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Autore: Artnifa    15/06/2017    1 recensioni
La prima volta che la incontrai avevo dieci anni, ero sul marciapiede fermo sulla mia bmx, quando la guardai pensai che quella era sicuramente la bambina più brutta che avessi mai visto.
-STORIA SOSPESA-
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione

 

Giugno 2015

La guardo dormire con aria sofferente, le rughe di una pelle mangiata dal fumo la fanno sembrare più vecchia di quanto è realmente.
Ha il viso scavato, spigoloso, poco aggraziato, le labbra secche piene di tagli, gli occhi cerchiati di viola a causa degli incubi continui e del dolore; se ne sta andando.
Le tengo la mano con la promessa di non lasciarla mai, fino all’ultimo battito, fino all’ultimo respiro io resterò qui, incollato su questo sedia scomoda accanto a te.
Il letto è sporco, le lenzuola sono zuppe di sudore, la stanza puzza di chiuso, di morte; non si respira.
Un orologio alla parete scandisce i secondi facendomi gelare il sangue nelle vene.
Non abbandonarmi, non ora, non puoi lasciarmi solo…ti prego amore mio.

Ricordo la prima volta che la vidi, quarant’anni fa.

Ero sul marciapiede fermo sulla mia bmx, il sole scottava sulla pelle e sul gelato che mi si scioglieva tra le mani, gocce appiccicose mi incollavano le dita.
“Scusa, non avresti un dollaro per favore? Non ho abbastanza soldi per comprare il gelato” abbassai lo sguardo e vidi quella che pensai essere la bambina più brutta al mondo. Calcolai che potesse avere all'incirca sei anni.
Le mancavano le palette davanti, aveva una bocca sproporzinatamente larga per il suo viso spigoloso, le labbra fini erano circondate da due rughe d’espressione evidenti.
Il naso era lungo e sottile, gli occhi grandi di un colore grigio topo, i capelli crespi e arruffati la facevano sembrare uno spaventa passeri e il nero di quest’ultimi contrastava con la pelle candida dandole un’aria malaticcia.
Aveva indosso dei pantaloncini corti a righe verticali che le stavano enormi, due gambe sottili sbucavano storte, aveva le unghie delle mani sporche di nero e puzzava di umido e muffa.
“Ma chi è quel mostro?” Danny McCracken chiese poco lontano da me.
Danny era un ragazzino della banda di cui facevo parte, passavamo tutti i giorni in sella alle nostre bici compiendo atti vandalici e facendo a gara di velocità e abilità nel fare acrobazie.
Alzai le spalle “Non ne ho idea, chiede elemosina. Sparisci barbona” dissi accompagnando la frase con un gesto della mano per allontanarla. Non ero un bambino maleducato eppure quel giorno la trattai male per non risultare un buonaccione davanti ai miei amici.
Vidi i suoi occhi enormi farsi lucidi per un istante e mi pentii amaramente del mio atteggiamento.
Pochi secondi dopo sentii un dolore lancinante allo stinco, mi si mozzò il fiato, mi aveva tirato un calcio.
“Ma che sei pazza?” chiesi allibito. Mi cadde il gelato dalle mani spiaccicandosi a terra al contrario, il cono ancora intatto; imprecai sotto voce.
Lei mi fece la linguaccia, si mise la mani sui fianchi e con aria altezzosa si voltò e se ne andò indispettita ma soddisfatta.
“Vai a quel paese, ragazzaccio” disse fiancheggiano offesa.








Ciao, ho deciso di revisionare questi tre capitoli sperando di riuscire a concludere questa storia lasciata in sospeso da troppi anni!
Il protagonista è Slash, per chi non l'avesse intuito. 
Ci sono diversi salti temporali che vi spiegherò qui sotto, in modo che non ci siano fraintendimenti. 
Iniziamo con il 2015, anno in cui la ragazza ( che non è più tanto giovane ormai ) sta morendo; questo fa ripensare Slash che rivive la loro storia dall'inizio.
Ma il 2015 non è l'anno in cui è ambientato questo racconto, si scoprirà più avanti il vero presente. 
 
  
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