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Autore: BeautifulMessInside    25/06/2017    2 recensioni
"Non hai paura di morire?" - "Non ho molte ragioni per vivere."
Cara non sarebbe dovuta salire su quell'aereo, non sapendo che Joseph Michaelson, detto il Lupo, sarebbe stato sul suo stesso volo.
Joseph non avrebbe dovuto salvare la ragazza, non sapendo chi lei fosse. Ma Joseph non ha idea di chi sia Cara e lei non può sapere che lui davvero farà il grosso sbaglio di salvarla.
Assassini, famiglie potenti, attrazioni pericolose e segreti nascosti in una storia dove non tutto è come sembra.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo IX

E' PASSATO TANTO TEMPO, MA NON MOLLO! ANCORA UN CAPITOLO E ANCHE QUESTA STORIA SARA' FINITA.. CHIEDO SCUSA DI CUORE A TUTTI PER L'ORRENDA TEMPISTICA. MARTINA






CAPITOLO XIX




Toc.Toc.


Ancora una volta qualcuno bussava alla porta della stanza. Cara se ne stava in piedi di fronte allo specchio cercando svogliatamente di sistemarsi. L'abito stretto di maglina, con i suoi colori spenti, non stava davvero rendendo omaggio al suo incarnato. Il cerotto era ben coperto, ma doveva comunque ricordarsi di non alzare il braccio destro troppo in fretta o avrebbe di nuovo sofferto le pene dell'inferno. I lunghi capelli, finalmente puliti, le scendevano sulle spalle in onde morbide ed irregolari.


Sospirò. Non amava ricevere visite.


Fosse stato Joseph non avrebbe saputo cosa dirgli, ma sicuramente non si trattava di lui. Nelle ultime settimane l'aveva evitata come la peste e di certo non poteva biasimarlo. Buttò gli occhi allo specchio. Anche lei avrebbe evitato sé stessa fosse stato possibile. Nel lungo tempo speso tra quelle quattro mura non aveva fatto altro che rimuginare sulla morte di William. Le parole di Joseph risuonavano spesso nella sua testa


E' una lunga storia, ma non ha importanza.

Ciò che importa è che sia finita...

William non esiste più. Siamo liberi.”


William non esiste più.


Come se gli ultimi nove anni della sua vita fossero svaniti in un batter d'occhio, ora si ritrovava con nulla più d'un pugno di mosche in mano. Chi era Cara Phillis senza la sua vendetta? Cosa avrebbe fatto adesso della sua inutile vita? Cosa avrebbe mai potuto fare?


Finì ancora una volta a fissare il pavimento. Nella casa di Elia e Katrina. Nella proprietà della famiglia Michaelson.


Erano una famiglia. Nonostante i mille contrasti erano sempre una famiglia e tolto il padre di mezzo, avrebbero comunque avuto l'un l'altro, le cene di rito attorno ad un tavolo ed il traffico d'armi da organizzare. Lei non aveva nessuno, tanto meno una casa dove tornare. Avrebbe forse potuto avere nuove missioni da compiere, non fosse per il piccolo dettaglio che aveva fallito nel suo unico e fondamentale compito d'ammazzare William Michaelson. Nemmeno Robert l'avrebbe più voluta.


Persa in quei pensieri non s'accorse nemmeno che l'interlocutore alla sua porta aveva bussato di nuovo. Solo lo scricchiolio della maniglia la riportò alla realtà. Voltandosi di scatto maledisse ancora una volta il profondo taglio che andava guarendo sulla sua pancia.


Stai bene?”


Katrina solcò la soglia con la legittima sicurezza di una padrona di casa, buttando immediatamente gli occhi alla pila di vestiti stropicciati sul letto


Hai trovato qualcosa che ti piace?”


Cara sottolineò il suo nuovo outfit con la mano sinistra, ma senza alcun entusiasmo per l'abito a righe, bianco e blu, che le accarezzava la figura fin sotto le ginocchia


Uscirai da questa stanza oggi?”


L'altra sbuffò, iniziando a piegare distrattamente quegli stessi indumenti


Posso dirti che Joseph non c'è, se questo è problema.”


Le pallide guance di Cara s'accesero di colpo, ciò che Katrina andava implicando era del tutto ridicolo. Non era certo Joseph il problema, lei non voleva vedere nessuno, assolutamente nessuno.


Sto bene qui.”


