Accidentalmente
Capitava
talvolta che si dondolasse in avanti e ricadesse indietro, e che lo
stesso
movimento si ripetesse più volte con la logica malata che
solo un corpo
stremato può possedere.
Quando
capitava, Alphonse era sempre pronto ad accoglierlo nella sua armatura,
e così
si dondolava sbattendo la fronte e le spalle, facendosi male solo come
un folle
può fare, più volte, ininterrottamente.
E
allora si stringevano l'uno all'altro, dentro - dentro, Edward stava,
ed era
proprio dentro di lui -, così dentro da miscelare il dolore
come una vecchia
pozione da cantina, accompagnati dal suono ritmico dei colpi e dal
respiro che
fungeva da fuoco lento.
Dopo
qualche ora la crisi passava, scemava come fumo, e nel calderone non
rimaneva
che il vuoto. Era triste da vedere.
Edward
non ricordava mai nulla e Alphonse non si premurava mai di fargli
sapere
qualcosa, solo come un fratello può fare.
Capitò
allora che un giorno Al non riuscì a far in tempo a spostare
il fratello sul
letto, e questi si svegliò ancora all’interno
dell’armatura.
Capitò
che Edward, toccando quel calderone gelido, ricordò tutto
– e fu immensamente
straziante per entrambi. E quando la sua memoria si riebbe,
strusciò le labbra
su quel che di sporco era rimasto lì dentro, dolore forse,
solo come un amante
pentito può fare.
Così,
tutte le volte sino all’ultima – un blando modo per
fare l’amore.
N/A
Prendetela
come nonsense, dateci la spiegazione che volete. Ormai mi annoio
così tanto a
dare delle spiegazioni a quel che scrivo che farei prima a progettare
fanfic sensate
– ma ciò è estremamente più
noioso che fornire spiegazioni.
Ecco,
immaginatevi semplicemente un Edward pazzo, o con intervalli di pazzia.
Insomma, sempre lì vado a parare. Potete collegare il tutto
alla morte della
madre, alla pietra filosofale, a qualsiasi cosa, ma il risultato
è lo stesso.
*o* E loro due insieme mi sanno così di struggente, capite?
(L)
Linnie.