As always
“Non fare niente di avventato, o di stupido.”
“Se pianifico di fare qualcosa di stupido, te lo mando a dire.”
“E avventato.”
“Su quello non ti assicuro niente.”
“In parte, sono sinonimi.”
Guren si voltò verso il compagno dai capelli argentei e roteò gli occhi, scocciato.
“Ti dico solo di essere prudente.” si giustificò quello.
“E quando non lo sono?”
Shinya indossò la sua solita faccia di bronzo: quel mezzo sorriso sereno inquietantemente in grado di farti mettere in discussione, come se conoscesse tutte le risposte giuste. “Sempre.”
“Vai a dormire, Shinya. Lasciami fare ciò che so fare meglio.”
Quando l’uomo tornò, con i vestiti bruciacchiati e la pelle macchiata dalla polvere e dal sangue, Shinya inspirò forte prima di fargli qualsiasi tipo di ramanzina: non era suo padre, non era suo fratello, non era... non era il suo ragazzo. Non lo era.
“È andata bene?”
“Come sempre.”
Sorrise. Guardò l’uomo che amava rivolgergli uno sguardo beffardo, saturo della sua tipica arroganza, e congedarlo con una pacca sulla spalla. Shinya si voltò e lo osservò andare via, con un po’ di malinconia che si faceva strada nel suo sorriso. “Giusto” disse, “come sempre.”
“Se pianifico di fare qualcosa di stupido, te lo mando a dire.”
“E avventato.”
“Su quello non ti assicuro niente.”
“In parte, sono sinonimi.”
Guren si voltò verso il compagno dai capelli argentei e roteò gli occhi, scocciato.
“Ti dico solo di essere prudente.” si giustificò quello.
“E quando non lo sono?”
Shinya indossò la sua solita faccia di bronzo: quel mezzo sorriso sereno inquietantemente in grado di farti mettere in discussione, come se conoscesse tutte le risposte giuste. “Sempre.”
“Vai a dormire, Shinya. Lasciami fare ciò che so fare meglio.”
Quando l’uomo tornò, con i vestiti bruciacchiati e la pelle macchiata dalla polvere e dal sangue, Shinya inspirò forte prima di fargli qualsiasi tipo di ramanzina: non era suo padre, non era suo fratello, non era... non era il suo ragazzo. Non lo era.
“È andata bene?”
“Come sempre.”
Sorrise. Guardò l’uomo che amava rivolgergli uno sguardo beffardo, saturo della sua tipica arroganza, e congedarlo con una pacca sulla spalla. Shinya si voltò e lo osservò andare via, con un po’ di malinconia che si faceva strada nel suo sorriso. “Giusto” disse, “come sempre.”