Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: koan_abyss    24/06/2017    4 recensioni
Il percorso di cinque giovani Serpeverde attraverso le influenze e le aspettative delle famiglie, della comunità magica, di alleati e rivali dai primi anni di scuola al culmine della II Guerra Magica.
Gli anni immediatamente precedenti e quelli narrati nei libri della Rowling visti dagli occhi di Severus Piton: le sue esperienze, i suoi legami, la sua promessa.
Mentre i suoi studenti sfogliano le canzoni dell'innocenza, si confrontano con le tradizioni, costruiscono a poco a poco la loro identità, Severus Piton, incastrato nel suo doppio ruolo di Direttore di Serpeverde ed ex-Mangiamorte, diventa suo malgrado una figura importante per loro e le loro scelte future.
La fanfiction non intende discostarsi dal canon, ma anzi seguire fedelemente la storia originale del punto di vista verde-argento.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5

 

“Allora, il piano è semplice: la Sprite e i suoi studenti si sono dati appuntamento alle 23:00 all’ingresso,” stava spiegando Will, quel giovedì a pranzo.

“Ne sei sicuro?” chiese Liam, con voce un po’ strozzata. Cominciava a ripensarci.

Will annuì: “Ho visto l’annuncio in bacheca, è una cosa per crediti extra…Gazza aprirà il portone d’ingresso, no? E lo lascerà aperto, nel caso qualcuno dovesse rientrare, giusto?”

“Sembra logico,” concordò Euriale.

“E poi se ne andrà a pattugliare i corridoi in cerca di Pix, visto che sbraita ancora di come gliela farà pagare per averci aiutato a distruggere il terzo piano,” continuò Will.

Tutti annuirono: lo avevano sentito con le loro orecchie solo il giorno prima fare questa solenne promessa a Mrs Purr.

“E se invece restasse vicino all’ingresso, o Pix fosse lì nei dintorni?” domandò Isabel.

“Aspetteremo nascosti,” propose Euriale, “lasceremo che ci pensino i Grifondoro. L’hanno lanciata loro, la sfida.”

“Ok. Noi usciremo in fretta e ci dirigeremo al limitare della foresta passando dietro al Platano Picchiatore, così saremo un po’ coperti.”

“Ma se indosseremo mantelli e cappucci saremo quasi invisibili al buio,” commentò Isabel.

“Ricorda che c’è la luna piena, meglio essere cauti.”

“Se fossimo cauti non lo faremmo,” disse Madeline, giocherellando con una ciocca di capelli.

Liam grugnì un assenso.

Isabel si girò verso il tavolo di Grifondoro e gli altri la imitarono. Fred e George Weasley li notarono e annuirono solenni.

“Come facciamo ad essere sicuri che non saranno loro a denunciare noi per essere usciti di notte?” chiese Liam.

“Oh, di quello non mi preoccuperei,” gli rispose Euriale. “Loro sono tutti coraggio e lealtà, no? E poi,” fece un sorrisetto, “sapete quando parlano di trovare il Golden Snidget? Be’, loro ci credono davvero!”

Scoppiarono a ridere.

Quella sera dopo cena portarono libri e borse in sala comune e finsero di avere un mucchio di compiti da fare. La sala si svuotò abbastanza presto, dato che il giorno dopo c’erano le lezioni. Quando Ophelia venne a chiedere loro di andarsene a letto, Isabel le spiegò teatralmente che avrebbero tanto voluto poterlo fare, ma che erano rimasti indietro con un difficile tema per Piton, e non volevano rischiare di farlo arrabbiare, dopo l’ultima punizione.

“Se l’è bevuta?” chiese a Euriale appena anche Ophelia salì al dormitorio.

“Completamente.”

Tirarono fuori i mantelli dalle borse che poi nascosero in fretta sotto una poltrona in penombra. Sgattaiolarono rapidi fuori dal passaggio segreto e salirono al primo piano. Se avessero incontrato Piton, Euriale avrebbe provato a mentire mettendo all’opera le sue lezioni di Occlumanzia, anche se erano consci delle elevatissime probabilità di fallimento di quello scenario.

Erano le 23:15 quando si assieparono contro la balaustra delle scale per sbirciare l’atrio e il portone d’ingresso. Sprite e studenti dovevano essere già usciti…ed ecco Gazza! Camminava avanti e indietro davanti al portone, blaterando tra sé e sé o con la sua gatta, che lo seguiva dappresso. Ma all’improvviso Mrs Purr si bloccò col naso per aria.

“Oh-oh.”

Anche il custode si fermò, guardando il felino. Poi un rumore sordo in lontananza lo fece sobbalzare (“È lui!”) e schizzare a passi trionfanti verso le scale dall’altro lato della Sala Grande.

“Era un’esplosione, quella?”

“Nah…”

Approfittarono della strada libera e attraversarono in fila l’atrio. Appena fuori cominciarono a correre verso Nord-Est. Il parco era completamente buio. La luna era coperta dalle nuvole e i ragazzi si ritrovarono quasi subito persi.

“Dove siamo?”

“Andiamo avanti! Dobbiamo essere al riparo degli alberi prima di accendere le bacchette!”

Sentirono un fruscio e un sibilo, e un colpo sul terreno.

