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Autore: Circe_    25/06/2017    8 recensioni
[Storia Interattiva. Iscrizioni aperte fino al 3 Luglio]
Dal prologo.
A Sirius non serviva leggere i giornali per sapere che la guerra stava mietendo vittime in tutto il Regno Unito. Maghi e Babbani cadevano sotto i colpi di fanatici fissati con il sangue puro e con la crudeltà più bieca e la carneficina stava sempre più prendendo la forma di un genocidio.
Il pensiero che Regulus potesse davvero unirsi a quella setta oscura gli arroventava gli intestini e gli faceva digrignare i denti, certo com'era che il suo fratellino non sarebbe sopravvissuto a tutta quell'atrocità disumana e snaturata. Regulus era troppo buono per quella vita. Troppo sensibile e troppo intelligente per non accorgersi del sadismo inclemente di quel gruppo di folli.
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Maghi fanfiction interattive, Regulus Black, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Swan Song

 
I'm living in an age
That calls darkness light
Though my language is dead
Still the shapes fill my head

I'm living in an age
Whose name I don't know
Though the fear keeps me moving
Still my heart beats so slow

My body is a cage that keeps me
From dancing with the one I love
But my mind holds the key

My body is a cage, Peter Gabriel (Arcade Fire)




Harlech, Galles, Regno Unito, 1 Settembre 1977




Casa Potter profumava di salsedine e fiori, delle rose viola che Fleamont non aveva mai smesso di cogliere per sua moglie e di gelsomino persiano, che celava un vago sentore d'agrumi, che Euphemia indossava sui polsi sottili e sul collo da cigno con l'eleganza e la discretezza che le erano proprie. Nei pomeriggi assolati si poteva percepire il retrogusto del bergamotto per il tè delle cinque, accompagnato dal latte caldo e dai biscotti fatti in casa, con amore, ognuno dalla forma diversa e un po' abbozzata perché Euphemia oramai era anziana e la cataratta nell'occhio sinistro avanzava sempre più.
Casa Potter risuonava di risate squillanti e di commenti orgogliosi, brillava di sguardi amorevoli e l'affetto che i tre membri della famiglia nutrivano l'uno nei confronti degli altri era evidente ma discreto, fatto di fotografie sul caminetto e segni sul muro, tacche che mostravano l'altezza di James durante gli anni dell'infanzia.
Fleamont ed Euphemia avevano accolto Sirius Black come un figlio un anno prima quando, scarmigliato come non mai, i segni della maledizione Cruciatus a fargli tremare le spalle salde, s'era ritrovato sulla loro soglia, una muta richiesta negli occhi plumbei, per una volta vulnerabili. Da quel giorno il sedicenne aveva scoperto che sapore avesse una casa felice. In Grimmauld Place aleggiava un vago sentore di incenso che soffocava tutto il resto, otturando le narici e abbacinando la mente, come se sua madre in quel modo volesse renderli tutti remissivi, tutti ai suoi ordini, come belle marionette prive di anima propria.
Quando James l'aveva tratto per il colletto della camicia spiegazzata, impolverata per il contatto prolungato con il pavimento della camera delle punizioni, Sirius s'era ritrovato ad assaporare l'odore del suo migliore amico, dell'altra parte di sé, quella migliore e più nobile. James Potter sapeva di tè verde e di dopobarba alla menta, sebbene ciuffi scuri e spelacchiati gli scurissero le gote pallide, radi e corti, arruffati come vortici di buchi neri e ridicoli. Un discreto cenno di sottobosco permeava la sua figura alta e allampanata, come per rimarcare il fatto che poteva trasformarsi in un cervo maestoso quando più ne aveva voglia.
Non c'era mai stato bisogno di parole tra loro e quella notte non ce ne furono. James l'aveva preso per mano, soffocando le sue proteste con uno sguardo più fermo e più serio degli altri, e l'aveva condotto in camera sua. Quella notte nessuno dei due era riuscito a prendere sonno, pieni di parole non dette. Sirius temeva che, chiudendo gli occhi, James sarebbe scomparso e lui si sarebbe di nuovo ritrovato nella casa degli orrori, sotto la bacchetta arroventata di sua madre, troppo orgoglioso per urlare e con il labbro spaccato per quanto stretto era il morso dei canini aguzzi. Erano rimasti a fissarsi negli occhi senza fretta, come se avessero avuto tutto il tempo del mondo a loro disposizione. Era stato un silenzio piacevole perché tra loro non v'era mai stato imbarazzo e quella notte Sirius aveva capito tante cose, forse troppe. Sentiva di aver superato un limite invalicabile, una soglia sacra, e gli dèi non l'avrebbero perdonato per quel peccato.
