A Difficult Job
Era un giorno speciale per i due cavalieri più
famosi di tutta Alexandria: Adalberto Steiner e Beatrix.
Dopo il ritorno di Gidan, infatti, non avevano più avuto tempo per stare un po’
insieme, ma soprattutto, in solitudine.
E, quel giorno, in quella bella giornata primaverile,
potevano finalmente stare un po’ da soli.
Il programma era semplice, Steiner avrebbe accompagnato la sua bella a fare
shopping nel suo negozio preferito, l’Armeria ( Che vi aspettavate, Chanel? ).
Erano entrambi molto, molto agitati.
Il Cavaliere si era messo la sua armatura migliore,
perfettamente lucidata.
La bella shogun, invece,
portava la sua spada più bella e si era spruzzata un po’ del suo
profumo preferito, Eau de Xena ( Per una guerriera
sempre profumata, anche nei momenti difficili)
Si erano dati appuntamento al
molo a cui arrivavano le barche dal castello.
Steiner, ovviamente, per paura di arrivare in ritardo, era arrivato lì due ore prima dell’appuntamento.
Appena scese dalla barca rimase molto stupito nel
vedere Beatrix che gli sorrideva, un po’ imbarazzata.
<< Ero in anticipo? >> arrossì lei
<< No, appena due ore… >>
E, senza dire altro si presero
romanticamente per mano, avviandosi verso
Quel giorno sarebbe stato perfetto,
si augurò il Comandante della Squadra Plutò.
Appena arrivati davanti alla bancarella del
fiorista, lui le comprò una rosa rossa, assumendo quasi lo stesso colore mentre gliela porgeva.
Lei gli sorrise dolcemente.
Si guardarono negli occhi per qualche istante. ( O meglio lui guardò nel solo occhio non coperto di
lei… chissà perché se lo copre )
I loro volti si avvicinarono, anche se Beatrix dovette
salire sulle punte.
Le loro labbra si sfiorarono appena quando…
<< Guavda, cava, che compovtamento disdicevole mostvano
questi cavavievi >> commentò
un nobile di Toleno vestito riccamente, passando di
lì.
<< Hai vagione, tesovo. >> annuì la moglie, vestita ancor
più riccamente del marito.
<< Dovvemmo avvevtive la vegina…
>> e detto questo si allontanarono, offesi.
I due si staccarono, rossi dalle orecchie alla punta
delle spade ( Neanche quando escono riescono a non
prendere le loro amate… ‘ste spade sono
peggio di una droga… )
Visto che la maggior parte delle persone che passavano
per la piazza li stava fissando, i due innamorati si affrettarono ad
allontanarsi, rifugiandosi nel primo bar aperto che trovarono.
Non era in una bella zona, anzi, era in un piccolo
vicolo e oltretutto era uno scantinato sotterraneo.
Ma potevano anche sopportare questi fastidi, per restare
un po’ in pace.
<< Mm… rimembro cotal
luogo… che ci sia già stato..? >>
si domandò Adalberto
<< Non credo, difficilmente una persona senza
loschi fini ci verrebbe… >> rispose la bella shogun,
sedendosi ad un tavolo, subito seguita dal suo “bello” (No, bello
no)
Effettivamente era un posto dall’aria malfamata:
c’era una maga rossa appoggiata al bancone, che si guardava intorno con
aria piuttosto astiosa, due uomini che giocavano a carte intorno ad un tavolo,
un tipo con Quattro Braccia (Lo riconoscete?) che contava dei guil e un barista
dall’aria addormentata dietro al bancone.
<< Nonostante sia
affollato da briganti sembra un luogo pacifico… >> commentò
l’uomo in armatura.
<< Già… >> sospirò
lei, con un dolce sorriso.
Si guardarono ancora, con aria innamorata.
Entrambi sorrisero, nello
stesso istante, provando una dolce sensazione…
<< Hola chico! >> esclamò una voce femminile,
avvicinandosi a loro << Te ricordi de me?
>> chiese.
Era una donna piuttosto carina, dai capelli sul grigio
e un cappello in testa azzurro, proprio come i suoi occhi.
<< Veramente… >> arrossì il
cavaliere, notando lo sguardo sospettoso della guerriera.
<< Ma sei proprio Loco!!
>> scosse il capo lei << Soy io, Carmen!! >>
<< Oh, signorina Carmen, sono proprio euforico
di sapere che lei ha lasciato quella banda di briganti… >>
<< Si, si, puedo offrirte qualcosa? >>
<< No, grazie…. Stavamo andando. >>
sorrise freddamente la shogun, prendendo
per mano Steiner e dirigendosi verso la porta.
<< Yo-ho, bella chica che te sei scelto, loco >> lo prese in giro
l’attrice, prima di salutarli con una mano.
Appena usciti i due si guardarono, per qualche istante.
<< Era con quei
briganti… >> si giustificò il Comandante dei Plutò, abbassando lo sguardo.
<< Capisco… >> si guardò
intorno, notando l’affollamento delle strade e delle piazze scosse il capo. << Penso che il Castello sia
più tranquillo… >>
<< Hai ragione, pulcherrima >> annuì Adalberto.
