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Autore: Robigna88    19/06/2017    1 recensioni
Quarta parte della serie The Family Business.
Crossover tra The Originals/TVD/Supernatural/Constantine/Arrow
-"Sei la donna più forte che conosco, puoi farcela. Ti amo."- Queste sono le ultime parole che Elijah Mikaelson ha detto a sua moglie poco prima di chiudere gli occhi e cadere nel sonno profondo all'interno della Chambre de Chasse creata da Freya per tenere la sua famiglia al sicuro. Queste sono le ultime parole che Allison ha sentito pronunciare da suo marito prima che chiudesse gli occhi lasciandola sola con il cuore spezzato.
-"Sistemeremo tutto.-" Questa è invece la promessa che Allison ed Hayley si sono fatte e che hanno intenzione di mantenere.
Da quelle parole sono passati cinque lunghi anni e molto è cambiato; la piccola Hope ha sette anni, è bella, sana e amata e le due donne stanno ancora provando a mantenere le promesse fatte. Per farlo sono pronte a qualunque cosa perchè la famiglia viene prima di tutto. Le conseguenze delle proprie azioni, però, tornano sempre a bussare e a volte marchiano l'anima... per sempre.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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11.

 

 

 

 

 

Allison arrivò alla centrale di polizia alle ventitré in punto e si fermò ad osservare la confusione che regnava da padrona. C’erano pattuglie ovunque, giornalisti appostati con furgoncini e telecamere ultra professionali in mano; Patricia Webber, l’acclamata giornalista di uno dei canali più importanti della nazione, stringeva un microfono in mano e parlava di qualcosa in diretta. Dio... Allison non l’aveva mai sopportata e il sentimento doveva essere reciproco.

Si erano conosciute tre anni prima, quando la Webber si era dedicata anima e corpo ad un servizio giornalistico che riguardava la famiglia Morgan da vicino. Un mare di cazzate, lei non li conosceva e né Allison né Matt avevano rilasciato alcuna intervista, ma alla cacciatrice infastidivano ancora i titoli che erano passati alla tv per circa tre mesi: L’Eredità di Christofer Morgan tra finto buonismo e sperperamento.

Resistere all’impulso di colpirla ripetutamente quando, strafottente, le aveva detto che nessuno si faceva abbindolare da quel suo viso pulito, per Allison era stato estremamente complicato. Ma c’era riuscita, aveva intentato contro di lei una causa e aveva vinto. Un risarcimento di duecentomila dollari che aveva donato ad una clinica gratuita per donne incinte che necessitava di una ristrutturazione. La sua piccola personale vendetta però era stata mandare a Patricia Webber un invito per la festa che si sarebbe tenuta proprio in quella clinica. Ah, era stato magnifico.

“La tua amica Patricia è qui a quanto pare.” Hayley la tirò fuori dai suoi pensieri.

“Ricordati che non puoi colpirla” aggiunse Matt dal sedile posteriore. “A meno che tu non voglia finire in diretta nazionale.”

“Ah ah molto divertente” Allison scosse il capo. “Avrei dovuto lasciarvi a casa.” Ricordò che Elijah si era proposto di accompagnarla, e nonostante fosse rimasto un po’ male al suo rifiuto, sperò che avesse capito; meglio tenere un profilo basso per il momento gli aveva detto. Fin troppi nemici li credevano ancora addormentati, meglio che le cose rimanessero tali almeno per un altro po’.

“Tutta questa attenzione mediatica non è positiva.” Ragionò Matt. “Non vedevo così tanti giornalisti da quando…”

“Da quando sei miracolosamente ricomparso dopo anni in cui tutti ti hanno creduto morto?” finì sua sorella per lui. “Credo che stavolta sia anche peggio.” Fu allora che Will uscì dalla stazione di polizia e salì su un’auto evitando ogni microfono ed ogni telecamera.

Il cellulare di Allison iniziò a squillare pochi secondi dopo. “C’è stata un’altra vittima, ci vediamo sulla scena.”

“E dove sarebbe la scena?”

“Olvera Street.”

Alla donna venne un sospetto, ma non disse nulla mentre ripartiva.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Notizie da parte di Allison?” Klaus si versò un bicchiere di cognac e ne porse uno ad Elijah. “Cacciatrice, Nephilim, detective... non ci si annoia mai con lei.”

Il maggiore dei Mikaelson abbozzò un sorriso prima di bere un sorso. Era preoccupato, anche se non sapeva esattamente per cosa, non ancora almeno; Allison stava bene, ed emanava una fortissima energia. Era probabilmente una delle creature più potenti al mondo eppure Elijah non poteva fare a meno di essere angosciato. Per i cinque anni che erano trascorsi, per le cose spiacevoli che sua moglie aveva detto di aver dovuto fare, per le conseguenze emotive che prima o poi sarebbero arrivate... lui lo sapeva.

“Stai bene, fratello?” gli chiese Klaus.

