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Autore: nikita82roma    22/06/2017    1 recensioni
Ambientata prima dell'ultimo episodio della prima stagione. Castle e Beckett sono sulla scena del crimine di un duplice omicidio, una coppia di coniugi con una bambina in affido: Joy entrerà prepotentemente nella vita di castle e ancora di più in quella di Beckett. Il passato si scontrerà con il futuro, scelte, errori e decisioni vecchie e nuove porteranno i nostri dentro un percorso dal quale uscirne non sarà facile, dove giusto e sbagliato non sono così netti e dove verranno prese decisioni sofferte.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Kate aveva assistito ad una delle scene più tenere che avesse mai visto: Castle che prendeva Joy addormentata dall’auto, se l’adagiava tra le braccia e in silenzio la portava nella sua stanza. Li aveva seguiti rimanendo un paio di passi indietro, come se non volesse disturbarli, fermandosi sulla porta della camera di Joy mentre lui cercava di sfilarle i vestiti per metterle il pigiama. Si era svegliata e collaborava facilitando le operazioni, ma si vedeva che era decisamente assonnata.

- Buonanotte JJ - Le disse Rick sistemando la sua bambola Lily vicino a lei e dandole un bacio sulla fronte che lei ricambiò abbracciandolo e baciandolo sulla guancia, sorprendendolo come sempre ogni volta che aveva uno slancio d’affetto ed ultimamente era sempre più frequente: la guardò qualche istante, poi uscì dalla stanza lasciando la porta appena accostata.

- Si è già addormentata di nuovo. Avrebbe dovuto fare una doccia per togliersi la salsedine, ma era decisamente troppo stanca.

- Già, dovrei farla anche io… Guarda in che stato sono! - Disse Kate mostrando il vestito umido e passandosi una mano tra i capelli secchi.

- Non stai poi così male. - Le disse abbozzando un sorriso mentre percorrevano il corridoio al piano superiore, fermandosi davanti alle scale.

- Sei un grande bugiardo, lo sai Castle?

- Non sto mentendo… Ti va di cenare con me?

- Veramente dovrei farmi una doccia e cambiarmi… - Kate strinse la balausta delle scale.

- Se proprio devi… Ti aspetto… - Rick poggiò una mano sopra la sua.

- Se proprio insisti… ok… - Sorrise imbarazzata sfilando la mano da sotto la sua e le sembrò che avesse allargato le dita per prolungare quel contatto.

 

L’aveva aspettata lì sulle scale, lì dove l’aveva lasciato. Si era messa a ridere quando le aveva detto che per una volta aveva fatto quello che aveva detto lei, l’aveva aspettata, facendo il bravo e non era tanto per cosa aveva detto, ma per come, con quell’espressione da bambino che vuole ricevere i complimenti per aver fatto il bravo e lei si ritrovò senza volerlo a fargli una carezza che scottò sulla sua mano come sulla guancia di Rick.

Castle preparò dei toast al formaggio che mangiarono sulla veranda che dava sul giardino, immersi nel canto di grilli e cicale, con due bottiglie di birra. Dal mare veniva una fresca brezza che saliva fino a lì rendendo quella serata estremamente piacevole e rilassante.

- Allora Beckett, ti piace qui? O sei sempre arrabbiata per la mia telefonata al capitano Montgomery?

- Mi piace e sono sempre arrabbiata.

- E cosa posso fare per non farti più essere arrabbiata?

- Un buon inizio potrebbe essere promettermi che prossimamente eviterai di intrometterti in queste faccende.

- Però se ti piace e stai bene, ho fatto una cosa giusta, intromettendomi, no?

- Sei impossibile Castle lo sai? - Kate bevve un sorso di birra mentre Rick la guardava compiaciuto. Punto suo, ancora una volta.

- Nonostante tutto sei bravo con Joy e sembra che gli piaci molto. - Gli disse Kate mentre era lui ora a bere.