Innamorarsi di quel cervo rincitrullito con assurde manie di protagonismo non era stata una mossa da maestro, doveva ammetterlo a se stesso. Che poi quello stesso cervo scemo dichiarasse il suo amore imperituro per Lily Evans a ogni occasione possibile era come un pugnale che scavava nell'addome, tra le costole d'avorio, per arrivare al cuore e dilaniarlo.
Era un dolore sordo e muto, come un cancro che corrompeva le arterie e le vene, spandendosi in tutto il corpo per farlo sentire debole e spezzato, minuscolo come una nana bruna e non maestoso come la stella bianca che era, la più brillante di tutto il firmamento.
Era stato grato ai signori Potter per averlo trattato come un figlio, per riversare su di lui lo stesso affetto incondizionato che dedicavano a James, ma s'era sentito sollevato quando suo zio Alphard gli aveva lasciato tutto ciò che possedeva. Aveva acquistato un piccolo cottage nella brughiera dello Yorkshire, l'unico luogo al mondo che sapeva cantare della sua anima tormentata e del suo spirito indomito.
Sapeva che, se fosse rimasto nel Galles, non avrebbe potuto esimersi dal combinare un disastro che, era certo, avrebbe distrutto l'amicizia di una vita.
Tuttavia era sempre il benvenuto nel cottage dei Potter, in quella villetta che sembrava essere uscita da una fiaba babbana, lontana dal tempo e dalla cattiveria del mondo, in cui regnava soltanto l'amore.
La brughiera era splendida ma solitaria e lui aveva afferrato l'occasione al volo, scrivendo a Lunastorta un attimo dopo, sebbene fosse certo che James avesse già invitato anche lui e Peter. Erano i Malandrini e dovevano rimanere uniti contro ogni avversità.
La presenza di Remus era calmante e Sirius ne aveva assurdamente bisogno, lui che si gloriava di non necessitare di alcuno.
Peter era bloccato a casa sua da un braccio ingessato, merito di un incontro di wrestling alla Babbana con suo fratello maggiore Sam, per l'ultimo biscotto al cioccolato, e non si sarebbero visti sino a quel giorno, sull'Espresso per Hogwarts.
Si era ritrovato in camera di James senza accorgersene, più perché non aveva nulla da fare che per mera brama d'esplorazione. Remus dormiva ancora, fiaccato dall'ultima Luna piena, e James aveva afferrato le scope per un'ultima partita a Quidditch con suo padre, nel giardino sul retro. Si sentivano le esclamazioni incoraggianti di Fleamont, la sua voce roca e profonda, adatta a raccontare storie e leggende, che risuonava come un contrabbasso. James, invece, rideva felice come sempre faceva quando era a cavallo della sua fedele Nimbus 1500. L'aveva invitato, ma Sirius aveva declinato. Preferiva commentare le partite piuttosto che salire su una scopa con il rischio che un bolide lo colpisse e lo privasse dell'unica cosa buona che la sua famiglia gli aveva concesso: la propria indubbia avvenenza.
Era entrato nella terza camera al secondo piano con la baldanza con cui qualcuno poteva mettere piedi nella propria stanza perché tutto quello che era di James era anche suo e viceversa, perché avevano vissuto quasi in simbiosi negli ultimi sei anni e a Ramoso non sarebbe affatto importato vederlo trafficare tra le sue cose.
Il baule era poggiato ai piedi del letto rifatto con cura da James stesso, chiuso e già pronto, ma fogli di giornale s'erano ammassati sulla scrivania ingombra di pergamene e calamai, trame di scherzi e bozze di compiti per le vacanze, in un disordine che poteva essere soltanto del suo migliore amico. Una volta Sirius aveva scherzato, e a ragione, che la sua testa somigliava a una gabbia di scimmie urlatrici e James aveva riso così tanto da attirare su di sé lo sguardo di tutta la Sala Grande, fermato soltanto da un pezzo di torta alle mele che s'era incastrato in gola rischiando di soffocarlo.
Quando s'era voltato a guardarlo, mentre Peter gli batteva ancora la mano grassoccia e sporca di marmellata tra le scapole, gli occhi di James erano luminosi e lucidi, troppo grandi per il suo viso sottile, come quelli di un gufetto curioso, e Sirius s'era sentito precipitare, lo spettro di un'ultima risata ancora impressa sulle labbra carnose.
