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Autore: gaiadelvecchio21    24/06/2017    1 recensioni
6 luglio 1957. Un caldo pomeriggio d'estate, una fiera di paese, una band di scapestrati e il magico incontro tra due ragazzi che avrebbe cambiato per sempre la musica, e che avrebbe dato vita anche ad una grande amicizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ragazzi tutti pronti mi raccomando,non fate cavolate sul palco!- esclamò John visibilmente irritato. Teneva una bottiglia di birra nella mano sinistra mentre aspettava di salire sul palco. Era la prima esibizione dei Quarrymen e tutta la band era molto eccitata ma al contempo nervosa. Non avevano provato molto e sapevano di essere costretti ad improvvisare. Quella fiera era sembrata una grande occasione e John decise di non farsela sfuggire. Si sarebbero dovuti esibire tre volte in una sola giornata e questo di certo li faceva sentire importanti,come se avessero una grande responsabilità sulle loro spalle. Erano una band semplice. Si erano formati a scuola, in un bagno, il giorno in cui a John prese il capriccio di voler creare un gruppo. Pete Shotton aveva notato l'umore di John, sapeva che era molto agitato, in quanto leader voleva che tutto fosse perfetto. 

-Dai amico andrà tutto bene!- disse Pete al suo migliore amico con una pacca sulla spalla.

-Lo spero, sono anche un po' brillo- aggiunse lui ridendo. John considerava Pete come un fratello, c'era sempre per lui quando aveva bisogno e si aiutavano sempre.

Quegli interminabili minuti passarono e finalmente i Quarrymen salirono sul palco. Davanti a loro si era radunata una piccola folla che sembrava molto curiosa. 

Il gruppo attaccó con 'Come go with me' dei Dell Vikings, ma John l'aveva sentita alla radio solamente una volta e non riusciva a ricordarsi tutte le parole e cominció a farfugliare frasi a caso a voce bassa. In effetti la loro esibizione non fu delle migliori. I testi non ricordati venivano inventati e molte volte saltavano gli accordi o le note. Il pubblico ascoltava, ogni tanto partivano risatine o strane esclamazioni, ma alla fine di ogni canzone c'erano una discreta quantità di applausi. Stava in mezzo alla folla un ragazzino abbastanza alto e magro, con il ciuffo, gli occhi grandi e splendenti di un bel color nocciola, i tratti delicati e le labbra piccole e carnose. Il suo nome col tempo avrebbe indicato una leggenda, Paul McCartney. Era lì in piedi, con la sua chitarra a spalla, che ascoltava quella strana esibizione e ogni tanto rideva, criticando internamente le parole cantate a caso e le note sbagliate. Gli sembrava un bel gruppo e i ragazzi che ne facevano parte gli parevano molto interessanti, soprattutto il ragazzetto che stava al centro col ciuffo alla Elvis e la camicia a scacchi, che guardava il pubblico con gli occhi semichiusi. Gli dava l'idea di essere un tipo tosto ma al contempo simpatico. 

Paul si era deciso ad andare a quella fiera grazie ad un suo amico, Ivan Vaughan. Questo Ivan conosceva John,in quanto suo vicino, e sapeva la grande passione che avevano sia lui che Paul, ovvero la musica. Aveva deciso di far incontrare i due ragazzi e poco tempo dopo,con l'occasione di questo evento pomeridiano, aveva persuaso Paul ad andare con lui, per convincerlo a fare un provino, voleva che entrasse nei Quarrymen. Paul non molto attratto da questa idea decise comunque di assecondarlo.

La prima esibizione della band finì e i ragazzi scesero dal palco, traballanti e grondanti di sudore a causa del caldo. Paul si era finalmente deciso ed andò quindi da Ivan, per ringraziarlo e dirgli che la sua idea di trascinarlo lì era stata geniale, perché i Quarrymen nonostante tutto gli erano sembrati veramente dei grandi e gli erano piaciuti. Il suo amico sorrise contento. 

I ragazzi dopo l'esibizione andarono a rinfrescarsi sotto un tendone che era stato allestito per l'occasione.

-Siamo stati fortissimi!- esclamò Rod togliendosi la camicia e rimanendo in canottiera.

-I migliori!- affermó Colin, rosso in viso ed emozionato. 

-Va bene ma non montiamoci la testa, dobbiamo ancora esibirci due volte ed abbiamo fatto moltissimi errori.- John non sembrava molto contento dal suo tono di voce, prese quindi un'altra birra e si accese una sigaretta, rimanendo a petto nudo a causa del caldo. Il nervosismo non gli era passato e col caldo pensava di star impazzendo. 

Si esibirono una seconda volta, in maniera più scatenata rispetto alla prima. 

Alla seconda pausa John vide Ivan venire verso di loro portandosi dietro Paul. Il leader scorse il ragazzetto, lo osservó da dalla testa ai piedi, sbuffó e andò a salutare Ivan.

-Come state ragazzacci? Bella esibizione eh- disse a John stringendogli la mano. 

-Grazie amico, anche se abbiamo fatto schifo.

