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Autore: Lizzie_Siddal    11/06/2009    5 recensioni
[Jared Leto/William Beckett]
The Academy is...
Quel nome strambo, quei puntini di sospensione -per essere precisi- avevano suggerito a Jared che sì, per quella sera si sarebbe potuto abbassare e presentarsi tra la plebe -naturalmente in posti riservati e lontani dal caos- e che quel gruppo potesse essere degno della sua attenzione, forse.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: 30 Seconds to Mars, The Academy Is
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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attention Titolo: Attention
Autrice: Nemo From Mars
Disclaimer: non conosco nessuno dei tizi citati, niente di quel che ho scritto è accaduto e accadrà mai, e non prendo neanche un centesimo da tutto ciò.
Raiting: giallo
Pairing(s)/Personaggi: Jared Leto/William Beckett
Avvertimenti: Slash (leggero), turpiloquio e tante c*zzate
Sommario: The Academy is...
Quel nome strambo, quei puntini di sospensione -per essere precisi- avevano suggerito a Jared che sì, per quella sera si sarebbe potuto abbassare e presentarsi tra la plebe -naturalmente in posti riservati e lontani dal caos- e che quel gruppo potesse essere degno della sua attenzione, forse.
Tipologia: one shot brevissima >_<
Prompt: “C’è qualcuno qui?”
Note iniziali: Non so nemmeno se l’uno sappia dell’esistenza dell’altro, ma William è adorabile e Jared è sempre divertente da “manovrare” XD. Comunque la fic è frivola, leggera, stupida, immotivata. E se mi è venuta fuori è tutta colpa di questo Fest e di Blaise, sappiatelo u_u




“Attention! Attention!
May I have all your eyes and ears to the front of the room,
If only, if only for one second... ”
‘Attention’- The Academy is...






