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Autore: Tezca    20/06/2017    1 recensioni
Un re caduto, tredici guerrieri, sette principesse: la leggenda del Xblade viene finalmente svelata. Sora e i suoi amici dovranno affrontare il potere di Dark Heart e dei suoi cavalieri. Come andrà a finire?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Passò qualche istante a contemplarsi, era da tanto che non poteva guardare il suo corpo, toccare la sua arma, sentire il suo cuore. In quell'oscurità il tempo non si poteva scandire con precisione, ma il torpore che sentiva non era certo frutto di qualche anno. Si stirò, fece mezzo giro con il busto a destra e poi subito a sinistra, roteò entrambe le spalle e fece qualche saltello per testare gli stimoli. Quando capì che tutto era al suo posto, rievocò il Xblade e si mise a tirare di scherma contro l'aria. Pur se il suo avversario era invisibile, i suoi colpi vibravano con la stessa intensità che se fosse stato proprio lì davanti a lui. Due fendenti, una stoccata, tre quattro parate e infine un bell'affondo per finirlo.
"A quanto pare non sono per niente arrugginito." Sentenziò, fiero di se stesso. Poi rivolse lo sguardo verso i suoi spettatori, ancora increduli.
"Perdonate la frase di prima, volevo fare un’entrata ad effetto. Sapete ho avuto molto tempo per pensarla."
"Tu sei..." Accennò Sora.
"Sì, sono io. Xebald è il mio nome. Per chi non mi conosce sono il guerriero che secoli or sono Kingdom Hearts scelse per affidargli la sua controparte. E voi dovete essere coloro che hanno sconfitto i miei adorati figli, non è così? Be..."
La velocità dello spostamento fu sconcertante, Xebald percorse i pochi metri che li separavano in una frazione di secondo, senza che nessuno potesse accorgersene.
"Piacere di conoscervi."
A un palmo da Sora, il guerriero allungò la mano per stringere quella del ragazzo. Sora esitò, non sapeva se quella era una trappola oppure no, se dietro tutta quella leggerezza era velato un qualcosa di losco, però alla fine decise di porgergli la sua. La stretta durò qualche secondo, ma sul giovane maestro ricadé un potere immenso, quasi schiacciante. L'altro lo fissava da dietro l'elmo dorato, impassibile. Ormai Sora era al limite, non riusciva più a sopportare tutta quella forza. Si sentiva oppresso e schiacciato da un cuore più grande del suo...no, non da uno, ma da milioni di cuori che risuonavano con la stessa intensità.
"Oh, perdonami. A volte non mi rendo conto che molti di voi non riescono a sopportare il peso di più di un cuore."
Disse Xebald lasciando la presa in fretta, come se non si fosse accorto della sofferenza di Sora.
"Immagino che nessun altro abbia voglia di stringermi la mano. Pazienza."
Finalmente irradiato dalla luce, il guerriero mostrò il suo aspetto: indossava un armatura leggera di un azzurro cristallino. Il pettorale era insignito di un enorme cuore, vuoto all'interno, la cui punta inferiore terminava vicino all'inguine, mentre le punte superiori andavano a definire la parte superiore della veste. Gli spallacci, due corone a tre punte, erano uno nero e l'altro bianco, mentre le protezioni per le braccia tornavano a coprirsi d'azzurro e un cuore era stampato su ognuna di esse. la parte inferiore non aveva niente di di particolare e riportava il tema di quella superiore, solo che i cuori risultavano più allungati per adattarsi alla forma dei parastinchi. Le insenature tra le protezioni erano di colore nero, come i guanti. L'elmo, completamente nero, era sormontato da un cuore, simile a quello del petto, che andava a inquadrargli il viso, mentre il tutto veniva sormontato da una corona di tre punte. Dalle spalle calava un lungo mantello dorato, la cui estremità si divideva in venti parti, tutte uguali tra loro. In mano teneva il Xblade, così diverso da quello che Xehanort aveva ricreato, e il cui potere sembrava andare persino oltre. Un cuore vuoto era l'elsa, sormontato da due corone sovrapposte, una di tredici e l'altra di sette punte rispettivamente nera e bianca. La lama era quella di una spada e niente la rendeva simile ad una chiave, mentre il suo colore cristallino riluceva sotto la luna a forma di cuore.
Dopo qualche secondo passato a studiarlo, Sora parlò:
"Ridammi Kairi e Riku! Restituiscimi i miei amici!"
Xebald rimase in silenziò per un attimo, poi si tolse l'elmo, mostrando un volto fanciullesco, più o meno dell'età di Sora. Aveva corti capelli biondi e dei vividi occhi azzurri.
"Temo sia impossibile. I tuoi amici ora sono parte di me. Sono tornati dal loro creatore."
"No, stai mentendo. Non puoi averli uccisi...non ci credo."
Xebald sorrise dolcemente.
"Non sono morti, Sora. Vivono in me, come parte del mio essere e le emozioni che hanno versato nel frammento del mio cuore ardono vivide in me. Le posso sentire, posso sentire le emozioni di tutti coloro che hanno portato il peso del mio cuore dentro di loro. Sento la gelosia, la presunzione, la sofferenza, la ricerca del potere, l'irrefrenabile desiderio di conoscere e far conoscere. Sento tutto e tutto si mescola ai cuori che hai avvertito quando ti ho toccato, Sora."
"Quindi...li ho persi per...sempre?"
"Sì."
"No...no...no!"
La disperazione si era impossessata del ragazzo, che ormai non riusciva più a trattenere le lacrime. Crollò a terra privo di forze, battendo il pugno a terra.
"Perché? Perché? Ho fatto tanto per arrivare fin qui e solo per vederli sparire per sempre? Che senso ha? Perché?"
Anche gli altri furono colti dalla tristezza e dalle lacrime. Tutti gli sforzi compiuti non erano valsi a nulla e i loro amici erano persi per sempre.
"Non temete, se accetterete il mondo che sto per creare, allora potrete rivederli tutti."
"Quale mondo?" Chiese Topolino.
"Un regno dove il mio dominio regnerà incontrastato."
"Ma è terribile..."
"Terribile?"
In una frazione di secondo il topo si ritrovò sollevato da terra, con Xebald che lo teneva per la gola.
"Come osi giudicare terribile qualcosa che deve ancora nascere? Quello che voi sciocchi avete portato non è stato terribile? Non avete causato la sofferenza di molti?"
"...."
"Vostra maestà!" Gridarono in coro Pippo e Paperino, che subito si lanciarono all'attacco.
"Fe...fermi." Sussurrò il re.
Troppo tardi, dopo aver bloccato lo scudo di Pippo con la spada e deviato la magia di Paperino, li atterrò entrambi con un solo colpo, distruggendo le loro armi.
"Voi, patetici subalterni, pensate di potermi fermare?"
"Non...chiamarli così."
Topolino evocò il cercastelle e si liberò della presa del guerriero, poi si lanciò all'attacco. Sparò un sancta, che l'altro parò con una mano, poi saltò per sferrare un fendente aereo. Xebald afferrò il keyblade al volo e poi schiantò l'avversario a terra. Il re provò a richiamare la sua arma, ma questa non rispose. L'altro, invece, con un solo gesto, la fece comparire nella sua.
"Il cercastelle. Apparteneva ad un potente keyweilder, prima di passare a te. Sembra che ti riconosca come suo possessore, in quanto gli ricordi il suo vecchio padrone."
"Co..come fai a...saperlo?"
"Il keyblade è l'espressione del cuore. Io posso leggere e guidare qualsiasi cuore, quindi anche il keyblade, in quanto prolungamento di esso. Sei un re, giusto? Be, quel titolo non ti servirà più nel luogo dove ti sto per mandare."
Xebald puntò il cercastelle verso Topolino, pronto a lanciare una potente magia. L'intervento di Ventus, Terra e Aqua fu provvidenziale e distrassero il guerriero dal suo intento omicida.
"Non te lo lasceremo fare."
"Topolino è nostro amico!"
Il possessore del Xblade osservò i tre che si erano parati dinanzi alla sua strada.
"Voi siete coloro che hanno ostacolato i tentativi di Xehanort di aprire Kingdom Hearts. Terra, Aqua e Ventus. Chissà, se quel giorno non aveste fermato mio figlio, magari ora non sareste costretti a vedervela con me."
"Cosa intendi dire?" Chiese perplesso Terra.
"Sono stato io ad istigare Xehanort a cambiare il mondo. Volevo concedere all'essere umano un'altra possibilità, un modo per riscattarsi e l'abilità di Xehanort era la via giusta. Però, la vostra accanita voglia di lasciare tutto come è, di vivere in un mondo di sofferenza e ingiustizia, mi ha fatto nuovamente ricredere e mi ha portato a persistere con il mio piano. è così, se oggi scomparirete tutti, è solo colpa vostra."