-No non è vero,senti John ho portato un amico, ti presento Paul McCartney- esclamò Ivan indicando Paul, che stava dietro di lui. Era diventato un po' nervoso e non toglieva gli occhi di dosso da John. 

-Suoni?- riuscì solamente a dire il leader, continuando ad osservare il ragazzetto più piccolo. 

-Si...- disse sottovoce Paul -suono da un anno, vorrei entrare nella vostra band- sussurró lentamente. Ad un certo punto tutto il suo coraggio era svanito e il suo sguardo si era posato sul pavimento. Non sapeva perché lo stesse facendo, forse perché sapeva di poter dare tanto e di cavarsela con lo strumento,per la gioia di far parte di un gruppo che faceva buona musica o semplicemente perché non voleva deludere le aspettative di Ivan. John ridacchió e la sua band, vedendo che il leader rideva, inizió a ridere più sguaiatamente. Facevano tutto quello che faceva lui, non volevano contraddirlo, John certe volte aveva un caratteraccio tremendo e guai a chi non lo ascoltava. 

-Beh, facci vedere allora- disse John con aria di sfida, si notava un certo sarcasmo nella sua voce. 

Paul impugnó la sua chitarra con la sinistra, in quanto mancino. 

-Ahia ahia, parte sbagliata- rise John per fare il simpatico. Rise anche Pete. 

Paul abbozzó un sorrisetto, poi ignoró il gesto e inizió a suonare. Partì con Twenty Flight Rock e non sbaglió una parola. La sua voce era bella, melodica e pulita. Seguì poi con Be Bop A- Lula, altra canzone eseguita perfettamente. Paul era rilassato e felice. Sapeva di aver cantato bene e si sentiva soddisfatto. Quando aveva la sua chitarra e suonava niente e nessuno riusciva a fermarlo.

John lo aveva fissato per tutto il tempo. Era rimasto come imbambolato. Il modo in cui quel ragazzino teneva la chitarra e la accarezzava, la sua voce, i suoi movimenti delicati e l'espressione che assumeva la sua faccia quando cantava. Si sentiva come ispirato, come se lui a confronto fosse un'ameba,uno che non sapesse ancora niente della musica. Si stava facendo superare da un bambino con le ciglia grosse. Paul sapeva suonare. John, avendo imparato col banjo grazie alla sua mamma, non riusciva ancora bene a posizionare le dita sulla chitarra e certe volte faceva degli errori impensabili. Come poteva far avverare il suo sogno se dopo un anno di chitarra non riusciva nemmeno a fare bene due accordi? Era come se Paul, in qualche modo, lo spronasse a fare di più. John aveva visto la bravura in quel ragazzo solamente grazie a qualche minuto di esibizione. Gli sembrava una cosa fantastica.

-Allora...- azzardó Paul -come sono andato?-.

-Beh ...- non sapeva come esprimersi- non male.- finì di parlare e sorseggió la sua birra. 

-Ma io...

-Ti piace il rock' n 'roll vero ?

-Beh certo che sì, si può dire che sia la mia vita!

-Paul noi dopo andiamo a prendere qualcosa dopo l'ultima esibizione,vieni dai,ci ubriachiamo e parliamo. 

-Non posso...ho solo 15 anni...non mi faranno mai bere 

-Vabbe che te ne importa,basta mentire- John fece un occhiolino che fece subito capire a Paul con che persona avesse a che fare. Un tipo duro,ribelle,che non dava retta ai genitori e sempre pronto a mentire, a non seguire le regole. Uno sciupa femmine inguaribile. Cosa estremamente diversa da lui, che era un ragazzo diligente e rispettoso. Guardó John, era estasiato. Quel ciuffo col gel che gli ricadeva sugli occhi color verde chiaro e le sue mani che probabilmente stringevano sempre birre e sigarette, con le dita consumate dagli esercizi di chitarra, lo rendevano un tipo attraente. Lo attraeva anche il suo modo di sedersi, con le gambe incrociate e la schiena ricurva.

Mentre la band parlava e provava gli occhi dei due adolescenti si incrociarono per un secondo, che parse un'infinità. I loro occhi nascondevano dolore e sofferenza e segreti tenuti rinchiusi per anni. Ma oltre a quello c'erano anche astuzia,gioia e molta complicità. Gli occhi pesanti a causa dell'alcol di John con quelli vivaci di Paul. In quell'interminabile incrocio di sguardi era come se il mondo si fosse fermato. C'erano solo loro due in quel momento. 

 

Dopo qualche ora andarono tutti insieme in un locale. John e Paul iniziarono a parlare tra di loro e scoprirono di avere molte cose in comune, come l'amore per Elvis. Si salutarono con una pacca sulla spalla, John ubriaco come non mai.

Pete parló con John quella notte e il giorno dopo andrò a trovare Paul, informandolo che a John la sua esibizione era piaciuta e che era d'accordo di farlo entrare. Paul felice, annuì, pronto per questa nuova avventura. 

Eh beh,il resto è storia.

   
 
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