L’altro scosse il capo. “Non lo so, Niklaus. Dovrei, suppongo. Siamo al sicuro, la famiglia è riunita, tua figlia è sana e bellissima e felice... Ho riabbracciato mia moglie, eppure c’è qualcosa che mi turba in qualche modo.”

“Il cambiamento di Allison ti spaventa forse?”

Elijah respirò a fondo. “Allison è la donna di sempre, indipendentemente dal suo potere, sono certo di questo. Ma la sua intera vita, ogni sua convinzione, ogni suo credo, ogni sua certezza è stata distrutta. Io so quanto profondamente ami suo padre, l’uomo che l’ha cresciuta, e ha scoperto di non essere sangue del suo sangue. Forse non lo lascia vedere, ma tutto questo deve averla segnata profondamente ed io non ero qui quando è successo. Non ero con lei e lei aveva bisogno di me.”

“Sei qui adesso” suo fratello gli sorrise. “Non possiamo cambiare il passato, Elijah e non possiamo cancellare gli errori che abbiamo fatto. Quello che possiamo fare è andare avanti e fare meglio di quanto abbiamo fatto fino ad ora, così da non dover mai più stare lontano dalle persone che amiamo.”

“E credi che sia abbastanza?”

“Non lo so. Ma è tutto ciò che abbiamo.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Allison, Hayley e Matt vennero fatti passare da un vicolo secondario che li portò dritti alla scena del crimine; una piccola casa dalla facciata rosa e un po’ crepata. Will li aspettava in piedi, passò loro dei guanti non appena li vide.

“Ciao anche a te Will” lo salutò sarcastico Matt indossandoli. “Hai un aspetto terribile.”

Il detective gli lanciò un’occhiataccia, poi tornò a guardare la vittima. “È la tredicesima stanotte e non è nemmeno l’una. Spero che voi sappiate dirmi cosa diavolo sta succedendo perché io non ne ho idea e su nessuna delle scene del crimine ci sono telecamere di sorveglianza.”

Hayley corrugò la fronte guardandosi intorno. “C’è odore di lupo.”

Gli occhi di Matt si venarono per un attimo. “Lo sento anche io. È parecchio coperto dal puzzo di sangue ma sì, decisamente c’è odore di lupo.”

Allison strinse per un attimo il braccio di Will, poi si piegò sulle ginocchia per guardare meglio la vittima. L’unica cosa riconoscibile era che fosse una donna, il resto era una maschera di sangue e deformità. “Povera donna” mormorò prendendole una mano in un gesto di semplice umanità. “Sappiamo come si chiama?”

Il detective controllò qualcosa su un taccuino. “Non aveva documenti e i risultati del DNA devono ancora arrivare ma alcune persone del luogo sono certi che si tratti di Violet Hernandez.”

La cacciatrice alzò gli occhi su Hayley per un istante e si rimise in piedi. “Will, i nomi delle altre vittime?”

L’uomo la guardò perplesso. “Erano una famiglia. Sono stati uccisi durante una cena tutti insieme a casa di un certo Eric Sawyer sposato con Millicent Dubois.” Guardò la sua amica. “Che succede Allison?”

Lei si tolse i guanti e afferrò il cellulare. “Hayley” disse alla sua amica componendo il numero di Freya. “Keelin Thompson, ora. Freya” respirò a fondo mentre Hayley spariva in piena modalità vampiro. “Hayley sarà a casa tra poco, dovrebbe esserci una donna con lei, ho bisogno che tu le faccia un incantesimo di protezione e uno di occultamento. Deve sembrare che sia sparita dalla faccia della terra.”

“Allison” le chiese di nuovo Will. “Che sta succedendo? E da quanto Freya è sveglia?”

“Da alcuni giorni. E per rispondere all’altra tua domanda, le tue vittime sono tutti licantropi. Sono quelli che ci hanno aiutati a creare l’antidoto per curare i Mikaelson.”

“Mi stai dicendo che ho a che fare con dei licantropi?”

“Non so ancora con cosa hai a che fare Will, i licantropi sono le vittime al momento, il carnefice o i carnefici, potrebbero essere qualunque cosa.” Allison guardò suo fratello. “Dobbiamo avvertire Mary.”

“Consideralo fatto!” Matt uscì fuori.

“Ally” la voce di Will tradiva nervosismo. “Se davvero tutto questo è una qualche lotta tra creature soprannaturali... come faccio ad uccidere queste cose? Qualunque cosa siano.”

La donna lo guardò per un lungo istante, le tornò alla mente un momento di tantissimi anni prima, quando Will aveva scoperto l’esistenza del soprannaturale per colpa di Lucien. Come posso vincere? Le aveva chiesto impaurito. Sono un poliziotto, non un cacciatore del soprannaturale. Ora invece le chiedeva come ucciderli e nonostante lo smarrimento c’era determinazione in quegli occhi.

