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Autore: Moglyo    22/06/2017    3 recensioni
Chi non hai mai sognato di dare qualche sberla a Chloé? Bene in questo capito extra collegato direttamente con la storia principale "La Melediction" se ne vedranno delle belle.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Chloè, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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La sberla di Chloé


La scuola era ricominciata da poco però Marinette non se la sentiva molto di tornarci dopo l'incidente; anche se Adrien la veniva a trovare di giorno e di notte quindi si stava riprendendo velocemente.  

Non avrebbe mai potuto ringraziarli abbastanza lui e Chat noir.

Le prime tre ore passarono lente, per chi aveva passato nottate in bianco fatte di chiacchere coccole, sguardi maliziosi e baci; baci passionali Mari sorrideva beatamente a ripensarci.

La campanella suono e finalmente quell'ora di chimica, di agonia o come la chiamava lei chimogonia era finita.

Si alzarono tutti con calma, uscendo dall'aula per riversarsi in giardino; si era seduta sul rondo in centro al giardino con vicino Alya e Nino che stavano discutendo sulle migliore  strategie che i loro eroi preferiti avevano usato contro le persone akumizzate.

Ad ‘Alya gli si illuminarono gli occhi,  aveva avuto un idea per il Ladyblog e non voleva farsela sfuggire. Prese il telefono e iniziò a registrare. L'idea di intervistare tutta la classe su Ladybug e Chat noir contro i villain di Papillon.

Adrien riuscì, dopo immane fatica, a scrollarsi di dosso Chloé ed andare dalla sua principess.

Si sedette vicino a lei che naturalmente arrossi vistosamente, anche se si stava abituando ad averlo vicino nelle vesti civili, era difficile non arrossire ma gli passo, quasi subito, iniziando a chiacchierare come sempre con il biondo.

Finché non arrivo la bufera che portava di nome Chloé Bourgeois. 

Chloé arrivo a passo deciso vicino ai quattro ragazzi e iniziò ad attaccare, verbalmente, Marinette. Si vedeva che era gelosa; gelosa fino al midollo.

“Marinette” iniziò con quel suo tono superiore e irritante “Come va ai tuoi?” sorridendo soddisfatta.

I ragazzi la squadrarono in malo modo, Mari invece rimase a bocca aperta, non credevano alle loro orecchie; la mora ne aveva passate e sopportare tante da parte di quell'arpia, ma mai si sarebbe aspettava quel livello di crudeltà.

Alya stava per prenderla per i capelli, quando la bionda cotonata riprese il suo monologo:

“A è vero che sono morti, scusa se me è lo ero dimenticata ma erano persone talmente di basso rango che non ci avevo quasi fatto caso” sorrise ancora, sentendosi superiore, Sabrina intanto se la sghignazzava  dietro alle spalle dell'amica.

“Adesso come fai a pagare la retta scolastica?” domandò orgogliosa.

“Chloé smettila per favore” gli intimo Adrien. Facendo finta di non ascoltare continuò. Pronunciando quella maledetta frase.

“Ho sentito in giro che fai entrare estranei in casa tua, non è che stai vendendo il tuo corpo per guadagnarti da vivere?” domando, cercando di trattenersi dal ridere.

Ora la guardavano completamente spiazzati e disgustati da quella prepotenza gratuità.

“Chloé adesso basta! Stai esagerando!” ringhio Adrien.

Marinette invece abbasso lo sguardo, trattenendo le lacrime, non credeva alle sue orecchie.

“Infondo c'era da aspettarselo da una come te. Una sgualdrina.” Continuò la bionda ignorando il modello.

Adrien non ci vide più, quelle parole erano state di troppo, erano la goccia che fece traboccare il vaso.

Nel frattempo, tutto il cortile si era fermato a guardare quella scena senza poter intervenire. Tutti avevano paura di Chloé, principalmente per le ripercussioni che poteva causare ai loro cari. 

Poi ci fu un suono “secco” e tutti rimasero a bocca aperta.

Chloé si ritrovò a terra, con le lacrime agli occhi dal dolore e dallo stupore di quel gesto; fatto, specialmente, da quella persona.