"Non ci contare!" Disse Ven.
L'evocavento cozzò contro il Xblade.
"Tu sei Ventus. Da quello che so, la velocità è il tuo forte. Riesci a starmi dietro?"
Xebald scomparve, per riapparire dietro a Ven. Il ragazzo se ne accorse, ma quando tentò di girarsi, l'altro si era già spostato nuovamente alle sue spalle.
"Troppo lento."
"Non osare dire quelle parole!"
"Oh, immagino abbia toccato un tasto dolente, non è così?"
"Sta zitto."
La conversazione continuava tra un fendente a vuoto e l'altro, mentre il guerriero si beffava del biondino.
"Vanitas si chiamava, giusto? è stata mia figlia Urliezca a porre fine alla sua vita. Il ricordo della sua lama che penetra nelle sue carni è ancora vivido nel suo cuore."
"Smettila!"
Ven finse di colpire dietro di sé, ma con un colpo di reni si voltò nuovamente per attaccare il suo nemico. Questo però aveva già anticipato tutto e bloccò senza fatica l'attacco, per poi farlo volare via, come un fuscello.
"Ven!" Gridò Terra.
Il castano si lanciò contro Xebald. In quel colpo mise tutta la potenza del tritaroccia. Il terreno circostante si crepò all'impatto, ma l'altro non diede il benché minimo segnale di cedimento. Tutt'altro, se ne stava lì, con a sorreggere il geoflagello con un dito.
"Terra. Sei stato una delle tante pedine di Xehanort. Le tue ambizioni di potere ti hanno reso schiavo dell'oscurità. Ora, però, sembra che tu ne sia uscito. Il tuo maestro Eraqus dovrà esserne fiero. Ti va di scoprirlo?"
Spostandosi leggermente di lato, fece barcollare Terra in avanti, mentre il dito che prima bloccava il keyblade, ora si chiudeva insieme agli altri in un pugno allo stomaco del potente maestro. Il castano cadde a terra sputando sangue, prima di perdere i sensi.
"Così sei rimasta solo tu, Aqua."
"...."
"Spero tu sia una sfida più stimolante dei tuoi amici."
Un misto di emozioni affollavano il cuore della ragazza. Non sapeva bene che fare, cosa rispondere e quali emozioni manifestare. Erano troppe: rabbia, dolore, paura, inferiorità, timore. Si accalcavano nel suo cuore e le confondevano le idee.
"La risoluta maestra Aqua tentenna di fronte al nemico? Che strano ed insolito evento."
Constatò Xebald sorridendo. La giovane dai capelli blu lo guardò stupita, le stava leggendo il cuore?
"Non spiare i miei sentimenti!"
"Perdonami, non lo faccio apposta. La mia percezione è talmente elevata che i vostri sentimenti arrivano comunque. Prendi ad esempio i tuoi amici sconfitti. Sento il loro dolore fin qui, la luce dei loro cuori si sta lentamente spegnendo come una fiamma messa sottovuoto."
Aqua digrignò i denti, ogni parola era così ben pesata e mirata. L'aveva toccata nella nota più dolente, la stava stimolando a colpire, la stava manipolando.
"Stai cercando di indurmi ad attaccarti? Perché non fai la prima mossa te, allora?"
Il guerriero fece sparire la lama e portò le mani all'altezza del petto.
"Allora ti sei deciso a fare qualcosa, eh?" Ripeté la ragazza, pronta a subire il colpo.
Un tonfo sordo fu seguito da altri, in un ritmo ripetuto che sembrava una sorta di applauso.
"Complimenti mia cara. Sei riuscita a capire il mio intento. Il tuo acume è veramente notevole, non per niente la tua specialità è la magia." Disse l'altro con aria soddisfatta.
Cos'era? Si stava prendendo gioco di lei? Perché prima aveva attaccato i suoi amici e ora si limitava a parlare?
"Non vuoi combattere, vero? Fin'ora non ci hai mai attaccato, se non provocato, e sono sicura che non avresti ucciso Topolino."
"Ti sbagli. Le vostre vite sono irrilevanti per me. Sto soltanto giocando un po' con voi. Combattere seriamente mi toglierebbe ogni stimolo."
Ma Aqua non ci credeva, quell'uomo nascondeva un lato buono e pacifico e lei l'avrebbe tirato fuori.
"Allora avanti, colpisci!" Disse, gettando a terra Diluvio.
Xebald rise.
"Sembra che le cose si siano invertite. Ora sei tu che mi stai provocando. Lo sento, pensi che non sia così cattivo come voglia far credere, ma ti stai sbagliando. Io non sono cattivo. I cattivi siete voi."
Le sue parole suonarono come una greve sentenza. Con uno scatto felino si piazzò dietro Aqua e tentò di colpirla. Aqua evocò un reflex per proteggersi, mentre sotto l'avversario si piazzarono le mine che aveva precedentemente preparato. L'esplosione alzò un grosso polverone.
"Sei stata brava, ragazzina."
Xebald era illeso e la sua lama aveva penetrato la barriera, ferendo gravemente Aqua.
"Ma non puoi competere con me."
La maestra cadde a terra priva di sensi.
"Aqua!" Gridò Roxas.
I tre erano rimasti a guardare il dialogo tra lei e Xebald, speranzosi che potesse farlo ragionare, ma quando il guerriero passò all'azione, per loro non ci fu nulla da fare, il tutto era accaduto ad una velocità troppo alta perché loro potessero intervenire.
"La vostra sciocca amica ha avuto ciò che meritava."
"Non ti ha fatto nulla!"
Il biondino era furioso, stringeva tra le mani sia il lontano ricordo, sia il portafortuna e guardava con sguardo truce il suo avversario. Xion e Lea si misero alle sue spalle, pronti a dargli man forte.
"Un nessuno, un pupazzo e un umano. Che strana combriccola. E io che pensavo di aver visto tutto nella mia lunga vita."
Roxas si illuminò, sollevandosi in aria, mentre dei fasci di luce ricoprirono un'area circolare, intrappolando Xebald. Nel frattempo anche il rosso si era mosso e alte fiamme andarono a circondare il guerriero. Xion intanto aveva caricato un ragnarok e all'unisono i tre scaraventarono contro il nemico i loro attacchi più potenti.
Proiettili e sfere di luce colpirono da ogni lato il possessore del Xblade e una gigantesca esplosione chiuse il limite.
"Allora? Ti è piaciuta la nostra sinfonia di fiamme lucenti?" Gridò Lea.
"Cosa?"
"è il nome del nostro attacco, l'avete memorizzato?"
"Lea, ti prego." Commentò Xion, paonazza in viso.
"Perché? Che ha di male?"
"Infatti Xion, a me piace moltissimo. Anche pioggia di luci fiammeggianti non sarebbe male."
"Eh no bello, il mio è molto più bello di nome."
"Concordo con Lea."
"Davvero?" Dissero i due voltandosi verso Xion.
"Ehi, non guardate me, io non ho parlato."
"Allora, se non sei stato, chi..."Disse Lea voltandosi.
Davanti a lui c'era Xebald, senza neanche un graffio.
"Ehi, ma tu come hai fa..."
Il calcio del suo avversario spezzò la voce al rosso, che volò via.
"Lea!"
Roxas tentò di reagire, ma l'altro era scomparso.
"Dove sei?"
"Roxas, aiuto!"
"Xion?"
La giovane keyweilder era stata afferrata per la testa dal guerriero e poi lanciata in aria, infine trafitta da una colonna di luce, partita dal dito del nemico.
"No!"
"Non hai il tempo per preoccuparti di lei."
"Cosa?"
Roxas venne trafitto dal Xblade.
"Tu non dovresti neanche esistere, sei solo frutto della follia dell'uomo. Nel mondo che voglio creare, creature come te non sono ammesse. Per questo devi sparire."
"Lea...Xion..."
Furono le ultime parole del biondo, prima di sparire nel nulla, avvolto dall'oscurità.
"Mi dispiace."
******
"è tutta colpa mia, mia. Non sono stato in grado di proteggervi...sono inutile, non valgo nulla..."
Sora si era isolato da tutto ciò che lo circondava, sentiva soltanto dei rumori fiochi e delle voci tenui provenire dall'esterno. Il suo dolore però lo teneva lontano da qualsiasi cosa, non riusciva a provare altro. Non poteva muoversi, non poteva parlare, non poteva nemmeno piangere. L'unica cosa che riusciva a fare era ripetersi che era colpa sua.
