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Autore: __Lily    20/06/2017    0 recensioni
«Non sopporto l’idea di lasciarti andare sapendo che un giorno sposerai qualcuno e che qualcuno non sarà mai degno di te, Lyanna Stark. Avrei dovuto sposarti io. Mi hai conquistato, il mio cuore è tuo e lo sarà sempre.»
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eddard Stark, Elia Martell, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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«Mio principe…»
«Non preoccuparti amico mio, presto tornerò a essere il principe Rhaegar, ho solo bisogno di evadere un po’ e di non pensare. Veglierai su di me anche questa volta?»
«Sempre, l’ho giurato» rispose l’uomo osservando quegli occhi viola, belli quanto una pietra preziosa.
Rhaegar gli sorrise e poi diede una pacca sulla spalla di ser Barristan.
Più Rhaegar camminava, più vedeva la povertà di fondo delle pulci; bambini sporchi e vestiti di stracci, tristemente pensò che tra quei bambini avrebbero potuto esserci i suoi figli.
Se mai diventerò re cambierò questo posto - pensò osservando un bambino seduto a terra e pieno di sporcizia, aveva la mano testa per chiedere denaro.
Rhaegar si avvicinò a lui, si inginocchiò e gli fece una carezza.
Il suo volto era scavato dalla fame, i vestiti laceri e non aveva nemmeno le scarpe.
Provò vergogna per se stesso, per chi era, per la ricchezza nella quale era nato.
«Come ti chiami?» domandò a quel bambino facendogli una carezza.
«Arden, mio signore» rispose timidamente il bambino.
Rhaegar prese un piccolo sacchetto di cuoio che teneva alla cintura e diede ad Arden delle monete che gli avrebbero permesso di mangiare e comprarsi dei vesti nuovi e delle scarpe vere.
«Prendile e fanne buon uso, Arden» disse il principe, diede un bacio a quel bambino e poi continuò a camminare scortato dal suo cavaliere.
«Il popolo ti ama e so per certo che non deluderai le loro aspettative.»
«Hai troppa fiducia in me.»
«Dico solo il vero, tu sei nato per essere re.»
Per tutta la sua vita aveva sentito quella frase, l’unica a non vederlo come futuro re ma come un uomo qualsiasi era stata Lyanna Stark e ora lei era lontana, irraggiungibile per lui.
Rhaegar si fermò, si sedette in mezzo a una strada e posò il cappello a terra, quella sera avrebbe racimolato il più possibile e se non fosse stato sufficiente lo avrebbe messo lui il denaro e poi lo avrebbe portato a uno degli orfanotrofi per poter aiutare più bambini possibile.
La lira risplendeva come i suoi capelli, toccò le corde e diede sfogo ai suoi sentimenti.
All’amore per i suoi figli, all’affetto per Elia, a ciò che provava per Lyanna Stark e alla sua impotenza per non poterla avere al suo fianco ogni giorno.
A sua madre e al fatto che non poteva fare nulla per lei, alla follia di suo padre che andava aumentando e a Viserys che lo imitava sempre più.
Qualcuno mise una moneta nel cappello, ringraziò con un cenno della testa senza smettere di suonare.
Poi la melodia si fece più triste, più malinconica, esprimeva la sua frustrazione per essere ciò che era, dei se avrebbe voluto essere un uomo qualsiasi.
Tutti i passanti diedero qualcosa, sapevano che quelle monete sarebbero state usate bene, soprattutto nelle sue mani.
Chiusi gli occhi e immaginò una bellissima lady dagli occhi grigi e tempestosi nel suo abito azzurro come il cielo, i capelli legati in una treccia con un fermaglio a forma  di lupo, il suo sorriso, le mani protese verso di lui; attorno a loro il Parco degli Dei e la neve che tanto amava.
Lyanna, non ti ho dimenticata, non ti dimenticherò mai - pensò continuando a suonare la sua lira d’argento.
Suonò per molto, circa due ore, poi ripose la lira agguantò il cappello e seguito da Barristan si recò all’orfanotrofio.
La Septa che lo gestiva accolse il principe il suo cavaliere, diede loro da bere e anche del cibo, cibo che i due rifiutarono.
«Ma mio principe…»
«No, questi bambini ne hanno più bisogno di noi. Ti ringrazio lo stesso.»