- È il mio fascino Beckett, nessuna donna mi resiste.

- Meno male che siamo all’aperto o il tuo ego avrebbe invaso tutta la tua mega villa. - Rispose schernendolo.

- Comunque anche tu secondo me le piaci molto. 

- Lo pensi veramente? - Chiese speranzosa.

- Assolutamente sì. Mi chiede spesso di te. Sai, credo che abbia bisogno di una figura femminile… diversa…

- Diversa?

- Sì, ecco, diversa da mia madre o mia figlia. Per età dico… 

Kate annuì, senza dire nulla. Stavano entrando in un discorso pericoloso.

- Io non ho mai conosciuto mio padre. Non so chi sia. Mia madre non mi ha mai voluto dire nulla e quando ho imparato a vedere i suoi occhi rabbuiarsi quando glielo chiedevo ho smesso di farlo. - Rick si era alzato in piedi e si era appoggiato al parapetto in legno. Kate lo aveva raggiunto appena era rimasto in silenzio. Si era appoggiata vicino a lui guardandolo mentre lui scrutava lontano nella notte. - Ho sempre avuto un vuoto dentro. Un vuoto che non colma nulla. Mi sono chiesto tante volte “io chi sono?” perché una parte di me manca. Mi sono chiesto perché non ha voluto sapere nulla di me, perché non ha mai avuto la curiosità di conoscere suo figlio. Non so nemmeno se sa che esisto, magari sarebbe orgoglioso di me, tu che dici? 

- Se non sapesse di quando hai rubato il cavallo per andarci in giro nudo, probabilmente lo sarebbe Castle. - Cercò di sorridere Beckett.

- Io ho mia madre, una parte delle mie radici, qualcuno dove cercare una parte di me, ma Joy? Joy non ha nessuno. Ogni tanto ci penso, penso a lei e ai tanti bambini come lei. Abbandonati, non voluti. Gli potremo dare tutto l’amore del mondo, ma loro da grandi avranno sempre quel vuoto dentro, quel fermarsi a guardarsi alle spalle e cercare una storia che non c’è. Chissà se anche lei si farà le stesse domande mie: da dove vengo, chi sono, chi è mia madre, perché non mi hanno voluto?

- Magari volevano solo darle la possibilità di un futuro migliore, sperando che qualche famiglia si fosse occupata di lei. - Kate era pietrificata dalle parole di Rick. Provò a giustificare quella situazione, a giustificarsi. Rick sorrise e si voltò verso di lei.

- Sono io lo scrittore che cerca la bella storia dietro le cose, non rubarmi il mestiere, Beckett!

- Faccio quello che provi a far tu ogni giorno da mesi provando a rubare il mio.

Sorrisero entrambi e Kate sentì improvvisamente molto caldo, quando il dorso della mano di Rick sfiorò la sua guancia. Le loro labbra si unirono prima timidamente, sfiorandosi appena. Quando Rick non sentì alcuna resistenza da parte di lei, osò di più, intrappolando il suo labbro superiore tra le proprie, prima che il bacio si trasformasse in qualcosa di più profondo ed intenso, in un cercarsi e trovarsi continuo. La carezza sul viso di lei si trasformò in un tenere con bramosia il volto tra le mani e lei fece lo stesso, accarezzandogli collo e nuca, con gli occhi chiusi, per vivere ancora di più le emozioni di quel momento, tanto inaspettato quanto voluto. Kate si rese conto solo mentre lo stava baciando inspirando il suo profumo, lasciando che le sue labbra morbide torturassero le proprie, lasciandosi accarezzare dalle sue mani grandi, che era esattamente quello che voleva da quella mattina, almeno. E Rick aveva sognato quel momento, forse dal loro primo incontro. Sicuramente avrebbe voluto baciarla già da allora, perché quella donna così diversa da tutte le altre che aveva conosciuto l’aveva incuriosito, subito, e lui era abituato ad avere tutto quello che voleva. Lei però non si era fatta prendere e la voglia di averla era aumentata man mano che la conosceva e che scopriva alcuni lati del suo carattere e gli piacevano tutti: non era più, però, solo una questione di desiderio e curiosità, Kate Beckett gli piaceva, gli piaceva molto più di quanto volesse ammettere e quell’occasione con la complicità di Joy gli era sembrata perfetta per poter andare oltre quel loro rapporto di lavoro fin troppo conflittuale a volte.