Rispose senza neanche guardarla. Katrina sollevò il sopracciglio seguendo i suoi movimenti raffazzonati.


E' stato qui tutto il tempo...”


Stavolta fu Cara a sollevare uno sguardo confuso


...Finché non ti sei svegliata.”


Ignorando lo scivolone del suo stomaco, scosse il capo e riprese la sua attività


Appena il dottore mi darà l'ok me ne andrò.”


Dove?”


Cara si congelò per un istante. Bella domanda.


Tornerai da lui?”


Robert Mancini. Non c'era bisogno di domandare a chi si riferisse e quella stessa ovvietà le fece saltare i nervi


Non sono affari tuoi.”


Nonostante gli abiti sobri e i capelli raccolti, Katrina sfoderò lo stesso sguardo aguzzo e sicuro di quando lavoravano insieme


Mangi e dormi nella mia casa da settimane. Puoi essere più gentile.”


Il primo istinto fu di ribattere che non aveva chiesto nulla di tutto ciò, ma dopo un lungo respiro realizzò che la russa aveva ragione. Davanti allo studio di William aveva chiesto il suo aiuto e Katrina non si era tirata indietro, difendendo quella porta fino all'ultimo secondo. Ma non l'aveva fatto per lei.


Hai ragione. Ed è l'unico motivo per cui non sto cercando di strangolarti.”


L'altra sollevò le sopracciglia


Ricordati che ho sfidato Joseph ed Elia per te.”


Cara non trattenne una risatina sardonica


Già... Elia... Non mi pare che lo odi poi tanto.”


Katrina tornò presto sull'attenti


Ti ho già raccontato tutto quanto. Non devo altre spiegazioni.”


Nonostante Cara non avesse nessuna voglia o nessun interesse nell'ascoltarla, la russa aveva comunque rivelato tutto il suo passato alla complice, senza tralasciare alcun dettaglio sulla sua gravidanza e sulle minacce di William. Avrebbe dovuto ammorbidirla, ma in realtà tutto ciò che Cara aveva letto tra quelle parole era il tradimento, le bugie con cui Katrina era riuscita ad intrufolarsi nel suo gruppo e portarla fino a quel punto. Non aveva mai avuto una vera intenzione di uccidere i Michaelson, voleva solo liberarsi di William per potersi riprendere regno e marito. Per qualche oscura ragione questa verità le rodeva dentro, così come la placida soddisfazione che ora andava ostentando senza alcuno scrupolo.


Avresti dovuto dirmelo allora.”


Katrina scosse la testa


Se l'avessi detto allora, non mi avresti presa con voi.”


Cara squadrò le spalle di fronte a lei


Esatto. E nulla di tutto questo sarebbe successo.”


Aggiunse sollevando le braccia a mezz'aria per indicare ciò che aveva attorno. Katrina sollevò il mento ed affilò lo sguardo, in casa sua non temeva rivali


Nulla di tutto questo?”


Era palesemente sarcastica


Intendi forse innamorarti di Joseph?”


Smetti di dirlo!”


Le urlò in faccia Cara, con un tono troppo alto e troppo veloce, senza riuscire a controllare le sue emozioni. L'altra sorrise del suo volto arrossato, non solo perché aveva colto nel segno, ma soprattutto per il gusto di rivedere una scintilla accesa negli occhi della donna che aveva di fronte. Cara Phillis, la Barbie forte e letale, era ancora lì da qualche parte, aveva solo bisogno di essere svegliata.


La moglie di Elia indietreggiò tenendosi quell'espressione in viso


Non saremmo mai arrivati a questo punto se non ti avessi incontrata. Tu e tuo implacabile desiderio di vendetta. Non capisco perché ora tu voglia comportarti così.”


Cara schiuse le labbra, ma non disse nulla. Katrina le si parò davanti


Siamo solo io e te. Puoi parlare.”


La bionda arricciò il naso apparentemente disgustata


Non siamo amiche.”


Katrina sospirò


Vero. Ma tu sai del mio matrimonio e di mio bambino... Potresti ricambiare.”


Sai già della mia famiglia. Non c'è altro da dire.”


Cara cercò di scansarla e tornare alla sua precedente occupazione, ma Katrina non mollò il colpo


Perché sei così arrabbiata?”


Non potresti capire. Tu hai avuto quello che volevi.”


E tu no?”


