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Autore: nikita82roma    21/06/2017    2 recensioni
Ambientata prima dell'ultimo episodio della prima stagione. Castle e Beckett sono sulla scena del crimine di un duplice omicidio, una coppia di coniugi con una bambina in affido: Joy entrerà prepotentemente nella vita di castle e ancora di più in quella di Beckett. Il passato si scontrerà con il futuro, scelte, errori e decisioni vecchie e nuove porteranno i nostri dentro un percorso dal quale uscirne non sarà facile, dove giusto e sbagliato non sono così netti e dove verranno prese decisioni sofferte.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Castle si era scusato con Joy, più volte, fino a quando non l’aveva convinta a lasciare Beckett. Con i suoi modi riusciva sempre ad ottenere quello che voleva e con lei non era diverso. Erano usciti tutti e tre dalla piscina e dopo che Rick le aveva dimostrato che stava più che bene e che era solo uno scherzo fatto a Kate, Joy sembrava aver dimenticato completamente quanto accaduto chiedendo di poter tornare in acqua con loro. Beckett però non aveva più alcuna voglia né di giocare né di scherzare, guardava Castle con aria severa e lui si accorse che probabilmente quello che aveva fatto l’aveva infastidita, molto infastidita. Quello che non aveva capito era che non era stato tanto il bacio a farla arrabbiare come lui era convinto, quando lo spavento che aveva fatto provare a Joy senza riflettere troppo sulle sue azioni, ecco perché in fondo era sempre così diffidente da lui, perché troppo spesso tornava fuori quel suo lato da bambino irresponsabile.

Rick se ne stava seduto sul bordo di un lettino vicino a quello di Kate, intenta ad osservare Joy nuotare spensierata, senza perderla mai di vista, e lui ogni tanto le lanciava qualche occhiata per capire il suo umore. Pessimo. “Perfetto! Non è nemmeno arrivata e già è arrabbiatissima” pensò lo scrittore sbuffando rumorosamente, tanto da attirare il suo sguardo, ancora una volta gelido.

- Che c’è? - Le chiese. - Ho chiesto scusa! Mi dispiace, stavo solo scherzando. Era solo un bacio!

- Non è per il bacio Castle, è per Joy, era terrorizzata! Dopo tutto quello che ha passato, non mi sembra il caso di simulare che anneghi in piscina. - Lo riprese seria.

- Ehy, ma vedi, Joy è tranquilla ha già dimenticato tutto! Rilassati Kate! Ma… che vuol dire “non è per il bacio”? Vuoi dire che… - Le stava ammiccando in modo estremamente sfacciato e lei si era tradita in modo stupido.

- Vuol dire che sei fortunato che non avevo la mia pistola, altrimenti non saresti uscito da quella piscina! - Borbottò Kate cercando di rimettersi a fare la dura.

- Andiamo Detective, eri preoccupata per me ammettilo! - Bastò ancora una volta uno sguardo per farlo tacere, ma non per togliergli quel sorriso dal volto. Si era preoccupata? Certo che si era preoccupata, si era preoccupata tantissimo, era terrorizzata, così come Joy, ma come poteva dirgli che le aveva fatto prendere un’enorme spavento senza che lui andasse oltre con i pensieri, come faceva lei.

Rick salutava Joy mentre nuotava come se nulla fosse e quella sua superficialità faceva Kate arrabbiare ancora di più. Come poteva credere che era già tutto passato solo perché stava nuotando in piscina? Era rimasta traumatizzata, ne era certa e lui doveva essere più responsabile con sua figlia. Fu lei questa volta a sbuffare. La sua mente come al solito correva troppo e si ritrovava a fare pensieri che non le appartenevano. Lei non era così, non era ansiosa e non era una che si preoccupava per ogni minima cosa. Eppure con Joy era diverso. Non poteva fare a meno di preoccuparsi di qualsiasi cosa. Così si era allarmata ed era scattata in piedi quando era lei ad essere andata sott’acqua. Si stava già avvicinando alla piscina quando riemerse e la salutò e lei dissimulò il suo nervosismo salutandola a sua volta.

