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Autore: Tati97    18/06/2017    1 recensioni
Russia, primi anni nel ‘900: Magnus Bane incontra Grigorij Efimovič Rasputin, consigliere dello Zar Nicola II, noto per il suoi poteri straordinari e il suo carisma.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Magnus Bane, Nuovo personaggio, Ragnor Fell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 18.00

– Galina, presto dovete provare l’abito. La gonna so già che è perfetta, non sono sicuro delle maniche. Forse devo stringerle di circa un centimetro.– la esortò Magnus mentre slacciava il corsetto dell’abito da scena.
–Ho sentito della musica prima? Eravate voi signor Bane?
La domanda di Maruska gli fece tornare alla mente quel breve momento in compagnia di Dorian e Magnus finì per fissare un punto nel vuoto senza risponderle.

–Tutto bene?– chiese nuovamente la donna –Signor Bane?– lo richiamò.

–Oh, perdonatemi. No, non ero io. Probabilmente qualcuno dell’orchestra che stava provando per lo spettacolo di questa sera.

Lo stregone porse l’abito di scena a Galina che lo prese e corse dietro ad un paravento completamente decorato con fiori e inserti dorati: un vero lusso.
Magnus si sedette incrociando le gambe mentre aspettava con molta impazienza di vedere come stesse l’abito indosso all’attrice; nella sua mente continuava a farsi vivido il sapore di quel bacio con Dorian, potè giurare di sentire il calore delle sue labbra sulle sue e il suo bellissimo sorriso, i suoi occhi e il profumo dei suoi capelli.

–Penso che non necessiti di alcun rammendo. Sono leggermente larghe le maniche, ma mi piacciono, vorrei che lo lasciaste così.– sorrise Galina roteando su sé stessa mentre si specchiava.

–Vi.. vi dona molto.– Magnus scosse la testa e posò lo sguardo sull’esile figura della donna e su quell’abito a dir poco meraviglioso, uno dei migliori che lui e Maruska avessero mai creato.

Ore 19.00

Magnus sedeva accanto a Maruska e Tobjia in una grande stanza dove stavano per servire la cena a loro, ai musicisti e ad alcune guardie di riposo. In attesa del cibo, lo stregone continuava a sporgersi a destra e sinistra, speranzoso di scorgere il viso angelico di Dorian, ma nulla. Posò lo sguardo sul suo piatto di porcellana dal bordo sbeccato e sospirò.

– Qualcosa vi turba?– chiese Tobjia.

– No, no. Sono solamente stanco.

– Andate a casa, lo spettacolo lo conoscete a memoria ormai. Avete bisogno di risposo, sia voi che Maruska.

– Non potrei mai, devo assicurarmi che non accadano imprevisti con gli abiti di scena.– disse Magnus preoccupato – Se dovessimo andarcene, chi ve li rammenderebbe in meno di venti secondi?
Tobjia scoppiò a ridere e poi appoggiò una mano sulla spalla di Magnus.

– Avete terribilmente ragione. Ma domani, ve ne prego, prendetevi un giorno di congedo. Vi vedo molto stanco, provato.. dovete riposarvi prima dell’inizio della nuova stagione teatrale.

Magnus annuì: Tobija aveva ragione, ultimamente era stato costretto ad usare la magia molto spesso e avrebbe dovuto usarla anche la sera stessa. A questo punto sperava di non incontrare Rasputin, o per lo meno di non incrociarlo con lo sguardo per uno dei corridoi o tra il pubblico.
La porta della cucina si aprì ed iniziarono ad uscire una decina di camerieri che spingevano dei carrelli dorati con pentole, padelle e teglie ricolme di prelibatezze. Lo stregone optò per una semplice zuppa di verdure e delle polpettine di ceci, mentre la guardia che sedeva di fronte a lui, iniziò ad ingurgitare una quantità di cibo al limite delle capacità umane e non umane.
 

Ore 20.40

– Mancano solo trenta minuti. M raccomando, fate attenzione al pavimento!– disse Magnus – L’ho controllato personalmente ma non si sa mai.– sbuffò.

