Mani che si sfiorano, si cercano, si intrecciano, in contemporanea a quelle stesse labbra che non possono stare lontane le une dalle altre.
I corpi uniti, incastrati alla perfezione dove ogni forma si appoggia all’altra come un puzzle ormai completo.
Gli ansimi rochi e profondi di uno, e dolci e delicati dell’altro, corrispondono alla passione dell’amore incastonato fra le vertebre dei due.
Il silenzio quasi è palpabile attorno a loro, un silenzio rotto solamente da quell’unione tanto proibita quanto reale e perfetta.
Le lenzuola disordinate, piene di pieghe sono le uniche ad osservarli in silenzio, mentre i corpi si muovono su di esse con movimenti a volte dolci, a volte forti, ma sempre pieni d’amore. Un amore impossibile da contenere. Un amore ricco di sguardi, sfioramenti ed intese mute.
I capelli scuri si confondono con quelli biondi, contro il cuscino, le lenzuola, il materasso ed una musica soave che solo loro possono percepire, si infonde nelle loro orecchie.
«Saranghae.*» Pronunciata da una voce bassa e leggera, si dirige verso l’orecchio di uno dei due e la pelle d’oca è profonda contro il corpo. «Nuh-upsshi motsarah.**»
Le labbra si aprono in un sorriso sincero e si avvicina a quello dell’altro, facendoli scontrare in un bacio ardente. Entrambi si trascinano in un vortice senza ritorno.
I corpi uniti, incastrati alla perfezione dove ogni forma si appoggia all’altra come un puzzle ormai completo.
Gli ansimi rochi e profondi di uno, e dolci e delicati dell’altro, corrispondono alla passione dell’amore incastonato fra le vertebre dei due.
Il silenzio quasi è palpabile attorno a loro, un silenzio rotto solamente da quell’unione tanto proibita quanto reale e perfetta.
Le lenzuola disordinate, piene di pieghe sono le uniche ad osservarli in silenzio, mentre i corpi si muovono su di esse con movimenti a volte dolci, a volte forti, ma sempre pieni d’amore. Un amore impossibile da contenere. Un amore ricco di sguardi, sfioramenti ed intese mute.
I capelli scuri si confondono con quelli biondi, contro il cuscino, le lenzuola, il materasso ed una musica soave che solo loro possono percepire, si infonde nelle loro orecchie.
«Saranghae.*» Pronunciata da una voce bassa e leggera, si dirige verso l’orecchio di uno dei due e la pelle d’oca è profonda contro il corpo. «Nuh-upsshi motsarah.**»
Le labbra si aprono in un sorriso sincero e si avvicina a quello dell’altro, facendoli scontrare in un bacio ardente. Entrambi si trascinano in un vortice senza ritorno.
Senza ritorno.
* Ti amo.
** Non posso vivere senza di te.