"Non sono degno di essere un keyweilder, non sono in grado di proteggere nessuno...sono debole...sono..."
"Oh andiamo Sora, credevo fossi più forte di così!"
"Riku?"
"è il mio portafortuna. Vedi di riportarmelo."
"Kairi?"
"Niente facce tristi su questa nave."
"Pippo? Paperino?"
"Sei un buon altro."
"Roxas?"
"Tu sei colui che aprirà la porta. Non dimenticarlo, Sora."
"No, sono i miei ricordi, sono le voci dei miei amici che mi sostengono. Loro credono ancora in me e io troverò un modo per salvarli...tutti."
Il ragazzo si riprese. Lentamente si alzò da terra e si guardò intorno.
"Ragazzi? Cosa è successo qui? Rispondete!"
"Mentre tu ti preoccupavi di Riku e Kairi, i tuoi compagni hanno osato sfidarmi e questo è il risultato, Sora."
Il giovane maestro alzò lo sguardo, Xebald sedeva sul suo trono, le gambe incrociate, la testa appoggiata sulla mano sinistra, mentre nell'altra teneva il Xblade.
"Li hai sconfitti tutti?"
"Diciamo che tramortiti. Tranne il nessuno. La sua esistenza era uno scempio, così ho deciso di eliminarlo."
"Roxas è...come hai potuto? Dimmelo!" Gridò Sora.
"Te l'ho detto. Vuoi che ti descriva come la mia lama ha penetrato la sua carne? O preferisci sapere cosa il suo cuore falso provava quando si è spento per sempre?"
"..."
"Mi odi, Sora?"
"Troverò un modo per riportarli da me...Riku, Kairi, Roxas e tutti gli altri...li riporterò indietro."
L'altro si portò una mano al volto e si lasciò andare ad una risata fragorosa.
"Il ragazzo inutile, colui che sarebbe dovuto morire quel giorno sull'isola, si è rivelato l'unico che poteva cambiare il destino di questo putrido mondo. Sai perché ho deciso di risparmiarti la vita, dopo quel giorno? Perché il tuo cuore ha toccato il mio, per sopravvivere al potere di mio figlio Assà, sei riuscito ad espandere il tuo cuore fino ad arrivare fin qui nelle tenebre e a toccare quel piccolo frammento di cuore che mi era rimasto. Hai dato una speranza a questo guscio vuoto. Mi hai ricordato una persona ormai scomparsa, un mio caro amico. Purtroppo però non posso più rimandare, la tua luce non è bastata, Sora. Questo cuore ne ha passate troppe per poter accettare ancora i vostri errori. Kingdom Hearts, è giunto il momento, finalmente governeremo su questo regno di impuri!"
Il Xblade si alzò verso il cielo, mentre un'enorme serratura appariva sulla luna a forma di cuore. Un fascio di luce collegò il regno dei cuori e la sua controparte e un tonfo sordo, come una chiave che gira nella toppa, si udì nell'aria.
"Ecco, Sora, la porta si è aperta!"
La terra tremò, le torri intorno all'edificio centrale crollarono come fatte di burro e una strada di pura luce discese dal cielo, depositandosi ai piedi del guerriero.
Xebald scomparve nel nulla, sorridendo.
"Ho promesso che ti avrei fermato, Xebald. E lo farò."
Lo stile equilibrio di Sora si attvò, mentre il ragazzo si accingeva a seguire il suo nemico all'interno del regno dei cuori.
******
"Ehi ragazzino, come ti chiami?"
"Sora."
"E dimmi, se avessi il potere cosa ne faresti?"
"Lo userei per proteggere i miei amici."
Xebald sorrise e accarezzò la testa del piccolo orfano.
"Allora io ti concedo quel potere. Proteggi i tuoi amici, ragazzo."
Così porse il manico del Xblade al giovane Sora, che titubante allungò la piccola mano per toccarlo.
"Io ti nomino primo maestro del keyblade."
"E cosa sarebbe?"
"Lo scoprirai, figlio mio."
"Non sei mio padre."
"Non ti rivolgere a tuo padre in questo modo, impertinente!"
******
"Tutto è iniziato con Sora e tutto si concluderà con Sora. Che strano che è il destino, non trovi, Kingdom Hearts?"
Xebald sedeva sul suo trono in mezzo alla luce, davanti a lui avanzava un ragazzo castano.
La battaglia finale era ormai imminente.
La luce era accecante, forse la più intensa che Sora avesse mai visto. Si distingueva poco e nulla, a malapena riusciva a tenere il sentiero. Man mano che proseguiva sentiva sempre più presenze attorniarlo e tentare di trascinarlo con loro. Non erano ostili, non volevano fargli del male, il loro unico desiderio era mostrargli la loro vita, i loro sogni e le loro speranze perse nel vuoto della morte. Toccavano il suo cuore, più e più volte, mentre si avvicinava al suo nemico. Si facevano sempre più intense, erano troppe e la resistenza del ragazzo cominciava a vacillare. Le sensazioni e le emozioni versate in lui erano talmente intense che sentiva il cuore scoppiare. Una lacrima gli scese sulla guancia, seguita da molte altre, fino a che non riuscì più a trattenere i singhiozzi e poi il pianto. Senza accorgersene era a terra, una mano sul volto, l'altra sul petto a stringere il suo piccolo cuore, in mezzo a mille giganti.
"Basta, vi prego, basta!".
Poteva urlarlo quanto voleva, ma niente, non si accennavano a fermarsi, anzi, sembravano quasi aumentare.
"Non posso tenervi tutte, non ne sono in grado...non ci riesco!".
Rabbia, dolore, amore, passione, speranza, si mischiavano tutte, vorticavano nel suo profondo e lo opprimevano.
"Vi...vi prometto che farò finire tutto questo...ma ora basta..."
Gioia, felicità, orrore, disgusto, erano sempre di più.
"Non...ce...la...faccio più."
Ormai aveva finito le lacrime, il suo cuore era agli sgoccioli, la sua essenza stava per essere risucchiata e schiacciata da altre cento milioni, poi il silenzio.
I muscoli si rilassarono, il cuore tornò a pulsare regolarmente, le emozioni che sentiva erano solo e soltanto le sue. Respirò, si asciugò con la manica il volto madido di lacrime e sudore e si rimise in piedi. Barcollò leggermente, come se non si alzasse da una vita. Si piegò in due, poggiando le mani sulle cosce, e iniziò ad inspirare e espirare per calmarsi. Sentiva un grumo in gola, lo infastidiva. Sputò e macchiò il lucente sentiero di rosso. Rimase qualche secondo a fissare quella pozza che si scuriva sul terreno e poi si percosse la faccia con qualche schiaffo.
"è così è questo che avverte Xebald..."
"Esatto."
Sora fu sorpreso da una voce, mille altre la seguirono.
"Non farti sentire."
"Lui può sentirci."
"è pericoloso."
"Non avvicinarti."
Il ragazzo si guardò attorno, ma niente, solo luce.
"Chi siete?"
I sussurri continuarono.
"Non ti avvicinare."
"Non rispondergli."
Il ragazzo decise di rassicurare le voci.
"Non voglio farvi del male, vi prego, non abbiate paura."
Un essere completamente fatto di luce si avvicinò a Sora. Somigliava ad un pupazzo. Non aveva volto, non aveva nessun segno distintivo, tranne un grosso cuore sul petto. Era simile a quello degli heartless, solo senza la X nel mezzo e le punte inferiori non erano acuminate, bensì smussate. All'interno era di un colore vivido, un misto di vari colori, che si amalgamavano armoniosamente in una sorta di lucente prisma.
"Tu sei il pretendente al trono, vero?"
Chiese titubante la creatura, allungando il dito sinuoso.
"No, sto solo cercando di riportare indietro gli amici che mi sono stati tolti."
"Capisco. Ti riferisci a Riku, Kairi e il nessuno, giusto?"
"Come fai a saperlo?"
Un altro interruppe la discussione in malo modo.
"Basta, non parlare con questo tipo. Non dovrebbe essere neanche qui. Andiamocene."
"...hai ragione."
La creatura seguì il suo compagno nel mezzo della luce.
"Aspetta, dimmi chi sei e come fai a conoscere i miei amici, ti prego."
L'essere si fermò e mentre l'altro lo strattonava, si voltò verso Sora. Anche se non aveva occhi lo fissava intensamente.
"Io sono un cuore. Tutti noi siamo cuori. Questo è il nostro mondo e quelle voci e sensazioni che hai sentito sono quelle degli abitanti di Kingdom Hearts. Anche i tuoi amici sono qui, li ho visti."