A Sirius non serviva leggere i giornali per sapere che la guerra stava mietendo vittime in tutto il Regno Unito. Maghi e Babbani cadevano sotto i colpi di fanatici fissati con il sangue puro e con la crudeltà più bieca e la carneficina stava sempre più prendendo la forma di un genocidio.
Il pensiero che Regulus potesse davvero unirsi a quella setta oscura gli arroventava gli intestini e gli faceva digrignare i denti, certo com'era che il suo fratellino non sarebbe sopravvissuto a tutta quell'atrocità disumana e snaturata. Regulus era troppo buono per quella vita. Troppo sensibile e troppo intelligente per non accorgersi del sadismo inclemente di quel gruppo di folli.
Avrebbe provato a scrivergli se non fosse stato assolutamente certo che la vecchia Walburga avrebbe intercettato la lettera. Non che avesse timore di quella che a stento poteva definire una madre, ma avrebbe punito Regulus e quello non poteva proprio sopportarlo.
Doveva aspettare di tornare a Hogwarts e tentare di parlargli con calma e gentilezza, sebbene fosse certo che sarebbe stato quasi impossibile. Sirius e la pazienza non erano due termini in perfetta armonia, per usare un eufemismo.
Aggrottò le folte sopracciglia scure, gli occhi grigi e carichi di nuvole che vagavano sulla pergamena vergata dalla scrittura sottile e piccola del suo migliore amico. Messer lupastro. Incominciava così quella lettera, ma null'altro era stato comprensibile per lui. Sembrava essere stata scritta in codice, con parole che Sirius non conosceva. Portava la data di un anno prima, quando Sirius viveva ancora dai Potter, e fu quello a farlo sentire così tradito nel profondo, offeso e tremante.
Di solito scrivevano insieme le lettere per Lunastorta e Codaliscia. Sapere d'essere stato escluso, che James aveva preferito Remus a lui, che era stato lì a portata d'orecchio e di cuore, era un pensiero così doloroso da risultargli insopportabile, unito anche al senso di timore che provava pensando a Regulus.
Uscì dalla camera a passo svelto, i pantaloni eleganti che frusciavano tra le gambe snelle e scattanti, scostandosi i capelli neri e troppo lunghi dal bel volto cesellato, asciugandosi con un cenno distratto il velo di sudore sul labbro superiore.
Remus riposava ancora, avvolto in un bozzolo di coperte candide che lo facevano sembrare un baco da seta, i capelli scuri e corti sparsi sul cuscino. Sotto le palpebre danzavano sogni che gli animavano le ciglia. Sirius sperò che fossero belli e pieni di luce, ma sapeva che non era così. Aveva le labbra schiuse e borbottava qualcosa che Felpato non riusciva a comprendere, ma sembrava atterrito e spaventato.
Si accomodò sul letto e prese a chiamarlo non senza una certa gentilezza apprensiva, certo com'era che il lupo dei suoi incubi fosse tornato a tormentarlo.
« Per tutti i barbagianni impagliati,» imprecò il ragazzo a denti stretti, districandosi da quella prigione di cotone che s'era avvolta intorno alla sua gola come per soffocarlo per poi scattare a sedere, rischiando di dargli una testata memorabile. Sirius fu lesto a evitare lo scontro e gli rivolse un sorriso tranquillo.
« Sei uno spettacolo,» esclamò Sirius indolente come al solito, mascherando il timore latente e ancestrale che nutriva per le sorti dei suoi più cari amici con l'abilità di tanti anni trascorsi a casa Black.
Lunastorta emise un urletto isterico non troppo virile e la mancina corse ad afferrare la bacchetta poggiata sul comodino come se si aspettasse di essere attaccato. Lo mise a fuoco, ma non abbassò la bacchetta, osservandolo con un tale cipiglio contrariato negli occhi verdi screziati di nocciola e d'azzurro da fargli trattenere una risata divertita.
« Sai che sei inquietante?» borbottò con un vago tono d'accusa non appena l'ebbe riconosciuto. Sirius sorrise laconico e sarcastico per poi esibirsi in uno svolazzo elegante e noncurante che avrebbe fatto sospirare la più frigida tra le streghe.
« Ramoso e Fleamont stanno giocando a Quidditch e io mi annoiavo a morte,» esclamò con il tono melodrammatico che adoperava per commentare la stupidità dei Serpeverde, « È interessante guardarti sbavare sul cuscino. Mi stavi sognando?»