Isabel soffocò un urlo: “Cos’era?!”

Un altro sibilo, un altro ancora e altri colpi attorno a loro.

Uno scricchiolio di legno vicino a loro e Will capì: “Siamo troppo vicini al Platano Picchiatore! Via, via di qui!”

Correndo disordinatamente e cercando di trattenere urla e imprecazioni si portarono fuori portata dei rami del suscettibile albero. Si fermarono a riprendere fiato.

“Siamo abbastanza lontani, credo,” fece Will. “Ora andiamo diritti da quella parte, a Ovest.”

Raggiunsero i primi alberi mentre il vento scompigliava le nuvole, scoprendo parzialmente la luna.

“Guardate!”

Quattro sagome scure avanzavano nel parco. I Grifondoro avevano preso la strada più diretta per la capanna di Hagrid.

“Andiamogli incontro.”

Senza addentrarsi nel fitto della foresta proseguirono fino a ritrovarsi davanti ai Grifondoro, che si erano fermati a confabulare a qualche decina di metri da loro.

“Facciamogli un segno,” propose Will.

Liam estrasse la bacchetta: “Lumos!”

Una delle sagome scure diede di gomito agli altri.

“Siete in anticipo?” chiese George Weasley. “Che sorpresa!”

“Già, non ci aspettavamo che veniste!” aggiunse il fratello.

“Siamo usciti quando Gazza ha sentito quel casino. Avete fatto esplodere qualcosa?” chiese Madeline.

“Non riveliamo i nostri trucchi,” disse Fred Weasley con tono definitivo.

“Dovremo darci una mossa: la Sprite non resterà alle serre per tutta la notte. Al massimo abbiamo ancora un’ora, un’ora e mezza!” intervenne Euriale.

“Andiamo,” concordò Towler. “Ecco i termini della scommessa: seguiremo lo stesso percorso di sabato scorso, e il gruppo che avvista per primo il Golden Snidget vince.”

“Se nessuno lo avvista prima che sia ora di rientrare? Che è proprio quello che succederà, visto che non c’è nessun Golden Snidget?” fece Liam, cominciando a guardarsi attorno, disturbato dai rumori che si avvertivano tra gli alberi.

Proprio in una serata di luna piena dovevano fare quella stupidaggine?

“Allora avrà vinto il gruppo che non si è fatto prendere dal panico.”

Si mossero tutti, le bacchette accese, lungo il sentiero. Camminando di buon passo superarono il recinto dei Thestral, ma Will non ne vide nessuno.

“Quanto avete camminato l’altra volta?” chiese Euriale.

“Non saprei, quaranta minuti?”

“Perché? Vuoi correre a casa al sicuro?” chiese di rimando Jordan.

Euriale gli rivolse un’occhiata di disprezzo.

“Non dovremo fare tanta strada: eravamo già parecchio lontano dal boschetto di alberi da bacchetta, quando Kettleburn ha avvistato l’uccello,” ripose George Weasley.

Liam sbuffò.

Euriale doveva ammettere che anche sul sentiero si sentiva inquieta. Con le bacchette accese proiettavano un cerchio di luce sul loro cammino e sugli alberi che si curvavano sul sentiero, ma quello che si muoveva al di fuori del cono di luce assumeva forme e dimensioni mostruose, nella sua immaginazione. Avvertiva un certo nervosismo in tutto il gruppo, benché tutti fossero molto attenti a non mostrarne segni, e concentrati nella loro ricerca senza speranza.

Sentirono un verso d’uccello. Euriale e Madeline alzarono le bacchette verso la volta di rami sopra le loro teste.

“L’abbiamo sentito anche l’altra volta,” disse Isabel

“Forse è il verso del Golden Snidget!” esclamò Towler.

“Se il boccino che si usa nel quidditch è delle stesse dimensioni dell’uccello che ha sostituito, direi di no,” fece Fred Weasley, più cauto.

“Questo sembra decisamente più grande,” concordò Liam.

“Veniva da là.”

Jordan indicò un piccolo spazio sassoso tra gli alberi, troppo piccolo per essere definito radura, a una decina di metri dal sentiero.

“Andiamo a vedere!”

“Perché? Siamo certi che non era un Golden Snidget!” ribatté Liam.

“Hai paura di allontanarti dal sentiero, Warrington?” chiese con un finto sorriso comprensivo George Weasley. “Forse tu puoi aspettare qui…”

Sbuffando Isabel marciò tra gli alberi e nel giro di pochi istanti riuscirono a vedere solo la luce flebile della sua bacchetta scomparire e ricomparire in mezzo ai tronchi neri.

“Aspetta, Isabel!” gridò Liam. Lui e Will si lanciarono dietro alla ragazzina.

“Non li lasciamo andare da soli, ad affrontare chissà quale pericolo assurdo e innecessario, vero?” domandò Fred Weasley.

“Certo che no! Quelli sono nostri!” rispose il suo gemello.

Abbandonarono il sentiero.

“Non avrete paura, ragazze?” chiese Towler mentre Jordan seguiva i Weasley.

“Se non riuscissimo a ritrovare la strada?” chiese Madeline con una punta di apprensione.

