Not Myself Anymore
How Quinn Fabray became a Skank.

A cosa pensavo quando mi sono fatta tagliare i capelli da Santana? Speravo forse che la mia vita sarebbe migliorata?
Non valgo più nulla. Ho perso Finn. Ho perso la coda di cavallo. Ho perso l'ennesima occasione per diventare reginetta. Ho perso Beth, e sebbene sia passato quasi un anno lo sto metabolizzando solo ora.
Non sono più nulla. Ormai il nome Quinn Fabray non rientra più tra quelli chiaccherati al liceo McKinley. Sono sulle labbra della gente di rado, e solo con compassione... O disprezzo.
Mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Non sono più me stessa, con questi capelli biondi e questi vestitini da bambola.

Cambiare.
L'ho già fatto una volta, ed è andata per il meglio.
Ora è il momento, di nuovo. Perché questa non sono io.
Apro il vecchio armadio di Frannie, quello con tutti i vestiti che lei non sa nemmeno di avere ancora. Poi un salto a sgraffignare una tinta per capelli, dello smalto nero e un po' di trucco appariscente. Figuriamoci se chiedo dei soldi a mia madre, non me li darebbe mai.
Qualche ora dopo mi trovo di nuovo faccia a faccia con il mio riflesso, e mentre mi contorno gli occhi di nero penso che forse nemmeno questa sono io. Ma allora chi sono? Io ho bisogno di sentirmi qualcuno.
Guardo il mio naso. Il naso che ha sempre fatto la differenza. Il naso del cambiamento.
Con un ago appuntito mi buco la pelle; fa male. Gemo. Soffro. Ma mi convinco che sarà il naso, per l'ennesima volta, a fare la differenza.
Ecco fatto. Cosa devo fare, ancora? Drogarmi? Sbronzarmi ogni sera?
No, decisamente la seconda opzione non conviene. La prima volta che è successo sono rimasta in cinta, la seconda è stata con il glee, la sera prima dell'assemblea d'istituto... E anche quella volta le conseguenze sono state disastrose.
Mi dirigo ad un tabacchino ad un paio di isolati da casa.
“Una ricarica, per piacere.” dico all'uomo dietro al bancone.
Alcune ragazze conciate quasi peggio di me entrano e comprano sigarette a volontà. Forse ho trovato la soluzione. Le imito, e poi esco.
Quelle tipe sono lì, sedute sul ciglio della strada come delle barbone, come reiette della società. Probabilmente ciò che sono anch'io.
“Scusate, avete da accendere?” chiedo avvicinandomi.
Una di loro mi porge il suo accendino. Accendo la sigaretta e lo restituisco, approfittando per stringere a tradimento la mano della proprietaria. Non so esattamente come comportarmi, ma l'educazione di solito è alle basi di qualunque rapporto umano. E comunque, queste sembrano persone con cui è meglio non attaccar briga. Meglio mantenersi neutrali, che rischiare di mancare di rispetto.
“Sono Quinn F...”
Il mio cognome ha davvero importanza?
“Solo Quinn.”
“Ciao Quinn. Noi siamo le Skans.”


Angolo autrice
Oggi (ieri) sono fissata con Quinn, boh. Ho scritto una decina di storie su di lei, anche se per vostra fortuna ne ho postate solo due.
Ecco come Quinn entra a far parte delle Skans, il gruppo delle cattive ragazze. (che poi sarò strana io, ma in quanto a stile la preferivo mille volte con i capelli rosa e i vestiti da rockstar glam anni '80 che come appare nelle altre stagioni)
Ovviamente ho immaginato che il tatuaggio e il ragazzo 40enne siano arrivati dopo essere entrata nel gruppo.
Come al solito non ho idea di cosa io stia dicendo. Tante cavolate, probabilmente, quindi levo le tende.
Baciii