Il salotto di casa Vargas-Carriedo era diventato un luogo singolare dove si alternavano momenti di grande confusione a momenti di silenzio totale. E dove le tre persone che lo occupavano passavano dall’ invenire all’ esultare nel giro di pochi secondi. Questa confusione e questi sbalzi di umore dipendevano da una sola inevitabile cosa: gli europei under 21. Perché se c’era una cosa che poteva dividere o alleare le nazioni oltre la guerra quella era sicuramente il calcio.
Ed infatti proprio in quel salotto Germania e i due Italia stavano seduti sul divano con le magli delle rispettive squadre e con la tensione a mille aspettando che passassero quei due minuti che sancivano la fine della partita. Ludwig guardava lo schermo come se fosse l’unica cosa esistente al mondo, sperando che facessero un goal all’ ultimo minuto e sussurrando parole in tedesco riferite ai giocatori di entrambe le squadre che i due italiani catalogarono come insulti. Lovino invece guardava un po’ il televisore e un po’ l’ingresso della cucina sperando che il tempo scorresse più velocemente o che almeno non ci fossero minuti di recupero. Feliciano invece sembrava l’unico che non era teso ma che aspettasse solamente la fine per poter dichiarare finalmente vittoria.
E poi ci fu, dopo interminabili minuti, l’annuncio che la partita era finita. “ahah hai visto crucco? Abbiamo vinto! Alla faccia tua mangiapatate. Ora hai imparato chi sono veramente gli italiani. Cosa? Sei scioccato? Ti credevi davvero il campione d’Europa? Beh sappi che non lo sei. Siamo meglio noi e oggi ve lo abbiamo dimostrato eccome! ” Urlò Lovino esultando per tutta la stanza e interpellando ogni tanto Ludwig. Feliciano invece si limitava a scuotere la bandiera tricolore con un sorriso enorme. “hey pasta-dipendenti sapete con chi vi scontrerete la prossima volta?” disse Ludwig con un espressione che non prometteva niente di buono, quasi a trattenere l’euforia, e sorridendo, secondo Lovino, un po’ troppo rispetto al normale. “con la Spagna” continuò marcando l’ultima parola e Lovino seppe che se non fosse stato una nazione sarebbe morto sul colpo. “Antonio!!!!!”urlò verso la cucina dove l’iberico si era collocato quasi disinteressato alla partita “necesito hablar contigo ”disse e si diresse dal ora-non- tanto-fidanzato.
“Scusa Lovino si è fatto prendere dall’euforia, non intendeva offenderti, spero, e io…” Ludwig lo bloccò “non ti preoccupare non ci faccio peso, sono abituato alle sue sfuriate di cui poi si pente, in genere, quasi quanto te” Feliciano sembrò imbarazzato, poi si avvicinò a Ludwig fino a sfiorarlo “Ve.. allora tiferai per noi alla prossima partita?” chiese con emozione “Ma io tifo sempre per te” gli sussurrò e poi si avvicinarono ancora di più e si baciarono più volte, per poi sorridere entrambi. “ich liebe dich” disse Feliciano scompigliando i capelli a Ludwig “anche io” gli disse in italiano. E rimasero lì a fissarsi e sorridere, noncuranti di Lovino e Antonio che discutevano della partita, in sottofondo.