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Autore: aui_everdeen_love    23/06/2017    2 recensioni
Ma cosa serviva scusarmi, ormai? L’unica persona che avesse mai amato davvero era andata via per sempre, ed era tutta colpa sua.
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Non so da dove mi sia uscita fuori questa storia, ma mi scuso profondamente.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Vorrei scusarmi con voi per quello che state per leggere. Questa è una storia che è sbucata fuori in una sera di riflessioni, quindi non so quanto possa essere comprensibile.

Riguardo al rating, è giallo perché non credo che ci sia il bisogno di metterne uno rosso o arancione ma vorrei comunque avvertirvi che in questa flashfic si “trattano” argomenti abbastanza delicati. Ah, vi consiglio di ascoltare una canzone chiamata “nothing’s gonna hurt you baby” degli “cigarettes after sex” perché è davvero bella. Detto questo, vi lascio alla lettura.

 

 

 

 

Se ne era andato.

Kuroo avrebbe dovuto stare più attento, più vigile, lo sapeva bene. Ma non era riuscito a fare niente comunque.

Perché? 

Il corpo di Kenma dondolava piano, appeso alla corda che pendeva dal soffitto, senza vita.

Perché?

Kuroo non aveva mai notato, fino ad allora, quando il corpo di Kozume fosse sottile. Sembrava una nube di polvere e sabbia.

Perché?  

Si accasciò per terra, sbattendo le ginocchia contro il pavimento con un tonfo sordo, iniziando a piangere: lacrime dolorose gli rigavano le guance, sfiorando il naso, arrivare al mento per poi tuffarsi nel vuoto.

Perché?

Kuroo alzò lo sguardo. Gli occhi vitrei di Kenma lo guardavano tristi, come se si volessero scusare con lui.

Perché?

Perché non aveva mai notato le occhiaie violacee che circondavano sempre gli occhi dell’amico, o i polsi coperti dalla maglia anche nelle giornate più afose, o il piatto sempre colmo di cibo a fine pasto, o i numerosi giorni in cui Kenma non veniva a scuola?

La risposta era, semplicemente, che lui non voleva avere problemi che gli occupassero la mente mentre si godeva la vita.

Non voleva seccature che gli impedissero di divertirsi mentre si allenava, quando si appartava con Tsukishima, quando stuzzicava Akaashi o quando scherzava con Bokuto.

“Kenma…Kenma…” il suo corpo era scosso dai singhiozzi “Kenma, scusami Kenma…”

Ma cosa serviva scusarmi, ormai? L’unica persona che avesse mai amato davvero era andata via per sempre, ed era tutta colpa sua.

Non si era mai accorto di niente…né di tutti gli sguardi che Kozume gli riservava né i piccoli e timidi sorrisi né quando gli si aggrappava alla maglia quando si sentiva indifeso.

Cosa faceva lui mentre Kenma piangeva da solo in uno sgabuzzino?

Dov’era lui mentre Kenma non riusciva a chiudere occhio la notte a causa degli incubi?

A cosa pensava lui quando Kenma vomitava il pranzo nel water?

Kuroo non lo sapeva, non sapeva più chi fosse e perché non fosse morto lui al posto dell’amico.

Pianse.

 

 

>>mio angolo>>

 

Se siete arrivati fin qua, grazie.

Questa è la prima storia che pubblico di questo genere e, soprattuto, partorita dalla  parte “buia” del mio cervello.

Quindi grazie per averla letta.

Zao.

   
 
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