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Autore: lunatica91    08/06/2017    0 recensioni
-Ehm... Sig. Wright? Quel... quell'uomo è un suo amico?- chiese curiosamente Will Powers fissando il procuratore andarsene.
-Cosa? Un suo amico? Ma figuriamoci!- replicò Maya tra le risate -Sono rivali! Rivali!! Vero, Nick?-

La mia personale versione di un dialogo tra Phoenix ed Edgeworth alla fine del caso "La caduta del samurai".
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Miles Edgeworth, Phoenix Wright
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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20 ottobre, ore 13:12

Tribunale distrettuale

Sala imputati n° 3
 

-Ehm... Sig. Wright? Quel... quell'uomo è un suo amico?- chiese curiosamente Will Powers fissando il procuratore andarsene.

*****

Phoenix guardò con un sorrisetto le vesti rosse del procuratore svolazzare oltre il corridoio.

“Allora non sei cambiato, Edgeworth...”

Senza l'intervento repentino e salvifico del procuratore, ora lui, Maya e Will Powers non si sarebbero certo trovati lì a parlare di come festeggiare la vittoria. Decise di tenersi questo pensiero per sé, ma era davvero felice di questa scoperta.

Si stavano dirigendo tutti e tre verso l'uscita quando Maya, con sguardo terrorizzato, si bloccò di colpo.

-Aspetta, Nick!-

L'avvocato si girò verso la ragazza che armeggiava nervosamente tra le tasche del suo abito.

-Ho dimenticato il cellulare in aula! Torno subito!- e sfrecciò veloce verso le scale che portavano verso l'aula appena lasciata.

-Ti aspettiamo di sotto, Maya!- riuscì a dire l'avvocato ricevendo in segno di risposta un gesto rapido con la mano, o almeno così gli era sembrato.

Will Powers ne approfittò per utilizzare momentaneamente i servizi: -Sa, l'emozione...- si giustificò l'uomo con quel suo sguardo desolato.

Così Phoenix si avviò verso l'uscita del tribunale aspettandoli fuori. Appena uscì, il riverbero della luce invernale colpì in pieno il suo volto che, abituatosi ad una luce più neutra durante il processo, dovette coprire con una mano.

A pochi passi da lui vide il procuratore Miles Edgeworth intento a cercare nervosamente le chiavi dell'auto parcheggiata poco più avanti. Sembrava parecchio accigliato, il che era comprensibile dopotutto: aveva perso nuovamente una causa, contro un novellino come lui oltretutto. Doveva sentirsi un po' abbattuto. E poi era da prima che Phoenix voleva dirgli una cosa...

Non ci pensò troppo e si diresse verso il rivale.

-Edgeworth!-

Il procuratore si fermò senza voltarsi.

-Ti avevo detto di non farti più vedere circa mezzo minuto fa.- sbuffò stizzito aggiustandosi le balze del proprio jabot -Hai già problemi di memoria, Wright?-

Phoenix ridacchiò divertito e quella risata attirò immediatamente lo sguardo interdetto di Edgeworth.

-Esattamente cosa ti fa così tanto ridere? La mia non voleva essere una battuta ma un dato di fatto.-

-No, no, non c'entra con la mia precoce senilità- puntualizzò l'avvocato toccandosi la nuca, anche se in realtà trovava buffa perfino quella affermazione in quel momento. Edgeworth allora si rabbuiò.

-Sei venuto nuovamente a deridermi?-

Phoenix questa volta scoppiò in una risata, che venne giustamente mal interpretata dal procuratore.

-Senti Wright, non mi sembra proprio il caso...-

Phoenix si diede subito un contegno e, dopo essersi schiarito la gola, disse semplicemente:-Volevo solo dirti che mi dispiace, sia per la causa che per la risata di prima, e che, ecco... avevo torto.-

L'espressione di Edgeworth fu se possibile ancora più interdetta.

-Non è una novità, Wright, a discapito del tuo nome vorrei aggiungere- decretò con arroganza incrociando le braccia -Ma sono comunque stupito da questa tua ammissione, quindi sentiamo: su cosa ti saresti sbagliato, di grazia?-

-Sul tuo conto.-

Ora lo sguardo di Edgeworth era semplicemente confuso mentre Phoenix al contrario non poteva avere un'espressione più serena di così.

-Ti ricordi, Edgeworth? La prima volta che ci siamo rivisti ti dissi che eri cambiato, ma mi sono sbagliato.-

A queste parole il procuratore cambiò atteggiamento, oscurandosi in volto.

-Non è così, Wright. Non sono più quello che ricordi...- e detto ciò prese a camminare con l'intento di andarsene.

Phoenix però si piantò davanti all'uomo e, puntandogli il dito contro, esclamò: -Obiezione!- con un tono talmente convinto e un'espressione così sicura da bloccarlo.

-Wright, ma cosa diavolo...?!-

Sì, Phoenix non aveva più dubbi ormai, ne era sicuro al cento per cento: in quello sguardo turbato e glaciale vedeva ancora il vecchio Miles, quello che rideva e scherzava insieme a lui e Larry, quello che sognava di diventare un avvocato difensore come suo padre, quello che inseguiva la giustizia e le cause dei più deboli, e soprattutto quello che non l'aveva lasciato solo, che aveva creduto in lui quando tutti gli avevano girato le spalle... proprio come quel giorno in tribunale.

