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Autore: warblerslushie    23/06/2017    0 recensioni
"Kurt rompe il fidanzamento e lascia Blaine... 3 anni dopo è in uno strip club a festeggiare il suo "nuovo" addio al celibato... e vede Blaine lavorare... Blaine sta lavorando li nello strip club... sopportando sguardi e tocchi sgradevoli solo per assicurarsi che "suo figlio" sia ben curato.... "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Carole Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano passati anni dall’ultima volta che Cooper li aveva visti, ora.. erano qua.

Burt e Carolo erano ad alcuni metri di distanza da loro, Carole con la mano premuta sulla bocca e Burt che fissava il piccolo e riccioluto bambino , che stringeva un cartello che segnalava che erano in loro attesa.

Landon li stava guardando, sbattendo gli occhi, il cartello alzato e lo sventolò  raggiante quando i due adulti lo salutarono.

“Li vedo, zio Coop! Li vedo!”

“Lo so.. perché non andiamo a salutarli?”

Landon mise il foglio nelle mani dello zio , saltellando per il terminale verso i nonni che non aveva mai incontrato.

Burt si pulì gli occhi, sorridendo quando Landon corse verso di lui e gli disse ciao, allungando la piccola mano .

“Ciao! Io sono Landon Finn ed ho tre anni e mezzo! Tu sei il papà del signor Kurt?”

Burt deglutì, schiarendosi la gola , guardando velocemente, con gli occhi bagnati di lacrime, Carole e poi di nuovo Landon.

“Si.. si.. sono il papà di Kurt. E’ bello incontrarti”.

Prese la mano di Landon, mentre , inspirando pesantemente si abbassava per abbracciare il bambino, le lacrime non riusciva più a trattenere, scorrevano sulle sue guance.

Anche Carolo stava piangendo, la mano scese dalla bocca al petto, poggiata sul cuore.

Dal punto di vista di Cooper, sembravano stanchi, più vecchi e si chiese come erano stati negli ultimi anni.

Sapeva che la morte di Finn era stata incredibilmente difficile per entrambi e sapeva che Burt aveva dovuto combattere con un tumore alla prostata qualche anno prima; ma ora i due Hummel erano un mistero per lui.

Si chiese se Blaine sarebbe stato sopraffatto dal rivederli; lui lo era e non era mai stato tanto unito con queste persone.

Blaine, d’altra parte aveva visto la famiglia di Kurt come un estensione della sua e Cooper sapeva quanto aveva ferito Blaine , più di qualsiasi cosa, non solo perdere i suoi genitori ma anche quelli di Kurt.

Tornando al presente, Cooper portò la sua attenzione su Carole, che stava abbracciando anche lei Landon , ridacchiando tra le lacrime quando il bambino la coccolò chiedendole di non piangere.

Tutti gli adulti del gruppo avevano gli occhi lucidi ( incluso Cooper ) e spesero alcuni minuti a salutarsi; Cooper strinse loro le mani e li abbracciò , prima di abbassarsi per prendere Landon in braccio e chiedere ai ( ex) quasi suoceri di suo fratello di seguirlo nel parcheggio per prendere una macchina.

Con i loro bagagli al seguito, il gruppo attraversò l’affollato aeroporto ed,  una volta fuori, fermarono un taxi.

C’era un furgoncino parcheggiato fuori su cui salirono e Cooper lasciò che Landon si sedesse dietro con i suoi nonni mentre lui si sedeva sui sedili centrali con i loro bagagli.

Per tutto il viaggio verso casa di Cooper ( da cui poi sarebbero andati a mangiare e poi Cooper li avrebbe portati da Blaine ) , Landon parlò e parlò e parlò… intrattenendo ai suoi nuovi amici con storie su Superman e sul suo amico del cuore, il cane di Maggie.

Era ovvio che il monello aveva un’enorme immaginazione , me le sue storie facevano sorridere Burt e Carole, quindi non importava.

In un’ora ( grazie al traffico) il gruppo fu a casa di Cooper e poi uscirono per andare a mangiare, decidendo per il ristorante locale.

Una volta arrivati, Landon pregò di potersi sedere vicino a Carole ( come se fosse già pazzamente innamorato di lei) così Cooper e Burt si sedettero vicini, guardando in silenzio mentre Landon parlava di draghi e come un giorno sarebbe diventato un cavaliere che avrebbe salvato una bellissima principessa… una bellissima principessa che si chiamava.. giustamente.. Carole.

“Mi ricorda così tanto Kurt quando era piccolo”.

“Davvero?” chiese Cooper , prendendo un sorso della sua birra.

Suo nipote stava facendo arrossire Carole, la donna più vecchia era raggiante per i complimenti che il piccolo rubacuori le faceva.

