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Autore: Tati97    16/06/2017    0 recensioni
Russia, primi anni nel ‘900: Magnus Bane incontra Grigorij Efimovič Rasputin, consigliere dello Zar Nicola II, noto per il suoi poteri straordinari e il suo carisma.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Magnus Bane, Nuovo personaggio, Ragnor Fell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1905

– Se non troveremo una cura per lo Zarevič, questi morirà.– si disperò la Zarina. Aleksandra Fëdorovna Romanova aveva già perso gran parte della su famiglia a causa dello stesso male e, in quel momento, rischiava di perdere anche il figlio Aleksej.

 
Da qualche tempo si era sparsa la voce che vi era un uomo, un monaco, dai poteri fuori dal comune e che fosse in grado di guarire gli ammalati. Il suo nome era Rasputin. Fu la Granduchessa Anastasija a condurlo a corte, speranzosa di poter aiutare la Zarina.

Vashe Velichestvo, desidero presentarvi il sommo guaritore, Grigorij Efimovič Rasputin.– la Granduchessa fece un inchino e poi si voltò verso di lui: capelli e barba lunghi, folti e neri, occhi scuri e penetranti, un saio pesante e lacero e quello che restava delle calzature.
 

Spasiba granduchessa Anastasija, ma sono stufa di tutti questi ciarlatani che si presentano a corte e che cercano di convincermi di poter guarire mio figlio. Per favore, riaccompagnatelo fuori.– la Zarina fece un cenno con il capo e le due guardie presenti nella stanza fecero per prelevarlo e portarlo via, ma la granduchessa li fermò.

– Vi prego, dategli una possibilità. Ho visto quest’uomo guarire persone, l’ho visto con i miei stessi occhi. Sapete che siete molto importante per me Vashe Velichestvo, non vi porterei mai un ciarlatano.– la Granduchessa si avvicinò alla Zarina appoggiando una mano sulle sue, candide come porcellana.

– Posso guarire lo Zarevič, mia signora. Portatemi da lui.– si dimenò Rasputin, cercando di liberarsi dalle presa ferrea della guardie che lo avevano bloccato.

– E va bene. Liberatelo e conducetelo nelle stanze di Aleksej.Vi raggiungo subito.– disse con fare autoritario la Zarina.

 

 

Il freddo pungente pizzicava il volto di Magnus, intento a camminare tra la neve verso il Teatro Bol'šoj, dove era solito lavorare come aiutante costumista. Non si era mai interessato a questo Rasputin, ne aveva sentito parlare ed era certo che fosse anche lui uno stregone. Quando sentì che quell’uomo era stato ricevuto a corte, a Magnus si gelò il sangue nelle vene. Solo pochi sudditi erano a conoscenza della malattia che stava togliendo le forze allo Zarevič, la famiglia reale cercava di mantenerla segreta, ma certe guardie avevano fatto trapelare il tutto. Magnus sperava solo che quell’uomo non avrebbe finito per compiere qualcosa di losco ed oscuro per raggiungere degli obiettivi personali, così decise che la sera stessa si sarebbe recato al Palazzo d’Inverno e avrebbe atteso il monaco all’uscita.

Erano circa le 19.45 quando Magnus arrivò davanti all’imponente cancello dorato del Palazzo; si appoggiò ad uno dei due pilastri ai lati del cancello ed attese in silenzio. Dopo circa dieci minuti udì dei passi soffocati nella neve, poi un cigolìo assordante ed il cancello si aprì.

 

Rasputin vy?– chiese Magnus.

Da, sono io. Voi chi siete?– chiese il monaco. Magnus si avvicinò e notò che un leggero sfavillio dorato aveva attraversato gli occhi di Rasputin.

– Il mio nome è Magnus Bane.Vorrei parlare con voi, signor Rasputin.–

– So chi siete, la vostra fama vi precede.– sorrise il monaco.

– Anche la vostra, sapete? Guaritore dai poteri sovrannaturali. Io penso che voi siate un koldun, uno stregone.–

– So che anche voi lo siete, gospodin Magnus Bane.– si voltò Rasputin.

– Vi prego di accettare il mio invito: tra un’ora al teatro Bol'šoj, chiedete pure di me.– disse Magnus per poi avviarsi lentamente nella neve.

Il monaco rimase immobile per qualche istante, poi imboccò una piccola stradina sulla sinistra del palazzo.

 

 

Dobryy vecher, Magnus.– quella voce lo fece sobbalzare e lo stregone finì col pungersi con uno spillo.

– Siete in ritardo di venti minuti.– Magnus appoggiò l’abito che stava confezionando su un largo tavolo di legno chiaro, poi prese uno sgabello da sarto e lo sistemò accanto al suo.

– Accomodatevi.– Magnus indicò lo sgabello ed il monaco si sedette subito.

– Come mai avete voluto incontrarmi?– chiese Rasputin.

Magnus sorseggiò della vodka, chiudendo gli occhi e facendo una smorfia per quel sapore caldo e pungente.

– Quali sono le vostre intenzioni? So che il povero Aleksej è gravemente malato, nessun dottore è riuscito a curarlo fino ad ora e poi siete comparso voi, un umile monaco contadino che riesce a guarire gli ammalati. Impressionante, no?– disse lo stregone con ironia.

– Le mie intenzioni sono buone, voglio guarire lo Zarevič. Mentirei se vi dicessi che non sono uno stregone, ma sappiate che ho intrapreso anche la strada della fede e quella strada mi ha insegnato che bisogna sempre aiutare il prossimo, ed io lo sto facendo.– gli occhi di Rasputin erano fissi in quelli di Magnus, il suo sguardo ipnotico e allo stesso tempo severo.

– State rischiando, Rasputin. Non dovete servire le vostre doti su un piatto d’argento. Si spargerà la voce per tutta la Russia, verrete scoperto, metterete a rischio tutti noi!– esclamò Magnus.

– Io non vi conosco come stregone, Magnus Bane. Per me e per questa città rimarrete solamente un umile sarto che cuce vestiti da scena e beve vodka rancida!– esclamò velenosamente Rasputin, alzandosi in piedi con talmente tanta foga da far ribaltare lo sgabello su cui sedeva.

– Preferisco essere ricordato come tale piuttosto che essere ucciso!– i due erano ormai testa a testa.– Non avete visto il malcontento? La gente non ha cibo, non ha denaro, non ha lavoro. Presto inizieranno delle rivolte e. sarebbe meglio che iniziaste a pregare per la povera gente anziché favoreggiare la famiglia reale. I Romanov finiranno col portare questa nazione sull’orlo del precipizio!– aggiunse Magnus.

Rasputin si mise a ridere come uno sciocco.

–Vi consiglio di bere meno vodka, o perlomeno di berne una di ottima qualità, oppure sarò costretto a guarire anche voi.– ridacchiò il monaco.

Magnus serrò i pugni, avrebbe voluto picchiarlo, ma dovette contenersi.

Da svidaniya Magnus Bane.– Rasputin si avvolse nel suo mantello e poi lasciò la stanza, scomparendo dietro la porta semi aperta.

 

 

Traduzione parole in corsivo:

Vashe Velichestvo: Vostra Maestà

Spasiba: grazie

Rasputin vy?: siete Rasputin?

Da:

Koldun: stregone

Gospodin: Signor

Dobryy vecher: Buonasera

Da svidaniya: Arrivederci

  
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