Il pensiero parve colpire anche Towler: “Oh! Ma non possiamo rimanere indietro…”

Guardò ora le luci tra gli alberi, ora le ragazze Serpeverde.

“Ho un’idea,” disse Euriale. Raccolse un ramo da terra e lo piantò nel terreno in centro al sentiero; dopo qualche tentativo riuscì a farlo stare dritto. Puntò la bacchetta: “Incendio!”

L’estremità del ramo prese fuoco.

“Ecco! Dovremmo riuscire a vederlo…”

Raggiunsero gli altri.

“Trovato niente?”

Affatto sorprendentemente, Grifondoro e Serpeverde stavano battibeccando.

“Niente!” rispose per tutti Will, calciando uno dei sassi più piccoli della pietraia. Altri erano abbastanza grossi da potercisi sedere.

Isabel appariva abbattuta.

“Dobbiamo tornare indietro,” stava dicendo Liam, “un’ora è quasi passata e rischiamo di farci chiudere fuori dal castello!”

“Potremmo sempre rientrare domattina…” rispose George Weasley, scrollando le spalle.

“Sarebbe praticamente impossibile non farci scoprire!” insorse Liam.

“Ok, volete rientrare, bene. Allora abbiamo vinto noi: avete paura!”

“Io non ho paura!” ringhiò Liam.

“A me sembra di sì!”

“Non ho paura!” urlò di nuovo Liam. Si girò verso Euriale, allargando le braccia.

“Non ha paura,” disse lei rivolta a tutti, “è arrabbiato. Sentite, siamo usciti di notte, siamo stati nella foresta un’ora e nessuno di noi mi sembra particolarmente terrorizzato.” Si strinse nelle spalle: “Preoccuparsi delle conseguenze se venissimo scoperti non è paura, è buon senso. Torniamo al castello.”

“E va bene!” cedette Fred Weasley. “Anche se non abbiamo trovato il Golden Snidget…”

Will sospirò: “Non lo troveremo mai…”

Madeline fece strada mentre tornavano sul sentiero. “Aguamenti,” pronunciò, spegnando il fuoco che li aveva guidati.

“Bella idea, ma avreste potuto bruciare l’intera foresta!” commentò allegramente George Weasley.

“Il suolo è ancora gelato,” gli fece notare Euriale.

Isabel mugugnò qualcosa dal fondo del gruppo.

“Cosa c’è, Isabel?” le chiese Euriale.

“Hai freddo?” domandò Liam, raggiungendola.

“È inciampata,” spiegò Will, indicando svogliatamente un sasso sul sentiero.

“Sbrighiamoci, ragazzi! Non voglio fare colazione nell’ufficio di Gazza, domattina!”  fece Liam riprendendo a camminare.

“Dicono che sia decorato con strumenti di tortura e catene per appendere la gente al soffitto!” commentò Madeline.

“Dicono la stessa cosa della sala comune di Serpeverde,” rispose Fred Weasley con un ghigno.

Towler e suo fratello risero.

“È così?” insistette il rosso.

“Non lo saprete mai. Nessuno tranne i Serpeverde ha mai visto la nostra sala comune.”

I gemelli si strinsero nelle spalle: “Be’, noi abbiamo visto l’ufficio di Gazza. C’era anche Jordan…”

“Ehi, Jordan? Dove sei?”

Si voltarono a cercarlo. Lee Jordan, Isabel e Will erano rimasti indietro.

“Volete darvi una mossa, cavolo?” li chiamò Euriale, che cominciava a sentirsi in ansia sui tempi. Nessuno dei tre li raggiunse, né si mosse.

“Che cavolo fanno?” chiese Towler.

Gli altri si scambiarono un’occhiata e tornarono indietro.

“Ehi? Vi ricordate che abbiamo fretta?” fece George Weasley sventolando una mano davanti alla faccia di Jordan.

Il ragazzo sospirò.

“È tutto inutile,” disse Will, fissandosi i piedi.

“Che cavolo stai dicendo?” lo apostrofò Liam, dandogli un colpetto al braccio.

Will diede loro le spalle e si lasciò scivolare a terra.

“Isabel?” chiamò Madeline, scrollando l’amica. Ma quella rimase a testa china, coi capelli che le coprivano il viso.

“Che cosa sta succedendo? Cosa succede a tutti?” chiese Madeline, allarmata.

Appena smise di tenerle le braccia, anche Isabel scivolò a terra. Lee Jordan la imitò nonostante i suoi compagni cercassero di scuoterlo e farlo parlare.

Will mandò un singhiozzo: “Non tornerà, non tornerà…”

Euriale si fece avanti e mise le mani sulle spalle di Will. Fece per parlare e si bloccò, confusa. Prese la mano di Isabel, poi sfiorò Lee Jordan. Si rialzò.

“Cos’hanno?” chiese Liam concitato.

“Sono…tristi,” rispose lei, sapendo che non aveva senso. Guardò gli altri, poi notò qualcosa sul sentiero, in ombra. “Stiamo girando attorno?” chiese.

“No, cosa dici? Non ci siamo più allontanati dal sentiero!”

Euriale puntò il dito: “Quello è il sasso su cui è inciampata Isabel prima!”

