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Autore: Jeyerre    17/06/2017    0 recensioni
✣ A Juvenilia, l'Arcimago di corte non riceve buone nuove dalla Strega dell'Ovest e la sua lettera è il presagio di una guerra da troppo tempo rimandata; nell'ombra, i Bramanti si muovono al fine di sostituire l'autorità dei Maghi e delle Streghe.
Da quel vento che soffia su Lyra non possono che arrivare inverno, neve e male.
Tratto dalla saga di MAGIA, webcomic ad opera di JrPorpora, Malus Ventus è un breve spin-off che narra eventi precedenti alla storia narrata nella graphic novel, quando non tutti i Maghi né le Streghe erano così come li conosciamo nella serie.
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Epilogo

 Aveva rivoltato tutta la sua biblioteca, aveva cercato su testi antichi, interrogato e torturato gli alchimisti che erano scappati la prima volta alla sua furia e che non avrebbero goduto del suo perdono, ma il suo affannarsi non faceva che accrescere la frustrazione.
C'erano stati momenti in cui si era abbandonato all'ira e la sua magia aveva distrutto le vetrate della stanza e mandato in pezzi le ceramiche.
Se avesse continuato così sapeva di certo che sarebbe impazzito.
Si sentiva in colpa per non aver capito prima quello che era chiaro quasi per tutti tranne che per lui; si sentiva in colpa per essere stato tanto cieco e oscurato da sé stesso da non essersi accorto di quello che pullulava sotto la sua città. Denzel non poteva perdonarsi, inoltre, di aver lasciato che Amelia si riducesse in quello stato: la notte udiva ancora le sue urla incolparlo di essersi sentita costretta da lui ad unirsi ai Bramanti.
Eppure... sarebbe bastato parlargli.

Quella mattina, il suo famiglio lo stava aspettando alla sua carrozza e Denzel lo osservò fuori dalla finestra mentre una serva finiva di vestirlo. Gli stava giusto appunto sistemando la giubba nera e i decori su di essa quando, innervosito, le scostò la mano e finì da sé, uscendo, poi, dalla stanza.
Tutto era cambiato da quando aveva estinto da Juvenilia l'ordine degli alchimisti: il Re aveva convenuto con lui che era stata la cosa migliore data la corruzione che dilagava tra di essi; aveva dato inizio ad una vera e propria inquisizione nei confronti di chiunque praticasse l'alchimia o la magia in modo sospetto.
Quando Denzel camminava per i corridoi tutti si inchinavano in un gesto che faceva trasparire rispetto quanto terrore. Ma a lui, in fondo, non dispiaceva che fosse così.
Stavano tutti attenti a non parlare in sua presenza, a non attirare l'attenzione in alcun modo. Tra la servitù si mormorava che avesse fatto giustiziare una Lady solo perché l'aveva ascoltata cantare un incantesimo d'amore.
Era una menzogna, ma al mago non importava.

Giunse nel cortile e con sufficienza ordinò al suo famiglio di dire al cocchiere la destinazione predestinata. Salì e si mise a sedere.
Il famiglio eseguì l'ordine del suo mago poi lo seguì all'interno della carrozza nella sua forma animale di gatto incantato. Balzò sulle sue gambe e, facendo le fusa, si arrotolò sotto le carezze del suo padrone che lo accompagnarono lungo tutto il tragitto.
Quando furono arrivati a destinazione nessuno dei due sentì alcuna emozione di fronte all'accademia alchemica ormai abbandonata. Denzel entrò, facendosi strada questa volta attraverso il cancello principale.
Ordinò che nessuno lo seguisse e chiese ad Arman di assicurarsene.
Ripercorse i giardini, la strada attraverso il vestibolo e l'ingresso principale: era pieno giorno, ma quegli ambienti erano vuoti e silenziosi come quella notte di settimane prima. Denzel osservò il disordine dell'abbandono durante la sua camminata, i fogli sparsi per i corridoi e la polvere sulla mobilia. Si disse che sarebbe stato un peccato tenere vuota quella struttura. Così cominciò a fantasticare sul suo utilizzo in un ipotetico futuro.
Niente alchimisti, questa volta.

Entrò di nuovo nel passaggio segreto, dritto verso la grande sala spoglia e buia. Batté le mani quando vi fu dentro e delle fiammelle apparvero lungo le colonne.
Se in passato vi fosse stato un massacro in quella sala enorme, nessuno sarebbe stato in grado di dirlo. Sembrava, al contrario, che fosse stata tenuta con ordine e pulizia maniacali.

Si mosse qualcosa in fondo alla sala: Denzel udì il rumore delle catene e l'ombra della figura rintanata in un angolo farsi più avanti sotto la luce delle lanterne appena accese.
"Amore mio."
La voce del mago produceva un'eco e così fece anche il lamento della creatura a qualche metro da lui.
"Perdonami, sono stato via troppo a lungo", aggiunse.
Arrestò la sua camminata ad un paio di metri dall'ospite della sala, che, dopo aver annusato l'aria, tentò un balzo verso il mago. Le catene la costrinsero di nuovo a terra e lui ne osservò con compassione l'affanno.

"Non fare così, lo sai che non vorrei mai tenerti in queste condizioni. Sono venuto a dirti che dovrò partire nuovamente: la guerra è alle porte e i maghi e le streghe di Lyra richiedono il mio aiuto. Una parte di me vorrebbe lasciarli al loro destino, ma questo è l'unico modo che ho per poter rivedere la custode del vaso. Si occuperà Arman di darti da mangiare. È un famiglio assai premuroso. Amore mio? Mi senti?", si avvicinò alla figura sul pavimento, ignorando la distanza di sicurezza. Si chinò e allungò una mano a carezzarne la testa; non vi fu alcuna reazione pericolosa, la creatura sembrò avvertire come un conforto quel tocco.
"Ti riporterò indietro, Amelia."
Al suono di quel nome, il Wendigo si voltò improvvisamente verso il mago nel tentativo di morderlo. Denzel si scansò in un attimo, cadendo a terra con il cuore che gli scoppiava nel petto.
 

Si alzò, fissando la sua amata ridotta ad una bestia senza coscienza ringhiargli contro e mostrargli i denti aguzzi.
Non aveva avuto il cuore di ucciderla assieme agli altri, quella notte. Ma, al contrario, aveva provato a curarla con ogni mezzo che aveva. La trasformazione, però, era stata inevitabile.
Era riuscito solo a rallentarne il processo. Ma, terminato l'effetto dell'incantesimo, questo aveva ripreso inesorabile a divorare e mutare la giovane con crescente irruenza. Non riusciva nemmeno a considerare l'idea di mettere fine alle sue sofferenze. Si era convinto, infatti, che sarebbe riuscito a porre rimedio al suo errore.

Chissà se lo riconosceva, se era arrabbiata con lui.
"Fa la brava te ne prego. Tornerò appena possibile."
E l'Arcimago di Juvenilia se ne andò, accompagnato nella sua uscita dai ruggiti rabbiosi della sua amata.

 

Nota dell'autrice

Siamo al finale di questa long-fic che spero in qualche modo vi abbia incuriosito, affascinato o anche solo un pò intrattenuto. Il progetto di MAGIA, ha ancora un sacco di storie da raccontare e spero che vogliate rimanere con me a leggerne ancora. Vi ringrazio per il tempo che avete dedicato a me e a Denzel, Arcimago di Juvenilia e Volpe dorata di Lyra; chissà se in futuro non leggeremo ancora di lui. ;) 
Grazie a tutti per ogni lettura!

  
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