“Non posso dire di sapere qualcosa di Kurt bambino, ma so che Landon si comporta un sacco anche come Blaine.

Lo stesso livello di entusiasmo, la stessa natura vivace..

Entrambi incredibilmente matti..”

Burt annuì appoggiandosi alla sedia, quando la cameriera portò i loro piatti.

Subito tutti stavano mangiando , Landon , per una volta tranquillo, mangiucchiava le sue patatine fritte ed il panino al formaggio grigliato.

Ogni tanto, qualcuno gli passava qualche morso del loro cibo, ma per lo più , mangiò dal suo piatto, felice di star mangiando al ristorante con suo zio ed i suoi nuovo amici.

“Allora..” iniziò Burt, posando il suo hamburgher nel piatto per pulirsi le dita piene di grasso, “ Quanto stanno male Kurt e Blaine?”

“Abbastanza male da respirare a fatica e pieni di tosse . "

 Blaine sta male da molto più di una settimana, Kurt sono più o meno tre giorni.

Per fortuna hanno potuto prendere gli antibiotici, così dovrebbero stare meglio molto presto.

Devo lavorare questa settimana e l’altra babysitter di Landon è a disposizione per tutto il weekend.. è un’infermiera.. così non può venire.

“So cosa significa..” disse Carole a bassa voce, l’espressione sognante mentre ripensava ai suoi giorni da infermiera.

“Essere a disposizione è una rottura… ma ci si abitua. Spero non lavori troppo..”

“Lo fa.. Potremo non andare d’accordo , ma riconosco la sua etica professionale.

E’ piuttosto tenace”.

Landon si guardava attorno , infilando un’altra patatina in bocca.

Gli adulti , accanto a lui, erano impegnati a parlare , così, semplicemente, ascoltava mangiando a sazietà, mentre tutti gli altri erano presi dalla loro conversazione.

Non era sicuro di cosa stessero parlando e lui voleva, davvero, davvero tanto finire di raccontare la sua storia sui draghi, ma il suo papà gli aveva sempre insegnato di aspettare quando gli adulti stavano parlando, così aspettò..

Ed aspettò.. aspettò.. aspettò..

La conversazione andò avanti fin quando tutti non finirono di mangiare  e Cooper si alzò per andare a pagare il conto.

Non appena l’uomo si allontanò dal tavolo, Landon si lanciò di nuovo nel suo racconto, continuando la storia per tutto il tragitto verso l’appartamento di Blaine , fin quando non arrivarono al parcheggio e Cooper lo aiutò ad uscire dalla macchina, lasciando che Landon prendesse la mano di Carole mentre lui portava le sue valigie all’interno dell’edificio.

Burt li seguiva a ruota, fissando l’edificio dove Blaine e suo nipote vivevano, lo stomaco sottosopra al pensiero di rivedere l’ex fidanzato di suoi figlio , di nuovo, dopo quattro anni si assoluto silenzio.

Onestamente, era stato uno shock quando Kurt aveva chiamato per chiedere se lui e Carole di venire a LA.

Per mesi , si erano agitati per l’aver scoperto che c’era un misterioso nipote di cui non sapevano nulla.

Il giorno che Burt aveva sentito per la prima volta la piccola voce dall’altra parte del telefono fu un giorno che non avrebbe mai dimenticato.

Anni passati a sognare un nipotino e di attesa che suo figlio si sistemasse gli caddero addosso all’improvviso tutti insieme, il secondo in cui seppe di Landon ed anche se aveva perso alcuni degli anni fondamentali della vita del piccolo ometto, ora poteva finalmente avere un rapporto con lui ed essere il nonno che aveva sempre voluto essere.

Suo  nipote era perfetto da ogni punto di vista.

Dai suoi capelli ribelli al suo sorriso luminoso, rappresentava una parte della vita di Burt che era stata chiusa da un bel po’ di tempo.

Dopo la rottura tra Kurt e Blaine , c’era stato un momento in cui Burt si era chiesto se suo figlio avrebbe mai trovato di nuovo il vero amore.

Alex non era la persona che avrebbe voluto per suo figlio ma Burt aveva supportato Kurt in tutto quello che voleva, non importa quanto stupido potesse sembrare.

Alex non era il ragazzo con cui Burt avrebbe visto suo figlio sistemato ( in realtà solo Blaine lo era ) ma ora che quel coglione era fuori dalle palle, sembrò come se il cielo si fosse schiarito e avesse dato una nuova possibilità a tutta la famiglia.

Burt non era stupido, sapeva che suo figlio era ancora innamorato pazzo di Blaine e da quello che Cooper aveva insinuato, Blaine provava lo stesso.

