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Autore: amimy    12/06/2009    1 recensioni
L’ennesima AU…vi prego, dategli almeno un’occhiata
L’intera umanità non ha avuto scampo fin dal primo momento, fin da quando il primo Insetto è approdato sulla terra in pieno giorno, con le sue potenti truppe Yeerk a bordo. Quando l’umanità ha lasciato da parte lo scetticismo e ha preso coscienza della minaccia che incombeva su di ognuno, una guerra aperta e dichiarata si stava già inesorabilmente avviando. Gli invasori hanno avuto rapidamente la meglio grazie alla potenza dei loro corpi ospiti e delle loro armi tecnologicamente superiori. Ora il mondo appare una landa desolata, null’altro che un rifugio per gli Yeerk e loro base militare e difensiva. Case, edifici pubblici, mezzi di trasporto, tutto è stato raso al suolo dallo spietato esercito di Esplin 9466, conosciuto anche come Visser I fin dall’inizio dell’invasione. La sua politica aggressiva ed espansionistica non ha nemmeno contemplato l’idea di un'infiltrazione subdola, optando immediatamente per la guerra con armi e infestazioni di massa, obbligate. E ha vinto. Ora tutti gli umani sono Controller, burattini inermi al servizio dell’Impero Universale Yeerk. O meglio, quasi tutti gli umani. Dopotutto, perché mai il grande Impero dovrebbe preoccuparsi dei Rifugiati, quel misero gruppo di ragazzi che cerca di contrastare invano le loro forze, di salvaguardare il libero arbitrio? L’impero si limita ad ignorarli, a negare la loro esistenza, forse persino restio ad ammettere che forse i tentativi dei rifugiati potrebbero non essere così vani…
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A:Ok, non so nemmeno io perché mi sono messa a scrivere questa “cosa”…In questi giorni è un po’ che penso agli Animorphs e, mentre facevo merenda, all’improvviso mi sono chiesta: “e se Visser III fosse stato visser I fin dall’inizio? E se, dato che gli Yeerk hanno armi molto più potenti degli umani, avessero deciso di combattere fin da subito, senza subdole infiltrazioni e raggiri?”. Be’, ecco qua il risultato… In questa storia Elfangor non è mai venuto sulla Terra e non ha mai donato il potere della metamorfosi agli Animorphs…nel prologo vedremo cosa gli è accaduto e, soprattutto, cos’è accaduto a suo figlio …(Ok, prometto solennemente che prima o poi scriverò un accidenti di storia dove Tobias non sia il protagonista o uno dei personaggi principali. Prima o poi. Ma per ora, beccatevi anche questa AU…). In questa storia, come detto nell’introduzione, gli Yeerk non hanno mai tentato un’infiltrazione silenziosa. Hanno dichiarato guerra aperta fin da subito, sotto la guida di Visser I (che è colui che nei veri libri all’inizio era Visser III), e hanno stravinto. Ora quasi tutti gli umani sono Controller, tranne poche decine di rifugiati che si nascondono dagli Yeerk…Questo prologo è ambientato qualche anno prima della vera storia, e serve per spiegare come inizia tutto.