« Stanno giocando... » incominciò Remus, ignorando non molto gentilmente l'ultima domanda. Era diventato alquanto abile a trascurare le sciocchezze dei suoi amici, doveva dargliene atto e merito. Si passò la mancina tra i capelli in un gesto così tanto da James da provocargli un senso di vertigine e Sirius incominciò a chiedersi cosa, per le mutande leopardate di Salazar, stesse succedendo ai suoi migliori amici. James aveva un segreto e Remus si scompigliava i capelli. Se Peter gli avesse detto che aveva incominciato una dieta ferrea, rinunciando ai budini e ai bignè alla crema, Sirius avrebbe abbandonato tutto per unirsi a una compagnia circense babbana per esibirsi come mangiafuoco. Sempre con gran gioia di sua madre, « ma è il primo Settembre, per la spada di Godric. Perderemo l'Espresso.»
« Rilassati, Remmy. Hogwarts non esiste senza i Malandrini. Bei boxer, comunque,» soggiunse con un sorrisetto più sarcastico che mai, un tale ghigno da Folletto che gli sarebbe valso un mese di punizione a Grimmauld Place, arcuando le sopracciglia all'indirizzo di un paio di mutande rosse con sopra disegnati mille rami di vischio e un Babbo Natale in posizione strategica. Erano sicuramente un regalo di James. Era proprio nel suo stile.
« Dov'è la signora Potter?» chiese Remus, arrossendo come lo stendardo di Grifondoro, in un moto di tale patriottismo da scaldargli il cuore, mentre cercava di coprire i boxer con il lenzuolo. Nonostante Euphemia avesse ripetuto mille volte di chiamarla con il suo nome di battesimo, Remus era troppo cortese per non mostrarle la propria cavalleresca gentilezza.
« Mi dispiace soffocare i tuoi sogni da dolce stil novo, ma non credo che Euphemia ricambi l'ardore dei tuoi sentimenti,» asserì con un tono da martire assolutamente non credibile, battendogli la mancina sulla spalla come per consolarlo.
« Felpato, ho una bacchetta,» lo minacciò Remus, più rosso che mai, come se fosse stato coperto dai capelli della Evans, incominciando a balbettare come non faceva da anni.
« Lo vedo, amico mio,» ribatté gioviale, accavallando le gambe tornite in una posa affascinante e vagamente bohemien. Avrebbe anche voluto aggiungere che Euphemia, nonostante l'età avanzata, rimaneva una donna bellissima dagli occhi castani e gentili e dal sorriso disarmante, entrambi tratti che James aveva ereditato, e che non ci sarebbe stato nulla di male nell'apprezzarla, ma sarebbe stato troppo per Remus e Sirius era ancora determinato a scoprire cosa diamine avesse scritto il suo migliore amico, « Ho ragione di credere che sia andata a scusarsi con la vicina per il disastro dell'altro giorno.»
Il disastro dell'altro giorno altro non era che l'ultimo scherzo delle vacanze estive, una sorta di gara di gavettoni con gli altri ragazzi del quartiere che aveva distrutto le preziosissime begonie della signora Williams, una strega dall'aria più arcigna di Walburga. Sirius non aveva creduto possibile incontrare qualcuno di più acido di sua madre, ma era accaduto ed era rimasto traumatizzato.
« E giustamente il signor Potter ha approfittato della sua assenza per riesumare le scope,» affermò Remus mogio, scuotendo il capo con disapprovazione. Sirius era certo che da giovane Fleamont fosse stato un malandrino ancora peggiore del figlio e quegli attacchi di baldanza, insoliti per un uomo della sua età, ne erano una prova evidente.
« Cos'è questa, Lunastorta?» domandò il moro sventolandogli la pergamena sotto gli occhi chiari, appena arrosati dal Sole che illuminava la stanza.
Remus l'osservò dubbioso, come se temesse per la sua sanità mentale, una cosa assolutamente assurda visto e considerato che avevano decretato anni prima che né Sirius né James ne fossero più provvisti.
« Una lettera?»
« Tu e Ramoso parlate in codice adesso? Avete sviluppato un linguaggio secreto. Questo è tradimento, Remmy. Sabotaggio. Tu e James avete cospirato alle mie spalle. È stato tutto un complotto,» sciorinò in una perfetta imitazione di un re panciuto e amabile che desiderava soltanto dei dolci nipotini.
« Sirius, dovresti seriamente smettere di frequentare Babbanologia,» annunciò Remus con la gravità di un Guaritore che informava la famiglia di un malato terminale che non c'era più nulla da fare, prima di sentire l'urlo di guerra di Euphemia e la minaccia di bruciare tutte le scope presenti nel Regno. Fleamont e James erano nei guai fino al collo.



