Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: hibou    09/06/2017    0 recensioni
Spoiler! Capitolo 69 del manga.
Dal testo:
Un’atmosfera pesante calò come una fitta nebbia capace di insinuarsi in profondità, fino alle ossa. Percepì l’oblio innaturale dei momenti significativi, che nasconde segreti tra le righe e preannuncia, sibillino, parole agognate ed emozioni contrastanti. Era abituato a quella sensazione, all’intensa vibrazione dell’aria scossa dall’ennesima vita che prendeva il volo, agli addii improvvisi che si depositavano con pesantezza sul cuore, allenato da anni di pratica.
“E allora…” mormorò, una leggera esitazione nella voce, “…perché mi hai abbandonato?”
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kenny Ackerman, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il Suono del Silenzio

 

 

 

 

 

La vita della gente passa attraverso nuovi incontri e addii.

 

“Cos’eri tu per mia madre?”
Il vento scompigliava le fronde dei pini, facendo oscillare le foglie acuminate come gelide stalattiti. Piccoli aghi prendevano il volo e cadevano attorno a loro, una pioggia di spilli scuri che si depositava ai loro piedi. Lo teneva per le spalle, percepiva il tremore della sua debole vita sotto i polpastrelli, attraverso la stoffa sbrindellata della giacca. Come la fiammella di una candela destinata a spegnersi, vacillava sotto il sospiro del vento che solleticava loro i capelli, più flebile ad ogni respiro.
Grumi di sangue e saliva schizzarono sul suo viso allo scoppio di risa improvviso.
“Idiota… sono solo…” rantolò stremato, “…suo fratello.”
Si guardarono negli occhi un breve, lentissimo istante, interrotto da un ennesimo attacco di tosse. Socchiuse le labbra e un breve lampo gli attraversò lo sguardo, la stretta sulle spalle si fece meno salda alla confessione dell’uomo. Avevano lo stesso sangue nelle vene. Il cuore tamburellava nel petto ed echeggiava nella cassa toracica, le tempie pulsavano e un leggero fischio si inoltrò nella sottile membrana del timpano, andando a punzecchiare il cervello inceppato in una fitta coltre di pensieri.
Abbassò lo sguardo, il vecchio.
Un’atmosfera pesante calò come una fitta nebbia capace di insinuarsi in profondità, fino alle ossa. Percepì l’oblio innaturale dei momenti significativi, che nasconde segreti tra le righe e preannuncia, sibillino, parole agognate ed emozioni contrastanti. Era abituato a quella sensazione, all’intensa vibrazione dell’aria scossa dall’ennesima vita che prendeva il volo, agli addii improvvisi che si depositavano con pesantezza sul cuore, allenato da anni di pratica.
“E allora…” mormorò, una leggera esitazione nella voce, “…perché mi hai abbandonato?”
Furono parole biascicate le loro, le ultime che si scambiarono. Un sussurro venne trasportato lontano dal vento, fu inghiottito nella muta foschia e lasciò posto solo al silenzio.
“Kenny”.

 

Il colpo echeggiò tra le mura dell’ampio corridoio. Gli astanti ammutolirono, non prima di essersi lasciati sfuggire un mormorio sorpreso. Riconobbe la muta coltre, compagna di avventure e notti insonni, scendere dall’alto come un setoso drappo e avviluppare i presenti con le morbidi braccia, carico di aspettative e attese diverse da quelle a cui era abituato. Non vi erano presagi infausti, nessuna chiamata della morte arrivava al suo orecchio, nessun tipo di addio sembrava celarsi dietro l’angolo.
“Che te ne pare? Ti piace la nuova regina?” chiese intimorita la ragazza, un tremito nella voce cristallina.
I raggi del sole filtravano dalle ampie finestre, riflettevano in giochi di luce sui volti dei ragazzi. Li guardò uno ad uno, la leggera sensazione del pugno ricevuto ancora nell’avambraccio. Portò la mano sul punto in cui era stato colpito, percepì il calore vivo della propria pelle sotto i polpastrelli, attraverso la stoffa illuminata dall’astro onnipresente. Una delicata bruma avvolgeva la soleggiata galleria con leggerezza, una sensazione a lui così poco conosciuta e di cui si abbeverò con ardore. L’aria vibrò e la delicata atmosfera calò sul suo cuore dolcemente, una carezza che prosciugò la tenebra fanghiglia in cui era immerso. Studiò i loro visi giovani, così simili e allo stesso tempo diversi da quelli dei ragazzini arruolatisi appena qualche anno addietro. I loro muscoli non pompavano lo stesso sangue, ma condividevano tutti lo stesso destino.
Abbassò il viso nascondendo lo scintillio che gli brillò negli occhi a coloro che erano, senza ombra di dubbio, il legame più simile ad una famiglia che possedeva. Dischiuse le labbra, una musica mai suonata fuoriuscì da esse.
Esitarono i ragazzi, sorpresi dalla reazione del loro caporale e beandosi nell’ascolto di una risata che vibrò lieve tra i grandi spazi del palazzo reale, interrompendo un silenzio mai stato, prima di allora, così leggero e ricco di pace.
“Ragazzi… Grazie.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La frase iniziale e i dialoghi sono tratti dal capitolo 69 del manga.
Grazie per l’attenzione dedicata a questa storiella, alla prossima. ^^

hibou.

  
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