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Autore: Liry_chan    11/06/2017    1 recensioni
Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra. Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Ukoku Sanzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

I due bambini si rincorrevano, spintonavano, scartavano, strattonavano inseguendo la palla di cuoio scuro.
Il maggiore, di circa sette anni, non era molto alto per la sua età ma aveva un fisico asciutto e lucenti capelli di un biondo chiarissimo, con qualche riflesso solare, che mettevano in risalto gli occhi scarlatti.
Il minore era un paffutello, energico cucciolo, sempre affamato, con i colori che sembravano il negativo dell’altro bimbo: splendenti iridi dorate, capelli rossi come il sangue. Aveva cinque anni.
Nella foga del gioco, il pallone sfuggì ai contendenti, rotolando giù per una lunga scalinata.
Dopo un fugace scambio di sguardi, con unica intesa, i due si precipitarono a recuperare il balocco.
Quando arrivarono nell'immensa sala raccolsero subito la sfera, ma anziché tornare di sopra, presero a gironzolare tra le colonne. Erano alte, di marmo nero venato di verde, e ognuna istoriata con i racconti di un leggendario viaggio verso ovest.
«Se ci trovano qui, passeremo un guaio…» disse il piccolo.
«Ma dai! Ci vengo sempre…»
Si diressero insieme verso un grande blocco di giada e diamante grezzo, posto a un’estremità della navata.
Il ragazzino biondo si avvicinò e poggiò la mano sulla pietra.
«È caldo.» Sorrise. «La mamma dice che è tiepido, di solito; però, quando ci sono io si scalda. Secondo me sente che sono qui con lui.»
«Quando si sveglia il tuo papà?»
«Boh, e io che ne so! Magari domani, o magari mai…» disse un po’ malinconico. «La mamma dice che è come un angelo e veglia su di noi in ogni momento.»
Il piccolo prese in mano una ciocca dei lunghissimi capelli dorati, che si diramavano tutt’intorno come liane in una foresta pluviale. «Perché continuano a crescere?» chiese.
«Sono l’unica cosa ancora viva. Se non ho capito male una specie di regalo della zietta Kannon, per la mamma. Le piacevano. Il papà le aveva promesso che non se li sarebbe più tagliati, prima di…» si interruppe. «Beh, prima di finire così.»
Vedendolo rattristarsi, il piccolino si avvicinò e cominciò a tirare, con tutte le forze, la mano che sporgeva dalla giada. «Lo libero io il tuo papà, guarda che sono fortissimo! Nnnnggghhhh…» La presa gli sfuggì e finì ruzzoloni a terra. Nonostante la bruciante sconfitta, non si diede per vinto e tornò alla carica.
L’altro lo guardava con tanto d’occhi.
Finché non seppe più trattenersi e scoppiò in una risata a crepapelle.
«Piantala, non ce la faccio!» Le lacrime gli rigavano il volto per il troppo ridere.
Però, vedendo quel faccino imbronciato, assunse un espressione seria e autorevole e con le mani sui fianchi annunciò «Certo che sei forte! Sei fortissimo, come il tuo papà e la tua mamma… anzi di più! Solo che sei ancora un po’ piccolo: devi compiere almeno dieci anni» pose entrambe le mani, dita bene aperte, davanti al compagno, «per poter tirare fuori il mio di papà!»
L’espressione radiosa, che comparve sul viso paffuto del piccolo, era piena di gioiosa speranza. «Sei il miglior cugino del mondo! Ti voglio bene!» gli saltò al collo in un abbraccio soffocante.
«Komyo, Genjo!» il richiamo li fece sussultare. «Che ci fate qui?»
«Zio! Noi, ecco… ci è scappato il pallone!» disse il biondo, con aria colpevole.
«Papà per favore, non lo dire alla zia Haydè e alla mamma Lirin!» supplicò il piccolo Genjo.
Goku si fece una fragorosa risata.
«Tranquilli, sarà il nostro piccolo segreto!» strizzò un occhio alle due pesti.
«Non immagini quante arrabbiature ho fatto prendere io al tuo papà, quando ero più giovane» disse rivolto a Komyo, «e quante sgridate mi sono beccato!»

Si avvicinò al simulacro di Sanzo.
«Coraggio, dai un bacio a papà.» Sollevò il nipotino e lo accostò al viso del bonzo, sigillato nella pietra. «Dobbiamo andare adesso, di sopra ci aspettano. Sono venuti tutti gli zii, per festeggiare il vostro compleanno…»
«Siiiii!» esultarono in coro i bimbi, e scapparono su per le scale, lasciando il pallone a terra.
Goku scosse amorevolmente la testa. «Aaahh, beata gioventù!» e fece per raggiungerli.
Si voltò di nuovo verso l’amico, indugiando un ultimo istante sulla soglia.
Con il volto sorridente, sussurrò «A presto, fratello
 
Fine
   
 
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