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Autore: Njki    22/06/2017    1 recensioni
Questo spazio e dedicato alle cose che non si dicono, che si ha paura di raccontare a persone alla quale teniamo a causa delle conseguenze che potrebbero scaturire.
Quindi le deposito qui, nella speranza che un giorno, per caso, queste persone riescano a leggerle.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimamente mi capita spesso di leggere in libri di autori rinomati miei pensieri espressi in passato alla gente. Quando mi capita m’illumino e penso: quindi non è vero che sono così superficiale, ignorante, frivola e debole come sono convinta di essere.
Insomma, sono grandi autori, letti in tutto il mondo, premiati, apprezzati, ed esprimono opinioni riguardo sentimenti ed emozioni nel medesimo modo in cui le espressi io.
Allora mi decido, cazzo – scusatemi la volgarità -, non smetto di scrivere, no!
Nulla è perduto!
Ma, io non sono una di quelle che scrive un libro facendone un grande progetto e scopo ultimo; tirandolo avanti per un anno o più, leggendolo, rileggendolo, correggendolo e facendolo leggere anche al macellaio del supermercato per comprendere se sto scrivendo di cazzate o di idee intrinseche di significato.
Io sono quella che aspetta la frustata dell’ispirazione sul coppino, l’ispirazione che ti tiene piegata sulla tastiera a scrivere per tutta la notte perché, fa niente se domani si lavora, fa niente se ho delle cose importanti da fare, io devo scrivere il mio libro.
Poi mi calmo, ponderò le probabilità.
Forse dovrei controllare questa mia impulsività, imparare a incanalare l’ispirazione, a essere più matura, più schematica, a impormi di rileggere e di non lanciarmi nell’avventura presa dall’adrenalina.
Forse dovrei aspettare anni, anni d’esperienze e anni consumati.
Oppure, dovrei approfittare di questa mia giovinezza, del coraggio, della caparbietà, di questo "non senso" di percepire i pericoli e di prevederne le conseguenze?
Sanguinare sulle pagine, donare tutto senza riserve e viverlo.
Lasciare andare questo flusso, anche se sbagliato, per poi imparare e scrivere successivamente qualcosa di meglio.
In futuro magari mi ritroverò al bar con un amico a dirgli: “Ti ricordi di quando ho scritto quella cazzata di libro? Ah, ero così giovane e stupida, così immatura. Chissà cosa mi è preso”.
La freschezza aiuta e slancia, la saggezza insegna e comunica.
 
Mi blocco.
 
Le pagine vuote da riempire sono così tante; mi schiacciano.
E io con questa poca vita vissuta pretendo di poterle riempire tutte?
Lo affronto. Lo affronterò.
Traggo un respiro profondo ed ecco, come sempre, l’ispirazione prende il volo.
Mi abbandona sempre così, sempre!
All’ultimo o all'apice del momento migliore.
Così, mi ritrovo a sforzarmi di trovarvi una conclusione sensata ed educativa che si colleghi alla passione da poco passata.
Eccola la conclusione: io lo scriverò questo libro, statene certi.
Lo vedrete il mio nome scritto, su qualche copertina, in qualche libreria.
 
Lo sento, nelle mie parole incise alla rinfusa e nei fogli bianchi in attesa d'essere riempiti di vita.
  
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