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Autore: I_love_villains    10/06/2017    3 recensioni
[Interattiva. Iscrizioni aperte fino alla fine della fic]
I nostri cari vampiri si troveranno alle prese con le persone più odiose al mondo.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando anche l’ultimo vampiro smise di ridere, Laito osservò: “Che la tua irritabilità derivi da una frustazione sessuale repressa?”
“Ripetilo e ti spacco il muso” fu la garbata risposta di Yuma.
“Scherzi a parte, Freud basa tutto sul sesso” si difese il rosso.
“In effetti ...” convenne Ruki.
“Quindi ogni problema si risolve a letto” concluse felicemente Laito. “Scegliti una e buttati!”
Solo Teddy si accorse che Kou aveva guardato Shuu ridacchiando a quella proposta, visto che subito dopo l’attenzione degli altri fu attratta da Carla, che disse: “Racconto io, purché smettiate di parlare in questo modo della psicanalisi.”
“Oh, scommetto che parlerai di Kin la Pazza” esclamò Shin.
“Di chi altro?” sospirò il fratello.
“Sapete che una volta ha colorato di blu i suoi capelli?” rise lo Tsukinami più giovane al ricordo. “Voleva fargli fare il cosplayer di una certa Konan, dato che il colore degli occhi è simile e l’aria allegra è uguale.”
“Shin ...”
“E ti ricordi di quando ti spruzzò quell’afrodisiaco e tutti i maschi della muta ti saltarono addosso?”
“Shin!” urlò Carla sopra le risate degli altri. “Parlo io ...”

Kin la Pazza, il cui vero nome era Glaz Kinovar, era una mutaforma al servizio dei fondatori. Carla l’avrebbe già fatta mandare via, se non peggio, se non fosse stata una scienziata e dottoressa molto capace.
Glaz era alta 1, 65, ma era molto magra e appariva fragile. Questo più l’incarnato cadaverico, con pelle liscia come seta, la facevano sembrare un fantasma e la cosa sembrava farle piacere, in quanto godeva degli sguardi di terrore che le rivolgeva chi non la conosceva. Sul viso minuto e tondo spiccavano due sensuali occhi rossi dalle folte ciglia con cui la ragazza osservava ossessivamente le sue cavie, soprattutto Carla.
Aveva un naso piccolo e labbra piene, a forma di cuore. Capelli e abiti la facevano somigliare a una delle bambole di porcellana che tanto adorava, al punto che la sua preferita la portava sempre con sè. I primi erano neri, lunghi e boccolosi. Li teneva a bada con due fermacapelli a forma di fiore, mentre lasciava che due ciocche le raggiungessero il mento e che la frangia le coprisse in parte gli occhi. I suoi abiti erano stile gothic lolita e Glaz indossava spesso quello rosso.
La ragazza, che dimostrava diciannove anni ma in realtà ne aveva duecentodiciannove, era seduta per terra con la bambola fra le braccia e fissava Carla, intento a leggere un libro. Non era sicura di essere stata percepita dal fondatore, lui era diventato molto bravo ad ignorarla. Cosa che le andava benissimo: in quel modo la spingeva ad ideare nuove forme di divertimento per lei e tormento per lui.
Glaz desiderava attirare la sua attenzione, però se davvero non si era accorto di lei perdeva l’occasione di vederlo trasalire una volta che avesse alzato gli occhi da quel dannato libro. Si dispose così ad una paziente attesa. Per sua fortuna Carla interruppe la lettura pochi minuti dopo. Il suo sguardo scivolò su di lei come se non esistesse, segno che sapeva già da tempo che lei era lì. Kin ridacchiò.
“Carla” chiamò facendo parlare la bambola. Era un’ottima ventriloqua. “Carla, Glaz ti deve chiedere scusa.”
“Perchè?” chiese lui, sperando che assecondandola se ne sarebbe andata prima.
“Non sei stato il primo a testare il nuovo veleno paralizzante.”
“Hai eliminato gli effetti collaterali?”
“Sì, Shin non si è ricoperto di macchie.”
“Ah, hai coinvolto Shin …”
“Dovrebbe sapere che non deve entrare nel mio laboratorio senza permesso.”
“Quanto dura l’effetto del veleno?”
“Per sempre, devo spruzzargli io l’antidoto per farlo muovere.”
“Beh, non c’è fretta.”

“Non c’è fretta?! È questo che le hai detto?! Carla, quella mi ha liberato dopo dodici ore! E si è divertita a pasticciarmi la faccia nel frattempo!”
“Lo so, per questo non ti chiesi dove fossi finito …”
“Sei cattivo, nii-san. Usò i pennarelli indelebili … andai in giro con occhio nero e baffi per quasi una settimana.”
“Questa tizia sarebbe un’ottima compagna di marachelle” ghignò Ayato.
“Quel veleno è disponibile?” domandò Reiji.
“Non farti venire strane idee!” esclamarono entrambi.
“No. E lei non collabora con nessuno.”

