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Autore: heliodor    19/06/2017    4 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Oren

Levitarono oltre il bordo della buca. Joyce diede una leggera spinta con le gambe e atterrarono a pochi passi di distanza.
Non appena a terra il ragazzo lasciò la presa e lei ne fu grata. Stava cominciando a sudare.
"Sei una strega?" chiese lui.
"In un certo senso..."
"E hanno mandato solo te?"
Solo? Decise di non dirgli che nessuno lo stava cercando. "Sono venuta ad aiutarti."
Lui le porse la mano aperta. "Mi chiamo Oren."
Il nipote di Mythey! Esclamò Joyce dentro di sé. "Piacere di conoscerti" disse evitando la stretta di mano.
Oren si guardò attorno. "Che macello. Quel mostro voleva mangiarmi."
"Ci sono altri sopravvissuti?"
Oren scosse la testa. "Sono l'unico. Non ho idea di dove siano gli altri. Se almeno avessi la mia spada..."
"Sei un guerriero?"
"Spero di diventarlo un giorno."
Joyce trasse dalla borsa la spada corta e gliela porse.
"Cosa ci dovrei fare con questa?" domandò Oren soppesandola nella mano.
"Sei un guerriero, no? Usala se ci imbattiamo in quel mostro."
"Mi prendi in giro? Vuoi che affronti quel troll con questo coltellino?"
Joyce fece spallucce.
"Non ti sei portata niente di meglio dietro?" chiese lui con tono polemico.
"Senti, andavo piuttosto di fretta" rispose Joyce spazientita.
"D'accordo, d'accordo. Dicevi di avere un piano."
"Il piano era di correre fuori di qui." Si avviò verso l'uscita. "Prima che torni il troll."
"Non lo farà prima di un'ora almeno."
"Meglio così. Andiamo ora."
Oren la seguì.
 
Ripercorsero a ritroso il sentiero verso la carovana distrutta.
"Dove hai messo il cavallo?" domandò Oren.
"Sono venuta a piedi" rispose Joyce.
"Saranno almeno tre miglia dalla città."
Lei gli rivolse un'occhiata in tralice.
Oren alzò le mani come in segno di resa. "Non c'è problema, mi serviva camminare un po' dopo tutto quel tempo passato nella buca."
Joyce si sentiva irritata. "Parli troppo per uno che stava per essere mangiato."
"Cosa vuoi che ti dica, grazie?"
"Sarebbe molto utile in effetti."
Lui tacque.
"Lasciamo perdere" disse Joyce.
Solo all'ultimo momento notò l'albero che si abbatteva davanti a loro.
Oren se ne accorse e la tirò per un braccio.
Un ruggito squarciò l'aria facendole accapponare la pelle.
Dal bosco emerse un'ombra gigantesca che si faceva strada tra gli alberi.
Joyce vide sbucare prima la testa e poi il resto del troll. Era alto il doppio di lei. Il corpo era tozzo e muscoloso con braccia spesse come tronchi di albero. La testa incassata nelle spalle aveva occhi piccoli e cattivi e una bocca simile a quella di un cane.
In quel momento era spalancata e mostrava due file di denti appuntiti.
"Si arrabbiano molto quando la cena cerca di scappare" disse Oren.
Joyce non si mosse. La sorpresa l'aveva paralizzata.
Oren la spinse via con entrambe le braccia. "Corri se non vuoi essere mangiata" le disse spingendola nella direzione opposta.
Il troll si mosse verso di loro e solo allora Joyce si destò. Corse dietro a Oren per il sentiero senza osare voltarsi.
Sentiva i passi pensanti del troll avvicinarsi.
"Avevi detto che sarebbe rimasto fuori per un'ora" gridò a Oren.
"Scusa se non sono un esperto di troll" rispose lui senza voltarsi.
Sbucarono sulla strada davanti ai resti della carovana.
Oren si gettò verso la carovana distrutta.
"Dove vai?" gli chiese.
"Cerco un riparo" rispose lui guardandosi attorno.
"Ci troverà lo stesso."
Oren le tirò il braccio e la costrinse ad accucciarsi.
"Fai piano" protestò Joyce.
Lui le fece cenno di tacere.
Il troll sbucò in quel momento dal sentiero, fece una decina di passi e si fermò. Il mostro fiutò l'aria come avrebbe fatto un cane.
Nascosta dietro la carovana distrutta, la mente di Joyce lavorava febbrile. Aveva ancora degli incantesimi da usare, ma avrebbero fermato quella creatura?
Il troll annusò l'aria della sera e voltò la testa tozza verso di loro.
"Corri" disse Oren balzando fuori dal nascondiglio. Sollevò la spada corta e la scagliò contro il mostro.
La spada roteò nell'aria e si conficcò tra le costole del troll. Il mostro afferrò l'elsa del pugnale e lo estrasse stillando sangue rosso scuro. Piegò la lama dell'arma e la gettò lontano. Poi ruggì con ferocia maggiore.
"Io ho fatto la mia parte" disse Oren. "Ora tocca a te."
Joyce uscì dal riparo, la mano che brillava. Puntò il braccio verso il troll e aprì il palmo. Il dardo magico colpì il mostro al petto e lo costrinse a indietreggiare.
Joyce non gli concesse il tempo di riprendersi. Scagliò un secondo dardo e poi un terzo e un quarto spingendolo indietro.
Il mostro, disorientato dall'attacco, indietreggiò fino all'orlo del precipizio. Alle sue spalle si apriva una voragine che scendeva a picco per un centinaio di metri.
Joyce gli scagliò contro altri due dardi, gli ultimi che aveva a disposizione.
Il mostro era solo a un paio di passi dal precipizio.
Joyce puntò entrambe le mani in avanti e pronunciò la formula ad alta voce: "Mac Dia Dhuit."
Un raggio di energia scaturì dai palmi aperti e colpì il mostro al petto, costringendo a fare un altro passo indietro.
Joyce tenne le braccia puntate sul mostro, l'energia che continuava a fluire attraverso le sue mani.
Il troll fece un altro passo indietro. Ormai era in bilico sull'orlo del precipizio.
Il raggio si esaurì all'improvviso.
Joyce continuò a puntare le braccia verso il bersaglio, ma non c'era più energia nel suo corpo. Aveva usato l'ultimo incantesimo che aveva.
Il troll era ancora in bilico sul precipizio, un piede già nel vuoto.
Tra poco si sarebbe ripreso e avrebbe puntato verso di loro.
Oren urlò qualcosa e corse in avanti verso il mostro. Tutto accadde in fretta e Joyce riuscì solo a vedere il ragazzo colpire il mostro con una spallata che lo spinse all'indietro.
Il troll cadde nel precipizio insieme a Oren.
  
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