Ora che si erano ritrovati, forse le cose potevano ricominciare.

E forse avrebbe potuto avere qualche altro nipotino… magari…

“ Beh.. eccoci ..” Cooper lo interruppe, distraendolo dai suoi pensieri, quando si fermarono davanti la porta chiusa dell’appartamento di Blaine, poi Cooper tirò fuori le chiavi.

Aprì velocemente la prima serratura, poi quella di sicurezza e poi fece accomodare il gruppo in casa, trascinandosi dietro i bagagli, mentre gli altri si toglievano le scarpe guardandosi intorno .

“Bel posto”.

“E’ dannatamente meglio dell’altro buco di merda in cui viveva Blaine qualche anno fa,.. questo è sicuro”  mormorò tra se Cooper , facendo segno agli Hummel di seguirlo per accompagnarli nella loro stanza.

Landon stava ancora parlando a raffica , raccontando a Carole della sua stanza ( dove sarebbero rimasti loro durante la loro permanenza a LA) e dell’enorme quantità di film che aveva da fargli vedere.

A metà della sua storia, una porta in fondo al corridoio si aprì e ne uscì Kurt, i capelli spettinati e la faccia rossa col segno di qualcosa che sembrava un bottone sulla guancia sinistra.

Quando vide i suoi genitori , sorrise e li salutò, rimanendo lontano a causa della sua malattia.

“Hey figliolo..” lo salutò Burt, studiando un po’ di più il rossore sulla guancia di Kurt, fermandosi solo quando Blaine fece capolino da dietro la porta, la maglietta del pigiama tutta sgualcita e penzoloni sulla spalla probabilmente per averci dormito sopra.

L’uomo non era così diverso dall’ultima volta che Burt e Carole lo avevano visto ; era alto come al solito, forse un po’ più magro ( e più muscoloso di prima ) .

I suoi capelli erano ancora ben acconciati, anche se aveva diminuito un po’ l’uso del gel.

La principale differenza tra il ragazzo che una volta conoscevano come una persona vivace e luminosa e questa che avevano davanti adesso era la durezza che si leggeva nel suo sguardo.

Questo era un Blaine più “vissuto”  rispetto al ragazzo che una volta aveva chiesto a Kurt di sposarlo sulle scale della Dalton Accademy e , mentre Burt osservava l’ex di suo figlio, si chiese cosa esattamente fosse successo da renderlo così.

“Blaine..”

“Burt.. Carole.. è bello rivedervi..”

“Oh.. anche per noi.. tesoro..” aggiunse Carole, stringendo un po’ di più la mano di Landon , mentre guardava l’uomo arruffato dal sonno di fronte a lei.

Anche lei lo stava studiando come suo marito e le si spezzò il cuore non vedere più quell’innocenza che erano abituati a vedere in lui, rimpiazzata da qualcos’altro .

“Come vi sentite?”

“Beh… non so lui.. “ disse Kurt , tossendo piuttosto forte da fare preoccupare tutti " ma mi sembra di star per morire"
“Il sentimento è reciproco. Verrei fuori a salutarvi come si deve.. ma non voglio mischiarvi nulla”.

“Papà ed il signor Kurt sono malati” sussurrò Landon, tirando Carole per farlo inginocchiare alla sua altezza.

Una volta che la donna fu faccia a faccia con lui, Landon si sporse e le disse:

“ Non mi è permesso dormire in camera di papà perché ha la tosse!”

Dopo questo, i due iniziarono a parlare a bassa voce tra loro, lasciando che il resto del gruppo  li guardasse divertiti.

Kurt disse qualcosa sul fatto che Carole si fosse immediatamente innamorata del fascino di Landon quando Blaine ribatté che forse era Landon ad essersi innamorato di Carole.

Nel frattempo, Cooper portò i bagagli nella stanza di suo nipote e tornò fuori, avvicinandosi a Burt per dare un colpetto sulla spalla dell’uomo più vecchio.

“La stanza è pronta. Se fossi in te non mi preoccuperei  di capire cos’hanno Kurt e schizzo.

Sono abbastanza sicuro che sia.. qualcosa che puoi beccare solo attraverso il contatto.. bocca a bocca .. se capisci cosa intendo”

A questo Blaine sbuffò contrariato e Kurt lo fissò, lasciando Carole e Burt ridacchiare, sorridendo mentre lasciavano che Landon li trascinasse nella sua camera da letto, la voce di Landon li seguì in corridoio  mentre sparivano nell’altra camera.

“Puoi andartene adesso, Coop” brontolò Blaine , voltandosi per rimettersi a letto.

