Serie TV > 13 Reasons Why - Tredici
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Autore: Zoey Charlotte Baston    09/06/2017    5 recensioni
-Se vuoi tornare a casa con tutti i denti in bocca ti conviene stare attento a dove vai, sfigato!- Tyler annuì, divicolandosi. Non ne poteva più, doveva andarsene, quel ghigno maligno era troppo per lui. Il ragazzo non gradì il tentativo di fuga, quindi caricò il braccio, ignorando il veloce "Ti prego, parliamone!" e facendo scontare le nocche con il viso dell'altro, che rimase per un solo secondo voltato, la bocca schiusa, ansante.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tyler Down
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I'm Tired Of Being Scared Of You




Tyler Down si guardò attorno, stringendo con fin troppa veemenza lo spallaccio della sacca che solitamente conteneva la sua attrezzatura fotografica, con lentezza fece per mordicchiarsi il labbro inferiore, gemette, si era dimenticato della spaccatura che vi si trovava, questa si tinse nuovamente di scarlatto. Era la prima volta che lo colpivano al volto con la forza necessaria per ferirlo, solitamente si limitavano al corpo per non sbattere la realtà in faccia agli insegnanti, lui ormai non si lamentava più neanche con i genitori, si sarebbe fatto giustizia da solo.
Una Tanfoglio Witness 1911 CO2 BB già carica sarebbe stata perfetta per difendersi. Aveva impiegato un pomeriggio solamente per ricordarsi il nome. L'aveva tenuta in mano ogni giorno nelle ultime settimane. Aveva imparato a maneggiarla, a riconoscerne le parti, a smontarla e rimontarla. La conosceva perfettamente. Non voleva usare nessuno di quei proiettili, era solo un avvertimento.
In quel momento però, mentre camminava tra i corridoi confusionari, la sua idea non gli pareva più tanti buona, l'ansia gli attanagliava lo stomaco, il mondo scorreva troppo lentamente per il suo cuore che batteva ferocemente. Voleva tornare a casa, chiudersi in camera e non uscirne più.
Si girò di scatto, lo sguardo basso che seguiva i suoi stessi piedi, avvicinandosi velocemente all'uscita, quando si scontrò con un altro corpo, alzò gli occhi chiari, incontrando l'espressione furente di Montgomery. Sentì l'aria bloccarsi leggermente sotto la morsa dell'altro, non gli schiacchiava particolarmente la trachea, ma era comunque soffocante, portò, protettivo, una mano alla tracolla, stringendo la forma dell'arma, provò a fargli allentare la presa per sfuggire.
-Montgomery...-
-Se vuoi tornare a casa con tutti i denti in bocca ti conviene stare attento a dove vai, sfigato!- Tyler annuì, divicolandosi. Non ne poteva più, doveva andarsene, quel ghigno maligno era troppo per lui. Il ragazzo non gradì il tentativo di fuga, quindi caricò il braccio, ignorando il veloce "Ti prego, parliamone!" e facendo scontare le nocche con il viso dell'altro, che rimase per un solo secondo voltato, la bocca schiusa, ansante.
-ADESSO BASTA, CAZZO!- Era successo troppo in fretta. La mano era andata ad aprire la sacca mentre con una spallata aveva allontanato il suo assalitore, che si ritrovò a fissare con gli occhi spalancati l'arma puntata verso la sua fronte. Dovette impugnarla con entrambe le mani per alleviare il tremore.
Si creò un silenzio di tomba, nessuno osava muoversi o aprir bocca, troppo spaventati da quel ragazzo con la pistola. Troppo spaventati da quel ragazzo che aveva più paura di loro, che non riusciva neanche a respirare, che non sapeva più cosa stava accadendo.
-Oh merda... Amico, togli quella cosa, non c'è bisogno di diventare violento.- Tyler sbatté le palpebre, focalizando in minima parte la situazione. Monty lo temeva. Guardò i compagni, ancora immobili, alcuni facevano scudo alle fidanzate e amiche. Finalmente lo ascoltavano. Non lo stavano attaccando e non l'avrebbero più fatto dopo quel giorno. Rise sprezzante, nervoso.
-"Amico"? "Non c'è bisogno di diventare violento"? È da un mese che non fai altro che picchiarmi!- L'altro arretrò ancora, come se si aspettasse che premesse il grilletto, ma non lo fece, abbassò leggermente il colpo, lasciando visibile il viso, lo zigomo destro arrossato. -Se io adesso la metto via uno di voi mi denuncerà o, nella migliore delle ipotesi, continuerete a perseguitarmi. Io sono stanco di avere paura di voi.- L'ultima frase fu un bisbiglio fin troppo udibile, seguito da leggeri passi che si allontanavano.
