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Autore: effy_14    19/06/2017    3 recensioni
Passeggiando verso il paese con gli altri un’altra strana fitta la colse. Si girò d’istinto verso la nave e alzò lo sguardo alla palestra. La sua chioma rossa si vedeva chiaramente dalle vetrate e sforzando l’occhio sano poteva anche intravedere il suo sorriso di saluto.
Fu lì che ebbe la certezza, il brutto presentimento c’era eccome in lui, e dopo qualche ora, avrebbe anche scoperto che si riferiva proprio a lei.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!
Finalmente ho un pochino di tempo per me e per Zoro e Nami!!!
Quella che vado a presentarvi non è la storia che volevo inserire subito, prima avrei voluto fare un salto indietro, ma è l’unica che sono riuscita a finire e controllare, quindi, meglio che nulla!!
Qui siamo subito dopo la storia “L’attesa del cuore”, quindi nella saga di Dressrosa.
Saranno un insieme di capitoli su ciò che è successo ai nostri personaggi in questa saga, molto ma molto piena per loro, che a parer mio ha dato molti momento ZoNa, nonostante la lontananza, ma magari è una mia idea!!
Io vedo ZoNa ovunque =)
Beh ora vi lascio a questa cosa che non so se si può chiamare storia e spero di poter aggiornare il prima possibile!!
Buona giornata a tutti e grazie mille di cuore a chi legge =)
 
