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Autore: dibiria    20/06/2017    1 recensioni
Bene o male è tutta una questione di punti di vista ed è difficile capire le tantissime sfumature che gli separano.
Vita o morte bastano pochi secondi per passare dall'uno all'altro.
***
Violetta questo lo sa ed è disposta ad immergersi nelle tenebre più oscure per poter trovare i segreti nei ricordi che ha perduto.
Incomincerà un viaggio pericoloso per salvare un mondo di cui la mente ha dimenticato l'esistenza.
La sua unica alleata è l'oscurità perché di essa lei è fatta.
Chi sono i nemici e chi gli amici dovrà scoprire, di nessuno si può fidare completamente, soltanto di se stessa.
***
Ma ora dormi giovane Violetta perché il tuo diciottesimo compleanno ancora non è arrivato e soltanto allora potrai sapere la verità, per ora dormi ignara del tuo passato e dei morti che ti porti dietro.
Genere: Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Atto Primo
il Diario Nero



II

 
Mark
 
23/05/2019, h 08.00 a.m., Terra, Accademia Astrale
 
Sono appena tornato dal Giappone, dove mia madre mi aveva trascinato col suo fidanzato.
Come se non bastasse lì si sono sposati e ora mi tocca usare il cognome di quell’uomo.
Però finalmente sono di nuovo in Italia e posso rivedere il mio splendido angelo.
Ora mi ritrovo davanti alla porta della classe aspettando che il professore mi annunci agli alunni.
Appena entro in classe vedo tutte le ragazze fissarmi e questo mi strappa un sorriso divertito che cerco di nascondere.
Il professore ha smesso di parlare e scende un silenzio un po’ imbarazzante.
Allora cerco di rompere il ghiaccio presentandomi.
<< Piacere a tutti, sono Mark Ichijo e da oggi saremo compagni di classe. >> purtroppo è più forte di me e il mio nuovo cognome mi esce con difficoltà.
"Ma dai Martial! Ti sembra questo il modo di presentarsi? Dov’è andato a finire il tuo orgoglio?"
Con lo sguardo cerco tra i visi dei miei nuovi compagni e quando finalmente trovo quello del mio amico gli rispondo acido.
Maledizione Edgard! Sei sempre il solito rompi palle! Almeno a scuola evita. Non mi sembra il caso di far sapere a tutti di noi.
Il mio sguardo ricomincia a vagare sui visi dei miei compagni, quando finalmente la mia attenzione è attratta da una ragazza con gli occhi verdi e i capelli castano scuro intrecciati in una lunga treccia, che mi guarda sorpresa ed infuriata.
<< Signor Ichijo, il suo banco è quello in seconda fila vicino la signorina McAllister. >>
Per me è come se il tempo non sia mai passato ma comunque noto gli incredibili cambiamenti avvenuti in lei in soli quattro anni.
A quanto pare, le tre Dee dei Cieli sono dalla mia parte.
Appena mi trovo abbastanza vicino a lei da guardarla negli occhi, rimango affascinato dai suoi bellissimi occhi di un intenso verde smeraldo striato di verde scuro, che mi avevano stregato da quel giorno in piena estate di tanto tempo fa.
Le labbra carnose e rosate sono leggermente imbronciate.
Alla vista del suo splendido viso sulle labbra mi si forma un sorriso radioso.
<< E’ un piacere rivederti angelo! >>
Lei mi risponde con un sorriso.
<< Anche per me è un piacere rivederti. >>
Dalle fiamme di rabbia che vedo nei suoi occhi si capisce che quello che sta pensando è esattamente l’opposto della sua risposta.
I suoi occhi splendono come fuochi verdi per via della furia che sta provando.
Io non posso fare a meno di chiedermi il perché di tutto quest’odio.
 