“Non è possibile,” le rispose Madeline avvicinandosi.

“Ti dico di sì! Will l’ha indicato, e vicino c’erano quegli altri due sassi! Sono gli stessi!” esclamò Euriale.

Isabel cominciò a piangere sommessamente. Con uno sforzo, Euriale ignorò la sua tristezza, quella ancora peggiore di Will e quella di Jordan, che gli amici tentavano ancora di scuotere. Si avvicinò ai sassi, mimetizzati nelle ombre dei tre ragazzi accucciati a terra. Erano rotondi, grigi e lisci. Fece per toccare con la punta della bacchetta il più grosso e quello si sollevò e si aprì, rivelando una bocca piena di denti aguzzi.

Euriale cacciò uno strillo e balzò all’indietro, finendo addosso a Will e Isabel. Reagendo al suo spavento il suo potere si manifestò, trasmettendo il suo allarme a tutti i presenti.

Will, Isabel e Jordan si riscossero dalla tristezza in cui erano precipitati e balzarono in piedi.

“Che cosa è stato?”

Liam si fece avanti e tirò un calcio al sasso, o quello che era, facendolo volare diversi metri più in là. Anche gli altri sassi si sollevarono e tutti poterono vedere che non si trattava di rocce, ma di esserini dal corpo peloso e dall’enorme testone grigio e tondo. Madeline, i gemelli e Towler li inondarono di incantesimi.

“Via!” suggerì Euriale, mentre aiutava Isabel.

Liam tirò in piedi Will senza sforzo e tutti schizzarono via per il sentiero.

Si fermarono quando rimasero senza fiato, a una bella distanza dalle creature.

“Cosa cazzo erano quelli…” ansimò Liam, aggrappandosi a un albero.

“Non ne ho idea.”

“Che vi hanno fatto?” chiese Madeline.

Lee Jordan si strinse nelle spalle: “Non so…sembrava tutto così inutile e triste.”

“Non valeva la pena rialzarsi,” continuò Will. Aveva decisamente l’aria stravolta.

Isabel abbracciò le ragazze: “Che cosa orribile!”

“Possiamo finalmente andarcene?” implorò Towler.

“Sì, meglio non rimanere fermi. Anche se non penso che quei cosi possano fare tanta strada, con quelle gambette!” rispose George Weasley.

“Quindi…” iniziò Fred Weasley con tono leggero, “Abbiamo vinto noi?”

“Cosa!?” esplosero tutti assieme i Serpeverde.

“Il tuo era uno strillo di paura o no?” fece George Weasley rivolta a Euriale.

“Quel coso aveva i denti! Ha cercato di mangiarmi una mano!” rispose lei, indignata. “E poi, mi sembra che siate scappati anche voi, o no?”

“Sì, ma…”

“Ehi!” li interruppe Isabel, sorridendo. “Ho visto il Golden Snidget di Kettleburn!”

Tutti si girarono a fissarla, sbalorditi. Lei indicò un tronco: a circa un metro e mezzo dal terreno si notava una chiazza dorata. Tutti restarono in attesa che sparisse, volando via repentinamente, ma non successe. Si avvicinarono.

“Non è un uccello! Sono…”

“Sono crini di cavallo!” dichiarò con enfasi Will, districando dalla corteccia una manciata di fili dorati. “Criniera di unicorno…” sussurrò con deferenza, “Dev’essersi grattato sul tronco ed esserseli strappati.”

“Quindi Kettleburn aveva intravisto un unicorno? O almeno la punta della sua coda?” chiese Liam, dubbioso.

“Avrebbe senso: anche quelli sono parecchio schivi, e nella foresta ce n’è un branco…”

“Quindi abbiamo vinto noi!” esultò Isabel.

“Al massimo siamo pari…”

“Nient’affatto!”

“Invece…”

Continuarono a litigare fino al castello. Riuscirono a sgattaiolare di nuovo dentro appena in tempo: si sentivano già delle voci e del rumore di passi provenienti dalle serre. Se fosse fortuna oppure se il piano per allontanare Gazza avesse anche una fase due, ai Serpeverde non importava. Era sufficiente evitare il custode e possibilmente Piton, una volta guadagnati i sotterranei.

Per la prima volta realizzarono quanto i corridoi e le volte a botte dei sotterranei amplificassero anche i passi più lievi e prudenti. O forse erano i loro nervi. Poter pronunciare la parola d’ordine (“Serpente lacustre!”) e abbandonarsi sul divano di fronte a uno dei camini fu un vero sollievo.

“Non posso credere che ce l’abbiamo fatta…” disse sottovoce Liam.

Will scosse la testa, incapace di spiegare quanto gli era sembrato impossibile pensare di uscire dalla foresta, poco prima.

“Se non ti fossi accorta di quei cosi…” disse Isabel a Euriale, “E se voi non li aveste fatti fuori,” continuò rivolta a Madeline e Liam.

“Bel calcio,” intervenne Madeline.

Liam rise: “Non so come mi è venuto in mente!”

“È meglio se andiamo a dormire,” disse Euriale, “domattina abbiamo lezione. Meglio non fare ancora più tardi.”

“Davvero quei cosi vi hanno fatto sentire così tristi da non volervi più rialzare?” chiese Liam mentre si preparavano per andare a letto.