Kurt continuò a fissarlo, mostrando il dito all’uomo sghignazzante, prima di seguire il suo ex in camera  e sbattere la porta.

Una volta che si voltò, fu sorpreso di trovare Blaine in piedi davanti al letto, le braccia strette al petto mentre fissava il mucchio di coperte e lenzuola spiegazzate, davanti a lui.

“Hey.. Stai bene? Cooper non ti ha infastidito troppo, vero?”

“No.. solo.. pensi che chiamare i tuoi sia stata una buona idea?”

Kurt si accigliò e , avanzando, si fermò proprio accanto a Blaine, aggrottando ancora di più le sopracciglia quando vide il suo ex così distaccato.

Nonostante fosse malato, sembrava come se avere Burt e Carole li in casa sua fosse la cosa peggiore possibile, come se si vergognasse di farsi vedere in quel modo, come se il fatto che fossero li avesse aperto un altro vaso di Pandora che Blaine non era ancora pronto ad affrontare.

“Ne abbiamo parlato . Hai detto che non ti importava.

Non.. non ti ho spinto a farlo , vero? Pensavo che non ti importasse se venivano.”

“All’inizio.. pensavo fosse una buona idea.. ma.. quando li ho visti.. mi sono ricordato di quanto diverse sono le cose ora.

L’ultima volta che ho visto la tua famiglia è stato quando siamo tornati per andare a trovarli dopo un anno dalla morte di Finn e tanto è cambiato da allora..”

Le sue dita afferrarono la maglia, stringendosela più forte attorno alla sua figura snella, mentre cercava di trattenere le lacrime.

“Ho sempre pensato ai tuoi genitori come se fossero i miei…

Quando ci siamo lasciati.. è stato come perdere la mia famiglia..

Già sapevo cosa sarebbe successo con i miei genitori , ma non pensavo.. che avrei perso anche i tuoi..

L’ultima volta che mi hanno visto…io.. ero a scuola facendo del mio meglio a New York City.. ed.. ora.. dove sono?

Sono un padre single disoccupato che faceva lo spogliarellista e che vive in un fatiscente condominio perché non posso permettermi nulla di meglio per mio figlio…”

“Blaine.. no… questo non è quello che loro vedono..

Vedono quello che vedo io…

Un uomo forte e coraggioso che ha fatto il meglio che poteva con quello che aveva.

Questo posto non è fatiscente; potrebbe non essere il posto più costoso e ben tenuto al mondo… ma è bello.. caratteristico anche.

Landon è felice e in salute.. e sai che è questo quello che vedono e ti ammirano per questo.

Mio padre era entusiasta quando ha scoperto che ti avevo ritrovato.

A Carole sei mancato così tanto.. e lo stesso vale per mio padre.. e vogliono solo far parte della tua vita e di quella di Landon.

Quando li ho chiamati l’altro giorno per chiedergli di venire, mio padre si è commosso.

Gli sei mancato Blaine.. e sono solo eccitati e felici di averti di nuovo nelle loro vite così come lo sono io..

Devi credermi..”

Accigliato , Kurt si avvicinò ancora di più e avvolgendo un braccio attorno alla sua vita, tirò Blaine in un abbraccio.

Il suo ex era ancora nervoso , i muscoli tesi dallo stress, a malapena si stava rilassando tra le sue braccia.

Sembrava tipo.. stanco.. veramente.

Mesi passati a tornare l’uno nella vita dell’altro e Kurt capì che doveva ancora fare molto perché Blaine avesse più fiducia in se stesso.

Ogni suo piccolo dubbio ed ogni sua paura venivano a galla in momenti come questo e Kurt soffriva ancora di più al pensiero che ci fosse ancora così tanto odio per se stesso nel cuore di Blaine , così generoso e meraviglioso.

Aveva ancora paura di come la società lo vedesse , ancora preoccupato di cosa le persone che lo conoscevano pensassero della sua vita ora e , mentre stringeva tra le braccia l’uomo più giovane, Kurt si chiese cosa avrebbe potuto fare per dimostrare a Blaine che , non importava cosa avesse fatto in passato ( o anche nell’immediato futuro) nulla avrebbe potuto diminuire l’amore per lui.

Nulla.



Novembre 2016

“Allora.. dove andiamo a mangiare?”

Cooper brontolò, passando le dita sul piano della cucina sporco mentre aspettava che Blaine finisse di vestire Landon.

Suo fratello era impegnato ad assicurarsi che il bambino fosse completamente infagottato e pronto ad uscire nell’aria piovosa , come faceva ogni singola volta che andavano da qualche parte.

Il tempo qui non aveva nulla a che vedere con quello a casa loro nel Midwest, ma come avevano imparato entrambi i fratelli, i neonati avevano sempre bisogno di vestire in maniera appropriata per tutto, soprattutto Landon, considerando quanto fosse facile per lui beccare infezioni alle orecchie.