"Ora basta, andiamocene." Tuonò l'altro e i due essere sparirono nella luce, così come erano apparsi.
"....i miei amici sono qui? Allora non sono morti. Stanno bene? Rispondi."
Silenzio.
"...capisco."
Sora proseguì, seguendo a fatica la strada. Le voci e le strane creature non si manifestarono più e il silenzio più totale regnò fino alla fine del sentiero.
Dopo un tempo che gli sembrò interminabile giunse di fronte ad un enorme muro di luce.
"E ora?"
L'enorme parete non sembrava avere pertugi dove insinuarsi e neanche passaggi nascosti, era solo una gigantesca barriera.
"Non posso essere arrivato fin qui per nulla. Ci deve essere un..."
Le parole gli morirono in gola, mentre la sua mano si muoveva da sola, come posseduta. Tra le dita apparve il keyblade, che strinse saldamente, poi sollevò il braccio all'altezza della spalla e dalla punta della chiave partì un fascio di luce. Questo perforò il muro e un tonfo sordo riecheggiò nell'aria. Una gigantesca serratura apparve per qualche secondo per poi sparire un attimo dopo. Come enormi battenti, le mura si mossero verso l'interno, rivelando il passaggio.
******
"Questa sarà la tua nuova casa, Xebald."
"Non mi chiamo così."
"Da oggi in poi il tuo nome rispecchierà il fardello che porti tra le mani."
Il nome della spada che aveva in mano comparve davanti agli occhi del ragazzo.
"Xblade."
Lesse il giovane.
Le dita della creatura di luce mossero le lettere come per magia, fino a che non andarono a comporre il suo nuovo nome.
"Cosa leggi ora?"
"Come cosa leggo? Il mio nome."
"E sarebbe?"
"Xebald."
"Benvenuto nel tuo nuovo regno, mio sovrano."
Xebald sorrise. Un passo,un altro e i suoi abiti cambiarono. Una scintillante armatura sostituì i cenci indossava. Lui, però, non ci fece caso, puntava dritto al trono davanti a lui. Arrivato a qualche metro lo guardò per qualche secondo, poi sorrise di nuovo.
"Sono a casa."
Si voltò e guardò i suoi sudditi.
"Sono a casa!" Urlò.
Un boato si sollevò dalla folla di creature.
*******
La sala in cui aveva avuto accesso era circolare e completamente bianca. Un cuore enorme, lo stesso che le creature portavano sul petto, era impresso sul pavimento. La luce non era più così abbagliante e riusciva finalmente a distinguere i dettagli di ciò che lo circondava: era una sala del trono. Colonne fatte di luce la circondavano completamente, tutte con il capitello a forma di cuore, sormontato da imponenti corone. Su un lato della sala c'era una statua con uno strano simbolo che ricordava un vortice oscuro, mentre sull'altro lato ve ne era un altro simile a un cuore vuoto e privo di qualsiasi sentimento. Davanti a lui, invece, si stagliava un enorme corona splendente, velata da teli, che ne ricoprivano la luce intensa. Da dietro la stoffa si intravedeva un trono a forma di cuore.
"Xebald, so che sei qui! Sono venuto a riprendermi i miei amici!"
I veli si sollevarono delicatamente, come accarezzati da una leggera brezza. Dietro di essi si mostrò il signore del luogo, Xebald.
"Sora, bentrovato. Questo è il mio regno. Qui sei a casa mia. Gradisci qualcosa?"
"Smettila di fare il buffone!"
Xebald rise. Poggiò la testa sulla mano chiusa a pugno e squadrò il ragazzo.
"Immagino tu sia venuto per prenderti il mio trono, la mia casa."
"Ancora con questa storia? No, io sono qui per Kairi e Riku! E per riportare indietro Roxas!"
Gridò Sora, evocando il keyblade.
"Ridammeli, Xebald!"
"Sai, questa fu la mia casa quando tutto mi fu strappato, le creature che hai incontrato prima furono i miei più grandi amici, finché non ho incontrato lui, Sora."
"Sora? Di chi stai parlando?"
"Non importa, ragazzo. Non c'è più tempo. Il mio regno deve sorgere, prima che l'uomo lo annienti definitivamente. Tu non puoi fermarmi, ormai è troppo tardi."
"Basta, stai cercando solo di confondermi. Io riuscirò a fermarti, fermerò questa pazzia perché l'ho promesso ai miei compagni e riavrò indietro ciò che ho perso!"
"Fosse così semplice...non credi l'avrei fatto anche io?"
Un enorme creatura di luce apparve alle spalle di Xebald. Il suo ruggito squassò l'aria, mentre le sue enormi mani si abbatterono sul ragazzo. Sora divaricò leggermente le gambe, poi con le braccia compì una rotazione e colpì gli arti della creatura. Questi svanirono in mille piccole luci, mentre il ragazzo saltava per raggiungere il suo avversario. I due keyblade cozzarono in un onda d'urto imponente, che incrinò le colonne circostanti. Xebald continuava a tenere la testa appoggiata sul braccio libero, come se non stesse facendo il minimo sforzo, mentre Sora spingeva con tutto il fiato che aveva in corpo. La contesa durò qualche secondo, poi il ragazzo fece un balzo all'indietro, mentre un sacro si elevava a difesa del suo invocatore.
"Oh." Esclamò Xebald. "Non mi aspettavo che lo evitassi."
Sora rotolò per schivare gli spuntoni di luce caduti dal cielo, poi caricò un ragnarok. Un misto di luci nere e bianche esplosero dalla punta del suo keyblade per andare a infrangersi sul reflex del suo nemico.
"Vuoi spararmi quella roba e pensare di potermi fare qualcosa?"
Dietro Xebald comparvero una miriade di proiettili di luce. Questi circondarono la sala.
"Ti ricordi, questa era una tecnica di Xemnas. Be, quello che non sai è che la appresa da me."
La massa piovve su Sora, che attivando un nuovo stile, si ricoprì di rocce. Il golem appena nato riuscì ad attutire l'attacco, mentre il ragazzo usciva dalla roccia frantumata avvolto da fiamme splendenti. L'enorme fenice aprì le sue splendide ali e il ragazzo si lanciò addosso a Xebald. Questo però rievocò la creatura di luce, che questa volta fu avvolta dal ghiaccio e bloccò l'attacco di Sora, congelando l'uccello e schiantandolo a terra. Le fiamme andarono in pezzi, ma il maestro non era all'interno, ma si era già ricoperto di cristalli e aveva evocato un tornado blizzaga. La magia fu bloccata da una colonna di fuoco, che la annientò completamente, mentre una gigantesca meteora spuntava dal polverone creato dall'impatto. Sora si preparò a tagliare il masso, ma una miriade di spine bloccarono il giovane.
"Cosa?"
"Troppo facile."
La meteora colpì in pieno.
"Non è possibile." Esclamò Xebald, mentre la lama trapassava il suo petto.
"Lo è."
Sora era apparso dietro di lui sfruttando l'antifusione e l'ombra creata dal meteorite.
"Sei bravo. Credo che mi divertirò."
La copia creata da Xebald scomparve, mentre dal terreno spuntò una mano che bloccò Sora.
"Eh?"
Xebald seguì l'arto, afferrando Sora per la gola.
"Scherzavo, muori."
Il Xblade si abbatté sul ragazzo, ma riuscì a deviarlo con il piede, liberandosi, e usando come spinta la spada, riuscì a portare una nuova offensiva. Sicuro di colpire il suo nemico, rimase sconvolto quando il colpo si afflosciò davanti al viso del suo avversario.
Xebald gli sferrò un pugno che lo fece volare via, ma si fermò a mezz'aria, come bloccato da qualcosa, per poi essere sbattuto a terra da un intenso antimaga. Si rialzò a fatica, ma magnetega lo attirò verso Xebald, che lo atterrò con un altro pugno. Prima che potesse fare altro, il guerriero era su di lui con il Xblade puntato al suo cuore.
"Quando anche il tuo cuore entrerà nel mio regno, il mio dominio potrà iniziare. Addio...Sora."
La lama calò sul ragazzo.
La lama calò inesorabile puntando dritta al cuore di Sora. Il volto stravolto del ragazzo si rifletteva sul metallo lucente, quasi trasparente.
"Addio, Sora."
Nessun tonfo sordo, nessun cuore che spariva nella luce, solo un fantoccio d'ombra che fissava Xebald, il Xblade che affondava nelle sue viscere inesistenti.
"Ho imparato a controllarla."
L'essere nero si sciolse come neve al sole, mentre il giovane dietro di lui era comparso.
"Interessante, davvero interessante."