“Già,” rispose Will senza girarsi, anche se sapeva che Liam lo guardava. “Sai, io…io cerco di comportarmi come mi ha insegnato mio padre, e di ricordarlo. E d’un tratto mi sentivo come se non servisse a niente, capisci? Come se ricordarlo fosse inutile, come se preoccuparmi per mia madre fosse inutile, come se io fossi inutile. Non mi ero mai sentito così.”

Si voltò a sbirciare l’amico, che lo ascoltava attento.

Se Euriale fosse stata con loro, avrebbe percepito invidia, in Liam: a lui era capitato spesso, di sentirsi inutile. Chissà che cosa si provava a non conoscere una sensazione del genere, si chiese. Chissà come si sentiva Will la maggior parte del tempo.

“Credi che quella creatura abbia colpito me perché sono…più debole?” chiese Will in fretta, strattonando un po’ il suo copriletto.

Liam distolse lo sguardo dal volto ansioso dell’altro e studiò il soffitto del baldacchino del suo letto.

“Non lo so,” rispose, “non è detto: forse hanno preso te e Isabel perché siete stati i primi ad arrivare lì vicino…”

“Dici?”

Poteva anche essere perché Will aveva una grossa ragione di essere triste, ma Liam preferiva non dirglielo. Di sicuro ci aveva già pensato da solo. E poi, lui non pensava che l’amico fosse debole.

“Sì, dev’essere così: siete arrivati per primi e quei cosi si sono nascosti dietro di voi, come sul sentiero.”

Will abbozzò un sorriso: “Grazie.”

Le ragazze erano già a letto. Euriale faticava a tenere gli occhi aperti, mentre la tensione della giornata le scivolava via di dosso. Isabel si tirò su un fianco: “Sono contenta che siate venute con noi. E che mi abbiate seguita quando ho lasciato il sentiero.”

“Però non puoi buttarti nelle cose senza pensare,” le rispose Madeline.

Euriale annuì, sbadigliando: “Bisogna valutare la situazione…”

Isabel si strinse nelle spalle: “Be’, posso contare su di voi, per quello. E vi giuro che non ve lo rinfaccerò mai più!”

Prima di addormentarsi, esasperata e divertita, Euriale fu certa che Madeline avesse roteato gli occhi.

 

“Pare che quei cosi fossero Pogrebin,” disse Will il giorno dopo, a pranzo, senza sollevare la testa dal libro, “dei piccoli demoni russi che pedinano i viaggiatori nascondendosi nella loro ombra, facendoli diventare sempre più tristi, per poi divorarli!”

Scambiò uno sguardo scioccato con gli altri, poi riprese a leggere. Quella mattina, nonostante fosse stanco come tutti gli altri, prima di colazione era andato in biblioteca a prendere in prestito qualche libro sulle creature magiche e aveva passato la mattinata a cercare le creature che li avevano aggrediti nella foresta. Nei cambi d’ora Isabel e gli altri lo avevano aiutato, cercando figure che somigliassero a sassi rotondeggianti con gambette pelose, ma solo verso la fine del pasto il ragazzino aveva trovato la risposta.

“Poteva essere pericoloso davvero…” commentò Isabel.

Will sorrise: “Direi che siete stati fortissimi!”

“E non possiamo dirlo a nessuno!” fece Liam, un po’ deluso.

Piton era al tavolo Serpeverde: stava ricordando ai ragazzi dell’ultimo anno la data del prossimo test: “Non mi aspetto altro che ottimi risultati, sono stato chiaro?” Si alzò e passò accanto ai ragazzi del primo anno. Li guardò distrattamente, poi si fermò.

“Cosa vi è successo?” indagò.

Euriale chiuse la mente all’istante, senza neanche doverci pensare. Will e Isabel erano il ritratto dell’innocenza, educatamente perplessi. Liam assunse un’aria colpevole, ma lui non faceva testo: succedeva sempre quando Piton o Grawely lo chiamavano all’improvviso; capitava un po’ meno spesso con Vitious.

Euriale rispose per tutti: “Abbiamo fatto tardi per finire i compiti. Non ci siamo accorti del tempo che passava.”

Piton la osservò, sollevando un sopracciglio. Si era accorto che lei stava usando l’Occlumanzia.

“Mi alleno per la prossima partita, spiegò Euriale.

“Te la caverai benissimo!” la incoraggiò Madeline accarezzandole un braccio.

Euriale distolse lo sguardo da Piton per sorriderle.

“…Bene, allora,” disse Piton. Passò ancora lo sguardo su tutti, poi si allontanò rapido.

“Cavolo!” commentò Liam. “L’abbiamo scampata!”

“Non mi piace mentire a Piton,” disse Euriale.

“Ti fa sentire in colpa?” le domandò Isabel.

“No. So che prima o poi mi scoprirà!”