Come cambiano le cose, si ritrovò a pensare Allison. Anche se avrebbe preferito risparmiare al suo amico questo cambiamento. “Non lo so al momento. Devo prima capire con cosa abbiamo a che fare, dopodiché sapremo cosa fare. In ogni caso, tu devi solo temporeggiare, al resto penso io.”

“Da sola? Non se ne parla.”

“Non sono da sola” fece presente lei. “Will ti voglio bene e sei un uomo in gamba, ma questo è troppo per te ed io non voglio perdere un amico. Ti prego, cerca di stare fuori dai guai, devi solo farmi guadagnare un po’ di tempo.”

L’uomo aspettò che alcuni agenti gli passassero accanto e si allontanassero, prima di parlare. “Perché non mi hai detto di essere riuscita a svegliare Elijah e gli altri?”

Allison respirò a fondo. “Volevo mantenere il segreto solo per un po’, per passare un po’ di tempo con mio marito in pace. Una volta che il loro ritorno sarà ufficiale non avrà più modo di farlo perché la vecchia vita tornerà a...”

“Hey, non puoi saperlo questo” Will le prese una mano per un istante. “Ti guadagnerò quanto più tempo possibile, solo ti prego Allison, non fare stupidaggini. Okay?”

Lei annuì. “Ricevuto. Tienimi aggiornata.”

“Lo farò” il detective la seguì con lo sguardo fin quando non la vide più.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Allison tornò a casa alle tre del mattino e trovò Hayley e gli altri in garage. “Hey” disse loro scendendo le scale. “Che ci fate qui sotto?”

“Non volevamo che Hope si svegliasse e vedesse questo” l’Ibrida si fece di lato e gli occhi di Allison si fermarono su Keelin. Era ferita, sudata e sanguinante eppure stringeva in mano un coltello. “È stata ferita ma non guarisce.”

La cacciatrice sorrise ad Elijah, poi si avvicinò alla lupa ferita. “Vogliamo aiutarti, perché ci punti contro un coltello?”

“Mi avete messo voi in questo casino. La mia vita era normale; ho anche trovato il modo di rallentare il mio potere di guarigione così da poter vivere come una normalissima persona e ora... ora mi danno la caccia. Non voglio vivere così quindi preferisco morire. Lasciatemi scegliere almeno, me lo dovete dopo aver rovinato la mia vita.”

Allison annuì. “Okay. Hai ragione” le disse. “Dammi il coltello, ti risparmierò la sofferenza di una morte lenta. Andiamo...” la incalzò. “Te lo si legge negli occhi: vorresti farlo tu stessa ma non ne hai il coraggio.”

“Tu non sai niente di me.” Keelin venne scossa da un tremito e per poco non perse i sensi.

“Vero. Ma tu non sai niente di me; Hayley è venuta a prenderti non appena abbiamo capito che eri in pericolo, non siamo noi i cattivi qui.”

“Ti sei appena offerta di uccidermi e mi vuoi davvero dire che non siete i cattivi?”

“La mia offerta non ha niente di cattivo, è solo misericordiosa e rispettosa della tua scelta di morire. Ora, se vuoi morire lentamente dissanguata nel bel mezzo di una strada, non fa alcuna differenza per me.” Allison piegò poco il capo. “A te la scelta.”

La donna sembrò rifletterci, lasciò andare un singhiozzo e le passò il coltello.

“Allison” mormorò Freya. “Cosa stai facendo?”

La cacciatrice prese con decisione la lama. “La cosa giusta.” Replicò. E tutto il resto fu una specie di istinto incontrollabile. Chiuse gli occhi per un attimo soltanto e le poggiò la punta di due dita sulla fronte; le sue iridi diventarono blu e brillanti, il corpo di Keelin venne pervaso da una luce chiara. Bastò un minuto e le sue ferite furono guarite, tutte quante.

“Cosa hai fatto?” le chiese rimettendosi dritta.

Allison si alzò. “Non ne ho idea” confessò sentendosi frastornata.

“L’hai guarita.” Hayley sorrise guardando la sua amica. “Stai bene Ally? Sei pallida.”

Lei annuì chiudendo gli occhi, rilassandosi quando sentì le mani di Elijah afferrarla piano e girarla con delicatezza. “Hey” le disse lui. “Allison, guardami. Stai bene?”

“Sì” Allison gli sorrise sentendosi meglio. “Sto bene. Ho solo bisogno di un attimo.” Si voltò verso Keelin e mosse piano la mano, la lupa si addormentò all’istante. “Non può andarsene fin quando non avremo capito che cosa sta succedendo. Provate a spiegarglielo quando si sveglia e se proprio non vuole capire trattenetela con la forza. Non avrò un’altra morte sulla coscienza. Ne ho già a sufficienza...” mormorò sparendo dietro una porta che l’avrebbe portata in casa.

Elijah la raggiunse dopo qualche minuto.

 

 

 

 

   
 
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