In qualche modo, i paladini riuscirono a far avvicinare Pidge e Lance. Come? Semplicemente giocando a nascondino.

Con una scusa, fecero nascondere Pidge e Lance nello stesso posto, che accadeva essere un piccolissimo armadio che riusciva a mala pena a contenere due persone.

Così erano lì, tutti soli nel piccolo e buio armadio con entrambi qualcosa da dire all'altro.

Entrambi provarono a stiracchiarsi nonostante la mancanza di spazio, finendo però per fare troppo rumore contro le pareti dell'armadio, così decisero di stare fermi e aspettare che il gioco finisse.

"Credo che gli altri l'abbiano fatto a posta. Del tipo che, probabilmente non ci stanno nemmeno cercando e stiamo qui fermi senza motivo."

"Ti stai arrendendo Pidgey? Vuoi essere trovata? Fai pure, ma non ti seguirò, ho Keith da battere."

"Come vuoi, cecchino."

Pidge tirò un piccolo sospiro e si guardò intorno, realizzando che il suo corpo era troppo vicino a quello di Lance, solo un paio di centimetri e la sua testa si sarebbe ritrovata appoggiata al suo petto.

"Questo gioco farà meglio a finire presto, non riesco a muovermi e le gambe stanno cominciando a farmi male."

"Anche le mie-"

All'improvviso, un suono li fece zittire.

"Credo sia Keith, stai zitto o ci troverà."

Keith entrò nella stanza e tentò con scarsi risultati di non ridere, sapendo che in quell'armadio c'erano due idioti arrossiti che temevano di essere trovati.

All'improvviso, Pidge notò che c'erano delle fessure per la ventilazione sull'armadio in corrispondenza del suo viso, e realizzò che se non si fosse spostata da lì sarebbe potuta essere trovata facilmente.

"Non dire nemmeno una parola."

Pidge quasi saltò su di Lance e avvolse le braccia intorno al suo busto per bilanciarsi, diventando di un rosso che nessuno poteva mai immaginare.

Anche Lance arrossii, cominciando a sudare nervosamente.

Dopo che Keith andò via dalla stanza, entrambi si rilassarono e tirarono un sospiro di sollievo.

"Uh Pidge? Keith è andato via perciò puoi..."

"Uh m-mi dispiace io-"

"N-non ti preoccupare! Cioè, possiamo stare così se vuoi."

Nessuno dei due disse nulla dopo quello.

Anche Lance avvolse le sue braccia intorno al piccolo torso di Pidge e la portò più vicina a se, chiudendo gli occhi per un po'.

Poi, con sua sorpresa, Pidge parlò.

"In effetti, c'è qualcosa che forse vorrei dirti."

Gli occhi di Lance sgranarono e provò a muoversi per guardare Pidge negli occhi, facendo inclinare l'armadio con il suo peso.

I loro occhi si aprirono a fatica e i loro sguardi si incrociarono per un secondo, prima di realizzare che i loro volti erano troppo vicini l'un l'altro.

Con un salto, Pidge si tirò su da Lance e cominciò a correre via dalla stanza.

"NON VOGLIO GIOCARE PIÙ!"

Lance rimase lì, a terra senza parole, con gli occhi spalancati e il viso che andava a fuoco.

Keith, accortosi del rumore, si precipitò nella stanza e si avvicinò a Lance, abbassandosi al suo livello.

"Stai ancora giocando?"

"S-si"

"Bene. Perché hai appena perso."