Le loro bocche non si erano ancora separate, rinnovando quel bacio ogni volta che si allontanavano quel poco che bastava per respirare, quando furono costretti a ritornare di colpo nel mondo reale. Dalla finestra del piano superiore sentirono delle grida e poi il pianto di Joy. Corsero entrambi su per le scale, non curando alla porta finestra del retro che sbatteva rumorosamente, entrando in camera di lei e trovandola rannicchiata con le gambe al petto. Era nella stessa posizione in cui l’avevano trovata dentro l’armadio, Kate non l’avrebbe dimenticata mai. Si avvicinarono sedendosi ognuno da una parte del letto, accarezzandole la fronte bagnata dal sudore.

- JJ che succede? - Le chiese Castle.

- Lauren e Ethan… io… non ho detto tutto… ora mi ricordo… scusa… - Disse guardando Rick

- Va tutto bene JJ, stai tranquilla… - Le diede un bacio sulla fronte e le passò un bicchiere d’acqua che la bimba bevve voracemente. Castle guardò Beckett che sospirò e si avvicinò ancora di più a sua figlia.

- Joy, non ti preoccupare, non devi scusarti di nulla… Cosa c’è che ti fa paura?

- Io… io ero in camera di Lauren e Ethan. C’era Lauren che si era appena finita di vestire. Poi c’è stato tanto rumore Ethan ha cominciato ad urlare e a dire a quelle persone che non avrebbero trovato mai quello che volevano perché ce l’aveva sua figlia. Lauren mi ha detto di nascondermi e poi sono venuti lì, e poi… - Joy scoppiò di nuovo a piangere e Kate si avvicinò per abbracciarla, ancora prima che lo facesse Castle. La bambina si appoggiò sul suo petto e lei la cullò accarezzandole la nuca fino a quando non riuscì a calmarsi.

- Poi qualcuno ha urlato… sono scappati… ma io non ho niente Kate, veramente! Ethan non mi ha mai dato niente, è la verità! - Le disse con ancora le lacrime agli occhi che Kate asciugò con un fazzoletto di carta preso sul comodino.

- Ti credo Joy, non ti preoccupare… Va tutto bene.

- Non siete arrabbiati con me per non aver detto niente prima? Io… non lo so… era tutto confuso.

- JJ non siamo arrabbiati con te! - La rassicurò Rick.

- Nemmeno tu Kate? - Chiese ancora.

- No, nemmeno io, Joy. Capita a volte che ci sono delle cose brutte che vogliamo dimenticare e facciamo finta di non averle vissute. 

- Perché non provi a dormire di nuovo adesso? Che ne dici? - Le disse Rick facendola sdraiare.

- Rimani qui con me? - Disse Joy allo scrittore.

- Certo, rimango con te. - Joy si spostò verso Kate facendogli spazio e Rick si sdraiò al suo fianco; in quel momento Beckett si stava alzando dal letto ma sentì la mano di sua figlia sulla sua.

- Rimani anche tu? - Le chiese speranzosa guardandola mentre tirava su con il naso. Kate spostò lo sguardo su Rick che annuì, poi si chinò per dare un bacio a Joy sul naso.

- Rimango anche io.

Castle spense la luce e la stanza rimase illuminata fiocamente dalla luce delle scale che arrivava fino a lì. Nella penombra della stanza Kate fu sicura che non era un caso che le dita di Castle si intrecciarono con le proprie, proprio sopra la testa di Joy.

   
 
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