Adrien era in piedi, davanti a lei, la guardava fissa negli occhi. Gli occhi del ragazzo erano diventati scuri, pieno di rabbia e disprezzo per la bionda che era ancora a terra.

I Mari e Nino erano rimasti stupiti, dal gesto dell'amico, invece Alya quasi esultava, ancora con il telefono in mano e il video acceso, si tratteneva dal battere le mani.

Non si era accorta di aver ripreso tutto, talmente era abituata ad averlo in mano, come quella volta del faraone.
Chloé guardava in cagnesco la mora, poi corse dal preside con a seguito Sabrina.

Adrien controllo con lo sguardo l'allontanarsi della bionda, poi si rivolse alla sua Lady e nei toni più  dolci che riusciva a trovare, essendo  ancora agitato e arrabbiato da quelle parole.

“Mari va tutto bene, adesso se ne è andata” disse, guardandola negli occhi scioccati e stremati di lei, tuttavia pieni di gratitudine nei suoi confronti.

“S-ssi, grazie Adrien” balbetto.

Incrociando gli occhi verdi di lui, ancora cupi ma più rilassati di prima. Adesso erano solo preoccupati per la sua principessa.

La ricreazione fini  due minuti dopo; Nino esultava per il coraggio avuto dall’amico battendogli la mano sulla spalla stavano entrando in aula.

Appena entrati la professoressa annunciò ai quattro amici, di essere stati convocati dal preside, furibondo per la faccenda avvenuta poco prima.

Chloé, come suo solito, aveva minacciato chiamare suo padre, il sindaco, raccontandogli la sua versione della storia; il poveretto non poté che assecondare le richieste di quella vipera. Doveva sospendere Marinette per lo schiaffo, poi denunciarla alla polizia su delle accuse infondate; la bionda sosteneva anche di avere delle prove.

Quando i ragazzi arrivarono in presidenza, Chloé stava fingendo di piangere e Sabrina intanto la cercava di consolare.
Aveva chiesto  al preside di parlare con la mora, per cercare di farla redimere, fingendo un interesse inesistente per la compagna.

Lui aveva acconsentito, ed ora si trovavano sole nel suo ufficio. Chloé smise di recitare la commedia e iniziò a parlare con il suo solito tono altezzoso.

“Allora Marinette hai due possibilità, la prima è confessare che mi hai tirato tu lo schiaffo, che ti prostituisce e specialmente di aver plagiato Adrien; lui non si sarebbe mai permesso di alzare le mani su una ragazza e soprattutto su di me.” Quasi strillo le ultime parole, fumava di rabbia.

“Avanti! Sputa il rospo sgualdrina, quanto chiedi per un servizio o li fai gratis” rise di gusto.

 “Chloé ma che stai dicendo sei impazzita! È da prima che continui con questo discorso” era incredula.

“Quei lividi sul collo e sulle braccia sono prove schiaccianti e fresche” indicando i segni sul corpo di Marinette. 

“Sono caduta” si scuso, coprendosi i segni, non poteva certo dire che aveva combattuto un akuma come Lady bug e di averle prese se non fosse stato per l’intervento di Chat noir ora non sarebbe lì. 

“Certo, come no! E chi ti crede, avanti confessa cocotte cosa hai fatto al Mio Adrien” quasi la sbrano con lo sguardo tanto era furiosa.

“N-niente, assolutamente niente “ le si stava formando un nodo in gola.

“Bugiarda! Sei solo una lurida cagna, bugiarda! Quelle ultime parole le aveva dette con immane cattiveria.

Chloé era furiosa, ma non stupida, quindi aveva tenuto la voce bassa per evitare che qualcuno origliasse.

Mari non sapeva più che pesci pigliare, ancora scossa dall’ultima frase detta.

Adrien, Alya e Nino aspettavano fuori con il preside e il papa di Sabrina, cercando di spiegare cosa fosse realmente successo, invano.

La bionda aveva messo alle corde il preside, imbambolato il tenente con il suo fare sa prima donna e lusinghe; la colpa di tutto doveva ricadere su Marinette, la voleva distruggere.

“Io-io” non gli uscivano le parole, bloccate dal nodo in gola.

