Red era ormai abituato ad avere la sorella minore in casa. Leaf d’altronde era cresciuta quasi attaccata alla sua gamba fin da quando aveva imparato a camminare, in perenne apprensione a causa del suo mutismo. Anche convincerla a fare il suo viaggio con i Pokémon era stato un vero dramma per lui e la mamma. La ragazza aveva accettato dopo tantissime insistenze e quasi aveva battuto più record con la velocità con cui raccoglieva le medaglie durante il percorso.
Si era placata verso la sesta palestra, comunque.
Red si era rasserenato nel contattarla in quella occasione, più serena e tranquilla nei rapporti con la sua squadra di Pokémon. Certo, tale squadra era comunque a livelli stratosferici per il loro percorso ed erano tutti membri molto potenziati che sgominavano qualsiasi avversario, ma constatarlo gli fece solo piacere. Leaf meritava il suo personale successo, non di vivere alla sua ombra o quella di Green.
I rapporti con questi, invece, non erano migliorati nemmeno di una virgola da quando le avevano palesato il loro rapporto non così amichevole.
Fin da bambini Leaf gli tirava scherzi perché ingelosita dal loro rapporto, Green replicava con ancora più grinta e tutto finiva sempre con la loro madre e il professore che dovevano separarli. Non poteva dire di aver avuto un’infanzia noiosa.
Dopo aver affrontato la Lega Leaf si era presentata alla porta del loro appartamento senza troppi preamboli. Lui e Green convivevano da qualche mese, ma lei aveva borbottato qualcosa a proposito di una prestigiosa scuola privata a Yamabuki, aveva lasciato loro una valigia e ogni fine settimana rimaneva a dormire.
Red poteva dirsi ormai abituato a simile routine, almeno fino a quella mattina.
Si era svegliato e aveva trovato il letto vuoto. Probabilmente Green era di nuovo immerso nelle sue ricerche, tanto da dimenticarsi anche delle più basilari funzioni del suo corpo. Trovava la cosa incredibile, ma ormai aveva rinunciato a farlo ragionare.
Forse doveva preparargli un caffè, almeno per garantire un risveglio tranquillo.
Invece, quando giunge in cucina, si accorge che a quello ci stava già pensando Leaf. Era curioso, dato che entrambi condividevano uno spassionato amore per il tè tradizionale e la sorella non aveva esitato a chiamare il caffè “una cosa da buzzurri unovani”, con tanto di stizza da parte di Green.
Forse finalmente Leaf si era tranquillizzata ed era propensa ad una proposta di pace. Red se ne sente improvvisamente fiero, almeno finché non vede la sorella versare una discreta dose di sale nella tazza.
Allora le tocca la spalla, per attirare la sua attenzione. “Ma quello non è sale?”, gesticola con lentezza. Vede la ragazza sorridere, quasi in maniera spaventosa.
« Ho delle bustine di tè da vendicare. » replica, continuando con il suo intruglio. Red annuisce, lasciandola fare e preparando una tazza di caffè. Doveva sbrigarsi a sostituirla, perché avere Green furioso e anche agonizzante a causa di simile pozione in casa non era esattamente un’esperienza che voleva ripetere.
Quella volta sarebbe dovuto essere molto più svelto di Leaf.