Alzi la mano e mi saluti debolmente con un cenno ed un sorriso spento, e quando sbatto le palpebre e riapro gli occhi non ci sei già più, sei svanito nei meandri di un pensiero che non è mai stato realtà, di un addio che non mi hai mai detto.
Ma continuo a rivederti così, con quel sorriso sulle labbra e una mano che mi saluta, mentre in lontananza dietro di te il treno già si sta facendo vicino. Voglio ricordare questo, di te, il sorriso.
Guardo il campo di girasoli che fa da sfondo alla vecchia stazione (...) Sono tutti girati nella mia direzione, quei girasoli, e sembra quasi mi scrutino con occhio severo e veglino su quei binari che sono stati la mia maledizione.
Ma poi capisco. Non sono girati verso di me, bensì verso di te.