-Inginocchiati. Davanti a me.- Non dovette neanche minacciarlo, Montgomery ubbidì, rabbrividendo quando la canna dell'arma si posò contro la sua nuca, con l'altra mano Tyler gli stringeva il colletto. Guardò ancora i ragazzi che li circondavano. -Incredibile, riuscite ad essere più plastici e falsi adesso che quando ho in mano una macchina fotografica. Mi fate schifo. Se uno di voi chiama la polizia, lo uccido.- In cuor suo sapeva che non l'avrebbe fatto. Doveva solo spaventarli, non ci sarebbero state vittime. Dovevano capire cosa si provava. Clay si mosse verso di loro, il viso preoccupato e le mani protese in avanti, come a voler comunque mantenere le distanze.
-Tyler, dammi la pistola. Se ti calmi adesso possiamo discutere di quello che sta succedendo con qualcuno, senza coinvolgere le autorità.-
-Stai zitto Clay, tu sei uno dei primi che dovrei far fuori. Mi hai rovinato la vita, tu e quegli altri stronzi delle cassette, che non solo mi hanno trattato di merda, ma mi hanno anche escluso da tutto!- Si era girato di scatto, puntando l'oggetto contro il nuovo interlocutore, lo sguardo serio e pieno di odio, la voce ferma, sicura. Il cuore continuava a battere all'impazzata, dovette prendere un difficoltoso respiro per continuare, ormai non più in se. Gli faceva male la testa. -Non è giusto cazzo, non è giusto! Avete trattato Bryce molto meglio di me e lui è un cazzo di stupratore! Io ho fatto una foto dove Hannah non si riconosceva neanche! E dopo avermi dato dello stalker hai anche fatto la stessa identica cosa, se io non ne avevo il diritto mi spieghi perché te lo avresti dovuto avere!? SEI UNO STRONZO IPOCRITA CLAY, VAFFANCULO!- Le urla di Tyler erano ormai impregnate di disperazione, mentre cercava di riprendere fiato e non scoppiare a piangere come un bambino, la gola che bruciava per via dello sfogo. Perché si sentiva così piccolo nonostante fosse lui a dirigere tutto?
-Hai ragione, non avrei dovuto fare quella foto, mi dispiace, va bene?- Clay si era avvicinato nuovamente, cercando di farsi coraggio, non sapeva come comportarsi. Quello davanti a lui non era lo stesso ragazzo amante della fotografia che attraversava ogni giorno quei corridoi e, pensandoci bene, si rese conto che non sarebbe comunque stato in grado di capire cosa dire. Non si era fatto problemi ad invadere la privacy di quello che era quasi un estraneo.
-Si, certo, ti dispiace, ti dispiace di avermi rovinato la vita, come se servisse a qualcosa. Non cambierai nulla così. Smettila di fare l'eroe, non lo sei, nessuno lo è.- Rise ancora, una risatina, guardò in alto lasciando per pochi secondi la presa sulla maglietta dell'altro, per togliersi i fastidiosi ricci bruni da davanti gli occhi. La paura non se ne andava.
-E invece credi che minacciando e uccidendo qualcuno si risolva tutto? Ti prenderanno solo per pazzo. Ti prego, lascia stare.- Fece spallucce, riportando lo sguardo su quello che ormai era diventato il bersaglio della sua rabbia.
-Che cosa cambierebbe? Non sarebbe una novità, dicono tutti che sono uno squilibrato. Questo è l'unico modo che ho per difendermi.-
Ma loro non potevano capire. Non potevano capire che non era una stupida arma stretta da una mano incerta la cosa spaventosa, che se c'era qualcosa da cui bisognava stare lontani era l'essere umano. Perché è l'essere umano che ti ferisce con commenti pungenti. Perché è l'essere umano che ti distrugge l'unica cosa che conta, la dignità.
-Jensen, allontanati. Da chi devi difenderti Tyler? Possiamo risolvere tutto se togli quella pistola. C'è qualcuno che ti tratta ancora male? Dimmi i nomi, posso farli sospendere.- Nella sua visione era entrata anche la signorina Jordan, la giovane insegnante di matematica, accompagnata da una matricola, che prese per un braccio il ragazzo con lo scopo di riportarlo nella folla. Era lei che si era allontanata poco prima? Rivolse uno sguardo sprezzante alla donna, prima di riportarlo su Montgomery.