Diede alla Septa il cappello con dentro le monete e ne aggiunse altre dal suo sacchettino di cuoio.
«Aiutate più bambini che potete, per favore.»
La Septa lo prese con mano tremante, non era la prima volta che li aiutava ma l’incontro con quel bambino lo aveva scosso più delle altre volte.
«E’ molto denaro.»
«So che non è sufficiente, tenterò di farvene avere di più ma non sarà facile. Ti assicuro che un giorno le cose cambieranno.»
«Per noi è comunque molto, mio signore.»
«Lo so, ma non è abbastanza per aiutare tutti i bambini che ospitate e di cui vi prendete cura.»
«Il tuo gesto è molto importante, che gli dei ti benedicano principe Rhaegar.»
Rhaegar uscì da lì un po’ più sollevato, suonare lo aiutava a calmarsi, ad allontanare la malinconia e a tornare ciò che doveva essere, a calare nuovamente quella maschera di principe che gli era stata imposta.




L’indomani a Grande Inverno Robert si preparava per la partenza, quei giorni erano passati abbastanza veloci, notò Lyanna, era appena tornata dal Parco degli Dei.
In mano teneva una rosa blu, questa volta era stata lei a coglierla.
Robert era nel cortile d’armi pronto per la partenza, lo stendardo con il cervo dei Baratheon sventolava fiero come il suo cervo disegnato.
Ned stava parlando con lui quando si avvicinò a loro.
Suo fratello si congedò salutando il suo amico, il suo fratello acquisito.
«Fa buon viaggio Robert e sta attento per favore» gli disse Ned, l’impulsività del giovane Baratheon lo spaventava.
«Proverò a non mettermi nei guai» rispose e poi scoppiò in una fragorosa risata.
Ned guardò Lyanna e poi li lasciò soli così che potessero salutarsi.
«E’ per te» disse Lyanna porgendogli il suo fiore preferito, la rosa blu che cresceva nei giardini coperto del suo Nord.
«Grazie, Lyanna, la conserverò per sempre.»
«Un fiore non può durare per sempre, Robert, prima o poi appassisce e muore» rispose fissandolo negli occhi, questa era un’altra delle cose che amava di lei, non distoglieva mai lo sguardo come invece facevano le altre lady, forse era l’aria del Nord a renderla così spavalda e coraggiosa, proprio come un lupo.
«Questo durerà per sempre, vedrai.»
Lyanna gli diede un bacio sulla guancia.
«Ti auguro un buon rientro, mio signore.»
«Grazie. Lyanna… ho pensato alle tue parole, a ciò che mi ha detto su Mya.»
«Hai cambiato idea?»
«No, amo Mya e voglio che cresca con me al suo fianco, che venga trattata come una lady e che sia una Baratheon. Dopo le nozze chiederò al re il suo riconoscimento e verrà a vivere con noi a Capo Tempesta.»
«E’ la decisione più giusta, per il suo bene.»
«Lo so, avrei dovuto farlo in passato ma… non ero certo di esserne all’altezza, di essere un buon padre per lei.»
«Lo sarai, Robert. Vedo il modo in cui parli di lei, la ami molto come è giusto che sia.»
«Con te al mio fianco so di poter essere un uomo migliore, con te al mio fianco posso fare qualunque cosa.»
«Non esagerare ora.»
«No, non esagero Lyanna Stark, dico solo il vero.»
«A me basta che manterrai la tua parola» disse, il suo sguardo poi si spostò sulla rosa blu e le ricordò inevitabilmente la corona di fiori che Rhaegar le aveva donato ad Harrenhall, era stata la sua regina anche se per poco, aveva danzato con il suo drago, aveva baciato il suo drago e curato sua figlia.
Rhaegar, ci sarai sempre e solo tu nel mio cuore, finché avrò vita.
Robert le fece una carezza.
«Devo andare ora, ho molta strada da fare. Aspetterò i mesi che mancano con impazienza.»
«Si, devi andare. Manda un corvo quando arrivi.»
«Lo farò» rispose, poi montò sul suo cavallo e diede l’ordine ai suoi uomini di partire alla volta di Capo Tempesta.
Ned le si avvicinò e le posò una mano sopra la spalla mentre Robert galoppava ormai fuori dalle porte del loro castello, verso le brughiere innevate del Nord, verso casa sua, Capo Tempesta.