Prologo: Father & son



25 Agosto 2010- A bordo dell'Ascia, qualche centinaio di chilometri sopra il pianeta Terra

Visser I coprì velocemente la distanza che lo separava dal suo prigioniero, avanzando a passi svelti e decisi. Le pareti solide e spoglie della cella creavano un’acustica perfetta, e il picchiettio degli zoccoli del Visser sul pavimento lucido rimbombò nell’intero locale. Lo Yeerk provò un’ondata di piacere vedendo il suo acerrimo nemico inerme davanti ai suoi occhi, malamente accasciato sul pavimento e imprigionate dalle più resistenti catene che la tecnologia Yeerk potesse offrire. Un raggio Dracon regolato alla massima potenza seguiva ogni suo gesto, pronto a fare automaticamente fuoco se l’andalita avesse tentato di attuare una metamorfosi.
Bene, bene, Principe Elfangor, ci incontriamo ancora. Ma stavolta, il vincitore sono io esclamò trionfante, con un ghigno più che evidente che gli inquinava i grandi occhi.
Il ricordo delle sconfitte passate duole ancora, Visser? lo schernì Elfangor-Sirinal-Shamatul. La sua voce telepatica era debole, ma non priva di orgoglio. Serviva molto più per piegare la volontà e la fierezza di un principe Andalita…
Gli occhi del Visser si raggelarono per un istante, colmandosi d’odio. Le sue dita sottili fremevano. Lo Yeerk fece vibrare la coda, roteandola in aria per qualche attimo prima di scagliarla a tutta velocità verso il volto di Elfangor. La lama caudale del Visser si arrestò a pochi centimentri dal manto blu dell’avversario, che non si scompose ne indietreggiò.
Passate, precisamente. ora sei tu quello che è così pateticamente caduto nella mia trappola, ed io ho il posto che mi spetta:quello di vincitore. A proposito della mia geniale imboscata…hai trovato la tua preziosa Loren, andalita? lo schernì lo Yeerk, ingoiando la collera: la vendetta che stava per soddisfare era più dolce e potente di qualunque furia…
Quelle parole colpirono Elfangor con la stessa forza di un pugno in pieno viso. I suoi occhi si ridussero a due fessure, mentre la sua coda affilata tentava di scattare avanti invano, quasi fosse una reazione incontrollata. Le catene che gli bloccavano la coda si tesero e tintinnarono, strattonando il principe all’indietro.
Il visser rise malignamente. Oh, abbiamo toccato un nervo scoperto…ci tieni tanto alla tua cara, patetica amichetta umana, vero? E anche al tuo figlioletto, suppongo. infierì, schioccando poi le dita in direzione di una telecamera che girava pigra sopra le loro teste, filmando ogni loro singolo movimento e trasmettendo le riprese nel locale adiacente alla prigione. Immediatamente, il portone di metallo pesante che costituiva l’unica entrata alla cella si spalancò, spinta da una forza impressionante.
Elfangor sgranò gli occhi. Una goffa figura irta di lame avanzò barcollando, entrando nella stanza. L’andalita conosceva bene gli Hork-bajir, e non fu affatto l’apparizione di quella creatura a sconcertarlo. Piuttosto, rimase orribilemnte sorpreso alla vista del fagotto che l’Hork-Bajir stringeva fra le braccia, con un delicatezza insospettabile. Qualcosa nell’intrico di coperte e minuscoli abiti si dimenava, scalciava e tentava disperatamente di liberarsi dalle braccia dell’alieno. Una testolina bionda fece capolino dal fagotto durante una delle sue contorsioni, grandi, vispi occhi scuri scrutarono lìambiente circostante con un infantile curiosità.
Sei un essere spregevole, Yeerk. Questa è la mia battaglia, non quella di mio figlio. Se gli farai del male, hai la mia parola che non vivrai abbastanza da potertene pentire. minacciò duramente Elfangor, furente ma intimorito. Fino a che punto era capace di spingersi il Visser per beffarsi di lui?
Lo Yeerk avanzò teatralmente verso l’Hork-Bajir, sfilandogli con esagerata cautela il bambino dalle braccia. Quest’ultimo s’immobilizzò per un istante, sorpreso dal cambio di panorama, per poi riprendere a dimenarsi come un forsennato.
Salve piccolo umano…sarai un perfetto corpo ospite per uno dei miei luogotenenti, vero? Bravo, sapevo che noi due saremmo andati d’accordo disse il Visser sarcasticamente, beffandosi ancora una volta dell’andalita che li guardava, impotente.
Non riuscirai a farne un Controller, Yeerk. Te lo impedirò, fosse l’ultma cosa che faccio. eruppe l’andalita, guardando il nemico con incontenibile disprezzo.
Oh, allora è la mia giornata fortunata. Non sarò certo io a sporcarmi le mani con un lavoretto del genere…ho chiesto a una mia fidata alleata di fare del tuo figlioletto un Controller al posto mio…credo che tu la conosca già rise Visser I, tormentando con uno zoccolo una delle catene che imprigionavano l’avversario.
In quel momento, la porta si spalancò di nuovo, più dolcemente. Una donna del volto delicato, quasi timido, entrò nella cella a testa alta con un portamento fiero e baldanzoso che non le si addiceva. Indossava una semplice tunica bianca, disadorna, con lunghe maniche che le coprivano i polsi. I suoi piedi erano scalzi, ornati da qualche graffio non ancora rimarginato. Anche il suo volto pallido era sfregiato da ferite poco profonde ma avidenti. Abbastanza evidenti da disgustare profondamente Elfangor. La donna avanzò rapidamente attraverso il locale, dirigendosi verso il Visser con un ghigno che le deformava il volto dolce. Tese avanti le mani candide e raccolse il neonato dalle braccia dello Yeerk.
