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Autore: Bubble    12/06/2009    6 recensioni
Ed eccola lì, di nuovo, a meditare su quella benedetta pecora.
Seduta su uno scoglio, tra le onde impazzite e gonfie di tempesta, gli occhi rivolti al cielo plumbeo, accarezzata da innumerevoli schizzi, insisteva ancora col rimuginare su di lui, su di loro.
Piccolo missing moment della mia futura long, shottina dedicata a Marta e Chiara.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Well, here we go agaiiin!

E ritorno con un piccolo missing moment della mia futura long.

E Rain, uno dei personaggi a cui sono più affezionata, comincia a farsi conoscere. *hihi*

Vediamo che ne pensate u.ù

Ringrazio vivamente Chiara e Marta che mi hanno aiutato veramente TANTO, TANTO, TANTO.

E’ anche grazie a loro se è nata Rain (e i miei altri personaggi. X3)

Se mi farete sapere che ne pensate ve ne sarò molto grata.

Saluti.

Chiara (L’altra Chiaraaa *ç*)

Breath

Dedicato a Chiara e a Marta

Perché senza di loro,

Questa shottina non esisterebbe.

Grazie di tutto.

 

Respiro, piano.

 

Rachel si strinse nella felpa, tirando su col naso, sommessamente.

Non era propriamente sua, quella maglia, di circa due taglie più grande, ma la prima volta che lui gliel’aveva prestata, una sera di novembre, se n’era immediatamente appropriata.

Era come se, in quell’intreccio di fibre bianche, annidato tra un filo e l’altro, fosse insito qualcosa di speciale, di suo, oltre al quel profumo, qualcosa che riusciva a ricalcare la sua sicurezza.

Quella sicurezza che lei avrebbe tanto voluto avere.

Lanciò un’occhiata distratta alle maniche, tanto lunghe da nasconderle tutto il dorso, lasciando scoperte solo le dita candide e affusolate, ora intrecciate attorno ad un mazzo di chiavi.

Le chiavi di una macchina.

Le chiavi della sua macchina.

C’era ancora quel portachiavi di cuoio, fissato all’anellino metallico, quello con l’incisione, che lei gli aveva regalato ai festeggiamenti per la sua nuova auto, al tramonto, in pizzeria.

Ricordava ancora perfettamente, quando, mentre gli altri si avviavano all’interno del locale, lei l’aveva fermato, infilandogli in una mano un pacchettino piccolo e rosso.

Ripensò al suo sguardo curioso, nell’aprire lo scatolino, e al suo sorriso, nel momento in cui lesse l’intaglio nella pelle scura, la loro frase, quella che li aveva resi amici.

 

Rifletti, prima di pensare.

 

Improvvisamente si ritrovò a scuotere la testa, come a voler allontanare quei pensieri.

Se ne pentì quasi subito, però, perché in quel periodo,era lui  l’unico che riusciva a scaldare quel maledetto freddo tra le sue ossa, a scacciare quel senso di isolamento che la perseguitava da sempre. Il solo pensarlo, la tranquillizzava.

Da quando c’era , lei non era più sola.

No, non era come pensava Joe, come pensavano tutti.

Beh, ad essere sinceri, all’inizio lei ci aveva anche provato ad allontanarlo.

Peccato che Nick avesse capito subito che quella di ragazza antipatica e scontrosa, non era altro che una maschera, uno schermo di protezione contro la sofferenza, la paura.

E così, l’aveva conosciuta.

Solo lui, a dispetto del mondo.

E Rain non aveva mai, nemmeno per un attimo, dubitato della sua sincerità.

Con lui, si sentiva forte.

 

Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di pensare.

 

Ed eccola lì, di nuovo, a meditare su quella benedetta pecora.

Seduta su uno scoglio, tra le onde impazzite e gonfie di tempesta, gli occhi rivolti al cielo plumbeo, accarezzata da innumerevoli schizzi, insisteva ancora col rimuginare su di lui, su di loro.

 

Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di pensare.