Blaine era molto pignolo sull’assicurarsi che Landon non si ammalasse , così Cooper lasciava sempre che  il fratello vestisse il bambino prima di uscire.

Anche se gli aveva già fatto da babysitter al bambino prima, aspettava sempre che fosse Blaine a rivestire suo figlio perché sapeva che avrebbe dovuto sopportare una predica se il piccolo bimbo avesse anche solo starnutito.

“Blaine.. mi hai sentito?”

“Non lo so.. vedremo una volta che siamo usciti.. solo.. lasciami finire questo prima..”

Ruotando gli occhi , l’Anderson più grande girovagò per l’appartamento , frugando tra le cose di suo fratello mentre ascoltava Blaine coccolare il figlio.

Era passato poco più di un anno da quando Blaine aveva lasciato il suo nido, impacchettando tutte le sue cose, una sera, lasciando poi l’appartamento di Cooper il mattino seguente , dopo alcune settimane di liti tra lui e suo fratello.

In quel momento Cooper era stato contento di liberarsi di suo fratello minore e di suo nipote, soprattutto visto che Landon non faceva che urlare interferendo con la sua concentrazione nell’imparare a memoria i suoi copioni.

Ora però, vedere il posto in cui viveva il suo ex coinquilino , lo faceva sentire una vera merda.

Il posto era una discarica , un porcile da denuncia .

Sfortunatamente, era tutto quello che Blaine poteva permettersi al momento e stava risparmiando più che poteva per potersi trasferire in un posto migliore.

Fino ad allora, doveva stare lì ed anche se Cooper aveva fatto piccole allusioni sul fatto che non gli sarebbe dispiaciuto riaverli di nuovo a casa con lui, Blaine si era rifiutato , testardo come sempre.

“Hai quasi finito?” urlò Cooper da sopra le spalle, sorridendo quando vide il portafogli di suo fratello tutto solo sul bancone della cucina.

Blaine gli urlò qualcosa in risposta , mentre cercava il giubbotto di Landon , così Cooper non si trattenne dal prendere il portafogli, spalancando gli occhi alla vita dell’enorme quantità di banconote, infilate male in un lato.

“Porca puttana. Perché così tante banconote da un dollaro?”

Fu proprio in quel momento che Blaine entrò nella stanza , Landon poggiato su un fianco , tutto infagottato e pronto per uscire.

Dopo aver visto che suo fratello aveva il suo portafogli in mano, Blaine si accigliò , allungando la mano libera per strappare il portafogli dalle mani del fratello impiccione.

“Nessuno ti ha insegnato a non ficcare il naso nelle cose degli altri?”

“Hai una tonnellata di dollari nel portafogli. Potresti fare impallidire uno spogliarellista per tutte le banconote da un dollaro che hai. Non ti fanno cambiare le mance al ristorante?”

Aspettò una risposta , pentendosi del tono scherzoso che aveva usato in precedenza quando il silenzio nella stanza riecheggiò  intorno a loro.

Landon fece un flebile mormorio, sfregando il naso contro il cappotto del padre , mentre sbadigliava e si agitava perché voleva essere messo giù, ma Blaine non si mosse.

Restò completamente immobile , gli occhi spenti mentre guardava fisso la parete dietro Cooper.

Era come se stesse nascondendo qualcosa , come se stesse ignorando l’elefante nella stanza e nemmeno una volta incrociò gli occhi del fratello.

Notare lo sguardo distante del fratello, sentire un brivido correre lungo la schiena , scossero Cooper che sentì lo stomaco sottosopra, quasi come se stesse per vomitare.

Non appena la parola spogliarellista era scivolata dalle sue labbra, Blaine si era irrigidito, bloccato sul posto, scioccato.

Da lì., le cose cominciarono ad avere un senso, quando Cooper ricordò l’enorme quantità di banconote nel portafogli di Blaine.. tutti pezzi da uno.. alcuni sporchi di brillantini cosa a cui non aveva fatto attenzione prima.. ma ora?

Blaine era stranamente silenzioso.. il suo volto pietrificato?

Significavano una sola cosa..

Porca puttana!

“Blaine?.. Oh dio Blaine…no.. perché?

Non hai bisogno di questo..”

Tutto quello che suo fratello poté dire, con voce bassa e così, così distaccata fu..

“Perché paga le bollette” e con questo.. il cuore di Cooper si fermò.



Landon amava i suoi nonni.

Sembrava essere un amore diverso da quello che provava per Cooper e per Avery.

Era un amore rispettoso; adorava sua zia e suo zio, ma ammirava Burt e Carole.

