più andare avanti così!-
-Nick, non capisco cos…-
-Ho incontrato la maestra di Harleen stamattina…-
Scatto in piedi, nervosa al pensiero che la maestra possa avergli detto che presto sarò un’oca. Anche se non so che significa, non penso che sia una cosa buona. Mi picchierà? Verrà di nuovo in camera mia di notte, mentre la mamma dorme? Non mi piace quando lo fa…
 -…ha detto che la bambina va a scuola sporca, con gli stessi vestiti per una settimana intera! Hai idea di quanto mi sia sentito umiliato sentendo questa merda?! E peggio ancora, che non ne sapessi nulla?!-
La mamma tace. Le lacrime mi solleticano le guance. Me le asciugo frettolosamente con una manica.
-Non dici niente?!- Papà alza la voce. Mi siedo di nuovo, tiro su i piedi sul materasso e mi abbraccio le ginocchia, con il cuore che mi batte fortissimo.
-Nick, abbassa la voce, Harleen è in…-
-AH! Ora ti interessa di Harleen?! Sharon, sono passato sopra a troppe cose. La settimana scorsa ti sei dimenticata per due volte di farle la cena! Ti sei DIMENTICATA DI FAR MANGIARE TUA FIGLIA E SEI ANDATA A DORMIRE, CRISTO! Quando sono tornato a casa l’ho trovata che si scaldava un avanzo del giorno prima! E ora?! Vengo a sapere dagli altri che la mandi a scuola in quelle condizioni?!-
-…lo so…io…io non sto molto bene in questo periodo, amore…-
-…no, no, no Sharon. Levati. LEVATI! -
L’urlo riecheggia in tutta la casa. Non riesco più a tenere la bocca chiusa e le mie lacrime silenziose si trasformano in singhiozzi violenti e dolorosi.
Passa qualche secondo prima che riesca a sentire di nuovo qualcosa.
-Tu…tu non sei più in grado di prenderti cura di nostra figlia da sola. Hai un esaurimento nervoso, e bevi. Cristo! Io non posso crederci…-
-Io non…-
-Non sprecare il fiato. Ho guardato la data di scadenza della bottiglia di vodka, ed è diversa da quella di due settimane fa. Non ho avuto il coraggio di controllare anche le altre, ma a guardarti adesso, ho il sospetto che ti sia scolata anche quelle. Puzzi come una puttana-
A quella parola mi copro le orecchie con le mani e premo forte.
 
********************************************************************************************************************************************************
 
Mi sveglio di soprassalto. Per un attimo ho la sensazione di essere persa, di vagare in quella strana, indefinita dimensione che esiste tra sogno e realtà, ma un’improvvisa fitta alla testa mi ricorda che (porca puttana) sono sveglia e ieri sera ho alzato un po' il gomito.
“Più di un po'…”. Mi metto lentamente seduta, senza muovere le gambe di un centimetro. Sono rigida come un manico di scopa. Forse perché ho ancora male ovunque dopo che ho litigato con Mr. J due sere fa.
Ce le siamo date di santa ragione. Per la maggior parte le ho prese, come sempre…ma sono comunque riuscita ad assestargli una ginocchiata dove l’ha potuta sentire meglio e un paio di pugni in quella faccia di merda. In quella sua bellissima faccia di merda.
-Quinn? Tutto ok? -
Sobbalzo e fisso Frost in piedi di fronte al letto. Quando è entrato?! Ero così assorta in quei pensieri e ancora scossa per il sogno che ho fatto che non l’ho sentito entrare né tantomeno l’ho visto. Mi sto rammollendo?
Mi scrollo di dosso tutto quanto e gli faccio un sorrisetto –A meraviiiiglia! Il mio amore è tornato?!-
L’intonazione assurdamente acuta della mia voce suggerisce che mi aspetto che la risposta sia “Si, Harley”. Trattengo il fiato e spero che Frost non lo noti, ma quel tipo è diventato così maledettamente attento.