 
 
 
 
 
 
23/05/2019, h 11.00 a.m., Terra, Accademia Astrale
 
Le prime tre ore sono state noiosissime, è davvero seccante studiare qualcosa che già sai e i professori spiegano cercando di coinvolgere gli alunni, senza però molti risultati…
Come se non bastasse per tutto il tempo il mio angelo non mi ha degnato di uno sguardo; in compenso ho gli occhi di tutte le altre ragazze puntati addosso e la cosa m’irrita non poco.
Nella mia testa sento Edgard sghignazzare divertito per via delle attenzioni poco gradite che ricevo.
Di sfuggita cerco di fulminarlo con lo sguardo, ma senza molti risultati perché noto che nascosto nell’ultima fila lo vedo ridere sotto i baffi.
Manca ancora un’ora di lezione, poi c’è la ricreazione ed io me la posso momentaneamente filar. Accidenti se si continua con sta noia me svigno prima, chissà cosa c’è alla prossima lezione.
<< Violetta che c’è alla prossima lezione? >>
Lei mi guarda con sguardo indagatore e con voce diffidente mi risponde.
<< Abbiamo letteratura. >>
Fantastico ci mancava soltanto questa stupida lezione d’angioletto bianco!
Capisco che se non voglio crepare di noia mi conviene pensare ad altro.
Mi ci vuole poco tempo per perdermi nei ricordi di questo passato.
Quando eravamo piccoli, Violetta c’era sempre stata per me e questo mi ha portato ad adorarla, ad avere un attaccamento quasi morboso e considerandola una mia proprietà e di nessun’altro.
Lei è sempre stata diversa dalle altre bambine. Anche nella sua vita precedete l’era stata.
Le altre facevano tutte le carine con gli altri e poi appena potevano spargevano veleno da tutti i pori.
Lei invece mi trattava come gli altri, senza preoccuparsi di chi fossi figlio e di dire ciò che pensava; i suoi splendidi smeraldi mi hanno sempre letto l’anima e capiva a volo di che cosa avessi bisogno, capiva il mio dolore e la mia solitudine.
Capiva l’irritazione che provavo vedendo Takuma e mia madre insieme
Io non l’ho mai sopportato e le uniche cose belle che ha portato con se sono l’arrivo di Fabio con la piccola Noemi, di David, il fratello minore del mio padrino, e l’arrivo del mio adorato fratellino, Ikato, e la mia adorata sorellina, Gemma.
In questa vita avevo solo due anni quando quei due preziosi fagottini vennero al mondo, prima di allora non mi ricordo di preciso come fosse, ero troppo piccolo, ma sono due le cose che mi ricordo bene, la prima il mio stato d’animo… rabbia… rabbia e impotenza, perché non potevo fare niente, per me era come se mia madre stesse tradendo mio padre, era come se si fosse dimenticata di lui; la seconda è offuscata dal tempo ma di sicuro più importante, è mio padre, le sue mani grandi che mi accarezzano o le sue braccia forti che mi abbracciano, il sorriso splendente e caloroso, la voce profonda e marcata dall’accento francese, i ricci neri con cui mi piaceva giocare ma soprattutto la risata, così piena d’affetto verso me e mia madre.
Mi distrusse il cuore sapere che, in questa vita, solo dopo cinque mesi la scomparsa di mio padre, la mia adorata madre aveva già trovato un nuovo compagno.
All’inizio quando seppi che Takuma, suo fratello e suoi due cugini si sarebbero trasferiti da noi avrei voluto andarmene da qualunque parte che non fosse quella casa, avrei voluto con tutto il cuore farlo. Ora mi rendo conto, dopo tanti anni, che era soltanto il capriccio di un bambino addolorato e arrabbiato per la perdita del padre.
Infatti una anno dopo che Fabio e David si erano trasferiti, noi avevamo legato molto, non ci separavamo mai l’uno dall’altro e mi faceva piacere che ci fossero loro con me, perché in parte lenivano il mio dolore.
L’estate di quello stesso anno si trasferì Violetta insieme alla sua famiglia.
Quando l’avevamo vista per la prima volta avevamo pensato fosse un bambino e non mi sarei mai immaginato che avrebbe scombussolato tanto il mio povero cuore ancora dolorante.
 