Tutto di loro gli interessava e passò ore ad ascoltarli mentre gli raccontavano storie di Kurt da bambino.

Carole gli aveva perfino parlato di suo zio Finn e Landon non ne aveva mai abbastanza di questi ricordi condivisi.

Ogni tanto sussurrava che avrebbe voluto poter incontrare Finn e queste parole portavano lacrime ed abbracci , mentre i nonni si godevano il tempo con il loro unico nipote.

In disparte sedevano Blaine e Kurt,  ancora in quarantena nella camera da letto di Blaine.

Si tenevano ad una certa distanza dagli altri membri della famiglia, ma li osservavano comunque, il cuore di Kurt gonfio di orgoglio ed amore per il fatto che i suoi genitori stessero trascorrendo del tempo con Landon.

Blaine.. invece.. aveva ancora dei dubbi su tutto questo.

Da quello che sapeva di quello che erano venuti a conoscenza Carole e Burt della sua vita; sapeva che Kurt aveva confidato qualcosa ai suoi genitori, dicendo loro che Blaine aveva lasciato New York City per vivere con Cooper e che aveva fatto svariati lavori per prendersi cura di suo figlio.

Non aveva mai detto apertamente che Blaine faceva lo spogliarellista , ma da alcuni indizi che si era lasciato scappare, Blaine era certo che gli Hummel sapessero della sua vergogna.

Questo lo preoccupava per tutto il tempo, spaventato che il peggio dovesse presto arrivare e che Burt e Carole lo avrebbero ritenuto indegno di fare il padre e che si sarebbero portati via Landon in Ohio.

Sapeva che avrebbero vinto , in modo definitivo, in una eventuale causa contro di lui se loro ( e Kurt ) lo avessero portato in tribunale, perché avevano una vita più facile rispetto alla patetica vita in cui Blaine stava cercando di crescere Landon.

Sarebbero stati meglio per lui, lo avrebbero amato di più, lo avrebbero…

“Blaine?”

La voce calda di Kurt lo riportò alla realtà, facendolo sobbalzare sul posto, li sulla soglia del salone.

Anche malato , Kurt sembrava bellissimo, così alto e perfetto come sempre.

La sua pelle pallida ( più pallida del solito) spiccava rispetto alla maglietta nera che stava indossando e che fasciava stretto il suo busto, mettendo in risalto la sua figura slanciata.

Ora che si stavano riavvicinando , Blaine si ritrovò ad ammirare il corpo del suo ex , quel corpo che una volta aveva la possibilità di toccare ed amare liberamente.

Erano ancora lontani dall’essere quello che erano una volta, ma l’attrazione fisica tra loro diventava sempre più forte , ogni giorno, ed era tremendamente una distrazione.

“Hey.. stai bene?”

Le parole del suo ex lo riscossero di nuovo dai suoi pensieri, questa volta facendogli sollevare lo sguardo per incontrare gli occhi di Kurt.

L’altro uomo guardava, accigliato e con la fronte aggrottata , Blaine , con un’espressione interrogativa , mentre si chiedeva cosa diamine avesse il suo ex fidanzato per essere così silenzioso.

Blaine sbatté gli occhi, riportando la sua attenzione in salotto, quando Landon iniziò a battere le mani  e la sua risata riempì l’aria mentre rideva per l’imitazione di Burt di Ursula della Sirenetta.

“Non è niente.. sto bene.. sono solo stanco..”

Burt iniziò a cantare “Poor Unfortunate Souls” e Landon rise , il naso arricciato mentre , appoggiandosi a Carole, ridacchiava scioccamente.

Kurt non poté fare a meno di sorridere alla vista, ma dietro di lui Blaine era ancora silenzioso, il volto così pallido.

Non importava quante volte avesse visto quella espressione sul viso di Blaine da quando si erano ritrovati , ogni volta riusciva a scuoterlo all’interno, così allungò una mano poggiandola rassicurante sul braccio di Blaine.

“Seriamente… cosa c’è?”

Blaine deglutì a fatica, sbattendo gli occhi lucidi prima di scivolare via dalla stretta di Kurt , voltandosi per dirigersi in corridoio.

La sua voce lo seguì  mentre spariva in camera da letto e Kurt sentì il corpo dolergli quando Blaine ancora una volta scappava da lui.

“Ho bisogno di una doccia”.

La porta si chiuse non appena superò la soglia e poi Blaine sparì, lasciando Kurt impotente in corridoio mentre il gruppo in salotto continuava a divertirsi.

Trattenendo la voglia di piangere, Kurt si diresse in cucina tenendosi occupato preparando del caffè fresco.