 

La squadra di Serpeverde giocava quel sabato. Era una partita importante: nessuna delle altre squadre aveva collezionato due vittorie finora e anche se questo non avrebbe garantito la vittoria della Coppa del quidditch, poteva comunque mettere Serpeverde in cima alla classifica temporanea con un bel vantaggio su tutti quanti. La sala comune era su di giri dal giorno prima, la squadra da almeno una settimana. Mentre scendevano al campo tutti assieme, Euriale tastò la boccetta di Pozione Inibente che Piton le aveva preparato, per essere sicura di averla a portata di mano. Tuttavia era quasi certa che non le sarebbe servita: lei e i suoi compagni del primo anno erano un po’ discosti dal resto dei Serpeverde. Averli attorno, con le loro emozioni familiari, la rilassava molto. Inoltre, dopo il duello del terzo piano e l’avventura coi Pogrebin si sentiva molto più solida nel respingere e ignorare le emozioni esterne.

“Se Serpeverde perdesse e tutti fossero tristi sarebbe perfetto: saprei già come gestirlo!” disse sicura.

Liam e Will la guardarono, inorriditi: “Ma…Serpeverde deve vincere!”

Lei e le altre ragazze ghignarono.

Sedettero sugli spalti mentre gli studenti verde-argento cominciavano a vociare, chiamando la squadra. I Corvonero fecero lo stesso, dall’altro lato del campo. E all’improvviso cominciò: le squadre scesero in campo, i capitani si strinsero la mano scambiandosi ghigni poco rassicuranti e al fischio di Madama Bump i quattordici giocatori schizzarono in cielo.

Un’ondata di delusione si levò da Serpeverde quando fu Corvonero a conquistare per primo il possesso di palla: i tifosi verde-argento si areno aspettati di dominare l’incontro fin da subito. I cacciatori Corvonero si lanciarono all’attacco delle porte, ma l’intervento dei battitori avversari li costrinse ad arrestarsi. I nero-blu si scambiarono un paio di rapidi passaggi che gli avversari non riuscirono ad intercettare. Schivando un bolide il capitano Corvonero tentò un tiro in porta. Il portiere Serpeverde si lanciò in una parata fortunata, ma l’entusiasmo dei Corvonero sembrò solo aumentare: anche loro erano determinati a vincere, dopo la sconfitta per pochi punti coi Grifondoro. Ma Serpeverde aveva la palla, ora. I cacciatori attraversarono il campo, sgombrato dai battitori per pochi secondi, prima che i loro corrispettivi Corvonero rispedissero indietro i bolidi in cerca degli avversari. Il cacciatore Serpeverde col numero 07 segnò.

La folla esplose e quasi tutti si persero Plimmswood che gli volava quasi addosso per respingere il bolide che lo avrebbe colpito, anche se troppo tardi, al braccio.

Euriale si concentrò sui due cercatori: quello di Corvonero era una ragazza, sottile e veloce; quello di Serpeverde era un ragazzo del quinto anno piuttosto robusto. Euriale ammirò i loro nervi saldi mentre sotto di loro il gioco aumentava vorticosamente la velocità.

Corvonero segnò una volta e poi una seconda. I battitori di Serpeverde scongiurarono una terza rete e la squadra contrattaccò, spazzando letteralmente via la difesa avversaria. Il portiere Corvonero parò il primo lancio, ma praticamente non vide il secondo.

I cacciatori Corvonero, una ragazza e due ragazzi, erano molto affiatati: con il loro gioco veloce e i passaggi imprevedibili riuscirono a riconquistare la pluffa. Ma Serpeverde aveva battitori migliori: disturbati, i Corvonero sbagliarono il tiro in porta e Serpeverde segnò in contropiede.

“Guardate!” strillò Will all’improvviso.

Euriale stava già guardando: non aveva smesso di concentrarsi sui cercatori, che ora sfrecciavano quasi affiancati all’inseguimento di un piccolo riflesso dorato.

I compagni non li avevano notati: Corvonero era di nuovo all’attacco, i cacciatori verde-argento non riuscivano a rubare la pluffa, il battitore aveva scagliato il bolide in ritardo quando la palla era già passata di mano.

Concentrati sul duello uno contro uno tra cacciatrice Corvonero e portiere Serpeverde, pochi tra il pubblico notarono la cercatrice Corvonero superare il cercatore avversario e staccare il braccio dalla propria scopa. Ma il secondo battitore colpì con forza e precisione: Corvonero segnò, ma la sua cercatrice si ritrovò sulla traiettoria della palla scura e con un piccolo grido lo schivò. Per un attimo sembrò che dovesse perdere il controllo della scopa, ma riuscì ad aggrapparsi di nuovo al manico e a riprendere il controllo della direzione. In quella frazione di secondo, il cercatore Serpeverde aveva rischiato di travolgerla, ma più stabile e pesante, aveva mantenuto la scopa sulla scia del boccino e ora lo stringeva tra le dita, mischiando le sue urla di esultanza a quelle dei Corvonero per l’ultima, inutile rete segnata.

La squadra verde-argento planò verso di lui, abbracciandolo, poi volarono a raggiungere Plimmswood, che aveva impedito alla cercatrice avversaria di afferrare la vittoria per prima.

Euriale ebbe il suo bel daffare per tenere al riparo la mente dal trionfo dei tifosi. Liam e Will saltavano sui sedili abbracciandosi e abbracciando chiunque avessero attorno. Will fece per abbracciare anche lei, ma si bloccò in tempo.