Al guerriero dall'armatura cristallina bastò inclinare la testa di lato e alzare due dita per bloccare il fendente che gli arrivava alle spalle. Dalla punta, però, si irradiò una luce intensa.
"Sacro!"
Urlò il castano, mentre colonne bianche ricoprirono il suo avversario.
"Se non ricordo male fu la prima cosa che imparasti all'inizio del tuo cammino: più ti avvicini alla luce, più grande diventa la tua ombra. Non è forse così?"
"Cosa?"
L'ombra di Xebald, ingigantita dalla magia del maestro, prese vita e bloccò Sora in una presa d'acciaio.
"Riproviamoci. Che ne dici?"
"Ngh..."
Di nuovo il cavaliere tentò di trapassare il nemico, ma gli abiti di quest'ultimo cambiarono improvvisamente. L'onda d'urto magica spazzò via i legacci oscuri, consentendo al prigioniero di reagire, bloccando il colpo. Purtroppo per lui non riuscì a deviarlo completamente e la forza di Xebald lo spazzò via. Fece un volo di qualche metro, prima di conficcare il keyblade nel terreno usandolo come ancora. Mille scintille si propagarono dalla zona d'attrito, mentre il loro creatore si rimetteva dritto e con la nuova fusione limite a dargli man forte, si rivestì di un'aura abbagliante.
"Ars Arcanum!"
Con questo grido, il giovane partì all'attacco, sfoggiando una serie di fendenti in sequenza. Uno verso l'alto, uno verso il basso, uno a destra, uno a sinistra, un ritmo incalzante e senza sosta, ma niente, Xebald non cedeva di un millimetro e schivava ogni colpo. Quando però anche l'ultimo colpo stava per andare a vuoto, il giovane scomparve e una copia di oscurità completò la serie, fallendo miseramente. Il guerriero si voltò di scatto e con una mano afferrò il keyblade dell'avversario.
"Un raid. Non sei niente male."
Fissò per qualche secondo la spada nella sua mano, prima di lanciarla al suo possessore.
"Ritenta, sarai più fortunato."
Il potenziamento di Sora scomparve. Il tempo era ormai finito. Però la cosa non turbò il ragazzo, che aveva già preparato il piano b.
"Stile luce regale."
Le varie corone sui suoi vestiti furono sostituite da una più grande al centro della maglia. Brillava intensamente, il suo bagliore sorprese lo stesso ragazzo. Il furore della battaglia distolse la sua attenzione da quel dettaglio e sette spade di pura luce si materializzarono alle sue spalle.
"Lame del paradiso."
Le lame svanirono nel nulla non appena si avvicinarono a Xebald.
"Non è possibile...come hai..."
Un bruciore insopportabile gli esplose dalla pancia. Leggermente spostato a sinistra, qualcosa di caldo e formicolante gli provocava quel terribile fastidio. Abbassò lo sguardo, tremante all'idea di scoprire cosa fosse, e quando lo vide non credette ai suoi occhi: la sua stessa lama, ricoperta di uno strato elettrico, gli stava causando tutta quella sofferenza. Alzò gli occhi, cercando il suo nemico, ma quello che guardava era solo una colonna. La spada gli squarciò il fianco e lui cadde a terra, mentre Xebald si stagliava dietro di lui, le altre sei lame fluttuanti dietro di sé.
"Tu..non...puoi..."
Una dopo l'altra caddero sopra di lui. Prima una gamba, poi la mano, la spalla, l'altra mano e infine...
"No!"
Sora bloccò a due centimetri dal suo cuore il Xblade. Ansimava affannato, ma c'era riuscito, aveva spezzato l'illusione del suo avversario.
"Stai usando i poteri di Assà, giusto?"
Respinse l'attacco indietro e riprese fiato.
"Mi stupisci sempre più, ragazzo mio. Un normale ragazzo come te che sfugge a questo potere, fin dove si spingerà la tua particolarità?"
Sora non rispose. Non riusciva a spiccicare una parola, aveva le orecchie tappate, come se del cotone ci fosse finito dentro, e tante piccole gocce di sudore gli appannavano la vista.
"Non dirmi che sei già stanco? E pensare che abbiamo appena iniziato."
Il ragazzo per tutta risposta sorrise. Alzò il braccio verso l'alto e un fiore roseo sbocciò sulla sua testa, rilasciando una polverina lenitiva che lo rimise in sesto. Sentì le energie scorrergli nuovamente nel corpo e come tornato a nuovo, si mise in posa, pronto a combattere ancora.
"Ora si fa sul serio, sei pronto?"
Un aura elettrica rivestì il corpo di Xebald. All'inizio prese la forma di un gatto, poi cambiò di nuovo forma. Ali d'angelo sbucarono alle sue spalle, mentre il Xblade cambiava forma. Artigli celurei si adattavano alle mani del guerriero. Il volto di energia divenne più umano, passando a metà tra l'umano e il ferino.
Sora non ebbe neanche il tempo di capire da dove arrivassero quella pioggia di colpi. Talmente rapidi e fulminei che gli squarci sul corpo del giovane sembravano apparire come per magia. Il colpo finale penetrò nel ventre di Sora con tutte e dieci le dita, lasciando lo stesso numero di fori sanguinanti. Una frusta elettrica lo riprese al volo e lo attirò verso il cavaliere, che nel frattempo aveva tramutato il Xblade in cestus lupini. Questi però divennero neri come la pece, mentre gli occhi sopra di essi divennero di un rosso spento. Il maestro si sentì pervadere dall'oscurità e poco dopo avvertì un dolore lancinante, come delle zanne che perforavano la sua carne in più punti. La violenza del pugno lo sbalzò via. Xebald nel frattempo ne approfittò per cambiare nuovamente stile e un' aura dorata dalla forma di un dragone lo pervase. Evocò un magnete appena sopra il ragazzo e lo usò per spostarsi velocemente, poi piantò a terra con un calcio il suo avversario. L'impatto frantumò il pavimento lucido della sala.
Xebald alzò il ragazzo da terra e lo guardò penzolare dalla sua mano.
"Ora ti farò provare il vero dolore."
La mente di Sora cominciò ad esplodere nuovamente. Milioni di persone gli affollavano il cervello, mentre lo stesso numero di sentimenti il cuore. Pian piano tutte le sensazioni sparirono, fino a che solo il dolore rimase come suo unico compagno. La sofferenza di interi mondi, di miliardi di cuori, gli stava lacerando l'anima. Nuovamente le lacrime cominciarono a sgorgarli dal viso e non poteva fermarle, ma non erano sole. Sofferenza, così tanta sofferenza.
"Basta...basta, ti pre...go..."
Le già residue forze cominciarono ad abbandonarlo. Non ce la faceva più.
"Lo senti? Senti quanto la vostra ostinata cocciutaggine sta causando dolore."
Forse aveva ragione, forse era stato proprio lui a recare tutto questo dolore e ora era giusto che ne condividesse la pena, che ne pagasse lo scotto. Si stava per lasciar andare, stava per mollare quando udì una voce:
"Io credo in te, Sora."
Kairi? Non c'era dubbio, era lei. Dove era? Non vedeva altro che buio. Quel sussurro fu seguito da mille altri, tutti diversi, tutti sparsi nei mondi e gli chiedevano tutti la stessa cosa:
"Aiutaci, eroe del keyblade."
Il ragazzo aprì gli occhi. Tra le mani reggeva il Xblade di nuovo a pochi passi dal suo cuore.
Xebald gettò a terra il ragazzo, irritato. Era la prima volta che lo vedeva così infastidito. Piccole vampe guizzavano dal suo corpo, mentre le sue mani si rivestivano di ghiaccio.
"Non capisco cosa ti spinga ad andare avanti. Quando sei ad un passo dalla morte, ecco che torni a fermare il mio colpo di grazia. Ti aggrappi alla tua misera vita come se fosse la cosa più importante dell'universo. Neanche tutto il dolore che ti ho fatto sentire ti ha convinto a desistere..."
Sora si toccò il cuore.
"Ti sbagli, è stato proprio quel dolore a farmi capire quanto conta la mia vittoria qui."
"Fa silenzio!" Ormai non la tratteneva più, divampava nei suoi occhi. "Sai cosa viene dopo il dolore? Un rabbia irrefrenabile. Ora proverai il suo fuoco! Angelo di fuoco, demone di ghiaccio."
Ali infuocate, artigli di ghiaccio, un'armatura di dolore e furia.
Sora si curò in fretta e si rimise in piedi.
"Non posso perdere, non ancora."
Milioni di cristalli di ghiaccio si librarono nell'aria quando Xebald alzò il braccio verso il cielo. Brillavano come tante piccole stelle e riflettevano lo splendore della stanza.