- Rilassati Kate, sta solo nuotando sott’acqua! Le piace farlo. - Le disse Castle mentre tornava a sedersi.

- Non è pericoloso? - Chiese imbarazzata del suo nervosismo

- Ma no! Si vede proprio che non hai figli Beckett! Stai tranquilla, sei troppo nervosa! - Lo guardò ancora malissimo. Odiava quando le dicevano di stare calma, odiava soprattutto lui quando glielo diceva ridendo così, prendendosi gioco delle sue ansie.

- Mi domando come abbia fatto Alexis a superare l’infanzia con te! - Sbuffò Beckett pentendosi subito dopo di quello che aveva detto. Non lo pensava, ma voleva dire qualcosa per ferirlo, ma Castle sembrò non curarsene.

- Perché era lei tra noi due quella responsabile!

Kate scosse ancora la testa. Quell’uomo era impossibile.

- Beckett io avrei un po’ di fame? Tu? 

Non aspettò la sua risposta, che sarebbe stata in ogni caso affermativa, richiamò Joy che dopo aver attraversato ancora una volta la piscina a nuoto uscì correndo da loro. Castle si trasformò subito in quell’uomo premuroso ed attento che sembrava impossibile fosse lo stesso di poco prima: avvolse Joy in un grande asciugamano asciugandola dolcemente, per poi passare a tamponarle i capelli decisamente lunghi.

- JJ, vai a cambiarti il costume e mettiti quello asciutto, così poi andiamo a mangiare. - Le disse Castle porgendole un sacchetto con le sue cose e la bambina prese le sue cose andando nello spogliatoio vicino alla piscina.

- È facile sai con lei? - Disse Rick a Kate guardandola allontanarsi. - È molto indipendente, fa tutto da sola, anche troppo spesso non vuole nemmeno essere aiutata, tipo te Beckett!

- Non sei spiritoso Castle! - Sorrise anche lei pensando che quando era piccola era proprio così. Non chiedeva mai aiuto a nessuno, solo a sua mamma quando proprio non poteva farne a meno.

- Dove vuoi andare a mangiare Beckett?

 

Aveva deciso Castle dove andare a mangiare, visto che nessuno voleva prendere una decisione ed ora erano in auto diretti ad un ristorante sul mare non molto lontano da casa.

- Rick, ma il pesce qui ce lo fanno mangiare cotto e senza riso, vero?

Sia Castle che Beckett scoppiarono a ridere, sapevano entrambi che l’esperienza con il sushi di Joy non era andata proprio bene ed era stata una delle prime cose che aveva detto a Kate quando si erano viste. Quel posto, invece, con la veranda vista mare era piaciuto molto alla piccola, forse anche per quel cameriere giovane che ogni volta la riempiva di complimenti tanto da farla arrossire facendo invece sorridere sia Rick che Kate. Avevano apprezzato tutti sia il cibo che l’atmosfera e alla fine anche Beckett era riuscita a rilassarsi di nuovo, anche se trovarsi in quella situazione con Castle le sembrava veramente strana e soprattutto le sembrava strano il riuscirsi a sentire così a suo agio con loro. Fecero una passeggiata e trascorsero le ore più calde in un parco, ognuno con un libro da leggere, sdraiati all’ombra degli alberi. Kate spesso alzava gli occhi dal suo libro, guardando Joy leggere attenta: ogni tanto richiamava l’attenzione di Rick chiedendogli il significato di qualche parola che non conosceva e lui pazientemente le spiegava il significato, trovando tanti sinonimi e facendole esempi. Era quello il Castle che le piaceva vedere, quello attento e paziente che aveva tutto un modo suo per comunicare con la bambina che pendeva letteralmente dalle sue labbra, annuendo ad ogni sua affermazione. 

