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Autore: Fluffy Jpeg    07/06/2017    1 recensioni
[Rick & Morty]
Perché quella era una simulazione, no? Era la simulazione nella simulazione della simulazione della simulazione. Ora tutto sarebbe scomparso, e gli esseri più intelligenti del mondo sarebbero arrivati a ridere di lui di nuovo. E poi giù con un altro selfie.
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Missing moment dall'episodio "M. Night Shaym-Aliens!".
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Piccolo avvertimento prima di iniziare: la storia parla di alcolismo e forte paranoia.
Se gli argomenti possono turbarvi, sentitevi liberi di chiudere la storia.
Ci si vede in fondo nelle note d'autore! Buona lettura!




 

Simulazioni Simulate che Simulano Simulazioni

Durante la rotta con destinazione Terra, la navicella era rimasta perfettamente in asse e proseguiva il suo viaggio senza turbolenze, fino all'ingresso nell'atmosfera del pianeta. Senza più direttive dal comando delle (esplose) creature più intelligenti dell'Universo, aveva iniziato ad inclinarsi pericolosamente e a perdere man mano il controllo, fino ad iniziare una caduta libera senza sosta verso il terreno. Le strade si potevano già distinguere con chiarezza, i motori brucianti riempivano la cabina di un intenso odore di fumo che sussurrava morte, ma Rick era già abbastanza ubriaco da riuscire a non darci peso.
L'idea di schiantarsi non gli dava nemmeno particolari problemi. Il terreno non gli gridava morte certa, ma lo invitava ad un caldo, rude abbraccio che mormorava, non temere, non sentirai più niente poi.
Niente più dolore, niente più sofferenza. Né per lui, né per gli altri.
Non sarebbe forse stato meglio?
La sua mano si levò ad un ultimo brindisi con la vita, prima che la fiaschetta raggiungesse le sue labbra per svuotarsi completamente del suo contenuto. Un gesto veloce della testa, che in meno di un secondo terminò il suo compito. Era rimasto solo un sorso di vodka.
No, Rick Sanchez aveva detto addio ai processi del corpo che lo tenevano vivo giorno dopo giorno, ed era pronto al loro arresto definitivo. Non trovava un senso nel continuare quella storia.
Ciò che lo spinse ad allungare la mancina verso il pannello di controllo, digitare il codice di sblocco e passare alla modalità manuale fu, difatti, Jerry.
Non che disse qualcosa di particolarmente intelligente - piuttosto, gridò come un forsennato tutto il tempo. Ma gridò abbastanza forte da superare i pensieri di Rick, e ricordargli che nella simulazione della simulazione della simulazione c'era finito anche lui.
Il pensiero che non era giusto che anche lui pagasse per cose che non aveva fatto riuscì a superare l'alta concentrazione di alcool in circolo nel sangue dello scienziato, e presi i comandi, non ci volle più di un minuto per atterrare sani e salvi davanti a casa. La navicella scricchiolò leggermente quando una delle ruote toccò terra prima dell'altra, ma dopo tutta quella vodka era probabilmente un atterraggio migliore della media.
Il secondo dopo era fuori, ignaro del movimento di Jerry verso di lui per appoggiargli una mano sulla spalla. Voleva ringraziarlo per averlo riportato a casa tutto intero - ma forse Rick non aveva nemmeno voglia di sentirselo dire. Non si volse nemmeno mentre raggiungeva il suo garage, e ne chiudeva la porta alle spalle.
Rimase nell'oscurità completa per lunghi minuti, fermo, in piedi, la fiaschetta a stento arcorata alle sue dita magre. Dall'esterno lo raggiunsero dei suoni - un clacson, forse un paio di voci che bisticciavano, probabilmente una terza che ridacchiava -, ma sembrava non sentirli nemmeno.
Poi perse la presa della fiaschetta. Cadde a terra con un suono sordo, e l'attimo dopo le gambe di Rick cedettero, e lui la raggiunse. Finì schiena al muro, le mani tremanti che cercarono a stento l'addome indolenzito, e non cercò nemmeno di trattenere i conati di vomito. Salirono in fretta, e in fretta lo portarono a piegarsi di lato e rigettare.
Non vide niente, ma lo sapeva che aveva buttato fuori solo liquido. Non aveva mangiato niente. Aveva solo bevuto.
Non si premunì di pulire. Si alzò a tentoni, e si diresse alla cieca verso dove ricordava ci fosse il lavandino. Tastò il mobiletto finché non trovò la sua forma in ceramica, ma le dita non cercarono il rubinetto. Discesero a memoria verso l'armadietto sottostante, e una volta aperto afferrarono la prima bottiglia che trovarono.
La aprì, e iniziò a bere, senza nemmeno domandarsi cosa fosse. Poteva essere anche candeggina da quel che ne sapeva - ma la concentrazione di alcolici era ben maggiore dei prodotti per il bagno, e dopo che i primi due sorsi sciacquarono via il vomito riconobbe l'amichevole sapore del vino sulla lingua.
Ne bevve probabilmente metà prima di fermarsi, e respirare. I polmoni si riempivano e svuotavano troppo in fretta col suo ansimare, interrotto dai colpi di tosse che sembravano pugnali dritti allo stomaco.
Una parte di lui si mormorò di smetterla. Non stava risolvendo niente riempiendosi di alcool, solo provocandosi ancora più fastidio che non era nemmeno utile - non lo avrebbe ucciso.
Un'altra parte di sé, invece, iniziò a ridere. E si propagò alle sue labbra e al suo corpo, brevi balzi sofferti di ilarità che lo portarono a non perderci troppo la testa sopra. Perché il vino era buono.
Ed era stupefaciente, per una simulazione.
Le gambe si indebolirono, spingendolo a sedersi e a mandare giù qualche altro buon sorso di nettare rosso, con le risate che già si stavano spegnendo.
Perché quella era una simulazione, no? Era la simulazione nella simulazione della simulazione della simulazione. Ora tutto sarebbe scomparso, e gli esseri più intelligenti del mondo sarebbero arrivati a ridere di lui di nuovo. E poi giù con un altro selfie.
Le ultime risate si spensero in un gemito molto più sofferto di quanto si aspettasse da sé stesso. Bevve altri due sorsi, gli occhi che si spalancavano nell'oscurità mentre si ricordava che gli esseri più intelligenti del mondo erano appena saltati in aria. E per di più, avevano attraversato una distanza equivalente a 384.400 km per raggiungere la Terra. Era ubriaco, ma sapeva ancora contare.
Non era possibile che avessero fatto una simulazione così grande. L'ultima si era bloccata dopo poco tempo dalla partenza. Non potevano aver replicato 384.400 km. Quindi...
Quindi era a casa.
Ma ancora, e se gli avessero applicato un dispositivo per modificare la sua concezione dello spazio? L'avevano tenuto parecchio stretto dopo l'ultima simulazione. Poteva essere possibile. Quindi...
Quindi non era a casa.
O lo era?
Il vino era troppo buono per essere una simulazione. Ma anche Morty era...
La sua mente si ricollegò improvvisamente alla bottiglia di vino appena si accorse che il suo sapore era scomparso. Aveva bevuto senza sosta fino all'ultimo goccio senza nemmeno accorgersene.
La buttò - non seppe dove, non importava dove - e tastò alla ricerca di una seconda nello stesso armadietto. Ci impiegò due minuti buoni tra il prenderla in mano e il riuscire ad aprirla, le dita che tremavano sempre di più alla lenta realizzazione che non aveva la situazione sotto controllo.
Non sapeva cosa pensare. Non sapeva cos'era vero. Non sapeva dov'era.
« A-a-apriti, c-cazz-- APRITI!! »
POP.
Piazzò la bottiglia verticale sopra le sue labbra, e mandò giù tutto il contenuto della bottiglia in pochi secondi. Sperava, pregava che tutto sarebbe soltanto scivolato via insieme all'alcool nella sua gola.
Ma mentre l'ultimo sorso scendeva lungo la sua gola, e si sentiva scivolare verso terra, Rick si rese conto che non riusciva a non pensare a Morty.
Si rese conto di come voleva con tutto il cuore che quella non fosse una simulazione.
Si rese conto di come voleva abbracciare Morty.
Si rese conto di quanto bene voleva a Morty.
Si rese conto di quanto vederlo scomporsi in dati e scomparire l'avesse distrutto, anche se l'aveva previsto.
Si rese conto di aver paura di veder scomparire Morty veramente.
Non voleva che scomparisse. Non voleva che soffrisse. Non voleva che piangesse. Non voleva... n-non voleva essere...