Angolo autrice
Ho sempre voluto scrivere una storia sui Malandrini, il contesto che più preferisco tra tutti e ho trovato l'ispirazione adatta per farlo. Il riferimento alla brughiera dello Yorkshire è verso Cime Tempestose. Io mi sono sempre immaginata Sirius con un carattere simile a quello di Heathcliff, soprattutto da ragazzo. Harlech, invece, è una città gallese in cui, nella mia fantasia, ci sono sia maghi che babbani. James ci diletterà parlando gallese nei prossimi capitoli. Il film citato nell'ultimo pezzo è Cenerentola della Disney e, sì, Sirius segue Babbanologia dal terzo anno, in barba a tutte le credenze di famiglia.

Regolamento


 
  1. Questa è una James/Sirius. Don't like don't read;
  2. Potete inviarmi quante schede volete, ma tutte per messaggio privato. Come da regolamento, le recensioni devono essere commenti sulla storia;
  3. Non accetto Lupi Mannari, Veela, vampiri, ibridi di qualsiasi tipo, e anche Animagus;
  4. Accetto personaggi imparentati con i Canon, ma non con rapporti stretti (come fratelli o sorelle, per intenderci);
  5. Non accetto assolutamente Mary Sue e Gary Stu. Non voglio personaggi perfetti, ma neanche cattivi sadici alla Ramsay Bolton;
  6. Se il vostro personaggio dovesse essere scelto, vi prego di farvi sentire almeno ogni due capitoli, nello spirito dell'interattiva;
  7. Per dubbi e domande sono a totale disposizione;
  8. Vi ho allegato una breve descrizione caratteriale per i personaggi disponibile per relazioni così da farvi un'idea di come li immagino io;
  9. Per quanto riguarda i Club scolastici accetto: Lumaclub, Club dei Duellanti, Club degli Scacchi, Club delle Gobbiglie, Club di Trasfigurazione, Club di Pozioni, Club di Incantesimi, Club di Astronomia, giornalino scolastico.


Scheda:

Nome completo (nome, eventuale secondo nome, cognome, soprannome):
Età:
Casa e anno:
Ruoli (Quidditch, vari Club scolastici, Caposcuola, Prefetto)*:
Aspetto fisico:
Prestavolto:
Aspetto caratteriale:
Cosa ama/odia:
Fobie/debolezze:
Bacchetta:
Amortentia:
Molliccio:
Patronus e ricordo a esso legato:
Famiglia e rapporto con essa:
Materie amate:
Materie odiate:
Amicizie/Inimizie (potete sia descrivere i caratteri che indicare qualche canon):
Relazione (con descrizione caratteriale. Se volete indicare anche un possibile sviluppo della coppia, mi aiuterebbe per orientarmi):
Animale (gufo, rospo, gatto):
Altro:



Canon

Regulus Arcturus Black, 16 anni, (PV Matt Daddario) Serpeverde, Prefetto, membro del Lumaclub e del Club di Astronomia, Cercatore e Capitano. Eterosessuale.
 
Riservato, studioso, intuitivo e intelligente, dalla mente ricettiva e curiosa e dal sorriso spento, che cela dentro di sé le insicurezze e i dubbi di una vita trascorsa nell'ombra di una supernova troppo luminosa. Una maschera di tronfia boria che nasconde ideali nobili e buoni, un cuore gentile e coraggioso.



Sirius Orion Black, 17 anni, (PV Ben Barnes). Grifondoro, membro del Lumaclub, del Club dei Duellanti e del Club di Trasfigurazione. Cronista di Quidditch.

 
 



Barty Crouch Jr., 16 anni, (PV Evan Peters) Serpeverde, membro del Lumaclub e del Club dei Duellanti. Portiere. Bisessuale.