<< Vieni dalla mamma, Tobias >> esclamò sogghignando, senza alcuna traccia d’affetto materno nella voce.
Loren… mormorò Elfangor, sconvolto. La donna gli rivolse un sorriso malvagio. << Amit sei cinque sei, prego. >> rispose duramente ma con malcelata gioia, come se vedere le speranze dell’andalita infrangersi le desse un’incontrollabile soddisfazione. Ma quella che parlava non era affatto Loren. Tutta la sua dolcezza, il suo timido coraggio, la sua determinazione…tutto sembrava sparito, cancellato in un istante dall’essere che aveva preso il controllo del suo corpo.
Ora basta indugiare. Tu, vattene. ordinò il visser, indicando ferocemente l’Hork-Bajir. L’alieno indietreggiò cautamente, intimidito, e imboccò la porta con una rapidità sorprendente. E tu, Amit, porta il nostro grazioso ospite alla vasca. Cicel non vede l’ora di poter usufruire di un corpo ospite così importante… proseguì lo Yeerk, senza nascondere la felicità per la sua definitiva vittoria. Loren chinò il capo, anche se ovviamente era Amit a guidare ogni suo gesto, ed uscì con tracotanza dalla cella, richiudendosi la porta alle spalle. Avrebbe tanto desiderato avere l’onore di assistere all’esecuzione del principe andalita, ma sapeva bene che una simile riochiesta avrebbe potuto risultarle fatale. Letteralmente fatale.
Elfangor si accasciò ancor di più sul pavimento freddo. No! Non la passerai liscia, Yeerk. Pensi davvero che mio figlio si farà sottomettere tanto facilmente? Non basterà il più potente e ripugnante dei tuoi servitori per controllarlo, e un giorno ti distruggerà. Ti distruggerà, insieme a tutta la tua specie urlò disperatamente l’andalita. Tobias…suo figlio, il figlio umano che tanto amava e si era ripromesso di proteggere…non poteva essere caduto nelle mani del visser. Non poteva.
Lo Yeerk eruppe in una fragorosa, angosciante risata telepatica. Ne dubito, e se anche fosse di certo tu non vivrai abbastanza per vederlo, andalita. E i bambini umani sono sempre così indifesi, così facili da manipolare, da controllare. Pensi davvero che tuo figlio possa essere diverso da tutti gli altri? Che potrà fare qualcos’altro oltre a rimanere prigioniero del suo stesso corpo per ogni giorno della sua vita, a guardare come Cicel prenderà il sopravvento in un istante ogni volta che entrerà nella sua mente? credi davvero che si ricorderà i te, quando non sarà altro che uno strumento dnelle mani dell’Impero? Quando sarà solo un burattino sacrificabile? Sei patetico, andalita. Patetico, proprio come tuo figlio e tua moglie. Sai, forse ti lascerò vivere ancora un po’, al,eno finchè tuo figlio sarà in grado di ucciderti con le sue stesse mani per dimostrarti quanto tu possa essere patetico una maligna, cinica soddisfazione grondava da ogni singola parola del visser.
Fu questione di un istante. le parole dell’avversario rimbombavano ed echeggiavano nella mente di Elfangor, trapanandogli il cervello e togliendogli lucidità. Doveva fare qualcosa. No, doveva uccidere. Uccidere lo Yeerk, farlo pentire di aver mai provato a mettere le mani su suo figlio…
I ambiamenti iniziarono prima che Elfangor stesso se ne potesse rendere conto. Non aveva deciso con coscienza di inizare a trasfmormarsi, era semplicemente…accaduto. Il manto azzurro cambi colore, scurendosi e facendosi più folto. Gli occhi secondari sparirono insieme ai supporti…ma fu tutto quello che riuscì a fare.
Il raggio Dracon si fermò immediatamente, puntato sulla schiena dell’andalita. uno scatto secco e assordante riempì l’aria per un istante, prima che un lampo di luce invadesse la cella.
Elfangor non ebbe nemmeno tempo di urlare, di rendersi conto di cosa stesse per accadere. Dentro di sé avvertiva il macabro sentore della fine che si avvicinava, ma fu tanto rapido che non se ne rese nemmenno conto…
L’aria era satura dell’odore di carne bruciata, carbonizzata. il visser osservò per un attimo ciò che rimaneva del suo acerrimo nemico, poco più di cenere e fiamme ancora ardenti sul pavimento della sua astronave, l’Ascia. Era disgustato, quasi rammaricata. Aveva sempre tanto desiderato poterlo uccidere con le sue stesse mani, poter sentire le sue urla di dolore che imploravano pietà…
Invece non era andata così, ed Elfangor era ormai un capitolo chiuso. Ed ora, al visser non rimaneva che una cosa da fare: occuparsi del figlioletto del principe defunto, far di lui solo un guscio vuoto e urlante a disposizione di Cicel, suo fidato luogotenente.
E effettivamente, non erano previste altre preoccupazioni nella carriera del visser, certamente non nell'immediato futuro. La guerra contro la razza umana era ormai già avviata da giorni ed erano ben pochi gli uomini che a quel punto ancora lottavano. Qualcuno si era arreso volontariamente, qualcuno no. In ogni caso, la razza umana era già da considerarsi sottomessa. O forse no?

   
 
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