-Non è qui-
-E dov’è?!- Gracchio, scendendo velocemente dal letto in un moto improvviso di rabbia. Troppo velocemente. La stanza inizia a girare vorticosamente e un secondo dopo sono di nuovo con il culo sul materasso.
-Ne so quanto te. Non fare la pazza, Quinn. Lo sai che sono io a rispondere personalmente di quello che ti succede quando lui non c’è- Mi rivolge un’ultima veloce occhiata prima di girarmi le spalle e uscire. Ha notato la maglietta di Batman che ho addosso. “Beh!? Le vendono ovunque! E poi l’ho personalizzata a dovere!1
VogliocherestichiusaincameratuaHarls
-Non tentarmi, Jonny Jonny Frost! - Urlo quando lui si è già chiuso la porta alle spalle e fisso la parete così intensamente che per un attimo mi sembra che scompaia, immaginando che lui sia li dietro, impalato, a fare la guardia alla mia porta. Alla nostra porta. Mia e di Mr. J. Ma lui non torna da più di due giorni…
Mi alzo lentamente stavolta e, come in trance, cammino verso il bagno.
“D’accordo, abbiamo litigato. Sono volate parole e schiaffi…e calci…e ginocchiate. Ma è normale in una coppia (ed è certamente un miglioramento rispetto a quella volta in cui mi ha sparato)! Certo che lo è. E comunque non mi sembra una buona ragione per sparire così per quasi tre giorni. Questo maledetto bunker è il luogo più sicuro di Gotham! E’ qui che dovrebbe stare!”
Già, un bunker. Mr. J è diventato molto più paranoico di quanto non fosse un tempo.
Mi appoggio al lavandino freddo e fisso la donna dentro lo specchio. Nonostante la faccia sia un autentico disastro, il mio sguardo vagamente allucinato si posa sulle punte dei miei capelli.
Sono passati cinque anni (credo) da quando ho sostituito i colori rosa e azzurro con un rosso sanguigno; per lasciarmi alle spalle quel periodo di merda che a me piace associare a due stronzi in particolare. Il primo stronzo è in realtà una stronza. Una stronza di nome Amanda Waller.
Il secondo stronzo invece è un maschietto. Griggs. Pace all’anima sua.
Comunque, è stato da quel momento in poi che il mio Puddin ha iniziato ad essere più paranoico di quanto non fosse mai stato prima che succedesse tutto quel dannato casino. E alla fine eccoci qui, in un fottuto bunker. Anzi, ECCOMI. Perché lui non c’è. Da. Tre. Giorni.
Il mio sopracciglio destro inizia ad avere spasmi che riconosco fin troppo bene. Sto per avere un accesso di rabbia e decido di accoglierlo a braccia aperte, come sempre del resto.
 
-FROST! - Grido spalancando la porta. Ho deciso; dovessi passare sopra al suo cadavere, uscirò da qui e andrò a cercare MR. J! Non mi importa niente se lui gli ha ordinato di non farmi uscire. Ancora di meno mi importa di quello che gli farà.
Quasi ci rimango male quando vedo che effettivamente non è lì dietro impalato a sorvegliare l’ingresso.
Rimango dritta vicino alla porta con lo sguardo fisso sul corridoio davanti a me attraverso cui si arriva alla cucina, con le unghie piantate nei palmi delle mani. Dopo qualche secondo, invece di Frost fanno capolino Al e Steve. Non ho la più pallida idea di quale sia la loro effettiva utilità adesso. In effetti, non credo che si siano mai dimostrati vagamente utili, da quando Mr. J ha deciso di portarseli dietro insieme a Frost.
Per un istante entrambi abbassano lo sguardo sulle mie gambe nude e poi salgono, arrivando fino alle mutandine; poi si ricordano chi sono e per chi lavorano e distolgono gli occhi come se guardarmi li accecasse. Bravi ragazzi.
-Harley, dove vai?- Mi chiede Steve. E’ un tipo corpulento, basso, con una zucca sulla cui sommità non è rimasto neanche un capello, mentre ne ha ancora tutt’intorno. Al, contrariamente, è così magro che sembra che sia appena uscito da un estenuante digiuno durato mesi, ed è esageratamente alto. Uno spilungone. Vederli uno vicino all’altro fa quasi impressione. Anzi, fa ridere, ed io non faccio assolutamente nulla per trattenere la risata.