 


Furbo come una volpe e altrettanto orgoglioso, Barty ha un viso d'Angelo, sì, ma di uno Caduto. Arrogante, potente e cinico non teme il giudizio altrui, anzi lo stuzzica, certo del proprio fascino e della propria fine intelligenza. È un anticonformista senza scrupoli dagli ideali forti e dal cuore saldo verso il proprio obiettivo: essere la mano destra del Signore Oscuro.



Lily Evans, 17 anni, (PV Kat McNamara) Grifondoro, Prefetto e Caposcuola, membro del Lumaclub e del Club di Pozioni. Eterosessuale.




Vivace e brillante, Lily condivide l'innocenza e la bellezza del suo fiore. Talentuosa e popolare, sa sempre offrire una parola di conforto e una mano a chiunque la chieda ed è un'amica fedele e generosa. Coraggiosa e impavida, non esiterebbe dinanzi a un pericolo. Dal temperamento focoso e testardo, non rifugge lo scontro verbale, sebbene sia incline al perdono.



Benjy Fenwick, 16 anni, (PV Simon Woods) Corvonero, Prefetto, membro del Club di Incantesimi. Bisessuale.




Gentile e sempre onesto, Benjy è una persona leale, dal cuore grande, sempre pronta a confortare e ascoltare chiunque. È coraggioso e anche un po' eccentrico, dalle idee strampalate su nuovi Incantesimi da creare agli abiti assurdi, da gentiluomo dell'Ottocento, che indossa con l'allegria di un genio in incognito.


Rabastan Lestrange, 17 anni, (PV Tom Hiddleston) Serpeverde, membro del Lumaclub, del Club dei Duellanti e del Club di Pozioni. Cacciatore. Bisessuale.



Caustico e sempre pronto a battute al vetriolo acuminate come frecce, Rabastan è un seduttore dagli occhi di ghiaccio e il sorriso suadente, da serpe, un fascino che non esita a sfoderare per raggiungere i propri obiettivi. Enigmatico e calcolatore, non farebbe mai un passo falso. Ha uno spirito tagliente e arrogante.


Remus John Lupin, 17 anni, (Andrew Garfield) Grifondoro, Prefetto, membro del Lumaclub, del Club dei Duellanti e del Club di Incantesimi. Eterosessuale.





Di natura mite e amabile, Remus è un ragazzo compassionevole e tollerante, dalla mente brillante e giudiziosa. Nonostante i pregiudizi per la sua condizione aberrante, il suo cuore è saldo, altruista e compassionevole, sempre pronto al perdono. Ha un ottimo senso dell'umorismo e una scintilla malandrina che sfodera come un asso nella manica.


Mary McDonald, 17 anni, (PV Freya Mavor) Grifondoro, membro del Club dei Duellanti, co-direttrice del giornalino scolastico. Cacciatrice. Omosessuale.




Irriverente e divertente, amante degli enigmi e dei misteri, Mary ha un sorriso talmente contagioso da esserle valsa il soprannome di Raggio di Sole. È una ragazza con più coraggio che buonsenso, estremamente goffa e autocritica, pronta a ridere delle sue stesse disgrazie.


Peter Minus, 17 anni, (PV Ollie Barbieri) Grifondoro. Omosessuale.





Alcuni nascono per essere servi e questo è il caso di Peter. Malleabile e facilmente influenzabile, Peter è debole e pavido, sempre alla ricerca di figure di spicco, dal carattere forte, che possano guidarlo. È opportunista, senza talenti che gli siano propri. Vive di luce riflessa, un coraggio in potenza che non si mai trasformato in atto.


Severus Piton, 17 anni, (PV Louis Garrel) Serpeverde, Prefetto e Caposcuola, membro del Lumaclub, del Club di Pozioni e del Club dei Duellanti. Eterosessuale.



Freddo e cinico, sarcastico e solitario, Severus ha sempre il controllo sulle proprie emozioni, le incanala per trarne beneficio, migliorando le sue notevoli capacità magiche. Intelligente ma insicuro, assolutamente desideroso di lasciarsi le proprie dubbie origini alle spalle, eliminando l'onta di un padre violento e privo di poteri.


James Ignotus Potter, 17 anni, (PV Aaron Johnson) Grifondoro, Caposcuola, membro del Lumaclub, del Club dei Duellanti e del Club di Trasfigurazione. Cacciatore e Capitano.


 
 
E questo è tutto. Spero vi piaccia. 
Circe_
   
 
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