Cara inspirò profondamente e, sgonfiatasi il petto, scosse la testa. Katrina sollevò il suo sopracciglio sottile


Lui è morto. Che altro vuoi?”


Cara ricambiò il suo sguardo curioso col silenzio, sbattendo le palpebre con insistenza. Avrebbe voluto confessare, sputarle in faccia ciò che le bruciava dentro, avrebbe voluto liberarsi di un po' di quel peso insistente, ma Katrina le stava davanti e non sembrava più la complice di un tempo. Niente più abiti aderenti, niente più ombretto scuro ad incorniciarle lo sguardo, nulla più di quella donna arrabbiata e cattiva che riusciva ad uccidere con uno sguardo. Non poteva più dirle ciò che pensava.


Abbassò il viso


Non ha importanza.”


L'altra arricciò le labbra e per un istante quel fuoco si vide ancora, le attraversò gli occhi come un lampo nel mezzo di una notte senza stelle. Katrina squadrò le spalle e la fissò dritta negli occhi


Io so cosa vuoi.”


Le loro pupille s'incrociarono a mezz'aria in quel ritrovato clima di sfida, Cara drizzò il mento accennando un sorriso sarcastico


Davvero?”


Finalmente qualcosa di caldo le stava attraversando le vene, finalmente sentiva le dita calde ed il cuore che batteva. Quell'emozione, quella voglia di stringere i pugni ed azzannare qualcuno, ecco cosa voleva. Ma Katrina non era della stessa opinione


La sola cosa che vuoi...”


E si prese la libertà di avanzare di un passo ancora, perché quelle parole le arrivassero dritte in faccia


...ha occhi azzurri, morbide labbra rosse e addominali scolpiti.”


Stavolta fu lei a sfoderare un sorriso sfottente, ogni parola pronunciata con un'enfasi più che voluta. Cara ingoiò il boccone amaro cercando di trattenere l'onda di rabbia, incredulità o imbarazzo che fosse, che su dai piedi minacciava d'infiammarle le guance. Avrebbe tanto voluto chiudere le dita attorno a quel collo sottile e stringere, stringere tanto forte da farle uscire gli occhi dalle orbite.


Strinse i pugni invece, mordendosi la lingua, aspettando e sperando che Katrina si lavasse dal viso quell'aria di vittoria. Non era ancora abbastanza forte da reggere uno scontro corpo a corpo.


Vattene.”


Fu l'unica risposta che riuscì a darle, permettendole ancora per un po' di galleggiare nella sua bolla di trionfo. Nella sua voce tutto l'odio ed il veleno di cui si sentiva capace. Si era forse tolta la divisa da merlo, ma non era certo meno agguerrita o potente di prima.


Potresti averlo, lo sai vero?”


Cara contrasse la mandibola aguzzando lo sguardo. Nonostante il dolore al fianco che trafiggeva i suoi addominali tesi, stava davvero valutando l'idea di sferrare un pugno sul suo zigomo perfetto


Voglio solo andarmene da qui.”


Rispose tra i denti, fumante come un calderone sul punto di esplodere. Katrina sbatté le palpebre e tutto il suo fervore sembrò svanire in un secondo, le sue spalle si rilassarono e, lisciando l'orlo della sua camicetta bianca, si fece indietro


La rabbia è un'emozione sai?”


Cara aggrottò le sopracciglia, totalmente spiazzata dal repentino cambio d'umore di Katrina. Ingoiò il boccone d'istinto omicida che serbava in gola e la squadrò


Cosa?”


Katrina inspirò


Dici sempre di non avere emozioni, ma se puoi arrabbiarti così, potresti anche essere felice.”


Felicità? La bocca dello stomaco le si strinse. Certo che poteva essere felice, riusciva benissimo a ricordare come ci si sentisse ad essere felici... i regali sotto l'albero, il pigiama party a casa di Brenda Stone, l'applauso finale al musical della scuola, un biglietto di San Valentino infilato nell'armadietto... Ma quelli erano solo i ricordi di una bambina, una bimba ingenua e lontana che ormai non esisteva più. Non è che non sapesse come essere felice, solo non voleva esserlo, non più. L'ultima volta che lo era stata, l'ultima volta che sua madre lo era stata, ogni cosa era svanita in una pozza di sangue. La sua vita era finita in una serata felice, in un bagno immacolato.