Loro mi ignorano e Al dà il cambio al suo compare, ripetendomi la domanda con aria preoccupata.
-Mi faccio un panino, o delle uova. Oppure chissà…- Spalanco gli occhi sfoderando la migliore espressione da folle omicida di cui sono capace quando passo loro accanto -…magari do fuoco alla cucina!-
“Forse così riuscirei ad attirare la sua attenzione”.
Li sento bisbigliare qualcosa tra loro mentre frugo ovunque nel tentativo di trovare qualcosa da mandare giù, fallendo miseramente. “Clown” e “Pazza” sono le uniche parole che riesco ad intercettare.
-Andiamo ragazzi…è casa mia. O parlate ad alta voce…altrimenti CHIUDETE QUELLE FOGNE! – Mi volto di scatto e urlo con tutto il fiato che ho in gola. E’ tutto inutile, non resisterò un altro minuto rinchiusa qui.
Ungiornodiventeraiun’oca.
Ungiornodiventeraiun’oca.
Ungiornodiventeraiun’oca.
Mi premo le mani sulle tempie, cercando di scacciare quella frase dalla mia mente. Un dolore lancinante mi trapassa la testa da parte a parte e sono costretta ad appoggiarmi al bancone della cucina. “Devo uscire di qui, devo trovare...devo trovare Mr. J…io devo…”.
-Harley?! Tutto a posto?- Mi chiede uno dei due, ma io non rivolgo loro neanche un’occhiata.
-Me ne vado di qui. E se volete che le vostre zucche vuote rimangano attaccate al vostro corpo, sarà meglio che non proviate a fermarmi-
-Harley?! FROST!- Grida ancora uno dei due. Non posso crederci!
-Oh si, FROST?! DOVE SEI?!- Cantileno, girando su me stessa mentre mi dirigo verso le scale che portano al piano superiore. Una volta arrivata lì potrò uscire. “Vado a cercarlo, forse si è scontrato con Batman e…”, scuoto la testa, forte. NO. Batsy è un rammollito, non lo farebbe mai.
“Non lo farebbe mai, giusto?“
Uncaneunincapaceunmaledettoidiota
Una nuova fitta dolorosissima mi trapassa la testa da parte a parte. Dio, che giornata di merda!
 
-Qualcuno vuole spiegarmi che sta succedendo qui dentro?!-
Dimentico all’istante il dolore che mi riempie la testa e mi volto di scatto. Non posso credere che Mr. J se ne stia li così, impalato in cima alle scale con quell’espressione interrogativa stampata in faccia. Non crederà di passarla liscia!
-DOVE SEI STATO?!- Sbraito. Sono fuori di me dalla rabbia, e avere quei due idioti dietro di me che assistono alla scena non mi aiuta per niente. Mr. J mi lancia un’occhiata veloce mentre scende le scale e congeda i due con un gesto della mano. Me li immagino mentre corrono da Frost ad informarlo che il gran capo è tornato.
Mano a mano che si avvicina a me, noto come le occhiaie del mio Puddin siano più violacee e profonde del solito e la mia rabbia inizia a scemare irrimediabilmente, sostituita dalla preoccupazione.
-Dove. Sei. Stato- Scandisco le parole lentamente, allentando un po' la pressione con cui stringo i pugni. Mi sto di nuovo conficcando le unghie nei palmi.
-Non fare la mogliettina gelosa…lo sai che mi fa prudere le mani- Sibila, con un ghigno che mi fa rizzare tutti i capelli sulla testa. Non è paura…non so neanch’io che cos’è. Ma è quello che da anni mi tiene irrimediabilmente legata a lui.
Gli sorrido e mi avvicino lentamente, pronta a cavargli qualche informazione nel solo modo che conosco che non sia fallimentare al 100%. Qualche volta funziona.
Non appena lo cingo con le braccia mi sembra di sentirlo dimagrito…perché no? Mangiare non è mai stato tra le sue priorità, come pure dormire.
