Storie originali > Giallo
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Autore: RoryJackson    12/06/2017    3 recensioni
“Mary Ann Nichols, donna di 43 anni. Uccisa a Buck's Row il 31 Agosto. I medici dicono che il decesso possa essere avvenuto intorno alle 3:45 del mattino...”
“Annie Chapman, donna di 46 anni, è la seconda vittima ufficiale del tanto ricercato assassino. Uccisa proprio stamani, 8 Settembre 1888. Il suo corpo giaceva steso tra la porta e la palizzata, in uno spazio di circa ottanta centimetri. La gola era squarciata e la testa era quasi del tutto recisa dal busto. Il ventre era ap-”
“Il Killer colpisce ancora: Elizabeth Stride, trovata uccisa da un cocchiere!”
***
La storia narra le vicende di Jack lo squartatore, quasi come un documentario, anche se in parte sono state modificate da me per mancanza di tempo e "idee". Questa storia che vi propongo la scrissi circa quattro anni fa, quando ancora non avevo compiuto 17 anni. Provai a scrivere un Giallo, perché a me l'horror e i casi irrisolti piacciono un casino. Spero possiate trovarla godibile!
Genere: Mistero, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Londra, 8 novembre 1888



Mary se ne stava chiusa in casa sua. La paura si era ormai scolpita nella sua vita.
Era ormai una settimana che non usciva più e la notizia dell'impiccagione dell'assassino non aveva di certo aiutato a debellare i suoi timori. Anzi, sapeva che, prima o poi, lui avrebbe colpito ancora.
Si era chiusa in casa, nella speranza che l'avrebbe lasciata vivere, o, almeno, che non l'avrebbe trovata. Anche se sentiva che lui avrebbe scovato il suo nascondiglio. L'avrebbe presa e...
Mary scese da quel divano da due soldi e si tolse lo scialle di seconda mano. Stava dormendo, o almeno, stava cercando di chiudere un po' gli occhi ormai arrossati dalla stanchezza. S'avvio in cucina e bevve un po' di caffè ormai rancido.
Era notte, probabilmente verso le quattro di mattina, non seppe dirlo con chiarezza. Da giorni, aveva ormai perso il senso del tempo.
Le finestre erano ormai perennemente chiuse, e le tende erano sempre poste davanti, facendo penetrare da fuori poco e niente. La candela era diventata così piccola che si sarebbe spenta da un momento all'altro, e la cenere era colata tutta sul pavimento di pietra, freddo e rotto.
Un fruscio di abiti.
Possibile che...? Pensò la donna, girandosi all'istante, in preda alla disperazione.
Silenzio.
No, non c'era nessuno lì dentro. Probabilmente se l'era immaginato...
Si addentrò nell'oscurità della sua casa e s'avviò in camera sua per poi poggiarsi sul letto. La candela si era spenta. Probabilmente perché si era consumata del tutto, quindi la donna non ci fece troppo caso.
«Mary Jane...» Aveva un tono canzonatorio. La donna scattò in un batter d'occhio mettendosi seduta sul letto, ma l'oscurita rendeva impossibile distinguere tutto. Optò per la domanda più ovvia.
«C-chi sei tu?» Esclamò a voce molto alta, nella speranza che qualcuno la sentisse. L'uomo si avvicinò a passo inesorabile.
«Shhh... È tutto inutile, piccola insulsa. Nessuno può sentirti e nessuno, di certo, verrà a darti una mano.» Disse lui in tono beffardo e maligno.
Le odiava quelle creature. Le odiava a morte.
Lui era ormai a pochi centimetri di distanza da lei, tanto che la donna avrebbe potuto allungare una mano e toccargli il lungo mantello. Ma era troppo impaurita per farlo. Era rimasta paralizzata, impietrita.
Lui avvicinò il viso sulla sua vittima, in modo da vederla meglio.
«Sono il tuo peggiore incubo.»
La donna sgranò gli occhi e l'uomo si avventò inesorabile su di lei. Era finita, lei lo sapeva. Ma, nonostante tutto, cercava di lottare contro il suo aggressore. Tirava calci, pugni, schiaffi. Ma lui era troppo forte e le tenne bloccate le braccia incrociate al petto, mentre l'altra manteneva un qualcosa... Mary Jane capì che era ormai giunta la sua ora. Provò solo un'ultima volta. L'ultimo tentativo di salvare la sua vita.
«ASSASSINO!» Gridò con tutte le forze che aveva.
Dopodiché, lui incominciò a colpirla con l'oggetto appuntito che aveva, più volte, ridendo e ghignando come un ossesso. La squarciava, le dilaniava le carni, la violava quanto più poté.
Poi, il buio.

***

Erano poco dopo le undici di mattina e George Lusk era in piedi, su quel letto, dove giaceva una donna... o, almeno, quello che ne rimaneva. L'aria era intrisa del fetore del sangue ormai secco.

Vittima: Mary Jane Kelly.
Età: 25 anni.
Professione: Prostituta.