Effy
 
 
Si toccò, per l’ennesima volta, il nodo della cravatta nera: irritato dalla sua soffocante presenza. L’immagine che lo specchio rifletteva non era certo male, ma quel piccolo particolare lo stava facendo innervosire e non poco.
Una risata leggera, ma cristallina, gli fece spostare lo sguardo alle sue spalle: da dove una testolina rossa stava facendo capolino.
-Ma che eleganza, non sembri per nulla un pinguino come pensavo!-
Un’altra risata seguita da un ringhio di risposta.
-Oh come siamo permalosi. Il mio voleva essere un complimento.-
Si sentì studiato da capo a piedi ed immediatamente uno strano disagio salì in lui. Non stava facendo nulla di che, ma il suo solo sguardo, i suoi occhi così attenti sul suo corpo, lo facevano sentire strano. C’era qualcosa di nuovo in quelle iridi color cioccolato, qualcosa di forte. Sicurezza, pensò.
Ne ebbe la totale certezza quando Nami lo fissò dritto negli occhi senza nessuna esitazione, lanciandogli il suo sguardo più malizioso. 
Uno strano caldo si sparse per tutto il corpo, spingendolo, in automatico, a portare la mano alla cravatta per cercare di allentarla nuovamente.
-Si penso anche io che questa non stia bene.-
Le sue mani si mossero in automatico e in naturalezza verso il collo di Zoro. Con una semplicità disarmante sciolse il nodo della cravatta e, lentamente, guardando sempre dritto negli occhi il compagno, la fece scivolare fino a toglierla del tutto.
Il verde arrossì di botto. Non capì bene se per la sensualità nello sguardo della rossa o il per brivido che il passaggio lento della cravatta sul collo gli aveva provocato.
Successivamente le dita candide andarono ad aprire i primi bottoni della camicia, lasciando libero il petto muscoloso.
-Si così va decisamente meglio!-
Un altro suo sorriso. Un altro battito del cuore che se ne andava. Ebbe l’impulso di scappare, di allontanarsi da quella situazione così pericolosa, ma poi si diede subito dello stupido.
Dopo quello che era successo sul ponte qualche giorno prima, dopo le parole di lei, dopo il loro bacio, non doveva più farsi mille domande, ma avere solo certezze.
Certezze sul fatto che lei fosse solo sua e che certi sguardi e certi movimenti sarebbero stato dedicati solo a lui.
Riprese più sicurezza di se, insieme ad una buona dose di spavalderia,e decise di giocare al suo gioco. Mise sicuro le mani sopra i fianchi morbidi della ragazza avvicinandola, quasi prepotentemente a lui e facendole uscire un “oh” di sorpresa.
Un ghigno malizioso si creò in automatico alla vista degli occhi spalancati di stupore di Nami, che credeva? Che poteva essere l’unica a divertirsi?
Non passò molto però che la stessa cambiò la sua espressione da disorientata a felice. Si felice. Perché se provocarlo, farlo arrossire metterlo in difficoltà la faceva divertire, averlo così vicino e preso da lei le creava una strana sensazione al petto, facendo scattare qualcosa di automatico alla sua bocca, che non poteva fare a meno di aprirsi nel sorriso più bello che potesse.
E poco dopo lo stesso sorriso prese anche la bocca sottile del giovane, che si chiese come poteva aver, anche solo pensato, di vivere nello stesso modo senza di lei.
Senza volontà propria i nasi iniziarono a sfregarsi dolcemente tra loro, donandosi piccole carezze, che segnavano solo l’inizio di quelle che sarebbero arrivate dopo.
La distanza che divideva le loro labbra incominciò a ridursi, e nel momento esatto in cui le stesse stavano per sfiorarsi un urlo sovraumano arrivò dal ponte.
-Zorooooooo!!! Muovitiii!! Dobbiamo trovare una bella locanda per mangiare! –
Di nuovo: un ringhio quasi animale e una risata di frapposero nella stanza. Zoro guardò Nami perplesso sulla sua reazione, che non sembrava minimante dispiaciuta, ma subito la ragazza si spiegò.
-Oh non guardarmi così!!- disse sempre con il sorriso- Lo conosci no!?! Il suo stomaco prima di tutto!Quindi meglio andare prima che salga direttamente lui e ci trovi così! –
Per tutta risposta: la presa di Zoro si rafforzò maggiormente sul corpo della rossa.
-Lo so, lo so, ma abbiamo tutto il tempo dopo questa missione per stare in tranquillità. Ho già calcolato che mancheranno parecchi giorni per arrivare alla prossima isola. –
Il suo animo si calmò, allentando anche la presa ai suoi fianchi, ma senza lasciarla andare. Aveva ragione, dopo quella missione, avrebbero avuto tutto il tempo. Certo non era proprio una “passeggiata” quella che stavano per affrontare, ma lui aveva fiducia nel suo capitano e soprattutto in se stesso. Eppure.
Qualcosa dentro di lui si muoveva ogni volta che pensava al fatto che lei sarebbe rimasta li, lontana da lui, come un brutto presentimento.
Cercando di non trapelare alcuna preoccupazione parlò –Perché tu non scendi?-
Nami lo guardò un pochino sorpresa. Non capiva a pieno il senso della domanda, ma soprattutto non aveva capito bene il tono con il quale lei gliela aveva fatta
-Oh si certo!!Sai non vedo l’ora di incontrare faccia a faccia uno dei peggiori membri della flotta dei sette!!- rispose il più tranquilla possibile, ma capiva che non si era bevuta il suo “finto” disinteresse.
-Ehi!Sono sulla nave con Brook e Chopper. Non succederà nulla. Dobbiamo solo portare quel coso di gas sulla spiaggia indicata e mi dici se non ci sono io a bordo chi ci riesce?-
In effetti aveva ragione e probabilmente la sua strana sensazione era solo una sorta di eccessiva preoccupazione per lei.
Un altro urlò arrivò dal ponte e questa volta i due decisero di scendere. O meglio scese solo Zoro, Nami sarebbe uscita da lì in seguito, per non insospettire nessuno.
 
Passeggiando verso il paese con gli altri un’altra strana fitta la colse. Si girò d’istinto verso la nave e alzò lo sguardo alla palestra. La sua chioma rossa si vedeva chiaramente dalle vetrate e sforzando l’occhio sano poteva anche intravedere il suo sorriso di saluto.
Fu lì che ebbe la certezza, il brutto presentimento c’era eccome in lui, e dopo qualche ora, avrebbe anche scoperto che si riferiva proprio a lei.
 
   
 
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