In quel momento bussarono delicatamente alla porta. La reverie di Cara s'interruppe immediatamente ed i suoi occhi si rivolsero alla testa scura che faceva capolino dalla soglia. Gregory, il dottor Gregory McCanzie, attese il suo tacito permesso per entrare nella stanza, avvolto nella sua solita camicia a quadri, valigetta nella mano e sorriso sulle labbra. Aveva più o meno quarant'anni e nelle ultime settimane era già passato più volte a visitarla, la sua gentilezza in completa antitesi al loro contesto


Posso visitarti?”


Domandò, perfettamente consapevole di aver interrotto qualcosa. Cara tirò subito un respiro di sollievo ed annuì


Certo. Katrina stava andando.”


Quest'ultima le rivolse un ultimo sguardo affilato ed uscì dalla stanza, conscia di aver perso una battaglia, ma di certo non la guerra.


Cara seguì la solita prassi e subito sfilò le braccia dalle maniche del suo abito e lo arrotolò fino alla vita, abbastanza da poter mostrare al medico la ferita in via di guarigione


Ti senti bene?”


Domandò lui staccando lentamente il cerotto. Nonostante Cara mostrasse la sua biancheria, Gregory non la guardò nemmeno, professionale ed impeccabile come sempre. Non era abituata a uomini così.


Benissimo.”


Rispose, sperando che l'entusiasmo mostrato aiutasse ad avere l'ok da parte del dottore. Lui tastò i bordi della ferita e le tirò un po' la pelle, valutando l'elasticità del tessuto cicatriziale. Spinse poi sul fianco e stavolta, finalmente, Cara non sentì né fitte tremende né troppo dolore.


Direi che anche la ferita va piuttosto bene.”


Vuol dire che posso andarmene?”


Chiese subito senza nemmeno dargli il tempo di finire, lui si tirò indietro facendole cenno di rivestirsi e scosse appena il capo sorridendo


Non vedi l'ora di andartene eh?”


Cara sospirò


Non sai quanto.”


Gregory raccolse le sue cose e gettò i guanti in lattice nel cestino. Perché quella donna fosse lì e perché volesse tanto fuggire non era affar suo, tanto più che a nessun Michaelson sarebbe piaciuta una sua intrusione. Lo pagavano esclusivamente per i suoi servizi e tanto doveva bastare.


Sì...”


Finalmente esordì


...Se stai attenta agli sforzi e ai movimenti repentini, se continui a prendere le medicine e non ti strapazzi troppo, credo tu possa andare.”


Un sorriso spontaneo e vivace le si aprì in viso


Davvero?”


Lui scrollò le spalle


Se pensi di non poter più aspettare, direi di sì.”


Avrebbe tanto voluto abbracciarlo, ma sarebbe stato davvero fuori luogo. Finalmente la sua detenzione poteva finire, addio Michaelson e addio a quella stronza manipolatrice di Katrina.




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Mezz'ora dopo aver salutato Gregory era già fuori dalla stanza, per la prima volta dopo tutte quelle settimane, senza contare il bagno ovviamente. Negli ultimi dieci minuti era rimasta con l'orecchio spalmato contro la porta, aspettando di sentire null'altro che silenzio. Non voleva vedere nessuno, voleva solo uscire da lì e sparire nel nulla, la sua specialità. Nel corridoio, dipinto di bianco, si respirava profumo di pulito. La luce era soffusa e non era certa di che ora fosse, ma si diresse subito, con passo felpato, verso le scale. Non aveva nulla con sé se non l'abito che portava addosso, ogni cosa usata ed indossata negli ultimi tempi proveniva infatti da Katrina e, fortunatamente, quella miseria le avrebbe reso la fuga più rapida e leggera. Le poche cose che possedeva erano rimaste della sua stanza d'albergo e subito prese mentalmente nota di dover passare di lì prima di raggiungere la stazione più vicina.


Un passo dopo l'altro si trovò presto al piano di sotto. La scala scendeva infatti nel salotto, di fronte ad un grande divano beige, accanto a cui si trovava un tavolino basso di vetro, contornato da sedie scomposte ed adornato da bicchieri usati, segno che qualcuno era lì poco prima. Trattenne il respiro gettando gli occhi alla porta d'ingresso. Presto sarebbe stata di nuovo libera, quella libertà che nulla aveva a che vedere con la morte di William, quella stessa libertà che Joseph non poteva capire. Scosse la testa, non era proprio il momento di pensare a lui. Prendendo una grossa boccata d'aria si avviò a grandi passi verso il portone.



