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Autore: Tenue    19/06/2017    1 recensioni
L’Artista, così amava definirsi, ambiva a qualcosa di davvero singolare.
Voleva diventare una meravigliosa creatura eterea, entrare in metamorfosi con la natura, diventare la più sconosciuta delle forme d’arte. Essere un fantasma.
Voleva cadere, lasciarsi andare. Essere libero.
Morire.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cadere nel vento


Cadde limpida come una goccia di pioggia.
Si disperse nel vuoto dinnanzi alla sua figura e non la vide più.
Una lacrima. Chissà perché era scivolata giù dal suo viso.
Una lacrima per cosa, infondo?
 
Una tetra ambizione lo aveva portato lassù, su quell’altissima scogliera illuminata dalla luce primaverile. Lui, che da mesi teneva la sua rosea bocca sigillata, e i cui pensieri non potevano far altro che riversarsi ancora e ancora nella sua testa senza mai poter uscire, voleva finalmente compiere il suo desiderio.
 
L’Artista, così amava definirsi, ambiva a qualcosa di davvero singolare.
Voleva diventare una meravigliosa creatura eterea, entrare in metamorfosi con la natura, diventare la più sconosciuta delle forme d’arte. Essere un fantasma.
 
Voleva cadere, lasciarsi andare. Essere libero.
Morire.
 
Si sentiva soffocare, improvvisamente la sua vita era diventata solo una pesante catena che attanagliava il suo corpo. In quei mesi, la sua arte e la sua immaginazione erano scomparse, lasciandolo solo con la parte peggiore di lui.
Un agglomerato informe di pensieri ambigui.
Era stata la realtà la causa della sua improvvisa caduta in quel limbo. L’Artista la trovava macchinosa, crudele. O forse alla fine, era solo lui ad essere pazzo.
Guardava con apatia le persone che gli camminano accanto, andavano avanti e avanti, lungo la loro vita, senza accorgersi di niente, incastrate in amori finti e sensazioni insignificanti. Lui invece, sentì di essersi fermato non appena l’arte lo ebbe abbandonato.
 
Cadde limpido, disperdendosi nel vento, il suo desiderio di libertà.
La trovava un’ agonia, questo continuo intrecciarsi di emozioni negative. Gli squarciavano il petto ed entravano dentro di lui, sentiva la sua testa spoglia di qualsiasi ispirazione, eppure il cuore colmo di ansia.
Non ce la poteva fare, era stanco.
Davvero, voleva solo diventare un fantasma.
 
Un’altra lacrima cadde, sfocandosi nel dirupo che aveva dinnanzi. Con la mano tremante si asciugo il viso e alzò lo sguardo. Vide il mare brillare in lontananza, mentre le sue onde più vicine si scagliavano impetuose sugli scogli sotto di sé. Percepiva sulla pelle la brezza marina e l’aria fresca della primavera. Il solo odore era quello dei fiori alle sue spalle.
-Una morte poetica.- commentò a bassa voce, con un lieve sorriso triste.
 
Poi sentì il bisogno di cadere, di librarsi nell’aria.
Voleva sentirsi libero.
 
Mise un piede avanti, nel vuoto.
E cadde.
 
 
Eppure ci fu qualcosa di strano. La sua caduta avvenne all’indietro e durò meno del previsto. Inoltre era… vivo?
Qualcosa lo aveva tirato indietro.
Steso a terra, alzò lo sguardo e lo trovò proprio lì sopra di lui, con quel suo viso imbronciato e i suoi occhi neri che lo fulminavano.
-Non posso crederci! Stavi per farlo di nuovo!-
Dopo un attimo di smarrimento, l’Artista sbuffò una risata e si alzò in piedi.
-Non c’è niente da ridere! Ringrazia il cielo che ogni volta che scappi io riesca sempre a ritrovarti… e ad impedirti di fare certe cavolate!- Continuò, alzando la voce.
-E perché lo fai?- Chiese calmo -Non posso essere libero di fare ciò che voglio? Infondo, non credo importi a qualcuno che io sia vivo o morto.-
Il ragazzo dagli occhi neri allora, sembrò arrabbiarsi ancora di più. Si avvicinò di più a lui con sguardo omicida, ma contro ogni previsione si limitò a poggiare la testa sul petto dell’altro.
 
-Importa a me.- mormorò.
 
Si sorprese, l’Artista. Incredulo, abbassò lo sguardo mormorando un “cosa?” incerto.
Nel frattempo si era alzato un leggero vento, le fronde fiorite degli alberi avevano cominciato a frusciare leggermente. L’altro ragazzo si rimise dritto e puntò gli occhi nei suoi. –Stenditi con me, qui- disse –Smettila di pensare e lascia andare la tua mente-.
L’Artista non capì bene come il suo corpo si fosse improvvisamente rilassato.
I suoi pensieri tormentati erano svaniti, lasciando spazio di nuovo alla sua arte che sembrava essere tornata a colorare la sua mente. Era tornato se stesso, lo capì mentre, steso sul prato, con le sue dita sottili accarezzava distrattamente i capelli del ragazzo dagli occhi neri.
 
Non aveva trovato la libertà, eppure si sentì libero.



           
  
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