Chi glielo ha fatto fare di vedersi quello stupido concerto?
Jared se lo sta ancora chiedendo.
Ricorda che si annoiava. In vacanza a Londra con la sua band si annoiava.
Ma era Jared Leto, dopotutto, no? Non era un turista qualunque, che si accontentava di una serata qualunque.
Alla fine, dopo tante proposte bocciate, Shannon, esasperato, aveva proposto di andare in quel locale a vedersi lo show di una band americana “giovane, ma molto promettente, mi hanno detto”.
The Academy is...
Quel nome strambo, quei puntini di sospensione -per essere precisi- avevano suggerito a Jared che sì, per quella sera si sarebbe potuto abbassare e presentarsi tra la plebe -naturalmente in posti riservati e lontani dal caos- e che quel gruppo potesse essere degno della sua attenzione, forse.
Ora però, Jared quasi rimpiange la noia, si pente della sua scelta, perché quel ragazzino che canta sul palco proprio non riesce ad ignorarlo.
William Beckett, gli hanno detto che si chiama, ha una voce che...cattura, Jared non trova altro modo per definirla.
E così l’attenzione di Jared si è focalizzata del tutto sul giovane: l’ha subito colpito l’incredibile magrezza, che lo fa sembrare ancora più alto e lungo di quanto non sia.
Le braccia e le gambe, secche, allampanate, adolescenziali, si muovono disinvolte e dinamiche, a ritmo di musica. I capelli castani, lunghi e mossi, gli ricadono in ciocche morbide e scomposte sulle spalle, gli occhi scuri danzano divertiti e sorridono alla folla.
Indossa una assurda camicia viola anni ’70, aperta innocentemente sul petto glabro, e dei jeans fuori da ogni grazia di dio: Jared potrebbe giurare di non averne mai visti di così stretti su persona vivente.
Dubita che perfino lui ai tempi di “Requiem for a Dream” avrebbe potuto indossarli.
E forse forse forse, una piccola parte di Jared vorrebbe ammettere che che, sì, se fosse un po’ più attempato, quel Beckett potrebbe essere piuttosto affascinante.
Mai quanto lui, Jared Leto, naturalmente.
Per l’amor del cielo, la sua mente non gli farebbe mai e poi mai formulare tali eresie.
Ma mentre William continua a cantare, Jared si innervosisce ogni secondo di più.
Tanto per cominciare vorrebbe sapere perché -perchè,maledizione- ora sta sculettando in quel modo osceno?
Se non fosse per quella grazia spigolosa che ha nel muoversi, per quella sensualità acerba e appena accennata che gli scivola addosso ad ogni movimento del bacino, risulterebbe davvero indecente.
Jared morde nervosamente il labbro inferiore, sentendo un caldo improvviso e maledicendo i propri stupidi pensieri e la propria esitazione nell’andarsene.
“C’è qualcuno qui dentro?” sembra suggerirgli la voce del suo buonsenso, battendogli un colpo contro la scatola cranica.
Jared può quasi sentirne il rumore -toc toc-.
Perché diavolo è ancora lì seduto? Potrebbe semplicemente dire a Tomo, Shannon e Tim che si sta annoiando di nuovo, che ha voglia di tornare in hotel e basta, no?
Ora mi alzo e me ne vado, perdio se lo faccio.
E invece resta inchiodato sulla propria sedia, trattenendo il respiro, e continua a seguire il concerto, che gli sembra maledettamente infinito; non perde un solo movimento di William, William che ora si china sulla folla, le gambe chilometriche che si piegano con agilità mentre tende la mano a una fan che quasi sviene a quel contatto.
Poi sorride, l’idiota.
Un sorriso candido, spensierato e irresistibile, che lo fa sembrare ancor più giovane e attraente.
Jared ha l’improvviso desiderio salire sul palco e prenderlo a pugni fino a fargli ingoiare i denti assieme alle sue stupide canzonette indie del cazzo.
Tutto pur di fargli sparire quell’espressione così adorabile dalla faccia.
E ora che fa, quella sgualdrina di un mezzo hippie?
Con una mano si solleva lentamente la camicia, mettendo in mostra e sfiorandosi per un attimo i fianchi pallidi, facendo scoppiare gli ormoni e le urla di tutto il pubblico -maschi compresi- che ora strilla a più non posso.
Da parte sua, Jared si sforza con scarso successo di ignorare la pressione sul cavallo dei propri pantaloni, improvvisamente divenuti terribilmente caldi e irritanti.
E...No, no, dio cristo, no. Beckett è un moccioso spudorato!
Solo Jared Leto, lui, sè medesimo e nessun altro, può permettersi di fare certe facce da sesso davanti a un microfono, maledizione.
Jared è indignato oltre ogni dire; odia ufficialmente William, il suo gruppo del cazzo e i loro maledetti puntini di sospensione.
Cazzo, se solo potesse, prenderebbe quella stupida bandana da figlio dei fiori che Beckett tiene legata alla gamba sinistra e la userebbe per strangolarlo.
Il ragazzo si accascia in ginocchio, cantando l’ultima nota della canzone, mentre la luce dei riflettori muore lentamente e l’eco della chitarra rimane sospeso nell’aria.
Esplodono le urla, i fischi e gli applausi, la band saluta il pubblico e poi si dilegua nel backstage.
E Jared può finalmente ricominciare a respirare regolarmente.
Si dimena un po’ sulla sedia, a disagio; si stampa sulla faccia un’espressione annoiata e infine accavalla le gambe, quanto meno per non dover spiegare ai compagni il perché di quell’imbarazzante rigonfiamento sulla patta dei jeans.


FINE








Note finali:
spero di non aver causato il decesso di nessuno con ‘sta roba °-° In gran parte mi è stata ispirata dalla visione di alcuni live dei TAI, dove William faceva alcuni dei gesti descritti >_> Cooomunque, i commenti sono sempre graditi, sapete?
EDIT: se siete arrivati fino a qui, dovete assolutamente leggere questa spinoff scritta da Fae. E' delirante, è lol, è p0rn ed è fantastica *ç* Sono felicissima che un'autrice brava come lei si sia ispirata a un mio mucchietto di scemenze per scrivere un qualcosa di così adorabile <3 L'ho ringraziata più e più volte, ma lo faccio anche qui, invitandovi a leggere, commentare e spargere amore! Grazie a tutti <3 ^__^
   
 
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