... solo...

Doveva capire se era in una simulazione! Doveva tornare dal vero Morty...! Doveva trovare un modo per...
I suoi occhi scrutarono l'oscurità per qualche secondo, mentre un pensiero metteva base nella sua mente ubriaca, e intrappolava tutta la sua lucidità sotto una spessa cortina di alcool.
Devo trovare un modo per difendermi.



« E-ehi... ciao. C-c-ciao Mort-ty. »
Un grande sorriso dipinse il suo volto stanco e provato, e Morty - la simulazione? - rispose con il più gentile che riuscì a fare. Rick si avvicinò traballando al suo letto, biascicando parole - non importava quali, era una simulazione. O era Morty?
Gli sorrise di nuovo, mentre le sue dita si stringevano convulse al manico del coltello.

 







Heyo heyo, buona sera a tutti! JpegFluffy nelle note d'autore!
E finalmente vi porto una storia nuova! Questa era pronta da un po', ma ne la sono un po' dimenticata.
L'ho ritrovata casualmente mentre riguardavo le mie storie, ora che ho di nuovo una certa qual ispirazione nello scrivere,
e l'ho tenuta lì per un po' fino a quando ho pensato, non ha senso che la tenga nascosta, quindi
eccola a voi!
Questa storia è nata da un piccolo flash che ho avuto dopo aver visto l'episodio  di cui ho accennato nell'anteprima.
Quella scena finale che si vede prima che la storia finisca completamente mi ha lasciato una strana sensazione, che
mi ha portato infine a scrivere questa cosetta. Non scrivo spesso di problemi di alcolismo, e spero
di averne scritto bene!
Nella speranza che la storia vi sia piaciuta, vi auguro una buona giornata/serata (in base all'ora in cui leggete!),
e ci vediamo ad una prossima storia! :D
__ Silvia

   
 
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