"Pioggia mortale, cristallo del Nord."
I piccoli frammenti vorticarono trasportati da un vento misterioso, poi piovvero sull'avversario.
"Reflex."
Gridò Sora. Rimbalzando sulla barriera con un tintinnio assordante, la pioggerella non accennava a fermarsi e la protezione cominciava a cedere. Dopo qualche minuto alcuni proiettili penetrarono lo scudo e ferirono il ragazzo.
"Non reggerò a lungo, così." Pensò.
Roteò allora il keyblade e dalla punta si propagò una fiammata gigantesca.
"Novaflare!"
Un esplosione travolse una vasta area, vaporizzando i cristalli letali e investendo lo stesso Xebald. Quest'ultimo senza battere ciglio si ricoprì con le sue ali e bloccò il colpo.
"E questo sarebbe un novaflare? Patetico."
Ad una velocità impressionante, Xebald raggiunse un Sora stupito, aprì la mano davanti al suo volto e disse:
"Questo è un novaflare. Onda di fuoco eterno."
Le fiamme sulle ali confluirono sul palmo della mano del guerriero per poi generare un'esplosione devastante. Il giovane maestro riuscì in tempo ad attivare lo stile diamanpolvere utilizzando un potente blizzard e questo gli permise di resistere all'insopportabile calore. L'urto però lo sbalzò lontano, schiantandosi contro una di quelle colonne lucenti che circondavano la sala. La botta gli fece perdere per qualche secondo i sensi e quindi lo stile. Si rialzò ansimando, mentre Xebald gli puntava il Xblade contro.
"Sarebbe tutto più facile se ti arrendessi, sai? Perché non ti unisci a me? Con te al mio fianco ricostruiremo il mondo, reimposteremo l'ordine e riavrai i tuoi preziosi amici."
"..."
"Avanti Sora. Hai sofferto così tanto, eri solo un quattordicenne quando Xehanort ti portò via i tuoi migliori amici per i suoi piani e solo sedici quando hai dovuto fronteggiare una guerra. Ora quanti ne hai? Diciassette giusto? E stai affrontando il signore di Kingdom Hearts. Sai di non avere possibilità, sai che morirai. Ti sto proponendo un'offerta irrinunciabile. In fondo siamo così simili, abbiamo perso i nostri amici per colpa di altri e non siamo riusciti a proteggerli. Ora abbiamo la possibilità di onorare la loro memoria, di farli tornare. Avanti, Sora."
La mano tesa verso il ragazzo ai suoi piedi, un sorriso sul suo volto a rassicurare il suo possibile alleato.
"Mi dispiace Xebald."
"Di cosa?"
"Mi dispiace che tu abbia perso il tuo amico per colpa di altri, di come tu sia finito in quel posto, di come sono andate le cose...vorrei aiutarti...ma non posso. Hai troppo odio nel tuo cuore, l'oscurità ha preso anche te, ora sei come quelle persone che tanto combatti. Sei uno di loro, posso sentirlo."
"E con ciò? Presto cancellerò quell'oscurità. Nel mio mondo non può esistere l'oscurità."
Rispose l'altro.
"L'oscurità non si può cancellare, l'ho imparato grazie al mio amico Riku. L'oscurità è parte di noi e ci da forza, ma ci consuma anche. Tu ne sei stato consumato. Sei stato troppo tempo al buio."
"Quindi rifiuti la mia offerta."
"Ho troppo da perdere. Il mondo che vuoi tu, non è quello che voglio io, Xebald."
"Comprendo. E quale mondo vorresti?"
"Quello che avevo prima che tu lo sconvolgessi. Un mondo dove io e i miei amici possiamo stare insieme, felici. E tu l'hai distrutto, ti sei portato via i miei amici e pretendi che io ti creda? Sei il re di Kingdom Hearts giusto? Guarda cosa hai combinato, sua maestà! Hai causato la stessa sofferenza che coloro che odi hanno inflitto a te e a chi? A persone che non c'entravano nulla con questo. Hai capito ora? Sei stato consumato dalla tua oscurità, possibile che non riesci a comprenderlo?"
"...."
"Ti prego Xebald, torna ad essere quello che eri un tempo. Sora non vorrebbe che tu creassi un mondo che lui ha difeso con tutto se stesso."
Sora si alzò e sorrise.
"Hai fatto del male, ma puoi rimediare, non è troppo tardi."
Il guerriero indietreggiò quando Sora gli porse la mano a sua volta.
"Non solo rifiuti la mia offerta, ma osi propormi una cosa come rinunciare al mondo perfetto? Stai andando oltre ragazzo..."
Alzò il Xblade verso il cuore del giovane.
"Ti stai spingendo troppo oltre."
Sora si gettò ai suoi piedi, inginocchiandosi.
"Ti prego Xebald. Te lo chiedo in ginocchio, basta con tutto questo. Anche i tuoi amici stanno soffrendo. Li ho sentiti, non ti riconoscono più. Torna in te."
"I miei...amici?"
Gli esseri di pura luce che prima si erano nascosti e avevano celato la loro presenza affluirono nella stanza, guardando il loro sovrano.
"Voi state soffrendo?"
"Sì."
"Perché?"
"Perché tu stai soffrendo. Tutto questo non è da te. Il tuo cuore soffre a fare del male."
"No, lo sto facendo per un bene superiore, per il bene di tutti. Non sto soffrendo!"
"Allora quelle lacrime cosa sono?"
L'essere alzò il suo braccio luminoso e indicò delle gocce luccicanti sul volto del suo sovrano.
Xebald portò la mano al volto e si toccò la guancia. Quando la tolse, le sue dita erano umide. Si strofinò con il braccio per asciugare le lacrime e disse:
"Lo sto facendo per noi, per il mio amico Sora, per tutti! Non potete ripagarmi così, non potete tradirmi e passare dalla parte di quel moccioso. Non potete!"
Le creatura si schierarono tra il giovane e il loro re.
"Possiamo, è la cosa giusta da fare. Lui combatte per qualcosa che tu hai perso di vista. Lui combatte per motivi nobili. Lui ha preso il tuo posto, amico mio."
"...e sia, eliminerò il mio rivale, lo spazzerò dalla faccia dell'universo e riprenderò il mio posto."
Il guerriero si illuminò, la luce era talmente accecante che Sora dovette chiudere gli occhi per non rischiare di rimanere cieco. Quando li riaprì, notò che il suo avversario era notevolmente cambiato. Metà nera, metà bianca appariva la corazza, mentre sette spade di luce si stagliavano dietro le sue spalle, mentre due ali nere lo tenevano sospeso in aria. Al centro del pettorale, oltre al cuore. comparve anche una corona spezzata, a significare il re decaduto. Il Xblade non cambiò molto, solo la lama fu intrisa di venatura nere e luminescenti.
"Sette virtù, tredici peccati. Questo è lo stile definitivo."
Con un battito d'ali si elevò ancora più in alto, quasi a toccare la volta bianca della sala. Le sette lame puntarono verso la punta del suo Xblade, mentre questo mirava verso il suo avversario. Le ali si chiusero davanti all'armatura. Una sfera bianca e nera si generò dalla punta della spada, mentre le lame alle sue spalle la alimentavano. Il nucleo di energia si espanse, fino a prendere la forma di un cuore con una grossa X nera al centro, simile a quella che presentava l'emblema degli heartless.
"Kingdom Hearts dammi il potere che mi serve, cedimi la tua forza e insieme creeremo il mondo che desidero. Cannone del cuore!"
Il cuore fu sparato contro Sora, la sua energia crepò il terreno sotto di essa mentre avanzava inesorabile.
"è finita, non posso fermare una cosa del genere..."
In quel momento centinaia di quelle strane creature si frapposero tra lui e l'attacco di Xebald. L'esplosione fu devastante, sbalzando via Sora.
Quando riprese i sensi, una pioggerella di piccole lucine e un enorme cratere avevano sostituito la barriera di esseri.
"Li hai uccisi...perché?"
"Torneranno..."
"No! Non torneranno! Hai ucciso i tuoi amici!"
"Sta zitto. Si sono messi in mezzo."
"Tu sta zitto!"
Sora tese il braccio davanti a sé ed evocò il keyblade. La catena regale comparve nella mano del giovane. L'arma si illuminò subito dopo, mutando in un'altra. Un manico simile ad un cuore, sormontato da una corona a tre punte, mentre una lama a forma di chiave di un color cristallo vivido comparve sopra l'elsa.
Una voce accompagnò l'apparizione della nuova spada chiave.
"Questo è il regalo per il nostro nuovo sovrano. Fai buon uso del nuovo Xblade. E che questo non significhi fine, ma inizio."