«Fratello, non far passare altro tempo, parla con nostro padre» disse senza smettere di guardare il vuoto, dove prima si trovavano tanti uomini a cavallo.
«Lyanna…»
«Non perdere la tua occasione di essere felice, ti prego» lo supplicò lei.
Trattene a stento le lacrime pensando a ciò che avrebbe perso, alla vita vissuta con Robert mentre avrebbe voluto viverla con Rhaegar Targaryen.
«Tu sei libero, Ned, scegli da solo il tuo destino. Fallo per me» disse stringendogli forte le mani.
«Credevo che con il passare dei giorni saresti stata meglio Lyanna, e invece…»
«No, non angosciarti per me. Vivi la tua vita, non rinunciare a questa lady che ha fatto battere il tuo cuore, non capiterà una seconda volta.»
«Pensavo di essere immune all’amore.»
«Nessuno è immune all’amore, non illuderti» rispose lei, poi fece una carezza a suo fratello e si avviò nuovamente vero il Parco degli Dei seguita da Hodor.
«Lyanna, sorella mia, che ti sta succedendo?» domandò Ned, ma l’unica risposta che ricevette fu quella del vento.





Rhaenys era rimasta sveglia, nel grande letto dei genitori abbracciata alla madre e coccolando Balerion attendeva l’arrivo del padre.
Elia aveva provato a convincerla a dormire, ma non ci era riuscita.
«Rhaenys, amore mio ascoltami, tuo padre questa sera tornerà tardi e tu devi dormire.»
«No, voglio aspettare papà» protestò lei.
«Sei testarda proprio come lui» rispose Elia accarezzandole i capelli e dandole un bacio sulla fronte.
I suoi piccoli occhi scuri lottavano per restare aperti, aveva sonno, ma senza la buonanotte di Rhaegar non si sarebbe addormentata.
Poco dopo entrò dalla porta e posò la sua lira e il mantello.
Rhaenys scattò in piedi e scese dal letto per corrergli incontro.
«Papà!» urlò lei.
Rhaegar la sollevò in aria e la strinse forte.
«Sei ancora sveglia, principessa?» le chiese dandole un bacio.
«Si, ti aspettavo.»
«Non voleva saperne di dormire» disse Elia avvicinandosi a loro e accarezzando la figlia.
«Mi dispiace» disse la bambina.
«Per cosa, Rhaenys?»
«Sei andato via per colpa mia.»
«No. No piccola mia, non è stata colpa tua» disse stringendola forte a se.
Rhaenys piangeva.
Rhaegar la portò sul letto e la fece sedere.
«Rhaenys, non hai fatto nulla, mh?»
«Allora perché? Per lo zio?» domandò stropicciandosi gli occhi con la mano.
Era troppo intelligente per la sua età.
«Che ha fatto questa volta Oberyn?» chiese Elia guardando suo marito.
«Il solito spaccone, Elia. Non preoccuparti va tutto bene e nemmeno tu devi preoccuparti, sei la mia bambina e non smetterò mai di amarti.»
Rhaenys si addormentò poco dopo cullata da Elia, le lacrime avevano smesso di cadere ma Rhaegar si sentiva colpevole, per colpa sua, sua figlia aveva sofferto.
«Domani parlerò con lui.»
«E’ inutile, Oberyn non cambierà mai e poi sappiamo entrambi che ha ragione» rispose tenendo la mano della figlia nella sua.
«E’ passato, voglio solo andare avanti e dimenticare Harrenhall e tutto il resto, ma se mio fratello continua a ricordartelo non sarà possibile per nessuno dei due voltare pagina.»
Non voglio voltare pagina, non posso.
«Elia, deve andarsene» gli disse lui, «so che è tuo fratello e che gli vuoi bene ma non posso più tollerare…»
«Se ne andrà presto, ma tu promettimi che proverai a dimenticarla.»
«Ci proverò.»
«Non posso pretendere il tuo amore, Rhaegar, questo lo so, ma sono io tua moglie per quanto questo possa non piacerti e per il bene della nostra sopravvivenza lei deve uscire dalle nostre vite. Se non vuoi farlo per me, fallo per Rhaenys e per Aegon.»
Per Rhaenys e per Aegon - pensò tristemente mentre il ricordo di lei bruciava più che mai dentro di lui. 

  
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