E, insieme, si diressero verso il grande
castello di Alexandria, anche se non grande come
quello di Lindblum. ( Non so
che centri questo, ma ci stava bene, no? )
Giunsero nel grande atrio, affollato da Soldatesse di Alexandria, Guardie Plutò, Cuochi dalla cucina e Studiosi, capeggiati
dal Dottor Totto, tornato al Castello sotto espresso
invito della Regina Garnet e Lord Gidan.
Si guardarono intorno cercando una sala in cui poter
star soli… ma anche in questa volta il destino non era d’accordo.
<< Comandante!! >> esclamò uno dei Plutò << Abbiamo un problem… oh, Shogun, non
disturbo vero? Comunque c’è stata
un’invasione di orripilanti Scaraburi!!
>> esclamò quello, sull’orlo delle lacrime.
Steiner guardò con la coda dell’occhio Beatrix.
Che cosa avrebbe pensato dei Plutò,
se avesse saputo che avevano paura anche degli Scaraburi?
Ma, soprattutto, che cosa avrebbe pensato di Lui?
Doveva trovare qualcosa da dure…
<< Catturateli tutti, ma fate in fretta! La
regina ne è spaventata! >>
Falso. A Garnet non facevano “né caldo
né freddo”, ma almeno era una scusa…
<< Si…signorsì, Signore >>
eseguì il saluto dei soldati e si allontanò in fretta.
<< Vieni… ti porto
in un posto >> sorrise la guerriera, prendendolo per mano.
Uscirono dal castello e svoltarono a destra, per
arrivare in una torre.
Salirono i gradini e arrivarono in cima, il sole che tramontava
basso sul lago, il lieve venticello…
Com’era romantico!
Finalmente erano soli, sulla cima di una torre, con un
romanticissimo panorama davanti agli occhi…
Lui le mise le mani intorno alla vita, i loro occhi si incontrarono nuovamente.
Beatrix sorrise.
Per la prima volta da settimane e settimane erano
soli, veramente soli, e nessuno sarebbe venuto a disturbarli..
Ma, si sa, mai dire mai.
<< Shogun Beatrix! Shogun Beatrix, finalmente vi ho trovata! >> esclamò
una soldatessa, ansante per la corsa. << Non
sapete che fatica ho fatto!! >>
L’interpelata la fulminò con lo sguardo.
<< Abbiamo un gravissimo problema!! >>
<< Dimmi >> annuì
la donna, ormai rassegnata alla scomoda presenza della ragazza.
<< Non sappiamo di che colore fare gli elmetti
di quest’anno!! Gialli o Blu? >>
Sguardo assassino della Shogun.
<< Scegli tu >>
sibilò velenosa, prima di essere trascinata via di peso dal
Cavaliere.
<< Ora ti porto io in un luogo ameno, gentile fanciulla >>
Si avviarono nuovamente e, dopo aver imboccato parecchi passaggi segreti e sceso numerose scale, giunsero
finalmente nei vecchi appartamenti della regina… chi mai sarebbe andato a
cercarli lì?
<< Prima tu, dolce guerriera del mio cuore >>
Beatrix sorrise nuovamente, radiosa, spostandosi una
ciocca di bruni capelli dalla spalla, mentre il Comandante dei Plutò apriva la porta della camera… uno strano
e incredibile spettacolo si parò davanti ai
loro occhi.
<< Regina Garnet! >> esclamò la
prima, stupita.
<< Il furfante! Cosa stavate facendo alla
principessina?? >> urlò l’altro,
cominciando a saltellare, con un rumore di ferraglia.
Daga e Gidan si guardarono, arrossendo violentemente,
abbracciati seduti su un divano.
<< Ehm… noi… >> tentò
di giustificarsi la giovane nobile.
<< Ehi Don Chisciotte,
vedo che anche tu sei in gentile compagnia! >> lo prese in giro
l’ex ladro, ammiccando alla bella guerriera, che portò una mano
sulla spada, con ovvi intenti.
<< Avanti, Beatrix, calmatevi! E anche voi Steiner! >> ordinò
la regina, incrociando le braccia e cercando di ricomporsi, per quanto
possibile.
<< E andatevene! So che
anche voi cercherete un posto tranquillo… ma
questo è il nostro nido d’amore >> Gidan sorrise a duecento
denti, accarezzando il volto della sua amata con la mano guantata.
I due cavalieri si scambiarono uno sguardo
imbarazzato, per poi alzare le spalle e prepararsi ad uscire.
<< Ciao Ciao!
>> li salutò il ragazzo con la mano, imitato da Garnet.
Appena usciti in corridoio Steiner
abbassò gli occhi, dispiaciuto << Non è andato tutto
secondo ai piani… >> borbottò, in evidente imbarazzo e
temendo di aver fatto una figuraccia davanti alla sua Shogun.
Lei in risposta rise
dolcemente << E’ stato tutto perfetto… >>
sussurrò, sistemandosi nervosamente i capelli, per poi avvicinare il suo
volto a quello del cavaliere.
<< Aspetta… e se arrivasse
qualcuno…? >> domandò quello, ancor più in imbarazzo.
<< Che guardi
pure… >> sussurrò nuovamente lei, sfiorando le labbra con un
dolce bacio.
Ehilà! Vi è piaciuta? Spero di
sì… beh, insomma, si è capito, immagino, che Steiner e Beatrix sono la mia
coppia preferita di FFIX, no? Su un alto sito l’avevo pubblicata con un
alto nick…
ma sono sempre io!
Baci!