Il caffè saliva lentamente , riempendo l’aria con il suo aroma amaro, il profumo calmò il nervosismo di Kurt mentre pensava a cosa fare.

Odiava sentirsi come se stesse perdendo Blaine ogni singola volta che c’era qualche nuova difficoltà.

Era stanco di questo gioco del gatto e del topo, di questa bilancia che pendeva sempre più verso il basso e che aveva paura di non riuscire mai a bilanciare.

Odiava che Blaine fosse così scoraggiato nei suoi confronti in questi ultimi giorni , soprattutto quando pensava che le cose tra loro stessero migliorando.

Sapeva di dover fare ancora tanto per questi anni passati e come Blaine si sentiva nell’avere gli altri attorno a lui dopo quello che era accaduto nella sua vita, ma Kurt.. voleva solo aiutare.

Vedere Blaine fissare Landon con Burt e Carole lo preoccupava.

Niente nei suoi sguardi sembrava dire che Blaine fosse emozionato.

Era ancora spaventato a morte dall’avere i nonni di Landon intorno, come se fosse terrorizzato che loro stessero giudicando le scelta di vita che aveva fatto o che fossero arrabbiati per aver tenuto Landon lontano da loro.

A dire il vero, secondo Kurt, loro dovevano essere arrabbiati con lui, perché era tutta colpa sua se tutto questo era successo.

Non era mai stato così irresponsabile prima e questo gli si era ritorto contro, rovinando nel frattempo altre vite.

Ma stavano riaggiustando le cose ora.

Sarebbero stati bene ora.

Era tutto quello che voleva.

“Hey..figliolo?”
Kurt aprì gli occhi, trovandosi suo padre a pochi passi da lui , i piatti sporchi in mano mentre voleva passare per poterli posare nel lavandino.

Carole aveva preparato dei biscotti in precedenza ed avevano passato tutta la giornata a sgranocchiare , il piatto completamente ripulito alla fine a parte qualche microscopica briciola.

Nei pochi giorni in cui la coppia era stata a casa di Blaine, erano riusciti a costruire un bel rapporto con Landon ed anche Kurt fu eccitato di vedere quanto crescesse la loro relazione con suo figlio.

Un giorno ( sperava molto presto ) lui e Blaine si sarebbero seduto per parlare a Landon della sua famiglia e del fatto che Kurt fosse l’altro suo padre.

Il bambino già chiamava Burt e Carole , nonni, non capendo che lo erano davvero , ma presto lo avrebbe saputo.

Presto.. non appena Blaine si sarebbe fidato di nuovo di lui ed avrebbe permesso a Kurt di sapere cosa stesse passando in quella meravigliosa testolina.

“Hai fatto il caffè?”

“Avevo bisogno di fare qualcosa” sussurrò Kurt , lo sguardo basso sulle sue mani intrecciate.

Burt poggiò i piatti sporchi nel lavandino e tornò da lui, accarezzando una spalla di suo figlio , prima di tirare Kurt in un forte abbraccio.

Non appena fu tra le braccia di suo padre, tutto iniziò a crollare.

La preoccupazione, le paure , tutto traboccò , mentre Kurt piangeva silenziosamente sulla spalla di suo padre, sentendo le familiari braccia stringerlo forte.

Burt gli stava dicendo qualcosa con quel tono paterno che aveva ormai perfezionato col tempo e quando alla fine Kurt si calmò, Burt lo allontanò , asciugandogli col palmo i segni evidenti delle lacrime.

“Va meglio ora?”

“Non lo so..”

Burt annuì, prendendo la sconclusionata risposta per quello che era.

Aspettò fin quando Kurt non versò loro del caffè poi si appoggiò al lavandino prendendo un sorso, sospirando soddisfatto per il caffè caldo.

Kurt prese anche lui un sorso del suo caffè poi aprì il frigorifero e versò un po’ di panna nella tazza insieme ad uno strano miscuglio di cannella e zucchero che era già pronto in un barattolo di vetro sul bancone.

Per tantissimo tempo, suo figlio lo aveva fatto, nonostante Burt sapesse che suo figlio di solito ordinava qualche bevanda complicata tipo il mocha o il latte macchiato.

Fu solo dopo un pessimo anno dalla loro seconda rottura che Burt realizzò che suo figlio beveva  quel tipo di caffè ogni volta che pensava a Blaine, perché quello era il modo in cui Blaine beveva il caffè ed ogni singola volta che lo faceva era una sua vera richiesta di aiuto.

Questo.. o Kurt sentiva davvero tanta la mancanza di Blaine e voleva assaporare qualcosa di familiare.