“Allora o tu assecondi la mia versione, mentre chiedo al preside di non espellerti o ti fai espellere e vai in carcere, ho anche le prove che ti incastrano” si avvicinò alla mora.

Adrien ultimamente si era accorto di mantenere anche nelle vesti civili tratti del potere di Chat, come la vista al buio e un udito molto sensibile; questa volta gli risulto utile, per sentire la discussione tra le ragazze. Trattenendosi dallo sfondare la porta ma in compenso gli venne un idea geniale.

“Signor preside” esordi “non siamo stati chiamati qui perché abbiamo assisto alla scena” chiese.

“Si” borbotto il preside.

 “E anche perché conosciamo bene la studentessa Marinette” continuò con quel tono tra il dubbio e l'affermazione.
Il preside lo seguiva a fatica, curioso di sapere dove voleva andare a parare il giovane Agreste.

“Allora se noi avessimo le prove che non è stata Marinette ad iniziare la lite le accuse nei suoi confronti cadrebbero, giusto?” Con un sorriso malizioso e sicuro sulle labbra fini la frase.

“Devono essere prove concrete e materiali, le vostre parole non valgono siete troppo intimi con la signorina Dupain-Cheng” asserì il preside leggermente preoccupato per la faccenda e infastidito dalle parole di Adrien.

“Nessun problema” e rivolgendosi ad Alya “cerca nel cellulare sono sicuro che hai registrato qualcosa a ricreazione” facendole l’occhiolino.

La bruna lo guardò storto, poi gli si illumino il volto “bravo il nostro Adrien”, porgendo il cellulare al preside “ecco qua signor preside” clicco sullo schermo per far partire il video fatto a ricreazione.

Il preside e il signor Raincomprix guardarono e ascoltarono attentamente, dopo un attimo di silenzio e tensione, raggiunsero alla conclusione di dover delle scuse alla signorina Dupain-Cheng.

Stavano per entrare quando si senti un urlo provenire dell'ufficio.

Aprirono la porta di scatto e trovarono la mora a terra; Adrien si fiondo da lei seguito a ruota da Alya e Nino.
Chloé era in piedi vicino alla cattedra sconvolta; era bianca come un lenzuolo, balbettando qualcosa.

Adrien la fulmino.

Mari si risveglio infermeria con il modello accanto a lei, addormentato sul letto.

Era un po' confusa quando sentii urlare il suo nome da Alya che corse ad abbracciarla, quasi la soffocava con quell’abbraccio. 

“Oh Mari, mi hai fatto morire dallo spavento, svenire cosi nell'ufficio da sola con quell'arpia di Chloé.” 

“Signorina Dupain-Cheng”  entrò il preside, seguito dal papa di Sabrina, “le devo le mie scuse più sentite la signorina Césaire ha dimostrato la sua innocenza e il signorino Agreste ha smentito le voci che circolavano sul suo conto.” 

Lei li guardava confusa.

“La signorina Bourgeois ha esagerato sta volta, abbiamo già chiamato i suoi tutori e verrà sospesa; lei è giustificata da ogni assenza da scuola comprendiamo la sua difficile situazione” finì il preside con un tono calmo e apprensivo.

Marinette li ringrazio, poi Adrien l'accompagnò fino a casa. 

“Mari tutto bene? Oggi è stata una giornata pesante ne vuoi parlare?” chiese il ragazzo.

“N-no, vai pure a casa a riposarti, hai già fatto molto per me oggi. Non lo guardava negli occhi, non c’è la faceva.

“Adesso vado un po’ a letto a stendermi, mi è venuto un sonno.0” Sbadiglio e poi sali dopo aver salutato il suo cavaliere.

Lui la guardò salire, per poi avviarsi a casa sua; avvilito per non essere riuscito a farla sorridere. Poco dopo si fece tutto buio.

Aveva lasciato casa Dupain alle diciassette e trenta circa, ne era sicuro, incamminandosi per la strada di casa. 

Adrien ora si trovava in un vicolo buoi erano circa le ventuno, più o meno, sentiva l'odore acre di spazzatura, pesce marcio e Chanel n°5?! Arriccio il naso stranito. Guardandosi attorno, con la vista felina non era un problema, c'era spazzatura dappertutto; strappata, bidoni rovesciati, come se ci avesse rovistato un animale selvatico. 