Sora annuì.
"Cos'è quella cosa?"
"Io, Sora, nuovo re di Kingdom Hearts ti sconfiggerò, Xebald."
"Tu non sei re di niente."
Con un'altro battito d'ali, Xebald partì all'attacco.
Sora tentennò un attimo, poi sentì due mani toccargli le spalle.
"Riku...Kairi?"
Una lo spinse.
"Roxas?"
I tre annuirono e lui fece lo stesso.
"Ho capito."
Sora si diresse verso Xebald. I due si scontrarono, finendo ai lati opposti della stanza.
Entrambi si voltarono all'unisono.
Xebald si avvicinò a Sora. La mano tesa verso di lui. Il ragazzo non si mosse di una virgola, si limitò a fissarlo.
"Avevi ragione. Sono stato uno sciocco. Questo mondo è perfetto com'è, governalo come si deve, Sora."
L'altro annuì.
"E prenditi cura della mia famiglia, non sono malvagi, è stata la mia influenza a renderli così..."
"Lo farò." Disse Sora sorridendo.
"Ti ringrazio, mio re. Be, per farmi perdonare ti concederò il mio potere e ti restituisco i tuoi amici. So che è poco, ma accettalo, ti prego."
"...lo farò."
Rispose Sora, che all'improvviso provò un enorme tristezza, guardando il suo avversario sparire di fronte a lui.
"Amici miei....voi mi avete donato tutto questo....io vi ho delusi...potrete mai perdonarmi?"
Una pioggia di luce cadde dal soffitto della stanza, come se lo stesso Kingdom Hearts stesse piangendo la morte del suo ex sovrano.
"Loro non ti hanno mai odiato Xebald. Lo sento."
L'altro annuì con un cenno del capo.
"Addio, Sora."
Prima che il corpo sparisse, la pioggia lo avvolse, solidificandosi. L'immagine del più grande maestro del keyblade rimase impressa per sempre nella luce, risplendendo anche nell'oscurità più buia. I suoi amici, i fullheart, avevano creato una tomba di luce con la loro stessa essenza per rendere il loro amico immortale, anche dopo la morte.
"Addio, Xebald. è stato un onore fare la tua conoscenza e se non fosse stato per il dolore che hai vissuto, sono certo che saresti stato un sovrano magnifico...."
La pioggia non cessò per diversi minuti, Kingodom Hearts pianse a lungo la fine della sua controparte, così come Sora, osservando la magnifica statua che lo ritraeva.
Rimase immobile per un lungo istante, guardando quella magnifica statua d'oro che si stagliava davanti a lui. Un senso di tristezza lo assalì. Era buffo, l'aveva odiato per tutto questo tempo e ora la sua assenza lo rattristava. Sentiva come un vuoto, un silenzio che prima era un sussurro. Si passò la mano sugli occhi per asciugare le lacrime involontarie.
"Quanto ancora dovrò soffrire..."
In quel momento il Xblade neonato gli comparve nelle mani. Fu un gesto incondizionato, come guidato da una forza misteriosa. Tant'è che la spada finì dritta nel petto del cimelio, distruggendolo.
"Cos..?"
Sora era incredulo, che era successo? Perché il Xblade aveva distrutto il ricordo di Xebald?
"Non temere giovane re, era tutto previsto."
Un essere bianco con un lungo bastone tra le mani apparve nella luce della sala.
"Chi sei? Sei un fullheart?"
"Precisamente un'entità superiore. Sono colui che sceglie il nuovo custode del regno. Io mi ergo sopra ai miei simili, anche se non vorrei, per saggezza e anzianità. Sono il cuore da cui è nato Kingdom Hearts. In parole semplici, il suo nucleo."
"Oh, voi siete...mi dispiace per...io non..."
"Non ti crucciar per le tue cattive maniere, anche Xebald non era un campione di convenevoli.
Sora provò a rimediare, inchinandosi, ma l'essere avanzò e gli intimò di alzarsi con un colpetto del grande bastone sul pavimento.
"Alzati ragazzo, un re non piega mai la sua testa, se non davanti al suo popolo."
Il giovane maestro si alzò, tutto rosso in volto.
"Così va meglio. Ora veniamo al punto per cui io sono qui. La tua investitura come sovrano di Kingdom Hearts."
Il ragazzo annuì.
"Ora puoi inginocchiarti."
Sora eseguì senza fiatare. L'essere si avvicinò ancora di più, fino a che il suo bastone non fu a un palmo dal naso del giovane.
"Il nome?"
"Sora, signore."
"Sora, con la carica che mi è stata concessa io ti nomino nuovo re di Kingdom Hearts. Che le tue azioni siano sempre guidate dal tuo cuore e che niente possa deviare o piegare la tua volontà. Luce, tenebra, nulla, lo spazio onirico, tutti aspettano che il nuovo sovrano li guidi nel migliore dei modi. Ora alzati, sovrano di Kingdom Hearts."
Detto ciò lo stesso anziano si inginocchiò di fronte al nuovo sovrano, che levandosi lentamente, venne ricoperto da una luce abbagliante, mentre l'armatura di Xebald prendeva il posto dei suoi vecchi vestiti.
"Wow, questa è..."
"La tenuta ufficiale del re." Rispose l'anziano. "Ma ora veniamo alla statua."
Il ragazzo annuì, deglutendo ansioso.
"Xebald ha deciso di donarti il suo potere giusto? Ed è quello che è successo. Con la mia benedizione, tutto il potere del precedente sovrano si è cristallizzato in un cimelio e tu, rompendolo, hai acquisto tutta la conoscenza e il potere di Xebald."
"Allora è questo che intendeva...grazie Xebald." Disse Sora portandosi le mani al petto.
"E grazie anche a...è scomparso..."
L'essere che un momento fa era davanti a lui, era svanito nel nulla, così come era apparso.
"E ora? Come torno indietro? E gli altri? Come staranno? E Riku? E Kairi?"
"Stanno tutti bene."
Sora si voltò.
"Non...ci credo...Roxas? Sei tu?"
"Sì..."
Sora corse ad abbracciarlo.
"Sono contento che tu stia bene, così potremo tornare indietro e..."
"Riku e Kairi sono tornati dopo la morte di Xebald, la pioggia era il cuore del precedente re che si riversava su coloro che l'avevano creato. Tutti coloro che erano parte di Xebald sono vivi e vegeti nel regno dell'oscurità, al castello."
"E tu come fai..."
"Perché dovevo tornare anche io."
"E perché...oh, hai rifiutato?"
"Sì." Disse il biondo voltandosi.
"Ma perché? Perché non vuoi tornare? E Lea? E Xion? E Naminé? E tutti quelli che ti vogliono bene?"
"Capiranno." Rispose freddo il nessuno.
"No, non lo accetto, tu...tu tornerai con me, costi quel che costi!"
Sora imbracciò il Xblade e attaccò Roxas.
La lama gli passò attraverso, deformando la sua figura per un istante.
"Sei stato nominato sovrano e già disubbidisci alle regole?"
"Io...se è per una giusta causa...lo faccio volentieri!"
"E chi sei per decidere ciò che è giusto eh? Chi sei? Ho preso una mia decisione, per una volta nella mia vita sono riuscito a prendere una dannatissima decisione e tu vuoi rovinare tutto di nuovo? Hai sempre condizionato la mia vita come mio qualcuno, ma ora è il momento di finirla. Qui ho trovato ciò che cerco, sono a casa e non voglio andarmene."
"...Roxas...se è questo che vuoi...allora..."
Sora alzò il Xblade al cielo e aprì una porta.
"Benvenuto a casa, amico mio."
Una luce intensa irradiò la già luminescente sala.
"Grazie Sora."
Quella fu l'ultima volta che il giovane vide il suo nessuno. Gli piacque ricordarlo così, forte e risoluto, anche se sapeva che solo il tempo avrebbe potuto fermare le lacrime che all'unisono sgorgavano a frotte dai loro occhi lucidi.
*******
Nella sala regnava un silenzio surreale, c'erano solo corpi riversi a terra privi di forze. La pallida luce di Kingodm Hearts li illuminava pigramente. Ogni tanto violente scosse squassavano il terreno, ma niente smuoveva quelle persone. Poi accadde qualcosa di curioso. Iniziò a piovere. Non era semplice acqua che scendeva da nubi grigiastre, ma lacrime di un mondo ferito. Le rilucenti goccioline cominciarono a posarsi su ognuno di quei guerrieri e fanciulle. Prima piano piano, poi sempre più intensamente, fino a che un diluvio di aureo splendore non li ricoprì del tutto. I cavalieri, ricoperti di una sinistra oscurità, tornarono a vedere la luce. Le principesse, bianche come cadaveri, si colorirono di un rosa aggraziato, mentre gli amici di Sora si levavano uno ad uno, come per miracolo. Ogni ferita era scomparsa, ogni dolore era svanito, ogni oscurità era stata debellata. Topolino, Aqua, Terra, Ven e gli altri furono entusiasti di poter riabbracciare i loro più cari amici scomparsi da tempo.
