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Autore: Carlo Di Addario    08/06/2017    1 recensioni
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L’impiegato di colpo si fermò: Arrotola…? Dopo “salda”?!
Genere: Angst, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“La Fabbrica!

Un ente perfetto!

Un insieme organico e complementare di uomini e macchine, interconnessi fra di loro da una sublime linea produttiva che dalle materie prime plasma la merce!

E che merce!

Noi siamo la fabbrica 42!

Produciamo ogni giorni quarantaduemila esemplari, a dir poco fondamentali per il progresso e il corretto funzionamento della città! Neppure oso immaginare quali apocalittici scenari si potrebbero verificare, se anche un solo giorno la produzione dovesse interrompersi!”

Finì di ripetere il sovrintendente allo specchio, sistemandosi la cravatta.

Il discorso motivazionale giornaliero per gli operai era chiaro, pulito e conciso come al solito.

L’uomo sorrise compiaciuto e, alle sette e un quarto, come ogni mattina uscì dal suo ufficio.

Scese da una scala metallica, passando sotto un dedalo di tubature: superò due turbine, una raffineria a cherosene, un impianto di distillazione e un insieme di pistoni che sferragliavano vicino a due caldaie.

Raggiunse quindi la zona di lavoro dei 42 operai, tutti posti nelle rispettive postazioni davanti ai rulli ove passavano le componenti metalliche che, meccanicamente, venivano lavorate dalla forza lavoro.

Erano precisamente le sette e venti.

“La Fabbrica!…” cominciò l’uomo.

Come ogni giorno, gli operai ignorarono il discorso, continuando meccanicamente il proprio lavoro: svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, arrotola… 

L’impiegato di colpo si fermò: Arrotola…? Dopo “salda”?!

Come si bloccò, tutta la catena s’interruppe.

WEEEEOOOOWEEEEOOOOOOWEEEOOOOO…

Di colpo iniziò a suonare l’allarme, che rimbombò metallico nel capannone.

Luci rosse iniziarono a lampeggiare in ogni dove.

Il sovrintendente uscì dallo studio, paonazzo: “COSA SUCCEDE?!” urlò dall’alto.

“BOB HA INTERROTTO LA PRODUZIONE!!” strillò spaventato l’operaio accanto al collega, con in mano il filo metallico arrotolato.

Quest’ultimo impallidì, circondato da sguardi omicidi: “N-NON CENTRO!!! QUESTO FILO ERA GIA' ARROTOLATO!!”

Il sovrintendente inarcò un sopracciglio: “Ma quella… QUELLA E’ LA POSTAZIONE DELLO SVITAMENTO!!” urlò, correndo giù per le scale.

Sbam!

Il sovrintendente ruzzolò al suolo, inciampando sull’ultimo gradino.

“A-appunto!!” balbettò Bob, ritrovandosi il capo davanti, intendo a rialzarsi e spolverarsi.

Questi, dopo essersi nervosamente sistemato la cravatta, disse con fare truce: “C’è un errore nella catena di montaggio…”

“!”

“AAAAAAAAAAAAH!!!” gli operai iniziarono a urlare terrorizzati.

Chi si buttò a terra, chi si mise le mani sulle orecchie, chi scoppiò in lacrime e chi a pregare in silenzio.

WEEEEOOOOWEEEEOOOOOOWEEEOOOOO…

“CAPO!!! NON POSSIAMO NON PRODURRE!!!” strillò uno degli operai, prossimo alla crisi isterica sotto le rosse luci d’emergenza.

“Lo so…” mormorò deglutendo il sovrintendente, che non osava immaginare gli apocalittici scenari che si sarebbero verificati se la Fabbrica 42, quel giorno, non sarebbe stata in grado di produrre i suoi quarantaduemila esemplari.

Si dovette appoggiare a una cisterna, tanto fu il disagio.

Ma è nei momenti critici, dove tutto sembra perduto, che si vede la tempra morale di un individuo.

“UOMINI!!” tuonò, sovrastando l’assordante all’arme.

Questi si misero sull’attenti, interrompendo le loro preghiere e le loro crisi mistiche.

“DOBBIAMO TROVARE L’ERRORE!!” spiegò il sovrintendente, giunto a quella brillante conclusione.

“!” 

Tutti gli operai guardarono il capo commossi.

“Ha avuto un’idea brillante capo!” esclamò uno, con gli occhi lucidi.

“Un genio!” esclamò un altro.

Clapclapclapclap! 

La piccola forza motrice applaudì alla sublime idea.

“Grazie, grazie” disse frettolosamente l’uomo, compiaciuto.

Poi alzò la mano, facendo segno di tacere.

Tutti si ammutolirono.

“QUALCUNO SA DOVE SI TROVA L’ERRORE E QUALE SIA?!” urlò quindi.

“NELL’IMPIANTO DI SVITAMENTO!!” replicò prontamente Bob.

Senza perdere tempo, accecati dalle luci lampeggianti e assordati dal frastornate allarme, gli operai e il sovrintendente si concentrarono nella piccola postazione dell’impianto di svitamento.

“TROVATE L’ANOMALIA!!” Strillò il sovrintendente.

Subito tutti gli operai si misero a cercare: sopra il rullo, sotto il rullo, tra la cablatrice e i cablogrammi, dentro l’impianto a spirale di attorcigliamento a spirale…

“MANCA UNA VITE!!!” urlò all’improvviso un’operaio, davanti a uno dei centoventitrè rulli dell’impianto motrice del quinto nastro della sesta fila dell’impianto di cablaggio. 

“?!”

Tutti si affollarono davanti al singolo rullo: in altro a destra, seminascosto, si era sfilata una singola, minuscola, vite di mezzo millimetro.

Mordendosi la lingua, con precisione millimetrica, l’operaio la rimise al suo posto con una piccola brugola che portava nel taschino: tutti lo osservarono col fiato sospeso, mentre la microscopica componente tornava al suo posto all’interno di quella meravigliosa e sferragliante melodia meccanica che era la Fabbrica 42.

E, nel momento stesso in cui finì di avvitarla…

WEEEEEOOOOWEEEEEEEeeeeeoooo…

L’allarme si spense.

Le luci smisero di lampeggiare.

I rotori e le turbine tornarono a sferragliare, i rulli ripartirono e…

“TUTTI AI VOSTRI POSTI, PRESTOOOOOO!!!” strepitò prontamente il sovrintendente, dovendo trattenere un’isterico sorriso.

Senza esitare, ogni operaio si rimise alla propria postazione e via nuovamente di svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda, svita, arrotola, svita, arrotola, salda…

-

Quella sera, mentre gli scatoloni contenenti i quarantaduemila esemplari venivano caricati appena in tempo sopra i furgoni, il sovrintendente non poté che guardare con profondo compiacimento e soddisfazione all’impianto di produzione.

I camion ora scomparivano all’orizzonte sulla statale 42, diretti verso la città.

Anche quel giorno avevano scongiurato l’implosione della società civile, l’anarchia e chissà cos’altro.

Anche quel giorno, quarantaduemila graffette erano state prodotte per il bene di tutta l’umanità.



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