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Autore: lunatica91    09/06/2017    0 recensioni
Miles Edgeworth, nonostante quei pochi attimi durante e dopo quell'ultimo processo che li aveva visti faccia a faccia, aveva ripreso quella facciata fredda e insensibile, quindi risultava veramente difficile approcciarlo, in qualsiasi maniera. Phoenix aveva sperato di scambiarci una parola al bar durante le pause tra un processo e l'altro o magari all'entrata e all'uscita del tribunale; si sarebbe accontentato anche di incrociarlo per i corridoi ma niente, le volte in cui riuscirono ad incontrarsi in quasi un mese si contavano sulle dita di una mano. Per di più furono tutte piuttosto bizzarre.
Momenti e battute tra i due rivali :)
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Miles Edgeworth, Phoenix Wright
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Nei mesi successivi al caso del Samurai d'Acciaio, Phoenix cercò di essere il più amichevole possibile nei confronti di Edgeworth. Scoprire che sotto quella maschera austera c'era ancora il vecchio ragazzino che ricordava, gli aveva fatto tirare un sospiro di sollievo; per un attimo aveva davvero temuto di aver sprecato tempo e fatica nel diventare avvocato difensore, di aver sperato in qualcosa che non esisteva più da chissà quanto tempo, insomma, di aver fatto le scelte sbagliate. Fortunatamente non era stato così e adesso voleva arrivare fino in fondo e capire cos'era successo in tutti quegli anni, dato che finalmente aveva la possibilità di indagare. O almeno così credeva....

Miles Edgeworth, nonostante quei pochi attimi durante e dopo quell'ultimo processo che li aveva visti faccia a faccia, aveva ripreso quella facciata fredda e insensibile, quindi risultava veramente difficile approcciarlo, in qualsiasi maniera. Phoenix aveva sperato di scambiarci una parola al bar durante le pause tra un processo e l'altro o magari all'entrata e all'uscita del tribunale; si sarebbe accontentato anche di incrociarlo per i corridoi ma niente, le volte in cui riuscirono ad incontrarsi in quasi un mese si contavano sulle dita di una mano. Per di più furono tutte piuttosto bizzarre.

Ci fu la volta in cui Phoenix, in terribile ritardo per un appuntamento con un cliente, stava aspettando l'ascensore. Appena le porte automatiche si aprirono con la loro proverbiale lentezza, Phoenix vide sopraggiungere Edgeworth dal fondo del corridoio e dirigersi a passo spedito verso le scale.

-Edgeworth!- chiamò Phoenix alzando un braccio e bloccando il sensore con l'altro.

Il procuratore lo fissò per un attimo e, senza dire nulla, iniziò a salire i gradini. Phoenix, sgranando gli occhi stupito e leggermente offeso per essere stato bellamente ignorato, urlò: -Edgeworth! C'è l'ascensore apposta!- “Non fare l'immaturo!” pensò infine scocciato.

-Io non prendo l'ascensore.- la voce di Edgeworth era già leggermente ovattata, mentre imperterrito saliva le scale.

-Ma dai! Lo stavo tenendo anche per te!-

Phoenix, nel tentativo di urlare per farsi sentire e in bilico per non far chiudere le porte, inciampò e così l'ascensore gli si chiuse tristemente davanti agli occhi, mentre il numero dei piani sopra il pulsante di chiamata segnava un infelice decimo piano.

L'avvocato, con un gemito amareggiato, prese a salire velocemente le scale almeno per qualche piano, incrociando dopo la prima rampa il procuratore.

-Per colpa tua abbiamo perso l'ascensore e ora dobbiamo fare le scale.- mugugnò Phoenix con tono di rimprovero.

-Abbiamo?- Edgeworth si fermò a squadrarlo sollevando un sopracciglio -Cosa non ti è chiaro nella frase “io non prendo l'ascensore”?-

-Ma ti stavo facendo un favore! Che male c'era ad approfittarne?-

Edgeworth sfoderò uno dei suoi sguardi inquisitori migliori.

-Primo, io non ti ho chiesto nessun favore, Wright e secondo, proprio perché non te l'ho chiesto, non ne ho approfittato. E poi non lo sai che fare le scale è un ottimo esercizio fisico?-

“D'accordo ma dieci piani mi sembrano un po' eccessivi...” pensò corrucciato l'avvocato, mentre il suo sguardo cadde sulla targhetta vicino alla fine dell'ennesima rampa che segnava soltanto un triste quarto piano.