Con quei pensieri per la mente intravide una figura familiare, aguzzo la vista, non poteva essere; Chloé era a terra, con una ferita bella profonda sulla faccia deturpandola, graffi e morsi su gambe e braccia, i vestiti firmati erano ormai a brandelli. Dalla ferita sgorgava ancora sangue rosso, fluido e invitante. Adrien deglutì come affamato e attirato da quel liquido col cremisi. 

Si riprese scacciando quei pensieri guardando come si era ridotto; ricoperto di terra e sangue anche lui con i vestiti strapparsi.

Si avvicinò a lei, respirava e sembrava mugugnare qualcosa. Il biondo tirò un sospirò di sollievo.

Istintivamente prese il cellulare per chiamare i soccorsi, bloccandosi all'idea di essere il colpevole dell'accaduto. In fondo non si ricordava nulla, in più da come era ridotto sembrava avesse lottato contro la belva, di sicuro anche il sangue non era il suo. Una dolorosa fitta alla testa lo desto da quelle deduzioni.

Chiamo Plagg, anche lui visibilmente frastornato e confuso su dove si trovava.

“Presto Plagg, trasformami” la voce gli tremava.

Plagg si guardo attorno, acconsentendo subito dopo; con il favore della notte Chat noir spari.

Dopo essersi allontanato abbastanza chiamo i soccorsi, la chiamata fu anonima. Disse solo di aver sentito urlare qualcuno e aver intravisto un grosso animale nero scappare via. Il che poteva essere vero.

Arrivò dalla sua Lady alle ventidue circa, distrutto dalla corsa e dal mal di testa. Entrò dalla terrazza come al solito. 

“Chat!"

Si senti chiamare, non facendo in tempo a vedere chi o cosa gli era già adesso, stringendolo forte.

La mora si era fiondata su di lui abbracciandolo.

“Dolcezza, se mi saluti sempre cosi potrei abituarmi sai” fece con tono malizioso e sorridendo, felice di constatare che stava bene dopo la brutta giornata passata.

“Ma sentilo, tu piuttosto dove ti eri cacciato, ero in pensiero sai, ti aspettavo per cena stupido gatto.” Stringendolo ancora di più forte a se, la paura che gli fosse successo qualcosa alla fine aveva prevalso, lasciandola nel terrore di non rivederlo più. 

“Scusa my Lady, ho avuto un impegno improvviso.” ora era lui a stringerla a se, accarezzandole la testa cercando di tranquillizzarla. 

Dopo un paio di minuti entrarono in casa tenendosi per mano; una fitta al cuore lo colpì, sentendo un bruciore al petto come un marchio a fuoco. Cerco di non darlo a vedere per non farla preoccupare ulteriormente, Mari era un fascio di nervi già da sola. Se ne era accorto da come gli stringeva la mano, non aveva bisogno di altri problemi, lui sarebbe stata la sua ancora, la sua luce nel buio.

Cenarono tranquilli, Chat aveva cucinato dei squisiti involtini, per farsi perdonare il ritardo. Infine si misero a letto, coccolandosi, lei crollo quasi subito dalla stanchezza; Adrien invece impego un po' di più. Dopo circa mezz'ora il sonno calo su di lui; la teneva stretta a sé in un abbraccio nel letto, persi in sogni felici sperando che quei momenti durassero per sempre.

Il Tg della mattina riporto la notizia dell’aggressione alla figlia del sindaco, per ora viva e cosciente in ospedale; ma già circolavano alcune indiscrezioni riguardo l'aggressione subita e alle ferite riportate. L’inviata sul posto, dichiarò che la signorina Bourgeois era stata aggredita dalla famosa bestia e secondo testimoni oculari resa orribilmente sfregiata in volto. 

I giornali già avevano trovato un nome più che adatto alla vicenda;

 L'incubo nero di Parigi colpisce ancora



 

 



Questo capito extra non presente nella storia "la Malédictionma che si lega. Sarà fatta una raccolta di questi capitoli.

   
 
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