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Autore: heliodor    23/06/2017    3 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Un giorno con Oren / 2

La prima tappa fu al tempio del circolo di Valonde. Lì attendevano una decina di stregoni appartenenti al circolo.
Tra di essi Oren riconobbe alcuni di quelli che erano presenti il giorno prima a palazzo. Li aveva osservati a lungo e da lontano. Quando la principessa era a palazzo la loro presenza non era richiesta e potevano ritirarsi per riposare o allenarsi.
O sgobbare come valletti, nel caso di Oren. Suo zio l'aveva costretto a lucidare tutte le armi. Due volte.
Nel fodero aveva una spada scintillante.
Era un piacere sentirsela al fianco dopo aver perso la sua. Chissà che fine aveva fatto. Era affezionato a quell'arma: l'aveva ottenuta dopo aver lavorato per tre lune intere con Farrys l'armaiolo.
Chissà che stavano facendo lui e gli abitanti del villaggio in quel momento. A giudicare dalla posizione del sole, in quel momento le barche erano tutte in mare e le donne si preparavano per la cena.
Gli stregoni presero posto sulle altre due carrozze e il corteo poté riprendere la marcia immettendosi nella strada principale della città, una lunga arteria che la tagliava a metà e incrociava il fiume che procedeva da est a ovest.
Oren voltava la testa a destra e sinistra cercando di sembrare attento, ma si stava annoiando a morte. I visi che vedeva per strada gli sembravano tutti uguali. I valondiani erano di carnagione chiara per lo più, ma c'erano molti dai tratti del sud e dell'est del continente. Valonde era un crocevia che si era trovata sulle rotte migratorie dei secoli precedenti, creando un misto di caratteri molto diversi.
Tra gli stregoni c'erano invece delle facce che non aveva mai visto prima, come il grosso tizio barbuto che guardava tutti accigliato, la strega dalla pelle nera che fissava un punto alla sua destra o il tizio dai capelli biondo platino che gli sorrideva.
Gli sorrideva?
Oren distolse subito lo sguardo dallo stregone. Fingendo di girarsi prima da una parte e poi dall'altra tornò a guardarlo.
Non stava sorridendo a lui, per fortuna.
Guardando in avanti, Oren notò che la principessa Joyce ogni tanto si voltava e rivolgeva un sorriso radioso al tizio dei capelli color platino.
Lo scambio di sorrisi e ammiccamenti andò avanti per quasi tutto il viaggio, ma ad Oren venne a noia quasi subito.
Si domandò se dovesse parlarne con Mythey, chiedendogli se la protezione della principessa si estendesse anche ai suoi spasimanti.
Quel pensiero lo divertì. Senza volerlo un mezzo sorriso apparve sulle sue labbra.
Poi si accorse di qualcosa di strano.
La principessa stava fissando lui con sguardo serio.
Durò un attimo e subito tornò a voltarsi, ma gli parve di ricordare qualcosa in quella occhiata fugace.
Non accadde più e la principessa non si voltò fino alla tappa successiva.
 
Il tempio di Bellir sorgeva su un'ampia spianata circolare. Era di forma esagonale, con una coppia di archi a delimitare ogni entrata. Un'ampia cupola circolare custodiva una gigantesca statua dell'eroe, raffigurato nell'atto di brandire la sua famosa spada.
Oren non l'aveva mai vista ma ne sentiva parlare da sempre. Ogni città del continente aveva il suo monumento a Bellir, piccolo o grandioso che fosse.
Lì stregoni e cavalieri andavano a pregare e portavano doni prima di scendere in battaglia. I re tenevano discorsi storici alla sua ombra e persino i fidanzati si promettevano eterno amore sotto le possenti volte che sostenevano la cupola.
E quella devozione era del tutto giustificata. Nella guerra precedente Bellir aveva ucciso Malag dopo un duello epico.
"È solo una leggenda" stava dicendo a voce alta uno degli stregoni anziani. Era l'unico che si rivolgesse al re senza rispettare il protocollo.
Re Andew non sembrava irritato da quel comportamento.
Oren si avvicinò per ascoltare meglio approfittando del fatto che tutti si erano stretti sulla spianata.
"Eccolo che ricomincia" disse il principe Roge parlando a bassa voce. Si stava rivolgendo a uno degli stregoni più giovani, uno dal naso adunco e gli occhi dallo sguardo penetrante che somigliavano a quelli di un'aquila.
"Il vecchio Persym sarebbe capace di abbattere la statua di Bellir a testate, se potesse."
"Bellir era un uomo comune" continuò Persym. Aveva il tono lezioso di chi tiene una lezione a dei bambini. "Di nascita umile, senza poteri magici. Come avrebbe potuto affrontare Malag, il più forte degli arcistregoni?"
"Io ho letto che i nani gli forgiarono una spada magica." A parlare era stata la principessa Joyce.
La sua voce squillante sovrastava quella cupa e roca di Persym.
Il vecchio stregone la guardò irritata. "Ho letto anche io le cronache di Karadeg. Sono piene di bugie e di sciocchezze, come quelle sui maghi buoni che avrebbero abitato il mondo prima dell'inizio della storia."
"Ma ci sono i libri di Nikolaz e Pradarn che..."
"Signorina" disse Persym irritato. "Vorresti conoscere la storia meglio di me? Ho parlato di persona con gli stregoni che combatterono al tempo della prima guerra e ti posso assicurare che per loro non era che una leggenda."
Joyce si morse il labbro. Sua sorella le sussurrò qualcosa all'orecchio e lei tacque.
Oren provò simpatia per la ragazza.
"Leggenda o no" disse Roge ad alta voce. "Bellir è venerato in tutti i continenti. Un fondo di verità deve esserci."
Tutti annuirono e persino Persym non ebbe niente da ridire.
La visita proseguì all'interno del tempio.
Il gruppo di ospiti venne accolto da una delegazione di volontari che si occupavano di tenere pulito e funzionante il tempio. Non erano un vero culto ma si comportavano come tale. C'era persino un cappellano che si offrì di fare da guida al re.
Re Andew accettò di buon grado mentre Persym si congedò con una smorfia e si allontanò.
C'era anche una biblioteca nei sotterranei del tempio cui si accedeva tramite una scalinata. La principessa Joyce insistette per visitarla.
La principessa Bryce, la strega dalla pelle scura e il tizio dai capelli biondo platino si offrirono di accompagnarla.
"Vai e tienila d'occhio" gli ordinò Mythey.
"Ma è una biblioteca" protestò Oren. "Il rischio più grosso che può correre è che le cada un libro in testa."
Il cavaliere lo fulminò con un'occhiataccia.
"Come non detto."
Oren seguì il gruppo nei sotterranei controvoglia.

 
  
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