L'ispettore appena la vide dovette trattenere diverse volte i conati di vomito, e teneva pressato su naso e bocca il suo fazzoletto di lino profumato. Il corpo era steso supino sul letto, la gola era squarciata, il viso severamente mutilato e irriconoscibile, il petto e l'addome aperti, molti organi interni erano stati rimossi, tra cui polmone e stomaco, i quali erano stati posti sul comodino lì vicino, mentre il cuore era sparito. Il fegato giaceva tra le gambe e l'intestino arrotolato presso le mani. Inoltre era stata asportata la carne che ricopriva gli arti. La vagina le fu asportata con violenza e buttata ai piedi del letto.
Senz'ombra di dubbio, quello fu l'assassinio più terrificante che abbia mai compiuto quel bastardo senza valore.
L'abitazione l'aveva lasciata intatta.
La vittima era stata ritrovata da Thomas Bowyer, l'assistente del padrone di casa dove vi abitava la Kelly, alle 10:45 del mattino.
Gli agenti di polizia fecero la perlustrazione del vicinato e chiesero alcune informazioni ai vicini della Kelly. A quanto pare, negli ultimi istanti di vita della donna, due signore l'avevano sentita urlare "Assassino", ma non fecero nulla per aiutare la povera sventurata, perché, dissero, nell'East End era ormai abitudine sentire quelle grida di notte. Una signora disse di aver sentito rumori per tutta la notte, tipo come qualcuno che entrava ed usciva da quell'edificio ripetutamente, perché non riusciva a dormire. Dopodiché, sentì qualcuno lasciare l'appartamento di Mary Jane Kelly verso le 5:45.
Il fotografo, con grande forza di volontà, dovette trarne uno scatto da portare alla Scotland Yard per poi analizzare la foto. Il corpo sarebbe, poi, stato portato ad esaminare da qualche dottore in modo da trovare segni evidenti di mani o tracce del possibile assassino.
«Ispettore Lusk, signore.» Chiamò sottovoce un suo collega, il signor Collins. George, che si era ritrovato a fissare il volto della vittima ma, allo stesso tempo, era come se non lo stesse affatto vedendo perché perso nei propri pensieri, si voltò verso di lui, e annuì.
La vista era senz'altro orribile, ma un pensiero ancora più oscuro gli era balzato nel cervello. Ovvero: la polizia aveva giustiziato un uomo veramente innocente e poi... il killer seriale era ancora a piede libero e chissà dove si trovava in quel momento.
«Dica signor Collins.» Mormorò distrattamente lui. Il signor Collins si trattenne dal parlare, ma titubante chiese. Una semplice ma devastante frase.
«È andato tutto storto, vero?»

***

Ormai era calata la sera, Joseph Bernett uscì dal suo appartamento e aveva l'aria di essere tutto pimpante e pieno di energia. Il cielo era stranamente limpido e macchiato di stelle.
Vestito con un completo classico di prima mano, acquistato dopo aver trovato lavoro come onesto banchiere, nascosto da un lungo cappotto scuro, si avviava tranquillo e spensierato lontano da Miller’s Court (abitava nella 26 Dorset Street) in Spitalfields, per andare ad una serata di gala, organizzata da un suo amico.
Si accese un sigaro e incominciò a fumare indisturbato, senza neanche un minimo di rimorso.
Ma, prima di tutto, sarebbe dovuto passare da una persona, per consegnarle una cosa.
Il sorrisetto stampato sul viso, e lo sguardo vagamente psicotico, Joseph - l'ex pescivendolo di Spitalfields - camminava a passo disinvolto, e la testa alta con il bastone da passeggio in legno d'acero, il cilindro su capo, e il viso fresco e senza barba sembrava un giovane imprenditore.
In giro vi erano solo gruppi di persone, che camminavano a passo svelto. Per il resto, la gente usava la carrozza per trasportarsi da un posto all'altro. L'incubo dell'assassino era ancora in circolazione, appurò Bernett, e lo sarebbe stato ancora per un bel po' di tempo. Evidentemente gli assassinii rimarranno nella storia, e costui non sarebbe mai stato trovato.
Joseph Bernett fece una smorfia.
Si ritrovò di fronte ad una modesta villetta a tre piani. L'insegna diceva "Lusk", e capì che era arrivato a destinazione.
Mise la mano nel giaccone, ed estrasse una lettera.
La mise in un contenitore lì vicino, il raccoglitore della posta dei signori Lusk.

“M, Sp, 26.
Game over Mr Lusk,
By Jack The Ripper.”

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Angolo dell'autrice:
Allora, vorrei prima di tutto voglio dire che le persone di questo racconto sono tutte realmente esistite e i fatti sono realmente accaduti, ma ci sono piccole precisazioni che devo fare. Prima di tutto George Lusk non era un semplice ispettore ma il capo della Commissione di Vigilanza di Whitechapel. Non è mai esistito un Bordello a Buck's Row, né il "signor De Quincey". Questa è tutta fantasia dell'autrice. I dialoghi e i fatti sono un misto tra realtà e immaginazione.
Grazie Wiki che esisti :'D

   
 
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