Burt poteva completamente capirlo; aveva fatto la stessa cosa quando era morta sua moglie ed , anche se Blaine non era morto ( o almeno era quello che avevano sperato dopo la sua scomparsa) Burt sapeva perché Kurt lo faceva.

Ora, però, non ne era così sicuro.

“Voi due state bene?”

“Non penso che staremo mai bene”

“Questo non può essere vero, ora.

Voi due avete dormito per giorni nella stessa stanza e Cooper ha persino detto che…”

“Non in quel senso, papà”

Kurt posò la tazza di caffè sul bancone, portandosi le dita sul naso per massaggiarsi il setto nasale.

Era ancora ammalato , così come lo era Blaine, così Burt sapeva di dover  tenere d’occhio entrambi in caso le cose fossero peggiorate.

In quel momento, Kurt sembrava aver bisogno di sedersi ma quando Burt glielo disse, Kurt fece semplicemente un gesto con la mano e si portò le braccia incrociate allo stomaco, mentre fissava  il pavimento.

“Io.. solo.. non so cosa fare.. abbiamo passato gli ultimi mesi a riconnetterci e poi.. sono tornato ,è successa  tutta quella merda con Alex .. ed ora sembra che tutto da allora stia andando in discesa”.

“Ma mi avevi detto che le cose tra voi stavano andando bene”.

“Lo erano.. Stavamo facendo dei passi avanti, pensavo..

Poi ha iniziato a stare male e si è tirato indietro ..

Solo.. penso che lo abbia fatto perché si sente vulnerabile e non sa cosa fare.

E’ stato solo per così tanto tempo.

Si.. so che c’era Cooper qui per lui ed anche la sua amica Avery… ma.. era comunque solo.

Ora c’è tutto questo gruppo di persone nuove nella vita di Landon e penso.. che si sia spaventato che qualcosa di brutto accadrà..”

“Allora.. dobbiamo dimostrargli che non succederà..”

“Ma come?.. “ chiese Kurt , le lacrime riempirono di nuovo i suoi occhi .

“Mi sento.. come se stessi combattendo una battaglia persa…quanto ancora ci vorrà per riconquistarlo?

Lo amo, papà.

Lo amo così tanto e lui.. non mi crede ed è ancora spaventato da me.. ed io non posso fare nulla..

Vorrei solo poter aggiustare le cose..”

Burt annuì, finendo il caffè più in fretta di quanto volesse, il calore del caffè che gli scorreva in gola, riscaldando tutto il suo corpo.

Poggiò la tazza vuota nel lavandino e si voltò di nuovo verso suo figlio, sorridendogli mentre si grattava la testa calva.

“Fammi parlare con lui”

“Papà..”

“Solo fidati di me, figliolo.. dammi qualche minuto per parlargli.

Andrà bene.. deve solo vedere che siamo tutti qui per supportarlo ed amarlo..

Andrà tutto bene..”

Quando Kurt annuì, Burt diede dei colpetti sulla spalla di suo figlio , ribadendo che le cosa sarebbero andate bene..
+
Sapeva che suo figlio non gli credeva, che era ancora spaventato a morte che le cose sarebbero andate male, ma Burt avrebbe combattuto con le unghie e con id enti per tenere unita la famiglia di suo figlio.

Amava Blaine ed amava Landon, proprio come amava Kurt.

Avrebbe combattuto fino alla morte per tutti loro, e Blaine aveva bisogno di sapere che c’erano persone qui fuori a cui lui stava a cuore , non importava cosa fosse successo in quegli anni.

Sospirando , si diresse in salotto, sussurrando a Carole i suoi piani , lasciandola poi sola con Landon mentre andava a cercare Blaine.
+
Un colpo alla porta della camera da letto principale avvisò la persona all’interno che qualcuno lo stava cercando , così Blaine aprì la porta sollevando le sopracciglia quando vide Burt Hummel davanti a lui.

L’uomo più giovane, da poco uscito dalla doccia, aveva appena finito di vestirsi ed aveva ancora i capelli umidi.

Sbatté le palpebre, confuso, poi fece un passo indietro invitando l’uomo ad entrare nella stanza, chiudendo poi la porta dietro di lui.

Prima che avesse il tempo di dire una sola parola, fu avvolto in uno stretto, stretto abbraccio; le braccia forti di Burt attorno a lui, protettive e Blaine.. tremò, sentendo tutti i suoi muri cominciare a crollare, quando l’unico uomo che aveva considerato come un padre .. lo stava stringendo forte.

NOTE

Burt e Carole conoscono finalmente Landon.. e sono già pazzi l'uno per l'altro

Adoro Landon Finn..

Questo era il penultimo capitolo... altri due, sempre divisi a metà...e poi metterò "completa!"..

A lunedì
  
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