“Ops! Scusa! Ehm…abbiamo vinto!” le disse invece sorridendo estatico.

Per fortuna, tutti invasero il campo, allontanandosi da lei.

“Andate pure!” gridò agli altri.

“Vieni in sala comune?” le gridò Isabel, con le mani ai lati della bocca a mo’ di megafono.

Euriale scosse la testa ampliamente: non era una buona idea. Restò sulle gradinate con i professori, il preside e il personale della scuola, mentre gli altri studenti, festanti o abbacchiati, tornavano al castello.

Sorrise soddisfatta tra sé. Ce l’aveva fatta: aveva controllato il suo potere durante la partita senza ricorrere alla Pozione Inibente. Credeva che in parte fosse dovuto al fatto che il suo senso di appartenenza alla Casa fosse ora messo un po’ in ombra da quello di appartenenza al suo gruppo di amici. Era una bella sensazione e le rendeva più facile lasciare ai margini altre cose, come l’orgoglio scolastico, le sensazioni di riscatto e libertà selvaggia che la vittoria provocava nei loro compagni di Casa.

Piton la raggiunse assieme a Vitious, mentre anche gli altri adulti si accingevano a ritornare alla scuola.

“Andiamo,” le disse l’uomo, “o vuoi restare qui tutto il giorno?”

“Una bella partita,” commentò Vitious, sospirando.

“Se Plimmswood non avesse disturbato la cercatrice, avrebbe vinto Corvonero,” rispose Euriale.

“Guardavi i cercatori?” le chiese Piton.

Lei annuì: “Erano calmi e concentrati, più degli altri giocatori.”

“Uhm…non sei tornata in sala comune con gli altri.”

“No. Staranno festeggiando e facendo casino. Non voglio rischiare.”

“Una mossa saggia,” le disse Vitious con un sorriso.

Lei si strinse nelle spalle.

Vitious si fermò all’altezza degli spogliatoi per aspettare la sua squadra.

Piton e Euriale invece proseguirono, lasciando i Serpeverde ai loro festeggiamenti privati, prima di quelli in sala comune.

“Si può sapere che cosa avete combinato l’altra sera?” le chiese il professore all’improvviso, fermandosi.

“Niente,” rispose Euriale in fretta. “Niente di grave,” corresse poi, dato che Piton aveva inarcato minacciosamente un sopracciglio.

“Davvero? Niente che possa mettervi nei guai, far impazzire i vostri genitori e gettare vergogna su Serpeverde?”

Euriale si guardò le scarpe: “Niente che possa gettare vergogna su Serpeverde, professore.”

Piton ghignò: “Oh, è già qualcosa! Devo ricordarti, Heartilly, che le regole della scuola valgono anche per voi cinque, nonostante tutto?”

“Lo sappiamo, professore.”

“Dimmi solo che McIver non ha cavalcato un Thestral…”

“Ehm, no, signore, niente Thestral,” rispose la ragazzina, confusa.

Piton valutò la situazione: poteva insistere e farsi dire quello che avevano combinato quelli del primo anno, per poi punirli. Immaginò di dover scrivere di nuovo alle famiglie. Il pensiero dei romanzi angosciati della madre di Heartilly gli dava il mal di testa. E d’altro canto…

“Oggi hai fatto un buon lavoro…” disse piano.

Euriale colse l’occasione: “Quello che abbiamo fatto, professore, mi ha aiutato, col mio potere. È stato utile e non abbiamo fatto danni.”

Piton si sforzò di non sorridere: di lì a un paio d’anni Heartilly avrebbe fatto della manipolazione un’arte.

“Allora non avete niente a che fare con l’armadio che è esploso al secondo piano?” le chiese insinuante. “Gazza sostiene che sia opera di qualche studente…”

“Assolutamente niente, professore,” rispose la ragazzina.

Sembrava sincera. Piton esitò, poi ricordò che era stato lui a dire che dovevano sopportare le conseguenze della loro stupidità, e in questo caso i suoi studenti erano stati in grado di evitare conseguenze sgradevoli.

“D’accordo, allora. Va pure. Ma vedete di restare tranquilli fino alla fine dell’anno. Pensate di farcela?” concluse con sarcasmo.

Heartilly annuì seriamente.

“Dove vai adesso?” le chiese.

“In biblioteca, a fare i compiti. Una cosa tranquilla,” rispose lei con un sorrisetto.

“Sparisci!”

 

Euriale ritornò in sala comune poco prima di cena. L’atmosfera era ancora festante, ma il peggio era passato. Si chiese come fosse festeggiare assieme agli altri. Per fortuna avrebbe avuto altre occasioni: c’erano altre partite, c’era la Coppa delle Case, la fine degli esami.

Raccontò agli altri dello scambio con Piton. Liam sembrò turbato per un attimo, ma quando capì che non erano nei guai tornò ad abbandonarsi a una spossata felicità che Euriale trovava incredibilmente appagante.

“Ce la faremo a non metterci più nei pasticci fino alla fine dell’anno?” domandò Madeline.

“Visto che mi è ancora proibito cavalcare i Thestral, direi di sì,” rispose Will, scrollando le spalle.

“A me sta bene,” disse Isabel, “dobbiamo concentrarci sugli esami, tanto.”

