Well,
here we go agaiiin!
E
ritorno con un piccolo missing
moment della mia futura long.
E
Rain, uno dei personaggi a cui
sono più affezionata, comincia a farsi conoscere. *hihi*
Vediamo
che ne pensate u.ù
Ringrazio
vivamente Chiara e
Marta che mi hanno aiutato veramente TANTO, TANTO, TANTO.
E’
anche grazie a loro se è nata
Rain (e i miei altri personaggi. X3)
Se
mi farete sapere che ne
pensate ve ne sarò molto grata.
Saluti.
Chiara
(L’altra Chiaraaa *ç*)
Breath
Dedicato
a Chiara e a Marta
Perché
senza di loro,
Questa
shottina non esisterebbe.
Grazie
di tutto.
Respiro,
piano.
Rachel
si strinse nella felpa, tirando su col naso, sommessamente.
Non
era propriamente sua, quella maglia, di circa due taglie più
grande, ma la
prima volta che lui
gliel’aveva
prestata, una sera di novembre, se n’era immediatamente
appropriata.
Era
come se, in quell’intreccio di fibre bianche, annidato tra un
filo e l’altro,
fosse insito qualcosa di speciale,
di
suo, oltre al quel
profumo, qualcosa che
riusciva a ricalcare la sua
sicurezza.
Quella
sicurezza che lei avrebbe tanto voluto
avere.
Lanciò
un’occhiata distratta alle maniche, tanto lunghe da
nasconderle tutto il dorso,
lasciando scoperte solo le dita candide e affusolate, ora intrecciate
attorno
ad un mazzo di chiavi.
Le
chiavi di una macchina.
Le
chiavi della sua macchina.
C’era
ancora quel portachiavi di cuoio, fissato all’anellino
metallico, quello con
l’incisione, che lei gli aveva regalato ai festeggiamenti per
la sua nuova
auto, al tramonto, in pizzeria.
Ricordava
ancora perfettamente, quando, mentre gli altri si avviavano
all’interno del
locale, lei l’aveva fermato, infilandogli in una mano un
pacchettino piccolo e
rosso.
Ripensò
al suo sguardo curioso,
nell’aprire lo
scatolino, e al suo sorriso, nel
momento in cui lesse l’intaglio nella pelle scura, la loro frase, quella che li aveva resi amici.
Rifletti,
prima di pensare.
Improvvisamente
si ritrovò a scuotere la testa, come a voler allontanare
quei pensieri.
Se
ne pentì quasi subito, però, perché in
quel periodo,era lui l’unico che
riusciva a
scaldare quel maledetto freddo tra le sue ossa, a scacciare quel senso
di
isolamento che la perseguitava da sempre. Il solo pensarlo, la
tranquillizzava.
Da
quando c’era , lei non era più sola.
No,
non era come pensava Joe, come pensavano tutti.
Beh,
ad essere sinceri, all’inizio lei ci aveva anche provato ad
allontanarlo.
Peccato
che Nick avesse capito subito che quella di ragazza antipatica e
scontrosa, non
era altro che una maschera, uno schermo di protezione contro la
sofferenza, la
paura.
E
così, l’aveva conosciuta.
Solo
lui, a dispetto
del mondo.
E
Rain non aveva mai, nemmeno per un
attimo, dubitato della sua sincerità.
Con
lui, si sentiva forte.
Rifletti,
prima di pensare. Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di
pensare.
Ed
eccola lì, di nuovo, a meditare su quella
benedetta pecora.
Seduta
su uno scoglio, tra le onde impazzite e gonfie di tempesta, gli occhi
rivolti
al cielo plumbeo, accarezzata da innumerevoli schizzi, insisteva ancora
col
rimuginare su di lui, su di loro.
Rifletti,
prima di pensare. Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di
pensare.
Rachel
avvicinò i palmi alle orecchie, premendo forte, per bloccare
i flussi di
coscienza.
Ma
la sua voce, qualche minuto dopo,
riuscì a udirla lo stesso.
-Rach-
Fermo, impassibile, immobile. Nick.
