Niall.
Quando mi accarezza le sue mani sono gentili e delicate come quelle di nessun altro.
Per questo il mio sguardo è sempre alla ricerca di quei due pozzi azzurro cielo tra la folla del mercato: perché ha bisogno di quella piccola carezza lasciata nascosta allo sguardo di tutti gli altri. È una cosa nostra è il nostro piccolo segreto.
Azzurro.
Incontro i suoi occhi prima ancora di vedere lui. Si fa largo fra la folla e si mette in coda insieme ai suoi amici. Come sempre lui è l'unico in silenzio, resta con le mani in tasca a guardarmi dritto negli occhi facendomi confondere mentre tutti i suoi amici scherzano e si spintonano.
È bellissimo.
Mentre ordina le solite cose io non lo ascolto: guardo quelle labbra disegnate sicuramente da un angelo che si muovo. Prendo le cose che mi ha chiesto, impacchetto tutto e glielo porgo.
È il momento.
Finalmente arriva il momento che aspetto con più ansia ogni settimana. Lui allunga la mano verso il pacchetto che li porgo e con disinvoltura lascia che le sue dita incontrino le mie con delicatezza, soffermandosi un attimo in più del dovuto.
Non andare.
Con quella che sembra essere riluttanza ritira la mano e mette i soldi sul bancone.
Mi sorride.
Mi sorride con un sorriso che è solo mio, nessun altro può dargli il giusto significato. Riconosco che è il mio dalle fossette che spuntano sulle sue guance e dagli occhi che si illuminano come sanno fare solo con quel sorriso.
Poi si volta e si allontana.
Resta.
Guardo la sua schiena allontanarsi lentamente con i suoi amici d'alto borgo che probabilmente cercano di scherzare sul mio aspetto così... mediocre. Poco prima di scomparire mi guarda un'ultima volta. Le sue labbra si muovo a pronunciare quelle due parole che ogni sera, quando rientra a casa, mi sussurra all'orecchio prima di baciarmi.
Allora rispondo.
Anche io.