“Mancano tre mesi!” si lagnarono i ragazzi.

“Allora concentriamoci sulla Coppa delle Case,” propose Euriale. “Mi piacerebbe vincerla.”

 

Epilogo

 

Gli ultimi mesi volarono via in un attimo e la settimana degli esami piombò su di loro quasi all’improvviso. Tutti gli studenti si dedicarono allo studio e ai ripassi, soprattutto quelli di quinto e settimo anno, che avrebbero sostenuti gli esami con esaminatori esterni.

Quando anche l’ultima prova fu alle loro spalle, tutti poterono godersi gli ultimi giorni con gli amici prima delle vacanze estive.

“Credete che riusciremo a vederci, quest’estate?” chiese Isabel un pomeriggio mentre si godevano il sole in riva al lago. Aveva abbandonato l’uniforme appena consegnato l’ultimo test e ora sfoggiava un grazioso vestito a fiori. Madeline aveva dei pantaloni blu e una blusa bianca.

“Mi piacerebbe,” rispose, sistemandosi una ciocca di capelli biondo cenere dietro l’orecchio. Erano diventati lunghissimi.

I ragazzi avevano ancora la divisa, ma solo quella di Liam era in ordine: Will sembrava reduce da una lezione di volo, più che da un esame. Anche Euriale indossava la divisa. Si era messa all’ombra perché la sua pelle chiara si scottava facilmente.

“Sarà difficile riabituarsi a casa…” rifletté, arricciando le labbra.

Liam diede un mezzo colpo di tosse: “Già.”

Però gli mancava un po’ casa, ad essere sincero: gli mancava la sua stanza, il suo manico di scopa, la valletta dietro la tenuta. E chissà se i suoi sarebbero stati orgogliosi della Coppa delle Case. Liam non aveva meriti per la vittoria del campionato di quidditch, se si escludeva il suo tifo, ma tutti avevano conquistato punti per la clessidra di Serpeverde e quindi quel trionfo apparteneva a tutti. Ghignò al pensiero del banchetto di fine anno.

Will sorrise: lo aspettava un’estate piena e fantastica e sua madre non vedeva l’ora di vederlo, glielo aveva scritto. Quei due mesi sarebbero passati in un lampo, per lui.

“Potete venire a trovarmi quando volete,” disse, felice di poter condividere la propria fortuna.

Al banchetto di fine anno, nella Sala Grande addobbata di verde e argento, Euriale si isolò un attimo dagli altri, chiudendo la mente per non lasciarsi sopraffare dall’orgoglio dei Serpeverde e dalla felicità di tutti gli studenti per la fine dell’anno scolastico. Si concentrò sul tavolo degli insegnanti, dove tutti si comportavano più sobriamente. ‘Tranne il Preside’ notò.

Guardò Piton che parlava con la McGranitt, imprimendosi nella memoria il suo profilo arcigno, le lunghe dita piegate sotto il mento, gli occhi neri che ricambiavano il suo sguardo. Si morse il labbro: senza accorgersene aveva usato il suo potere per sondare il professore. Gli rivolse un’occhiata di scusa, occhieggiando anche la Sala. In quel caos non era strano che si fosse confusa un attimo, no? Piton strinse le labbra e alzò gli occhi al cielo.

Euriale tornò a concentrarsi su quello che accadeva al tavolo Serpeverde, dove due studenti del settimo anno decisamente su di giri stavano cercando di convincere il Barone Sanguinario che, avendo tutta la morte davanti, non era il caso di trascorrerla in drammatiche manifestazioni di colpa.

Il mattino successivo le carrozze li portarono fino ad Hogsmeade. Salutarono il profilo del castello in lontananza e salirono sul treno, cercando di non pensare al fatto che non avrebbero potuto usare la magia fuori da scuola. Il viaggio fu fin troppo breve, per i gusti di Euriale: si ritrovarono al binario 93/4 in un attimo.

“Vi scriverò!” promise Isabel sventolando la mano e seguendo il fratello.

Liam diede una spallata a Will: “Ci vediamo, amico!” Sorrise alle ragazze e si allontanò.

Madeline, Will e Euriale si incamminarono assieme. Euriale rimuginava su quanto le sarebbe mancata la vita a Hogwarts, specie se l’aspettava un’estate rinchiusa in casa con i suoi. Ma un’alternativa c’era, si disse. Guardò gli amici: Madeline sembrava in uno stato d’animo molto simile al suo, Will camminava a un metro da terra. Si salutarono in vista delle rispettive famiglie.

“Forse ho un’idea per quest’estate,” disse Euriale a Madeline, mentre Will si allontanava.

Madeline la guardò incuriosita.

“Se si può fare, vi mando un gufo, a te e Isabel,” continuò.

Madeline le sorrise: “Speriamo!”

 

 

Note:

Nonostante la presenza di un epilogo, la storia non è finita per niente, seguirà i protagonisti ancora per un bel po'. Tuttavia volevo un piccolo stacco tra primo e secondo anno (e poi tra il secondo e i successivi) e questo mi è sembrato un buon mezzo. Spero che abbiate apprezzato questa sorta di lunga presentazione dei personaggi. A presto.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: koan_abyss