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Autore: telesette    11/06/2017    0 recensioni
Riprendendo dalla fanfiction del 2014 - "Il rimpianto di Rita" - questa breve shot concede un simpatico e divertente lieto fine per gli amanti delle coppie più improbabili. Rita Skeeter, alle prese con l'amore della sua gioventù, riscopre finalmente le gioie e la passione dei sentimenti anche se non lo ammetterà mai...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rita Skeeter
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia è il seguito breve de "Il rimpianto di Rita", scritta e caricata su EFP nel 2014. Devo dire che non mi aspettavo né poco né tanto interesse, EPPURE qualcuno ha chiesto espressamente di portare avanti il mio personale approfondimento su Rita Skeeter - personaggio "odiatissimo" anche se non quanto la Umbridge, per fortuna! - che l'attrice Miranda Richardson è riuscita a caratterizzare in modo straordinario.
Chi è veramente Rita Skeeter?
Una macchina spietata per fare scoop, una contaballe con grande credibilità, ma anche una persona che sa fin troppo bene come far girare la disinformazione. Ecco, io penso che Rita Skeeter sia l'equivalente harrypotteriano di tanti pseudo-giornalisti capaci di gonfiare fatti ed accadimenti secondo il loro personale tornaconto. Eppure, a differenza della cinica ed irrecuperabile Dolores Umbridge, la Rowling riesce a mostrare anche in questo odioso ed antipatico personaggio una piccolissima parte di coscienza.
Nel "Calice di Fuoco" conosciamo il lato totalmente negativo di Rita Skeeter: perfida, spietata, affamata di pettegolezzi e scandali di ogni genere... Una maschera di rossetto e fondotinta con unghie laccate lunghe due pollici. Eppure ne "L'Ordine della Fenice", quando la ritroviamo in veste molto più modesta rispetto alla sua prima apparizione, è lei stessa a spiegare con innegabile chiarezza che il cinismo della stampa altro non è che la diretta conseguenza legata ai pensieri e alle malelingue comuni della cosiddetta Vox-Populi: il giornalista non fa altro che mostrare al pubblico ciò che vuole vedere e sentire. Certo, Rita è una donna cinica e priva di scrupoli... ma tutti coloro che la leggono possono davvero definirsi il suo opposto? All'uscita editoriale di "Vita e menzogne di Albus Silente", Rita Skeeter vede confermato il suo pensiero: non è la giornalista a fare verità della bugia, bensì le persone che preferiscono una bugia alla verità.
Prendete ad esempio Cornelius Caramell e la sua ostinazione davanti all'evidenza: "Il Signore Oscuro non è tornato, no no e NO"... Complimenti, mi verrebbe da dirgli, bravo cretino!
Sto divagando, abbiate pazienza, ma questa premessa era necessaria per comprendere il senso dietro il tentativo di "umanizzare" Rita Skeeter e il suo personaggio, secondo me, fin troppo disprezzato.
Avevo pensato di scrivere questa storia un pochino prima ma, come al solito, sono più le cose da fare che il tempo materiale per farle.
Buona Lettura!

*** 

Le bugie sono la mia specialità
immagini tratte da internet

 

Nel sonno, Rita borbottò qualcosa di incomprensibile.
Arthur Murray sorrise, senza smettere di abbracciarla ma facendo bene attenzione a non svegliarla. Dopo tanti anni trascorsi a sospirare tristemente davanti ad una immagine "falsa", quella delle foto sui giornali, probabilmente non avrebbe mai più avuto occasione di rivedere il volto della sua Rita senza tutti quei chili aggiunti di rossetto e fondotinta.
Sembrava così serena mentre dormiva, proprio come la ragazzina di tanti anni fa, più matura certo ma non per questo meno attraente.
Quasi stentava a credere che la donna addormentata di fianco a lui fosse la stessa Rita Skeeter che tutti conoscevano, fredda ed impeccabile nell'apparire. Lei stessa probabilmente, se si fosse vista nello specchio con l'acconciatura disfatta e le sbavature sotto agli occhi, si sarebbe messa ad urlare inorridita come una gallina strozzata. Arthur ridacchiò al pensiero e, accarezzando istintivamente le bionde ciocche ossigenate dei suoi capelli, non poté fare a meno di salutarla con un bel bacio sulla fronte.

- Buongiorno - esclamò. - Dormito bene?