La
ragazza si voltò lentamente, facendo scivolare le mani sul
ventre.
Nicholas
era lì, fradicio, qualche metro più lontano,e
sorrideva, rassicurante. Le si avvicinò
senza spostare lo sguardo neanche per un secondo, intrappolato nei suoi occhi grigi, molto, troppo, più bigi e opachi del
solito.
-Smettila
di chiamarmi così- Il tono di Rain era gelido. Era tesa come
una corda di
violino.-Non lo fa mai nessuno.-
Sentenziò,
prendendo a giocherellare con l’orlo della felpa.
Nick
annuii, increspando le labbra in una smorfia di assenso.
-Non
lo fa mai nessuno- Ripeté,
alzando un
sopracciglio. –A parte me. -
Dichiarò, sicuro. L’altra non poté fare
a meno di scoppiare a ridere, posando
infine il mento sulla sua spalla.
-Stupido-
Soffiò, a qualche centimetro dal suo orecchio.
–Sei una pecora stupida.-
Arricciò il naso e lo strofinò contro il suo
collo, velocemente. Lui rabbrividì
e mosse istintivamente il braccio destro, allacciandolo a quello
sinistro, così
che Rachel si ritrovò improvvisamente imprigionata nella sua
stretta decisa e soffice.
-No,
Rach.- Sentenziò, contro il suo viso, così vicino
che lei avvertì il movimento
delle sue labbra sulla pelle umida. E quel
profumo, di vaniglia e menta, che la faceva letteralmente impazzire ,
la
pervase completamente. –Io sono la tua
pecora stupida.-
Per
Rain, fu come uno schiaffo in piena faccia. Peggio.
Immediatamente
avvertì una fitta, nel torace, all’altezza del cuore.
Si
divincolò dall’abbraccio, impulsivamente, facendo
forza con i suoi deboli, impotenti,
muscoli contro quelli
robusti di Nick, e
voltando il capo
dall’altra parte, frustrata.
Rifletti,
prima di pensare. Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di
pensare.
E
in un attimo si rese conto di non essere assolutamente
niente, senza di lui.
Di
non essere abbastanza autorevole,
non
abbastanza infallibile, non
abbastanza chiusa, non Rain, non quella che avrebbe voluto,
almeno.
Di
non essere … una dannatissima roccia.
{Oh
brava.
Complimenti. Sicura di esserti accorta solo adesso di avere
… dei sentimenti?}
Nicholas
rimase bloccato per una manciata di minuti, a fissarla.
Era
rigida, sotto il suo braccio sinistro, ancora fisso sulle sue spalle.
Gradualmente
allungò l’indice verso il suo mento, a rilento,
poi, dolcemente, condusse il suo
viso verso destra, costringendola a
guardarlo. Ma lei non staccò gli occhi dal suo ventre
nemmeno per un secondo.
Nick,
impassibile, la scrutò con attenzione.
E
fu allora che scorse, per la prima volta
da quando l’aveva conosciuta, una piccola, singola lacrima,
scivolare tra le
sue lentiggini chiare.
Le
sue labbra ci si posarono sopra in un attimo, bloccandola.
Cancellandola.
-Ehi,
signorina.- La avvicinò a sé, mordendosi il
labbro inferiore. –Non ti hanno
insegnato che se piangi diventi brutta?- Domandò,
sogghignando, poi si fece
serio. –Sei stupenda.-
Rachel
non poté fare a meno di lasciarsi scappare una risata,
scoprendo i denti
bianchissimi.
-Sei
un maledetto ruffiano, Nicholas
Jerry
Jonas.- Rise,
affondando nella sua
spalla. –Un maledettissimo ruffiano.-
Rifletti,
prima di pensare. Rifletti, prima di pensare. Rifletti, prima di
…
Un
bacio.
Puro,
semplice, innocente.
Un
bacio.
Lento,
deciso, morbido.
Un
bacio.
Un
sorriso.
Due
sorrisi.
E
due mignoli legati.
Fino
all’alba.
No, per sempre.