Maruska era più agitata di Galina e Tobjia messi assieme, così si sedette ed iniziò a farsi aria con il copione di quest’ultimo, che subito corse a strapparglielo dalla mani.
Magnus invece era stanco, ma piuttosto calmo. Si avvicinò al sipario e con uno schiocco di dita ne rese una piccola porzione trasparente, in modo da vedere il livello di affollamento della sala. Spostò lo sguardo su e giù, a destra e poi a sinistra, ma di Rasputin nemmeno l’ombra. Controllò nuovamente vicino allo Zar e alla famiglia imperiale, constatando nuovamente che vi erano solamente i cortigiani più fidati. Magnus tirò un sospiro di sollievo e schioccò nuovamente le dita, annullando il piccolo incantesimo.

– E’ pieno?– chiese Maruska con voce tremante.

– Direi abbastanza affollato.– disse Magnus inclinando il capo – Non agitatevi, non vorremo proprio fare una brutta figura davanti alle famiglie più importanti dell’Impero!– esclamò Magnus con fare buffo, riuscendo a strappare un sorriso all’agitatissima Maruska.

– DIECI MINUTI!– esclamò un uomo piuttosto basso e robusto. Doveva essere il coordinatore o qualcosa del genere pensò Magnus.


Ore 21.00

Il sipario si aprì, mostrando una bellissima scenografia dipinta con alberi e fiori di tutte le sfumature. Magnus rimase appoggiato al cornicione della porta che delimitava la fine delle quinte e l’inizio del palcoscenico, osservando ogni movimento dei due attori.
L’orchestra suonava divinamente e più volte gli applausi partirono proprio dallo Zar e dalla consorte, scatenando nel cuore dello stregone un immenso senso di gioia e compiacimento.
Ma quello stato d’animo durò ben poco: sulla sinistra una figura magra e misteriosa stava percorrendo lo stretto corridoio per andare a sedersi in uno dei pochi posti liberi all’interno della sala. Magnus si ritrasse all’istante, cercando di non farsi vedere.

– Maruska, potete venire qui? Ho bisogno di assentarmi un istante.

– Certamente, andate pure.– sorrise la donna che pareva essersi tranquillizzata.

Lo stregone corse fuori dalla stanza e cercò di dirigersi verso i cosiddetti “Bagni Inferiori” riservati alle guardie e alla servitù. Svoltò a sinistra in un piccolo corridoio privo di qualsiasi tipo di arredamento, fino ad arrivare ad una porta sgangherata che si aprì a piccoli scatti, cigolando in modo assordante. Magnus si diresse verso una tinozza ricolma di acqua non proprio pulita, con la quale si sciacquò il viso più e più volte.

– Vi serve aiuto?– chiese una voce molto dolce, probabilmente una donna della servitù.

– No, vi ringrazio. – rispose Magnus tenendo la testa nella tinozza.

– Andate pure, ci penso io.– si aggiunse una voce che Magnus riconobbe subito.

Lo stregone aveva paura persino a voltarsi, paura che quel monaco lo uccidesse solamente con lo sguardo. Magnus non provava quel tipo di terrore dalla sua infanzia e in quel momento desiderava solamente di non trovarsi un quel maledetto posto.

– *Nu, nu ... chto my imeyem zdes’: Magnus Bane.– ghignò il Monaco.

Magnus si girò lentamente: si sentiva debole e stanco, se avesse usato altra magia sarebbe caduto per terra esausto.

– Carini i vostri abiti. Sono certo che la Zarina verrà a complimentarsi con voi, STREGONE. – disse calcando l’ultima parola.

– Non permettetevi mai più!– esclamò Magnus alquanto alterato – Siete anche voi come me!

– No, vi sbagliate… io non tiro a campare come uno stupido sarto che cuce vestiti per le fanciulle del teatro. Non cadrò mai in basso quanto voi, signor Bane.– la voce del monaco era cupa e ricolma di odio.

Rasputin si avvicinò a Magnus guardandolo dritto negli occhi, scuri ed impenetrabili come il buio della notte. Magnus riuscì a mostrargli i suoi, facendoli scintillare nella luce fioca della stanza.

– Andatevene.– ordinò Magnus con quel briciolo di forze che gli restava.

Rasputin inclinò la testa all’indietro ed iniziò a ridere mentre Magnus si sentiva morire dentro, poi all’improvviso, sentì un rumore sordo seguito da un tonfo. Rasputin giaceva a terra completamente inerme, dietro di lui Dorian con il fucile in pugno.

 

*Nu, nu ... chto my imeyem zdes’: bene, bene… chi abbiamo qui

  
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