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Autore: pralinedetective    11/06/2009    5 recensioni
(Angeli e Demoni.)Apre gli occhi sul libro con un sussulto.
Riconosce poco dopo le pareti del salotto, il televisore acceso che trasmette brani commemorativi.
[ Dedicata a Keli: buon compleanno collega ^O^! ]
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Auguri collega èOé!
Il titolo non si riferisce ad un già ben noto sogno porno-gay, state tranquilla X°°°
Ricordate che non s’invecchia fino a quando non vengono spente le candeline, e la torta me la sono già spazzolata io ;) 
Una dedichina piccina picciò anche a miss. Flavia, tanto per farle capire cosa si è persa o_______ò.
Mi devi un gelato, signòòòra!

Le citazioni fanno parte della canzone che ha dato anche il titolo alla fanfic, appartenenti all'opera popolare Giulietta e Romeo.
 

*

 
La regina della notte.

 
Pace.

Quella voce, quel profumo, quello studio immerso nella calda luce del tramonto gli ispirano pace. 
Un sentimento profondo e sincero, quasi quanto gli occhi di mare in tempesta che lo scrutano.
Cercano il fondo della sua anima, un’espressione serena a piegare le labbra rosee e sottili.
 

Il professore sospira. Lo sguardo indecifrabile del cardinale su di lui lo intimorisce.
Una paura segreta e lontana, quasi un terribile ricordo d’infanzia ormai sbiadito.
 

« Sembrate sicuro di quel che dite. » azzarda, forse spera di non venir udito.

L'altro lo fissa, poi s’ abbandona a una saggia – anomala – risata.

« Perché lo sono, Langdon... » esita. Poi sorride. « Robert. »

[ La regina della notte fa mentire tutti,
fa sognare cose vere ma che sono sogni ] 

Le poche parole sono intrise d’una sicurezza invidiabile.
Ma quando il nome invade le orecchie e la bocca rossa la risoluzione scompare.
 

Il viso del Camerlengo è attraversato da un qualcosa d’insolito e quasi difficile da individuare.

Silenzio teso fra le mura.

La mano del cardinale si posa sulla sua spalla, amichevole, leggera come un soffio di vento.
 

« Avete trovato di vostro gradimento la visita alla nostra biblioteca, professore? »
« Direi di sì, » ridacchia l’altro, riscosso dal caldo torpore dello studio.
 

Getta lo sguardo fuori dalla finestra, dimentico del tempo.
Un nuovo blu incalza l’azzurro carico di minuti prima.
 

« Penso di dover andare. » si solleva dalla sedia con una smorfia, chiedendosi quanto tempo ha trascorso in quella posizione.

 
[ e chi dorme non lo sa
e ci crede e vede tutto vero dove niente lo è! ]

 
 

La stretta sul braccio si fa possessiva, quasi dolorosa.
Torna sul viso del religioso, piegato ora in un sorriso.
 

« Una visita alla biblioteca? Posso accompagnartici io. »
 

Un riso nasce spontaneo in Langdon, di fronte alla sicurezza dell’altro.
 

« Dopo tutto quel che è successo,... » sogghigna « non penso ciò sia possibile. »
« Ti difenderò io dalle guardie del Vaticano, promesso. » fa il Camerlengo, divertito.
 

Lo scrittore aggrotta la fronte, cerca di recuperare frammenti della sera precedente.
Cos’era successo? Perché avrebbe dovuto essere ricercato dall’esercito vaticano?
 

« Prima, però, » attira nuovamente la sua attenzione « bisogna tu ti confessi. »
 

[ La regina della notte sveglia in testa i mostri,
brucia, accende e scioglie i cuori dentro le passioni ]

 
 

Travolto dall’esaltante – estenuante – burrasca dello sguardo fisso nel suo, il mare placa le fiamme cremisi che lambiscono la carne, scaldano le grida di dolore.
 

« Tu... »
 

Il pugno si chiude, preso da un moto di stizza. Un singolo brivido attraversa la spina dorsale, i corti capelli sulla nuca si rizzarono.
 

« Tu sei morto. »
« Be’, » allarga le braccia, espressione neutrale « non penso ciò sia possibile. »

 
[ per quei visi belli che al risveglio piangi
come fosse per davvero un addio! ]

 
 

Si alza, lo guarda come dall’alto. Il Papa è qui.

[ Superbia. ]
 
« Non titubare, non chiediamo più compensi per simili pratiche. » sorride, rompendo il silenzio.

[ Avarizia. ]
 
Di fronte all’ostentato astio nello sguardo del professore, una nervosa eccitazione prende il cardinale.
 

« Chiunque ha degli scheletri nell’armadio. »

[ Invidia. ]
 
« Di fronte alla mia autorità, io ti ordino di rivelarmi i tuoi! »
 

La voce rimbalza sulle pareti dello studio.

[ Ira. ]
 

[ Entra come abbraccio nei cervelli più eccitati,
come merce viaggia nei cervelli commerciali, ]

 
 

Langdon dà uno sguardo alla porta, cercando la chiave che manca nella toppa.
Con un sospiro, si risiede con movimenti meccanici.

[ Accidia. ]
 
Allunga la mano sul tavolo, recupera una manciata di zollette di zucchero.
Con una smorfia le scioglie contro il palato, sotto lo sguardo scettico del cardinale.
 

« Sto cercando di evitare la scomunica. »

[ Gola. ]
 
Un sorriso inquietante piega le labbra del Camerlengo, che segue l’ospite. Accavalla le gambe – senza? – malizia.
 

« Avete allora intenzione di provocare la mia, Robert? »
 

Il professore china il capo di lato, più che perplesso.
 

« Che le ragion sottomettono al talento*. »

[ Lussuria. ]
 
Lo studioso guarda il soffitto con un sospiro disperato.
Cerca una risposta, cerca una soluzione.
 

Quando riporta gli occhi innanzi a sé, incontra lo sguardo troppo vicino del cardinale.

Una goccia d’acqua sconosciuta gli sfiora la guancia, quello sfiorare troppo leggero, troppo innocente. 
« La chiave è su quel ripiano. » è il bisbiglio sul suo collo.

[ Tristezza. ]

 

[ come un'altra storia,
come un'altra vita nei destini addormentati! ]


Apre gli occhi sul libro con un sussulto.
Riconosce poco dopo le pareti del salotto, il televisore acceso che trasmette brani commemorativi.
 

Disinteressato, spegne prima di scoprire l’identità del defunto cantante.
 

Come esausto, si lascia sfuggire un sospiro, si riprende dal sogno.
Guarda le proprie mani, mostrandosi incredulo.

 
Lacrime salate sui suoi polsi.

 
 

[ 709 parole, senza citazioni. ]
 

*Inferno V, 39. Girone dei Lussuriosi.

  
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