 

Rachel avvicinò i palmi alle orecchie, premendo forte, per bloccare i flussi di coscienza.

Ma la sua voce, qualche minuto dopo, riuscì a udirla lo stesso.

-Rach- Fermo, impassibile, immobile. Nick.

La ragazza si voltò lentamente, facendo scivolare le mani sul ventre.

Nicholas era lì, fradicio, qualche metro più lontano,e sorrideva, rassicurante. Le si avvicinò senza spostare lo sguardo neanche per un secondo, intrappolato nei  suoi occhi grigi, molto, troppo, più bigi e opachi del solito.

-Smettila di chiamarmi così- Il tono di Rain era gelido. Era tesa come una corda di violino.-Non lo fa mai nessuno.- Sentenziò, prendendo a giocherellare con l’orlo della felpa.

Nick annuii, increspando le labbra in una smorfia di assenso.

-Non lo fa mai nessuno- Ripeté,  alzando un sopracciglio. –A parte me. - Dichiarò, sicuro. L’altra non poté fare a meno di scoppiare a ridere, posando infine il mento sulla sua spalla.

-Stupido- Soffiò, a qualche centimetro dal suo orecchio. –Sei una pecora stupida.- Arricciò il naso e lo strofinò contro il suo collo, velocemente. Lui rabbrividì e mosse istintivamente il braccio destro, allacciandolo a quello sinistro, così che Rachel si ritrovò improvvisamente imprigionata nella sua stretta decisa e soffice.

-No, Rach.- Sentenziò, contro il suo viso, così vicino che lei avvertì il movimento delle sue labbra sulla pelle umida. E quel profumo, di vaniglia e menta, che la faceva letteralmente impazzire , la pervase completamente. –Io sono la tua pecora stupida.-

Per Rain, fu come uno schiaffo in piena faccia. Peggio.

Immediatamente avvertì una fitta, nel torace, all’altezza del cuore.

Si divincolò dall’abbraccio, impulsivamente, facendo forza con i suoi deboli, impotenti, muscoli contro quelli robusti  di Nick, e voltando il capo dall’altra parte, frustrata.

 

Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di pensare.

 

E in un attimo si rese conto di non essere  assolutamente niente, senza di lui.

Di non essere abbastanza autorevole, non abbastanza infallibile, non abbastanza chiusa, non Rain, non quella che avrebbe voluto, almeno.

Di non essere … una dannatissima roccia.

 

{Oh brava. Complimenti. Sicura di esserti accorta solo adesso di avere … dei sentimenti?}

 

Nicholas rimase bloccato per una manciata di minuti, a fissarla.

Era rigida, sotto il suo braccio sinistro, ancora fisso sulle sue spalle.

Gradualmente allungò l’indice verso il suo mento, a rilento, poi, dolcemente, condusse il suo viso verso destra, costringendola a guardarlo. Ma lei non staccò gli occhi dal suo ventre nemmeno per un secondo.

Nick, impassibile, la scrutò con attenzione.

E fu allora che scorse, per la prima volta da quando l’aveva conosciuta, una piccola, singola lacrima, scivolare tra le sue lentiggini chiare.

Le sue labbra ci si posarono sopra in un attimo, bloccandola.

Cancellandola.

-Ehi, signorina.- La avvicinò a sé, mordendosi il labbro inferiore. –Non ti hanno insegnato che se piangi diventi brutta?- Domandò, sogghignando, poi si fece serio. –Sei stupenda.-

Rachel non poté fare a meno di lasciarsi scappare una risata, scoprendo i denti bianchissimi.

-Sei un maledetto ruffiano, Nicholas Jerry Jonas.-  Rise, affondando nella sua spalla. –Un maledettissimo ruffiano.-

 

 

Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di …

 

Un bacio.

Puro, semplice, innocente.

Un bacio.

Lento, deciso, morbido.

Un bacio.

Un sorriso.

Due sorrisi.

E due mignoli legati.

Fino all’alba.

No, per sempre.

 

  
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