Rita sorrise a sua volta, abbracciandolo teneramente sotto quelle lenzuola improvvisate.
Avevano trascorso la notte non visti nel magazzino della lavanderia, in cerca di un po' di intimità, e per tutta la notte la passione mista agli anni di lontananza aveva avuto la meglio sulla logica e la razionalità di entrambi. I loro vestiti giacevano a terra, sparsi disordinatamente un po' qua e un po' là, e il "letto" su cui si trovavano distesi altro non era che un mucchio di coperte buttate alla rinfusa una sull'altra in modo da formare un morbido giaciglio di fortuna. Stando bene attenta a coprirsi il seno con il braccio, Rita allungò la mano sopra Arthur per prendere gli occhiali ed inforcarli comodamente sul naso.

- Però - soffiò lei con ammirazione, facendosi aria per riprendersi. - Tre volte... Perfino da ragazzi, non riuscivamo a farlo di seguito per più di due volte!
- Mah, chissà - commentò Arthur guardando verso il soffitto. - A volte l'amore fa miracoli...
- L'amore, eh? - ribatté Rita sarcastica, dandogli dei leggeri colpetti sul petto nudo. - Scommetto che sono le fanciulle a tenerti in allenamento!
- Beh, tu non sei più una ragazzina però... Che dire, solo a guardarti, sarei tentato per una quarta!
- Addirittura ?!?
- Oppure cinque, sei, sette... Per te, questo e altro, mia cara - concluse lui baciandola.

Entrambi risero a crepapelle.
Subito però dovettero zittirsi bruscamente perché, da fuori della porta, si udivano distintamente le voci degli addetti alle pulizie.

- Hai sentito anche tu squittire qua dentro?
- Nààà, sarà un'impressione!
- Boh, non lo so, giù al pianterreno ieri hanno trovato un topo grosso così...
- Nientemeno?

Le voci si allontanarono lungo il corridoio. Rita e Arthur tirarono un breve sospiro di sollievo e, senza perdere altro tempo, si affrettarono a raccogliere i rispettivi indumenti e a rivestirsi prima che a qualcun altro venisse in mente l'idea di aprire quella porta e trovarli lì in quell'atteggiamento così inequivocabile.

- Una bella fortuna - sussurrò Arthur, annodandosi la cravatta.
- Per favore - ribatté Rita, cercando invano di lisciare le pieghe sulla sua gonna stropicciata. - Ci è andata bene che il cambio di biancheria nelle stanze non avviene mai prima delle dieci... E comunque avrei negato tutto!
- Davvero? - fece Arthur risentito. - Sarei curioso di sapere come...
- Ma è ovvio: sono una giornalista, sono famosa... Qualunque tribunale accetterebbe una versione di violenza carnale!
- Questa poi - Arthur non riusciva a credere alle sue orecchie. - Saresti davvero disposta a raccontare che ti ho violentata?

Rita non rispose, limitandosi a far levitare magicamente uno specchietto a mezz'aria per rifarsi il trucco.
Arthur la afferrò per i polsi, voltandola bruscamente, e le ripeté la domanda.

- Stai aggravando la tua posizione, mio caro!
- Rita, guardami negli occhi - esclamò lui severo. - Hai ancora il coraggio di negare, dopo quello che c'è stato tra noi stanotte?
- Perché, abbiamo fatto qualcosa stanotte? Francamente, non ricordo affatto...

Sul momento, Arthur ebbe l'impulso di darle uno schiaffo ancora più violento di quello della notte precedente.
Ma a che sarebbe servito?
Se Rita era veramente disposta a negare l'evidenza, mettendo avanti sempre e comunque la carriera davanti ai sentimenti, non c'era niente da fare. Era stupido da parte sua pensare che una notte, per quanto bellissima ed eccitante come quella, potesse spazzare via anni di silenzi ed incomprensioni. Evidentemente Rita Skeeter non credeva più nell'amore, ammesso che mai ci avesse creduto veramente in passato, e questo non faceva altro che dimostrare ancora una volta che razza di donna spietata ed insensibile ella fosse.
Subito Arthur fece per dirle apertamente tutte le cose orribili che pensava di lei, senonché questa lo spiazzò completamente dandogli un bacio così intenso che lo lasciò senza fiato.

- Ci avevi creduto, di' la verità - esclamò Rita, guardandolo con un'espressione tenera e divertita allo stesso tempo.
- Ma... Ma come, tu... tu... io non... Io...

Arthur riuscì a malapena a balbettare, nel mentre che lei lo aiutò a sistemare il risvolto elegante della giacca.

- Via, Arthur, ormai dovresti averlo capito - fece lei, ammiccando con una smorfia. - Sono Rita Skeeter... Le bugie sono la mia specialità!

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FINE

   
 
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