-Ero solo tanto tanto tanto tanto preoccupata per te, Puddin…- Piagnucolo.
-Hai sprecato il tuo tempo-
-…- Tiro su con il naso rumorosamente -…non sei ancora arrabbiato per l’altra sera?-
-Cosa?!- Mi prende per le spalle allontanandomi bruscamente da lui, e quando lo guardo negli occhi realizzo che non ha la più pallida idea di cosa io stia parlando. Ha la testa altrove. Agita una mano a mezz’aria, come se stesse scacciando una mosca fastidiosa –Non distrarmi, Harley. Se vuoi renderti utile in qualche modo, sta zitta, per adesso-
-Capo- Frost fa il suo ingresso nella stanza con lunghe falcate, e quasi due metri più su, un’espressione assolutamente neutra. So che ha ammazzato sua moglie. La troia era incinta di un altro, e Frost l’ha strangolata con quelle enormi mani. Pensa un po'.
Ridacchio e mi metto a sedere su uno degli alti sgabelli della cucina. Allungo le mani sul bancone e solo allora noto che c’è un pacchetto di gomme abbandonato lì sopra. Ne prendo una immediatamente, per poi mettermi a giocare con le punte rosse dei miei capelli. Mr. J ha in mente qualcosa…
Ha cambiato modo di vestire da qualche anno; ora gli piacciono per lo più i completi classici…quello che indossa ora è viola scuro, lo stesso della sera in cui ce le siamo date. Il colletto della camicia argentata è macchiato di sangue. Colpa mia. Ops!
-Bla bla bla, capo un accidente! Non ci si può fidare di nessuno in questa maledetta città, bisogna fare sempre tutto da soli…- Sbraita lui, togliendosi la giacca e scaraventandola a terra.
-Che intendi Mr. J?-
-Intendo che ho passato gli ultimi due giorni a pensare a cosa fare per rendere questa esistenza meno deprimente. Sono terribilmente annoiato-
Mi godo per bene l’espressione ansiosa dei due scagnozzi che sono appena rientrati nella stanza alla parola “Annoiato”, prima di far scoppiare rumorosamente un palloncino con la gomma da masticare. Loro sobbalzano e non posso fare a meno di ridere.
-Oh, Puddin…amore mio…torniamo in città insieme…e divertiamoci come ai vecchi tempi! - Scodinzolo verso di lui sotto lo sguardo vuoto di Frost. Gli faccio l’occhiolino e lui fa finta di niente. Noioso!
-I vecchi tempi…- Mr. J mi passa un braccio intorno alle spalle e mi stringe a sé -…comunque, sono stato a trovare Ozzy, mi doveva un favore. E penso di aver trovato qualcosa con cui DIVERTIRMI davvero...- Mi rivolge un sorriso estatico, per poi cambiare espressione improvvisamente.
-Harley…mi hai rovinato la camicia…-
Lo schiaffo arriva improvviso e fottutamente inaspettato. L’umiliazione brucia di più dell’impatto della sua mano sulla guancia. “AHIA!”

_____________________________________________________________________________________________
 
Ciao a tuttiiii! Vi ricordate di me? Spero di si! :P
Ho iniziato a scrivere questa storia da qualche tempo, che vuole essere una sorta di seguito di "Live for him"...in realtà non sapevo se iniziare a pubblicarla o meno, poi oggi mi sono sentita ispirata e ho deciso di tentarla! Ovviamente l'intento principale di questo primo (lungo, anche troppo) capitolo è tastare un pò il terreno, vedere se vi piace e se vi può interessare.
Quindi se capitate a laggerlo, vi pregherei di lasciarmi una piccola recensione , qualsiasi parere è più che ben accetto : )
Per adesso vi saluto e vi mando un bacio!
(Ovviamente il Joker di questa storia è sempre il Joker di Jared Leto e Harley Quinn è Margot Robbie, anche se ho deciso di cambiare un pò il look di entrambi :P)
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Batman / Vai alla pagina dell'autore: ZereJoke94