“Cosa? Mi mancano ancora sei piani!?”

Già col fiato corto, Phoenix guardò mestamente l'enorme mole di scale ancora da fare. Già sentiva caldo e si immaginava di arrivare sudato all'appuntamento. Che imbarazzo...

-Che c'è, Wright? Non riesci a fare neanche qualche scalino senza collassare?- ghignò il procuratore con un sorrisetto malefico, ancora fresco come una rosa nonostante i quattro piani fatti.

Maledicendo la sua buona fede, Phoenix Wright quella volta si diede per vinto e si piantò davanti alle porte dell'ascensore aspettando pazientemente e preparandosi ad una brutta prima impressione col suo cliente. Tutto questo senza degnare più di uno sguardo Edgeworth che, senza ancora un briciolo di stanchezza, salì speditamente l'ennesima rampa, anche lui senza salutare.

Un'altra volta, poi, incrociò al dipartimento sia Gumshoe che Edgeworth. Sembrava che stessero lavorando ad un caso ed erano effettivamente molto impegnati, ma Phoenix per gentilezza li salutò passando. Il detective, bonario e cordiale come sempre, rispose con un amichevole gesto di saluto, ma Edgeworth al contrario non doveva essere di buon umore quel giorno, e chissà perché l'avvocato era convinto che in particolar modo non volesse vedere lui, poiché redarguì il detective più brutalmente del solito per essersi distratto mentre gli stava spiegando un passaggio fondamentale per la riuscita di quel caso e che se aveva del tempo da perdere in futili chiacchiere, allora avrebbe potuto tornarsene a casa e non venire più al lavoro. Quella velata minaccia fece sbiancare il povero Gumshoe che, con un pietosissimo tono di scuse, pregò Edgeworth di non licenziarlo.

Phoenix, anche quella volta, decise di non causare ulteriori danni.

Poiché gli approcci tra i due non si erano mai scostati troppo da questa routine, Phoenix iniziò a stancarsi e a non provare più ad essere così disponibile nei confronti del procuratore, lasciando che continuassero ad essere rivali.

Quel giorno Phoenix aveva molti pensieri per la testa: iniziava a pensare che forse quel lavoro non faceva esattamente per lui visto che, a parte per quei tre casi iniziali, nessuno l'aveva più chiamato e mantenere due persone e lo studio legale non era così semplice.

Mentre decideva il da farsi vagando distrattamente per i corridoi del tribunale, pestò distrattamente qualcosa. Alzando la scarpa, vide per terra un familiare cordoncino per cellulari.

“Che strano...” pensò raccogliendolo “Eppure non mi sembrava che Maya l'avesse perso. Però quella ragazzina è talmente distratta...” e fece per infilarselo in tasca.

-Wright, che cosa stai facendo?-

Phoenix si trovò di fronte un Edgeworth più alterato del solito e lo si poteva capire facilmente: il suo volto non era inespressivo come di consueto e gli occhi tradivano una certa inquietudine.

Phoenix fece spallucce e, senza dare troppa confidenza, replicò laconico: -Un giro.- e si incamminò oltre il procuratore che però gli si parò davanti bloccandolo.

-Cos'hai raccolto da terra?-

Phoenix, piuttosto stupito dallo strano comportamento e dalla strana loquacità del rivale, ci mise un attimo a capire di cosa stesse effettivamente parlando.

-Intendi questo portacellulare? Penso sia di Maya, deve averlo perso, distratta com'è...-

Phoenix notò un rossore improvviso sprigionarsi sul volto del procuratore.

-Wright, quella è una prova di un caso, dovresti consegnarmela.- e allungò una mano aspettando.

Questa volta Phoenix sentì che qualcosa non andava e, per la prima volta, non gliela diede vinta.

Sventolando il cordoncino davanti agli occhi del procuratore, chiese curiosamente: -Davvero? Ma sei sicuro, Edgeworth? Perché è veramente uguale a una di quelle sciocchezza del Samurai d'Acciaio che colleziona Maya, ne sono piuttosto convinto.-

Sbaglio o Edgeworth aveva sussultato alla parola “sciocchezze”?