Nell’ultimo anno avevo legato molto con i nuovi piccoli di casa.
Ormai era estate e stavamo giocando nel giardino davanti la nostra villa quando vedemmo una macchina grigia che stava entrando nel cancello della nostra proprietà per poi frenare vicino al giardino.
Dalla macchina scesero un uomo dall’aria molto severa e una ragazza dal sorriso gentile e protettivo, quest’ultima teneva in braccio un bambino, di più o meno un anno.
La giovane donna stava parlando con qualcuno seduto nei posti posteriori dell’automobile.
Una volta finito di parlare vedemmo uscire dalla macchina un bambino di più o meno la mia stessa età.
I quattro invasori stavano attraversando il giardino, quando il bambino più grande mi rivolse un bellissimo sorriso.
Mi ricordo ancora che rimasi completamente imbambolato da quello splendido sorriso, finendo per ricevere un pallone in piena testa tirato da Fabio che non si era accorto della mia distrazione.
Dopo un po’ che i quattro invasori furono entrati in casa, uscì mia madre dicendoci che dovevamo rientrare per conoscere delle persone.
Di quello che successe dopo non ricordo molto.
Soltanto le parole di mia madre mi rimasero impresse nella memoria.
<< Bambini, vi presento Violetta. Lei e i suoi genitori si sono appena trasferiti e vivranno nella villa qui vicino. >>
Dopo basta, c’è soltanto lo shock di scoprire che quello che pensavo un bambino fosse in realtà una bambina.
D’allora prima di recuperare i miei vecchi ricordi ci volle ancora del tempo e non passa giorno in cui non mi chiedo cosa sarebbe successo se all’epoca avessi saputo tutta la verità su questa storia.
 
In quell’estate Violetta e Fabio furono quelli che legarono di più.
Lui la trattava come una sorellina da proteggere ma abbastanza grande con cui poter giocare tranquillamente.
David fu il secondo che si avvicinò a lei.
Successe a ottobre di quello stesso anno.
Nessuno dei due mi disse di preciso che cosa fosse successo quel pomeriggio.
Li vidi tornare insieme dal centro di Polfalcone, Violetta aveva gli occhi rossi probabilmente di pianto e David le teneva la mano protettivo, da quel giorno divennero migliori amici.
Io a quel tempo la odiavo.
Lei ai miei occhi era come una strega che aveva incantato i miei nuovi amici e me li aveva portati via.
Poi tutto cambiò.
Successe in prima elementare quando ci ritrovammo a essere in classe insieme. I primi tempi la evitavo sempre, poi di punto in bianco, quando mancavano appena tre mesi alla fine della scuola, lei mi venne vicino e con il suo bellissimo sorriso mi chiese se mi andava di giocare con lei.
La sua onestà e lealtà furono i regali più bei regali che ricevetti quel giorno per il mio compleanno.
La cosa che più mi colpì di lei è di come le si illuminassero gli occhi quando sorrideva.
Da quella volta incominciammo a stare sempre insieme.
Driiiiiiiiiiiinn!
I miei pensieri si smorzarono al suono della campanella.
Mi ero così immerso nei miei pensieri da non accorgermi che era passata l’ora di lezione.
Mi alzo ed esco da questa maledetta aula. Ho bisogno di una boccata d’aria fresca, è troppo difficile starle vicino, il suo odore è troppo forte, è passato troppo tempo dall’ultima volta.
E col rumore del suo sangue che pulsa impresso nelle orecchie scappo dall’aula.

***
Angolo autrice
Buon salve a tutti i giovani figli di Adamo ed Eva, siamo finalmente arrivati al primo angolo autore e al secondo capitolo, volevo soltanto darvi un po' di info in più sulla storia.
Mi rendo conto chela trama per certi versi andrà un po' a rilento ma vi prego di concedergli almeno un po' di capitoli per farle prendere la giusta via.
I capitoli non hanno una lunghezza standard ma dipende da quanto devo scrivere dal punto di vista di un personaggio, in qualsiasi caso cercherò di non farli troppo corti.
I tempi tra una pubblicazione e l'altra saranno in media tra le due settimane, per me sarebbe un'utopia sperare di scrivere in una sola settima e sinceramente invidio e stimo con tutto il cuore chi riesce a farcela.
Se notate degli errori o che mancano delle lettere vi sarei grata se me lo faceste notare.
Grazie mille a chi ha concesso un po' del propio tempo alla mia storia e spero continuerete a leggerla, le critiche costruttive sono sempre ben accette, mi farebbe davvero piacere un vostro piccolo commento e se volete per rimanere un po' più aggiornati potete fare un salto al mio sito http://dibiria.simplesite.com/ o su facebook https://www.facebook.com/dibiria se volete fare una chiacchierata.
Ciao a tutti e spero di ritovarvi nel prossimo capitolo.
   
 
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