-Mi dica che sta scherzando, la prego. Crede davvero che sospenderli possa migliorare le cose? Torneranno più arrabbiati. E se li espellesse farebbero la stessa cosa da un'altra parte.- L'insegnante strinse il pugno, ma cercò di mantenere un'aria rassicurante.
-Non tutto è perduto. C'è per forza qualcos'altro che possiamo fare.- Tutto quell'ottimismo diede a Tyler il voltastomaco. Come poteva ignorare ciò che a lui pareva così chiaro? La odiava.
-Quante persone devono perdere tutto, sfiorare la morte, prima che capiate quanto fa schifo questa scuola? Una? Due? Tre, quattro, cinque, sei? Non c'è problema, posso uccidere tutti se è questo quello che serve!- Si rese conto del significato delle sue parole solo dopo che queste ebbero lasciato le sue labbra. Aveva appena detto che avrebbe fatto una strage. Lui non voleva uccidere nessuno. Non voleva essere un assassino.
-Inizia subito allora. Ma da me, non da lui.- Credette di aver capito male, mentre osservava la figura di Alex avvicinarsi, la pelle più chiara del solito e le profonde occhiaie contrastavano con il suo atteggiamento sicuro e provocatorio. -Lascialo andare, sarebbe inutile sprecare un proiettile per questo scemo. Ti vuoi davvero macchiare le mani con il sangue di Monty?- Continuò lui, mentre il ragazzo armato cercava di comprendere quella svolta repentina. Se avesse lasciato perdere avrebbe perso tutta la sua credibilità. Puntò l'arma contro il figlio del poliziotto, che ormai di quelle ne aveva viste tante, lasciando andare l'altro, che velocemente si alzò, per correre dietro all'insegnante, quindi Alex prese il suo posto, inginocchiandosi impassibile, lui non reagì al tocco della pistola. Parlò a bassa voce, rendendo il loro dialogo quasi intimo.
-Hai detto che avresti ucciso qualcuno se avessero chiamato la polizia. Andiamo, secondo te in una stanza piena di impulsivi adolescenti ti hanno dato retta tutti? Uccidimi, forza. Non è meglio partire da chi te lo chiede?-
-Io...-
-Uccidimi. Sei già considerato uno stalker fuori di testa, lo hai detto anche te, cosa cambia se adesso diventi anche un assassino? Uccidimi.-
-Non sono uno stalker...-
-Ho ucciso Hannah, no? L'abbiamo uccisa. Dobbiamo pagarne le conseguenze. Forza, uccidimi.-
-Non sono un criminale...-
-Uccidimi.-
-No...-
-Uccidimi.-
-Alex, no... Non sono così...-
-NON HA PIÙ SENSO VIVERE, UCCIDIMI!-
-NO! IO NON SONO UN CAZZO DI ASSASSINO! ... Io non sono un assassino... Non sono un assassino... Non sono un assassino... Non sono uno stalker... Non sono un criminale... Non sono pazzo... Vi prego, smettetela di dire che sono pazzo... Sono stanco... Ho paura...-
Le gambe non lo ressero più, crollò in ginocchio, scosso dai singhiozzi, le lacrime scorrevano silenziose anche sulle guance del ragazzo dai capelli chiari. Perché era difficile e non sapevano interpretare le loro stesse emozioni e i pensieri che affollavano la mente.
Passarono i secondi in cui nessuno seppe cosa fare, in cui nessuno riuscì ad avvicinarsi. Perché era difficile e ancora non capivano e ancora non coglievano i segnali. Perché era difficile e la paura di Tyler e le colpe di Alex parevano così distanti.
E sembrava tutto poco chiaro, mentre Tyler di voltava di scatto. Perché la pistola che stringeva tra le dita si trovava ora tra quelle dell'altro.
E lui ci provò, ci provò davvero ad allontare la canna dalla tempia di Alex.



MY SPACE!

Hey :3
Come promesso, sono tornata con una nuova OS!
Penso che Tyler sia davvero un bel personaggio, che poche persone considerano, ingiustamente. Molti ignorano che lui è una delle vittime del bullismo e questa è l'altra faccia della medaglia: C'è chi reagisce con il suicidio e chi reagisce minacciando i bulli.
Inoltre ho deciso di posticipare il gesto di Alex, per mostrare due ragazzi distrutti, in un sorta di confronto, la storia è ambientata il 24 Novembre 2017, due settimane dopo la rivelazione dell'esistenza delle cassette.
Credo di non aver altro da dire, spero che la storia vi sia piaciuta e che lascerete qualche recensione!
Baci
;*
Zoey
   
 
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