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Autore: Elisir86    22/06/2017    2 recensioni
Infine si accorse che quell'immagine che lo stava fissando con occhi sgranati non era la sua.
Certo il viso era simile al suo -forse con qualche chilo in più- ma i capelli erano di un castano scuro e gli occhi erano di un tenue verde...
...un colore che non vedeva da secoli.
Si portò una mano al petto e il riflesso eseguì lo stesso movimento e forse -ma solo perché ancora non aveva metabolizzato tutte le stranezze- quello fu il momento più spaventoso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Austria/Roderich Edelstein, Danimarca, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IX

Romano

 

Quando si fu calmato -grazie alla sberla che Feliciano gli aveva dato in pieno viso-, Romano si sentiva ancor più confuso, senza contare che Germania gli aveva messo una mano sugli occhi per impedirgli di essere ancora accecato da quella orribile luce...

Insomma, sentire le frasi fredde di suo fratello -ma dov'era finito quello imbranato che conosceva?-, le scuse di un mortificato Ludwig -che quando mai quello faceva da zerbino a Feli?!??-, le risatine di qualche nazione demente e non poter vedere un ficco secco lo disorientava!

Inutile dire che si stava dimenando, non gli importava un cazzo se quella patata platinata stava salvando i suoi occhi! Lo stava toccando! Una sua enorme e TEDESCA mano lo stava toccando!

Di sicuro i suoi microbi da “io sono un macho” lo avrebbero contaminato facendolo diventare un demente come Feliciano alla sua presenza!

Piuttosto la morte!

“Tienilo fermo! Ma che cazzo di acido ti sei fatto per ridurti così?!” la frase del suo ormai ex-tenero fratellino coincise con un suo calcio nell'aria “La fai facile tu! È forte!” fu trascinato all'interno della stanza.

“Lasciami andare crucco di merda!” ma le sue parole si confusero con il rovistare di qualcuno nella sua valigia “Ah, io pensavo che fossi un frocio e invece guarda, delle mutandine firmate da quella vacca di Lilly!”

“E pensare che è così psicopatica! Sempre a volere sparare anche nei momenti di pace...” “Ma sa fare certi lavori di bocca!” le risate di entrambi lo fecero azzittire. Si ritrovò a pensare al viso infantile e dolce di Liechtenstein, gli occhi di un verde scuro sempre rivolti al pavimento, le dita pallide che si intrecciavano timide...

“Ma che cazzo dite?” sbraitò, va bene lui non era un ragazzo socievole, non gli piaceva stare in compagnia ed era molto volgare -andiamo, chi lo sarebbe stato dopo qualche secolo passato insieme a Spagna? Quello ti tirava fuori le parolacce con solo la sua presenza!- ma c'era tre cose che non sopportava:

1-Chi parlava male della sua amata Italia

2-Chi parlava male della sua amata cucina

3-Chi parlava male delle donne

Una mano scese sulle sue labbra “Preferisco le tue labbra impegnate a fare altro che urlare...” il viso di Romano divenne rosso e senza pensarci due volte spalancò la bocca, i suoi denti affondarono nella pelle del tedesco facendolo sanguinare.

“CAZZO!” Germania mollò la presa nello stesso momento in cui Feliciano esclamava un “FINALMENTE!” sventolando dei orribili occhiali a forma di cuoricino davanti al naso.

“Che cosa sono quelli?!?” Romano indietreggiò di un passo spalmandosi sul petto ampio di Ludwig “I tuoi fottuti occhiali! Mettili e non rompere le palle!” “ANCHE NO!”

 

Dopo circa dieci minuti di lotta tra lui e quei due dannati Romano si ritrovò con addosso quella schifezza ma con la facoltà di poter osservare il mondo senza ritrovarsi a piangere e urlare dal dolore.

E no, non era affatto felice di poter vedere il suo viso allo specchio!

Si massaggiò la guancia dove Feliciano lo aveva colpito era solo arrossata, ma porca vacca si capiva che qualcuno lo aveva picchiato!

Ma non era solo quello -in fondo di sberle ne aveva ricevute nei secoli- a farlo rabbrividire. La persona che era riflessa non era lui!