"Sei stata veramente coraggiosa, Kairi." Le disse Aqua sorridendole e lei ricambiò.
Topolino corse ad abbracciare un intontito Riku.
"Riku!"
"Topolino...mi dispiace, alla fine ho fallito..."
"Gauswh Riku, hai fatto tutto quello che potevi e se siamo tutti vivi è anche per merito tuo."
"Ha ragione." Disse Terra, poggiandogli una mano sulla spalla.
Gli unici ancora in ansia erano Paperino e Pippo, preoccupati per Sora.
"Sono sicuro che sta bene." Disse Riku.
"Sì, lo sento, Sora sta bene." Gli fece eco la rossa.
"Roxas! Roxas!"
"Dov'è?"
"Non lo so...è l'unico che manca...Roxas!"
"Fratello, perché cercano un nessuno?"
"Un po' di tatto, Senimo."
"Ma..ma..."
"Oh andiamo, fallo sfogare un po', ah ah ah"
"Menois, ti ci metti anche tu?"
"Sono vivo...mio sovrano...mi hai restituito la vita?"
Una mano rassicurante si poggiò sulla spalla di Vadeid. Emris gli sorrideva, annuendo.
"Voi siete tutti vivi?" Esclamò Ven.
"Ehi, sono più vivo di te, biondino." Rispose a tono Senimo.
Furono attimi di tensione, erano tornati anche i dodici cavalieri, che il mondo era ancora in pericolo?
I due schieramenti si fissavano sospettosi, l'un l'altro, il minimo movimento sbagliato avrebbe causato una battaglia sanguinosa e inaspettata. Una pallida luce irradiò la sala. Come avvolto da un manto dorato, comparve il nuovo sovrano nelle sue vesti ufficiali.
"Xebald?"
"è vivo?"
"Allora Sora..."
"Lentamente l'uomo si tolse l'elmo, rivelando il viso sorridente del castano.
"Ehilà ragazzi!"
Non ebbe neanche il tempo di mettere due parole di fila, che Paperino lo colpì violentemente alla testa.
"Brutto babbeo, egoista, ci hai fatto preoccupare a morte!"
Disse singhiozzando vistosamente.
"Ahio, mi hai fatto male, Paperino."
"Dovevo ucciderti! Altro che male!"
"Gauwhs, Paperino, ora che sappiamo che Sora è salvo, non c'è bisogno di fare tutte queste..."
"Se non taci ti accoppo pure a te!"
In mezzo alla confusione e alle risa, due giovani corsero verso il ragazzo. Una le si fiondò addosso, abbracciandolo in lacrime.
"Sora...ci hai salvati..."
"....scusami se non sono stato abbastanza forte, ma ora non succederà più."
Il ragazzo la strinse a sé per qualche istante. Poi alzò lo sguardo e incrociò quello di Riku. Bastò quello ai due, un simbolico gesto di intesa.
"Mio re..."
A quelle parole Sora si voltò, lasciando Kairi. I dodici dietro a lui si inginocchiarono al suo cospetto.
"Siete stati usati per uno scopo ingiusto. Xebald stesso ha sofferto molto per voi, ma ora potete rimediare a quello che avete combinato in questi lunghi anni. Redimervi dalla vostra oscurità, debellare ogni timore e sofferenza. Ho promesso che vi avrei presi con me e non verrò meno alla mia promessa. Siete i benvenuti tra noi, custodi del keyblade."
I cavalieri si alzarono all'unisono, evocando il loro keyblade e offrendoli al loro nuovo re.
Vadeid prese la parola:
"Saremo i tuoi occhi, orecchie e braccia per tutto il mondo. Proteggeremo tutti coloro che necessitano il nostro aiuto, così come il nostro sovrano ci ha chiesto."
Sora annuì.
"Bene e ora si fa festa."
"Tu, pensi di cavartela così?"
"Lea..."
"Avanti, dimmi, dimmi dov'è Roxas? Lo sai no? Te lo leggo in quei tuo occhi, dimmelo o ti...ti..."
"Lea, smettila!"
Il rosso posò a terra Sora, lasciandogli la collottola.
"Xion, lui sa che fine ha fatto Roxas...io..."
Xion scosse la testa e scoppiò in lacrime.
"Mi dispiace, ha preso la sua decisione."
"Lui...lui non può farci questo...non può...dannato Roxas!"
Lea aprì un portale oscuro e scomparve in esso. Sora fece per seguirlo, ma un braccio lo bloccò.
"Tu.."
Isa annuì, poi scomparve anche lui come il suo ex amico.
"Lea...Xion..."
Kairi e Aqua consolarono il dolore della ragazza come poterono.
"è colpa mia, ho fallito come sovrano, però..."
"Macché, fallito? Non direi. Sai ragazzo, una volta ti dissi che non valevi la metà degli eroi del passato...be, diciamo che non è facile farmi cambiare idea."
Il sorrisetto di Braig, lasciò perplesso Sora, mentre questi scompariva in un portale oscuro.
"Ha ragione, Sora. Se Roxas non è voluto tornare non è colpa tua. Lea se ne farà una ragione."
"Riku..."
"Nessuno ti da la colpa, zuccone." Disse Kairi.
Sora guardò le facce dei suoi amici in lacrime e annuendo disse:
"Grazie ragazzi."
******
Qualche mese dopo



"Sbrigati Sora, non vorrai far tardi."
"Tardi per cosa?"
"Il tuo discorso da re."
"Ah quello...be...io..."
"Oh andiamo, sarai perfetto." Disse la rossa, baciandolo sulla guancia.
"S-sì, credo di potercela fare..."
La Terra di Partenza era affollata da tante facce. Nuove reclute, vecchi maestri, inseparabili amici. Tutti attendevano il discorso del re.
Il ragazzo raggiunse il trono al centro della sala, ci si piazzò davanti e chiuse gli occhi, aprendo il suo cuore.
Milioni di luci gli apparvero in un oceano vastissimo. Tanti cuori connessi tra loro, tutti connessi a lui, Sora.
"Ci siamo." Pensò.
Fece un profondo respiro e iniziò a parlare. Tutti, in ogni parte dell'universo potevano udire la sua calda e risoluta voce. Lea e Isa seduti sulla torre dell'orologio, i dodici sparsi per i mondi, e tutti i nuovi e vecchi amici di Sora, presenti o no alla cerimonia.
"Amici miei, oggi sono qui in una veste che non mi si addice, però non vi parlo come sovrano, ma come amico, il vostro solito Sora. Sono passati tanti anni da quando sono partito nel mio viaggio e ho incontrato tante persone fantastiche, creature bizzarre e poteri spaventosi, e anche se a volte pensavo di non farcela, una luce è venuta in mio aiuto. Voi. Già, non dimenticate mai, il potere più grande è nel vostro cuore e come riuscirete a connetterlo con altri. Più aprite il vostro cuore alle persone, più diventerete forti. Tutti possono avere amici, anche i più timidi o i più austeri, bastano solo piccoli gesti. Non vi abbandonate a una triste solitudine, non cercate vie irraggiungibili da soli, fatevi sempre aiutare e fate sempre più conoscenze. Ora lo sapete anche voi, i nostri amici, sono il nostro potere!"
Al suo sorriso seguì un boato. Tutti, nessuno escluso, acclamarono il loro sovrano.
La voce di Xebald gli riempì il cuore.
"Hai creato un mondo bellissimo, Sora. Grazie di avermelo mostrato attraverso i tuoi occhi."
FINE.






"è così ce l'ha fatta."
"Già, peccato che non abbia avuto il piacere di incontrare questo Sora."
"Non avrebbe convinto nemmeno te, Eraqus."
"Credi Yen?"
"E tu, Xehanort, cosa ne pensi del nuovo mondo?"
"Penso che il ragazzino lì nell'angolo si stia perdendo molto, vero Roxas?"
"Lasciami in pace..."
"Quindi non hanno più bisogno di noi. La vecchia guardia ha fallito..."
"Però ha portato eroi come loro."
"...."
"Hai ragione, Yen. persino Xehanort l'ha ammesso.
Senza farsi notare anche il vecchio sorrise soddisfatto.


 
   
 
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