The Flash, 'Many happy returns' di Machi16 su EFP Fanfiction

Era impossibile cogliere nello sguardo dell’ uomo con indosso il pesante parka blu un qualsiasi segno di pietà, pentimento o rassegnazione come se la realtà non lo sfiorasse e il mondo che si era costruito attorno, su misura per lui, lo tenesse lontano dai suoi veri sentimenti e da quel briciolo di pietà, pentimento e rassegnazione che albergavano nascoste nel suo cuore.
L’ unica cosa che lo teneva realmente in vita era un briciolo di ragione fredda e indirizzata che faceva di lui un criminale ma la verità era che ogni cosa in quella sua vita era simile ad una patetica scusa per non agire, per non prendere sua sorella e andarsene accettando che infondo non era un criminale ma solo una perfetta interpretazione dello stesso.

Quel’ oblio iniziò un giorno in cui il vento bussava forte alla porta e la pioggia tintinnava alle finestre di una piccola ma accogliente casa di periferia fatta di mattoni bianchi, candidi e innocenti contornati da un tetto a spiovente verde e la porta del medesimo colore. Era tutto tremendamente perfetto all’ esterno quanto perfettamente sbagliato all’ interno dove due bambini giocavano a nascondersi da un padre che faceva dei fumi dell’ alcool la sua consolazione e della violenza il suo sfogo, gli urli dei due fratelli erano ovattati e si perdevano nel silenzio di quella casa che somigliava più ad una prigione che ad un posto sicuro ma dove si può andare quando non si ha niente?
Correre nell’ ignoto e dimenticare sarebbe stato più semplice sia per Len che per Lisa ma se dimenticassimo le cose che sappiamo avremmo un posto dove andare?
L’ unica alternativa fu per loro quella di cadere sempre più a fondo nell’ oblio di un padre dalle sembianze mostruose.

Cosa ne restava di loro adesso?

Lisa aveva Cisco, niente di più e niente di meno, era troppo difficile per lei seguire le enormi impronte di suo fratello, erano andate bene per un po’ ma poi si accorse che le davano fastidio e decise di trovare una dimensione più consona al suo essere, era si una donna forte dalle incredibili abilità combattive ma amava anche ridere, vivere alla luce del sole che le illuminava i capelli.

“Lisa io devo andare…”

Cisco Ramon baciò delicatamente la sua convivente sulle labbra con una dolcezza reale, pura e semplice di chi nella vita aveva bisogno solo di un po’ di amore in più per essere accettato.

“Sei sicura di non voler venire con me?”

Era da giorni che Vibe provava a convincere la sua amata compagna a seguirlo nel Team Flash ma lei sembrava non volerne sapere di esporsi così frettolosamente, non voleva schierarsi ancora una volta dalla parte del male o del bene, non voleva decidere e mai lo avrebbe fatto.
Cisco annuì tristemente e ancora una volta si chiuse la porta alle spalle con un pizzico di delusione, che ne sarebbe stato del loro rapporto se non avesse deciso? Che ne sarebbe stato di lei?
Si vive l’ indecisione per avere la sicurezza di un equilibrio precario ed inesistente e Lisa era in bilico tra il suo passato fatto di segni sul suo pallido corpo e il suo presente.

***

“Cosa diresti di me se me ne andassi?”

“Cosa vuoi che ti dica Lisa?”

“Non fermarmi ti prego…”

“Non lo farò, sei sempre mia sorella ma non aspettarti che lo accetti”

“Non ho più bisogno del tuo consenso”

***

Leonard aveva Mick, tutto quello che gli rimaneva, un fratello acquisito anche se alle volte si comportava come una nemesi antipatica e volubile. Aveva quell’ insana voglia di bruciare ogni cosa tranne i gelidi sentimenti di Snart che stavano ammuffendo in lui rendendolo ogni giorno più irritabile tanto che, spesso e volentieri non riusciva a concentrarsi a dovere come se o ogni sua abilità fosse fuoriuscita dal suo cervello per trasformarlo in una mera caricatura di se stesso.
Era un’ anima in pena in balia del mondo.

“Hey Len… non credi che”

“Stai Zitto Mick”

Central City si era svegliata in una nostalgica coltre di nebbia quel giorno e Mick non smetteva di fissare il vuoto che lo separava da essa, i finestroni di quel magazzino abbandonato erano enormi tanto da poterci saltare dentro senza rendersene conto e Captain Cold le fissava quasi volesse saltarci dentro.

“Len..”

“Non ci provare”

“Vai da tua sorella, subito, altrimenti ti ci porto io con la forza.”

***

“Sei come il ghiaccio che ho tentato di togliere dal mio cuore:
impenetrabile e freddo.”

***

Si incontrarono nel pomeriggio e il sole faceva capolino tra le nuvole quasi a voler simboleggiare una sorta di bene intrinseco. Si incontrarono dove Leonard aveva incontrato Flash per poi scoprire che infondo non era altro che Barry Allen, l’ amabile e il sensibile velocista scarlatto.

Lisa indossava quella maledetta giacca di pelle nera che le modellava il corpo mentre Leonard il suo solito parka blu con il cappuccio tirato fino agli occhi per nascondere le emozioni, il suo scudo, la sua difesa dal suo vero essere ma ora non poteva tirarsi indietro. Da un anno non vedeva sua sorella, da nove mesi amava di nascosto un uomo, da sei mesi aveva attacchi di panico, da tre settimane Mick lo aveva scoperto.
Era il giorno del perdono quello breve e indolore fatto di abbracci e poche parole perché a Lisa non piaceva spiegare, non amava dichiararsi sola, debole e spaesata senza colui che da sempre l’ aveva protetta, per troppo tempo erano stati lontani. Ora le braccia della ragazza cingevano il corpo del criminale, senza dirsi niente si dissero tutto e piangendo in silenzio di ritrovarono nel giorno più splendente che richiamava la notte più buia, erano pronti a condividere le proprie vite con accettazione ponderando le loro scelte in base al loro vero essere.

***
“Non scappo se tu non corri via.”