I raggi del sole mattutino filtravano dalla finestra coperta solo da una tenda, facendo sì che la luce battesse sul viso di Tashigi.

Corrucciò il viso nel vano tentativo di ritornare tra le braccia di Morfeo, girandosi nel letto, evitando così quell'incessante luce.

Dalle labbra della ragazza uscì un mormorio, constatando che, ahimè, ormai era completamente sveglia.

La mora dai riflessi bluetti non godeva di un'eccellente vista, quindi, stropicciandosi gli occhi constatò la mancanza del suo compagno vicino a sè.

“ Probabilmente sarà uscito ” si consolò sorridente, mentre abbracciava a sè il cuscino posto sotto il suo capo, intenta a tornare nel mondo dei sogni.

Finché un rumore anomalo non turbo l'amato silenzio della giovane.

Fulmineamente scese dal letto, si infilò gli occhiali e afferrò la mazza da baseball posta sotto il letto.

Per precauzione, si diceva lei.

Aveva sempre temuto l'arrivo di un ladro in casa, sebbene fosse un ufficiale di polizia, ancora temeva queste "situazioni".

Girò il letto ed uscì dalla stanza.

Appiattandosi contro il muro e con passo fermo e lento, percorse il soggiorno.

Nulla, niente fuori posto.

Non essendo ancora totalmente sveglia non era riuscita a capire di che tipo di rumore si trattava.

In pratica brancolava nel dubbio.

Guardò la finestra: intatta.

Si girò verso la porta: nessun segno di scasso.

La mora mise il broncio, pensierosa, considerando che mancavano la cucina e il bagno da controllare.

Si diresse in cucina, dove, prima di varcarne la soglia, sentì uno scricchiolio.

Essendo sicura della presenza di un individuo in quella stanza, avanzò con passo sicuro e presa salda sulla sua fedele mazza.

Peccato che la sua entrata gloriosa non andò come aveva sperato.

All'entrata della cucina era presente un tappeto.

"Un fottutissimo tappeto di merda" lo ribattezzò Tashigi, dopo esserci inciampata ed esser finita a terra.

– Stai più attenta, mocciosa – disse la figura di fronte a lei, poggiata con i gomiti fuori dalla finestra ed intenta a sorseggiare ciò che credette fosse caffè.

Tashigi gonfiò le guance imbarazzata, mentre Smoker, noncurante di ciò che era accaduto alla mora, continuava a ber caffè e osservare il panorama.

– Si può sapere cos'è stato quel rumore? – cominciò Tashigi, dopo essersi alzata e guardata intorno.

Non ci volle molto a capire quale fosse la sorgente di quel rumore.

– Dimmi che è uno scherzo – sbottò esasperata lei, facendo sbuffare l'uomo presente nella stanza.

– HAI FATTO ESPLODERE UN ALTRO MICROONDE? – sbraitò lei contro l'albino, indicando furente il microonde ridotto ad una coltre di fumo.

– Non è esattamente esploso è- — cercò di spiegare Smoker, ma quando si voltò trovo solamente il viso rosso e corrucciato di Tashigi, cosa che fece rinunciare all'uomo l'intento di spiegar cosa fosse successo – Bah che te lo dico a fare. –

– È IL TERZO IN UN MESE! – sbottò lei infine, per poi avvicinarsi alla povera vittima e controllarne la causa del decesso.

Un uovo.

Un uovo, giustamente.

Poche erano le cose che non si potevano cucinare a microonde.

Caso vuole che lui le beccasse tutte.

Una dopo l'altra.

Sospirò sconfitta, quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla.

Si voltò, ancora nervosa, verso il suo interlocutore.

Trovando uno Smoker che, per l'imbarazzo, non era capace di guardarla negli occhi.

– S-scusa – disse lui, non abituato a pronunciare quelle due semplici sillabe.

Lei lo fissò inizialmente basita, rare quelle parole potevano essere udite dalle labbra di lui.

Finito lo stupore iniziale, le labbra di lei si curvarono in un sorriso.

Un sorriso cristallino e puro, lo stesso sorriso che avevano fatto innamorare quel vecchio burbero di Smoker.

Non sapeva neanche da quanto tempo l'amasse, però sapeva per certo che ciò che provava verso di lei era qualcosa di profondo.

Lui non era tipo da smancerie varie, come si era potuto intuire, però credeva che lei meritasse almeno un po' di tenerezza.

Quel poco di tenerezza che ogni donna desidera, ma certo, lui non sapeva da dove cominciare.

E la sola idea lo imbarazzava, lo rendeva impacciatamente nervoso su come comportarsi davanti a lei.

La differenza d'età non era stata un problema come temeva.

Le critiche altrui non erano mai venute a mancare, tutti sempre pronti a indicare e criticare ciò che sembrano dei "difetti" per la gente comune.

Ma a lei non importava.

A lei non era mai importato.

Anche ora, mentre con una delle sue candide e lisce mani gli accarezzava la guancia.

Anche ora che, le sue morbide labbra, si incontrano con le labbra sottili e screpolate di lui.

//Angolo dell'autrice:

ALLORA. Premetto con il dire che ho partorito quest'idea poco fa *guarda l'orologio* ovvero alle 3.17 di mattina.

Non chiedetemi perché sono sveglia.

Non lo so manco io.

Comunque, mi auguro che la storia possa esser piaciuta a qualcuno <3

Ho iniziato ad amare questa coppia da poco, visto che, finché non ho ricominciato a rileggere one piece, ho odiato tashigi per anni.

Tuttavia, parlando dell'OC: posso spiegare.

I due potrebbero sembrare un po' OOC, ma comunque io ho cercato di descrivere come (secondo me) sarebbe una SmoTa durante una "normale" mattinata.

Con tanto di smancerie concesse.

Perdonatemi se nel caso sono sfociata nell'OOC <3

Hisomu