Era già pomeriggio inoltrato quando andarono via da lì ma invece che tornare a casa, Castle fece una deviazione fermandosi in una spiaggia isolata, lì convinse Kate e Joy a seguirlo mentre si era già caricato una borsa con tutte le loro cose. Era un tratto di costa più riparato, una piccola insenatura con il mare più tranquillo e l’acqua più calda. Rick mise tutte le loro cose a terra sulla sabbia dopo aver steso un grande telo vicino ad un tronco. Questa volta fu lui a guardare Kate e Joy passeggiare sul bagnasciuga, lui invece si era buttato a terra insieme alle loro borse, aveva già esaurito per quel giorno la sua dose di attività fisica e la sua anima pigra era venuta prepotentemente fuori. Mentre i raggi del sole si abbassavano e le ombre si allungavano sulla spiaggia osservare le due accovacciate sulla sabbia a cercare conchiglie era una di quelle immagine che gli facevano desiderare di avere il suo portatile per poter scrivere, era una scena che andava raccontata. Quel bacio nato per scherzo della mattina gli era rimasto dentro, gli sembrava di sentire ancora il sapore di Kate sulle labbra, un sapore dolcissimo. Chiuse gli occhi per ripensare al morbido tocco di Beckett sulla sua bocca ed ebbe un brivido pensando che avrebbe avuto voglia di baciarla ancora e non sapeva perché, ma era certo che lo avrebbe voluto anche lei, perché aveva percepito nella sua voce una paura per il suo stupido scherzo che era qualcosa di diverso. Non avrebbe mai pensato che la dura detective entrasse così in sintonia con una bambina, non l’aveva mai nemmeno lontanamente immaginata così ed era qualcosa che gli piaceva immensamente e non poteva negare che quelle scene risvegliarono in lui un desiderio mai sopito di avere una vera famiglia.

Fu ridestato dai suoi pensieri dalla loro risata. Era ugualmente cristallina, più sottile quella di Joy, più melodiosa quella di Kate. Erano entrambe finite a terra investite da un’onda più forte delle altre. Joy sia alzò prima di Kate e corse verso di lui facendogli vedere come era bagnata e Beckett la seguì battendo le mani per togliersi la sabbia tra le dita.

- Non vi posso lasciare sole un momento a voi due eh! - Sorrise Castle vedendola avvicinarsi.

- Taci Castle! Tu avresti fatto di peggio! - Era punta nell’orgoglio ma le veniva comunque da ridere.

- Io sono abilissimo nel fare sempre di peggio, ma come minimo dovevate buttarvi in acqua e fare un bagno vestite a questo punto!

- Lo facciamo Kate? - Chiese Joy mentre Castle già la stava asciugando ricevendo lei in questa occasione un’occhiataccia dalla detective che le bastò per non chiederlo ancora. Rimasero lì fino a quando il sole non fu tramontato e poi, anche se Kate e Joy non erano ancora del tutto asciutte, tornarono a casa. Si erano allontanati un po’ di più del previsto e quel trasporto eccezionale nella piccola strada degli Hamptons li aveva rallentati non poco, costringendoli ad una lunga fila a passo d’uomo. Joy, seduta nel sedile posteriore dell’auto dopo un po’ si addormentò, vinta dalla stanchezza della giornata. Se ne accorse Rick guardando nello specchietto retrovisore.

- Si è addormentata. - Disse Rick a Kate. - Ogni tanto mi dimentico che per colpa della sua malattia si stanca più facilmente.

Beckett si voltò a guardarla dormire sdraiata e rannicchiata. Prese dalla sua borsa un pareo e si sporse per coprirla e nel farlo le accarezzò il viso.

- È proprio crollata. È stata una giornata lunga. - Sospirò Kate.

- Ehy, Beckett… Mi dispiace per questa mattina, veramente. - Castle la guardava e Kate ricambiava il suo sguardo. La macchina dietro di loro che suonava per farlo procedere interruppe quel gioco di sguardi.

- È ok, Castle. Non ti preoccupare.

- Tutto ok, Beckett? Ne sei sicura? - Le chiese guardando dritto la strada.

- Tutto ok Castle. Tutto ok.

   
 
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