Prima di tutto era biondo -si vedeva lontano un miglio che era una tinta!- ed era sicuro che quello centrava con il motivo di Antonio nel suo letto quella mattina!

Secondo era magro, non che fosse mai stato grasso -aveva una linea invidiabile!- ma era come se non mangiasse da mesi: aveva le guance scavate, gli zigomi evidenziati e beh...si vedevano le clavicole in maniera sconvolgente!

No, quello non era Romano, così come l'uomo corpulento che lo teneva d'occhio dietro di lui non era Ludwig. Perché mai quel crucco avrebbe eseguito gli ordini di Italia, mai si sarebbe messo a sbadigliare vistosamente, mai avrebbe guardato suo fratello con quei occhi a cuore!

Ma che schifo!

In poche parole, stava iniziando a dubitare di stare veramente bene, magari aveva ingerito qualcosa di avariato -visto che era in un hotel tedesco era più che possibile!- oppure qualcuno -come Spagna e quei due cretini dei suoi amici- gli aveva giocato un brutto scherzo e lo aveva drogato.

Non trovava altre soluzioni, mentre si sistemava il colletto della camicia di un certo Koku -ma chi cazzo è sto tizio?- e no, nella valigia non aveva trovato un solo capo firmato Armani!

“Lutz...andiamo!” la voce fredda di Feliciano lo fece voltare verso la porta, stava in piedi con il petto in fuori, il cipiglio serio e lo sguardo che non ammetteva repliche. In uno strano modo gli dava i brividi.

“E lo lasciamo così?” ok, forse non era stato il cibo avariato a fargli avere anche visioni uditive -la droga si però!- Germania che si preoccupava di lui... “Fidati, Flavio sembra essersi ripreso...”, corrugò la fronte ancora con quel nome, ma perché lo chiamava così?

“Luciano, ma hai visto che sguardo da rimbambito che ha?” Romano tornò ad osservare i due che sembravano non accorgersi che lui era ancora lì.

Luciano????

“Come lo hai chiamato?” chiese avvicinandosi di un passo “Oh no! Ci risiamo!” gemette Germania portandosi una mano sul viso mentre Feliciano incrociava le braccia “Dimmi un po', mi prendi per il culo?”

“E anche tu, hai chiamato lui...” indicando il tedesco con un dito “...con un nome strano...”

I due lo guardarono straniti per qualche secondo prima di prendere fiato, i loro petti si gonfiarono così come le guance “Non è strano!” “Ma cosa ti prende oggi?” furono esclamati in contemporanea così come le due frasi seguenti “Ti conviene riprenderti!” “Se ti sei fatto qualche nuova droga avresti potuto dividerla con me!” e il tutto lo disorientò ancor di più.

Alzò le mani in segno di resa “Ahahah...” ridacchiò nel panico, sentire Germania -il serio e diligente tedesco- che chiedeva una dose di chissà cosa gli sembrava stranissimo...

...e forse, si disse, tutto lì era l'opposto di quello che conosceva...

Feliciano ne era la prova ed era davanti a lui ben piantato sui piedi con uno sguardo che gli ricordava tanto quello di Russia...

“Beh...” iniziò grattandosi la nuca “...mi sa che...” si voltò verso lo specchio, quel tizio magro e biondo lo stava osservando “...ho bisogno di zuccheri...” borbottò.

“Giusto! La colazione!” La voce di Germania lo fece rabbrividire, aveva davvero usato quel tono? Come un bambino a cui hai regalato delle caramelle?

 

Assomigliava a Feliciano...DOVE CAZZO SONO FINITO???!!!???

 

 

 

 

 

Note:

E finalmente anche Romano sta iniziando a capire che non si trova nel suo mondo o perlomeno a casa!

Ora ditemi voi chi vorreste vedere nel prossimo capitolo!

 

Allora, ho postato questo capitolo in fretta e in furia senza nemmeno leggerlo una sola volta solo per avvertirvi che in questi giorni mi sarà difficile pubblicare. Il motivo? Mi sto trasferendo e perciò ho poco tempo, ma non preoccupatevi appena sarò nel mio nuovo salotto tornerò a scrivere un capitolo alla settimana!

 

Un bacione a tutti!

 

  
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