-Io lo so che sotto tutti quei ridicoli fronzoli e dietro quell'aria di superiorità si nasconde il vecchio Miles, lo so che c'è! Oggi l'ho visto in aula.-

-Quali... ma quali fronzoli, Wright? Che diavolo stai blaterando?!-

Le guance del procuratore si arrossarono velocemente di fronte a queste dichiarazioni, se per rabbia o per imbarazzo non era dato saperlo, ma a Phoenix poco importava: quella era un'ulteriore prova della veridicità dei fatti appena pronunciati.

-E se questa dichiarazione non ti basta,- continuò imperterrito l'avvocato -allora te lo proverò!-

Edgeworth fissava semplicemente inebetito quella scena, mentre Phoenix, con sguardo fiero e convinto, incalzava sempre più le sue dichiarazioni.

-Non potevo proprio credere a quel cambiamento repentino, non era possibile che l'Edgeworth che ricordavo fosse scomparso del tutto, e per uno spaventoso attimo ci sono quasi cascato...- Phoenix a quel punto sorrise ancora più apertamente -Ma mi sono sbagliato e ora...-

-E ora cosa, esattamente?-

L'espressione gioiosa di Phoenix si incrinò mentre il procuratore lo fissava con uno degli sguardi più truci che avesse mai visto. Non che non se l'aspettasse: Edgeworth ovviamente avrebbe ribattuto almeno una volta a tutte le sue “accuse”, per così dire. Solo non era ancora abituato a sostenere facilmente quelle occhiate così fredde e disumane: un tempo non esistevano e anche se le aveva viste molte volte ritratte sui giornali o alla televisione, averle proprio di fronte rivolte contro era decisamente diverso. Gli pareva di essere piccolo e insignificante, ed era veramente dura sentirsi così guardando la persona che un tempo lo aveva aiutato a sentirsi proprio l'opposto.

-Fammi capire bene- chiese sarcasticamente Edgeworth fingendosi pensieroso -Secondo delle tue “supposizioni”, che non ho ben capito da dove vengano fuori, decreti che la persona che hai di fronte sia uguale a quella che ricordi quindici anni fa?-

Phoenix deglutì preso alla sprovvista.

-Quindici anni fa avevamo dieci anni, Wright. e le persone, se non lo sapessi, cambiano. E io sono cambiato. Per oggi hai già vinto una causa, non peccare di superbia.-

Non aveva tutti i torti, pensò l'avvocato con un'espressione leggermente malinconica; in fondo anche lui era cambiato in quegli anni... No! Aspetta un attimo, non poteva dargliela vinta! Non adesso che ce l'aveva in pugno. Phoenix, nonostante le parole dure appena sentite, si riprese subito e con sguardo deciso ricominciò la sua arringa.

-È qui che ti sbagli!- “Già, mio caro Edgeworth, io ho degli assi nella manica.” pensò raggiante Phoenix tornato più baldanzoso di prima -Ho le prove che mostrano che sei sempre lo stesso, nonostante tu voglia nasconderlo e queste prove me le hai date proprio tu.-

Il procuratore alzò un sopracciglio poco convinto e, con tono canzonatorio, chiese:-E che prove dovrei averti dato?-

Phoenix con un sorrisetto compiaciuto presentò le prove a favore della sua tesi:-Proprio tu prima, dopo essere usciti dall'aula di tribunale, hai detto “Per colpa tua sono tormentato da spiacevoli sentimenti di disagio e incertezza” e sappiamo benissimo tutti e due cosa volevi intendere...-

Phoenix seppe di aver vinto anche questa volta: il volto livido di rabbia e imbarazzo repressi erano la prova più inconfutabile che avrebbe potuto ottenere. Ma non si crogiolò troppo nella sua piccola vittoria, conscio del fatto che Edgeworth sarebbe scoppiato da un momento all'altro rigirando abilmente la frittata a suo favore. Quello, purtroppo, lo faceva anche da bambino.

-Io non so perché tu abbia deciso di nasconderti dietro a questa maschera fredda e non voglio nemmeno saperlo, a meno che non lo vorrai dire tu. Voglio solo dirti che sono contento di aver rivisto il vecchio Miles che ricordavo. Tutto qui.-

E senza aggiungere altro, Phoenix si avviò verso l'entrata del tribunale.

-Phoenix Wright, hai torto.-

Questa volta il tono di Edgeworth non sembrava più tanto convinto come prima.

Phoenix, senza nemmeno voltarsi o fermarsi, agitò una mano dicendo:-Lo valuteremo la prossima volta, Edgeworth. La seduta è aggiornata!-

*****

-Cosa? Un suo amico? Ma figuriamoci!- replicò Maya tra le risate -Sono rivali! Rivali!! Vero, Nick?-

-Per adesso... direi di sì.- rispose Phoenix semplicemente.

Maya lo guardò confusa e scioccata.

-Uh? Perché mi sembra di essermi persa qualcosa? Avanti Nick, dimmelo! Che cosa c'è tra te ed Edgeworth?-

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Salve a tutti! Spero che abbiate trovato la storia carina ^^ ammetto candidamente che giocando a PW e leggendo QUELLA frase, non ho potuto non fangirlarci sopra XD Insomma, sembrano messi lì apposta!
Comunque, grazie a chiunque leggerà, recensirà o metterà tra i preferiti :)
Danke!

   
 
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