-Wright.- il tono del procuratore si fece più perentorio -consegnami immediatamente quell'oggetto. Stai sottraendo volontariamente una prova essenziale per la risoluzione di un caso.-

Phoenix, per nulla intimorito, prese a giocare distrattamente con l'oggettino, innervosendo sempre più il procuratore.

-Se è una prova così importante, perché era qui nel bel mezzo del corridoio?-

-Perché il detective Gumshoe non è mai stato bravo nel suo lavoro... ne risentirà la sua busta paga, te lo posso giurare.- digrignò tra i denti sempre più irrequieto. Phoenix invece non poteva sentirsi più tranquillo di così.

-Mmm...- fece l'avvocato picchiettandosi il mento fingendo di pensare -Io non credo che la colpa sia del povero Gumshoe questa volta. Non dovresti trattarlo così duramente, sai che ha un'enorme stima nei tuoi riguardi?-

Ora il volto di Edgeworth era paonazzo e il suo sguardo continuava a fissare imperterrito il portacellulare. Phoenix, notandolo, glielo sventolò ancora più platealmente sotto il naso.

-Perché non mi fai vedere il registro processuale dove è segnalata questa prova? Sai, per sicurezza...-

-È strettamente confidenziale, Wright. Capisco che i tuoi trucchetti possano funzionare con quell'idiota di Gumshoe, ma ti conviene non scherzare con me.-

-Ma io non sto affatto scherzando.-

-Consegnami subito quel portacellulare!- ringhiò Edgeworth perdendo completamente il controllo di sé e balzandogli improvvisamente addosso. Phoenix, quasi come un torero professionista, si scansò prontamente guardando divertito il rivale cercare di non cadere rovinosamente a terra.

-Non ci si comporta così! Bisogna chiedere le cose gentilmente.- disse Phoenix con un ghigno di scherno sul volto, sventolando nuovamente il cordoncino -Come si dice?-

-Ridammelo subito, testa di porcospino!- sbraitò Edgeworth tornato alla carica, ma esattamente come prima, Phoenix fu più veloce.

-Lo sai che non puoi vincere, io sono sempre stato più veloce di te.-

Nuovamente Edgeworth provò ad attaccare e nuovamente afferrò soltanto aria.

Phoenix si stava divertendo un mondo e, come in un flashback, ricordò un episodio simile capitatogli da bambini e tutto gli fu decisamente più chiaro.

Incrociando le braccia, l'avvocato guardò con un sorriso di superiorità il procuratore di fronte a lui.

-Sai, Edgeworth, io non credo che questa sia una prova.-

-Certo che è una prova! E ti citerò in giudizio per sottrazione di prove! Ti rovino, Wright!- decretò il procuratore puntandogli il dito contro.

Phoenix, per tutta risposta, imitò il gesto di sufficienza che si era visto rivolgere da Edgeworth più volte in aula.

-Non credo proprio, Edgeworth. Perché questa non è una prova, è un semplice cordoncino portacellulare di tua proprietà, non è vero?-

-Assolutamente no!-

Quelle due semplici parole pronunciate troppo in fretta e con un tono decisamente più acuto della norma, insieme all'espressione più imbarazzata che avesse mai visto in vita sua, furono la vera prova inconfutabile di tutta quella messa in scena.

A questo punto Phoenix decise che poteva anche lasciare stare il povero Edgeworth: in fondo quella battaglia l'aveva vinta lui questa volta. Dopo avergli lanciato il portacellulare, si avviò a passo spedito verso l'ascensore e controllò che fosse già disponibile.

-Non provare a parlarne in giro, Wright.- ringhiò Edgeworth infilando il cordoncino in tasca.

Le porte dell'ascensore si aprirono.

-Ma come! Sono sicuro che Maya sarà felicissima di poter parlare con qualcuno del Samurai d'Acciaio.-

Non vide lo sguardo di Edgeworth. Mentre le porte si chiudevano dietro di lui, però, ne avvertì i passi veloci che lo rincorrevano e il suono di pugni che sbattevano contro il metallo.

Se quella mattina gli erano venuti dei dubbi sulla sua scelta di essere diventato avvocato, decisamente quell'episodio lo aveva nuovamente convinto di non aver sbagliato proprio nulla nella sua vita.

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Salve a tutti! Niente, questi due mi hanno completamente assuefatta e dovevo scrivere qualcos'altro XD Spero che vi sia piaciuta :)

 

   
 
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