In quelle dodici ore Glaz era stata poco nel suo laboratorio. Dopo la conversazione con Carla ci era tornata solo per decorare Shin e decidere cos’altro sperimentare. Stavolta su Carla, però. Si guardò intorno in cerca di ispirazione: centinaia di fiale con pozioni colorate, vari strumenti di laboratorio, una rana vivisezionata, un paio di topolini in gabbia che avrebbero fatto la stessa fine della rana e una crostata. Mentre masticava un pezzo di quest’ultima ebbe un’illuminazione: si sarebbe trasformata in qualcuno di innocuo per vedere se lo Tsukinami potesse davvero riconoscerla in qualsiasi forma e intanto gli avrebbe offerto un dolcetto contenente un farmaco non ancora testato.
Carla aveva appena finito di dar da mangiare ai lupi quando vide una girl scout risalire saltellando il sentiero che conduceva al suo castello. Si passava un cestino da una mano all’altra. Carla chiuse il recinto dei lupi, deciso ad ignorarla.
“Che belli! Sa, signore, io sono una lupetta.”
Il fondatore si allontanò come se lei non esistesse.
“Signore! Per favore, compri un biscotto! Sono per salvare gli animali!”
“Io sono per l’estinzione.”
“Ma … la prego!”
La bimba si attaccò alla sua gamba.
“Solo due yen! Licomprilicomprilicompri!”
Ed io voglio uno di questi cosi da Eve …” pensò Carla.
Tentò di scrollarsi la ragazzina agitando la gamba mentre camminava, ma lei restava avvinghiata e con un volume di voce sempre più alto lo supplicava di comprare i dannati biscotti. Gli venne un’idea.
“I soldi sono nel castello. Lasciami e li vado a prendere.”
“Non sono mica nata ieri, sa?”
Fu così che Carla entrò nel castello con una girl scout sulle spalle – perché nel frattempo si era arrampicata. Per fortuna Shin non era nei paraggi e nessun altro avrebbe avuto il coraggio di dirgli qualcosa.
“Ecco i tuoi soldi. Ora vattene.”
Glaz li prese e gli consegnò un pacco, che fu lanciato con noncuranza su un tavolo.
“Sa, li abbiamo fatti personalmente. Non vuole assaggiarne uno per vedere quanto sono buoni?”
“Hai il denaro. Va’ via o dico a Smithers di liberare i ca- i lupi.”
La bambina ricorse all’arma che ha ogni essere puccio dell’universo: gli occhi da cucciolo. Carla resse lo sguardo per qualche secondo, poi sospirò e aprì il pacco. Prese un biscotto.
“Lo assaggio, un morso solo, e poi tu scompari.”
“Sì, sì” acconsentì Glaz ridendo vittoriosa.
Il fondatore diede il fatidico morso. D’un tratto la realtà che conosceva cambiò. La mutaforma assunse il suo vero aspetto e osservò la reazione di Carla al farmaco. Per il momento, una dilatazione delle pupille. Carla fece qualche passo indietro, guardando in alto.
“Elefanti rosa …” mormorò.
“Eh? Hai paura di quelli?”
“La mamma di Bambi …”

“Adoro quella scena” dichiarò Kanato.
“Ma Kanato-kun, è così triste” fece Yui, prossima al pianto.
“Nessuno ha chiesto il tuo parere, scrofa.”
“Comunque” proseguì Carla, “seguirono altre allucinazioni collegate alla Disney, non ho idea del perché. A me sembrarono ore, ma tutto durò circa mezz’ora. Credo sia stata la giornata peggiore che mi ha fatto passare quella pazza.”
“Dai, era solo un trip mentale” lo consolò il fratello. “Poi c’è stato quando ha cercato di replicare l’esperimento russo del sonno, ma con i lupi. Li abbiamo dovuti abbattere, i sopravvissuti … Poveri cucciolotti. Oh, e quando …”
“Scoiattolo.”
Shin si guardò intorno, non vedendo il roditore. Gli altri risero.
“Nii-san, sei davvero crudele.”
“Parli troppo. Vuoi raccontare tu?”
“No, credo sia il mio turno” fece Reiji.



***Angolo Autrice***

Diverse cose mi hanno impedito di scrivere, fra cui la mancanza di ispirazione (paradossalmente mi riesce più facile torturare chi mi piace XD).
Glaz Kinovar vi è stata offerta da Scarlet Sakura, come anche chi tormenterà Reiji.
Alla prossima!
   
 
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