Signorina Phillis?”


Si morse le labbra. Stupido pensare che sarebbe stato tanto semplice.


Lieto di vedere che si sente meglio.”


Le sue intenzioni sarebbero state ovvie anche agli occhi di un bambino, ma Elia Michaelson, avvolto nel suo completo nero di Armani, non le sottolineò.


Cara si schiarì la voce. Quell'uomo, impeccabile nella sua postura e nell'utilizzo del lei, la spaventava più degli altri.


Gregory ha detto che posso andare.”


Lui annuì pronunciando un suono di approvazione. Coi suoi occhi scuri e profondi, pareva studiarla attentamente in ogni sua piccola mossa, capace di paralizzarla col suo solo sguardo. L'idea che proprio lui tra tutti, il figlio leale e prediletto, avesse ucciso William, le gelava il sangue.


Non ha intenzione di perdere tempo vedo.”


Credo di aver già approfittato abbastanza della vostra ospitalità.”


Lui sollevò l'angolo della bocca


Ci siamo a malapena accorti della sua presenza in realtà.”


Cara abbassò lo sguardo senza riuscire a controllarsi, Elia continuava a squadrarla come fosse una specie di fenomeno da baraccone.


E' sicura di volerci lasciare così presto?”


Lei inspirò a pieni polmoni. Anche se non lo era, suonava certo come una minaccia. Ciononostante annuì con decisione. Inaspettatamente il maggiore dei Michaelson si limitò a ruotare il busto ed indicarle, con un palmo aperto, la via verso l'uscita. Cara esitò per un secondo, possibile che la lasciasse andare così? Senza alcun ammonimento o avviso? Nessun “Stia lontano dalla mia casa e dalla mia famiglia se desidera continuare a vivere?” Approfittando della sua fortuna resse lo sguardo di Elia per un momento, cercando sul suo viso qualcosa di Joseph che non riuscì a trovare. Sospirò e continuò la sua marcia verso la porta, fermandosi però a mezza strada. Poteva correre lontano da lì più veloce della luce, ma non avrebbe dimenticato ciò ch'era successo. Si voltò lentamente verso Elia


Grazie.”


Lui sollevò un sopracciglio


Per cosa?”


Domandò, come non fosse ovvio. Cara accennò un sorriso che stentava a farsi vedere


Per avermi salvato la vita.”


Elia annuì in silenzio, ripensando al momento in cui era entrato nello studio di suo padre. L'odore pungente di sangue, la furia incontrollata di Joseph, il viso massacrato di William. Voleva prendersene il merito, perché di certo quel po' di gratitudine avrebbe mitigato il peso della sua colpa, ma c'era il cuore di suo fratello in ballo, non solo il suo


Non sono stato io...”


Confessò, guardando il viso di Cara incresparsi di confusione


...E' stato Joseph. Avrebbe ucciso nostro padre a mani nude se non fossi arrivato.”


Quell'immagine la colpì al petto del tutto inattesa. Perché non gliel'aveva detto? Perché le aveva lasciato credere che avesse fatto tutto Elia? Si prese un attimo per assorbire l'informazione e di nuovo annuì


Grazie comunque.”


Stavolta fu lui ad abbassare gli occhi, smettendo finalmente di studiare ogni sua più piccola mossa. Non ne aveva più bisogno, il fremito delle sue palpebre nel momento in cui aveva nominato Joseph abbastanza per lasciarla andare.


Buona fortuna Signorina Phillis.”


E stavolta Cara non si fermò.


Quasi immediatamente Katrina venne fuori dall'angolo della cucina e sospirò appoggiandosi alla parete


Se n'è andata?”


Elia la raggiunse scuotendo il capo in assenso. Sua moglie arricciò le labbra


Codarda.”


Apostrofò Cara, generando un inatteso sorriso sulle labbra del marito


Disse la donna che ha preferito allearsi al mio peggior nemico piuttosto che parlare con me.”


L'espressione di Katrina si rilassò subito e, con un lungo respiro, attese la mano calda di Elia sul suo viso. Tanto era stato detto, ma ancora tanto c'era da dire. Lentamente prese la mano di Elia nella sua e si staccò dal muro


Vieni con me?”


Lui sorrise di nuovo leggendo tra le righe, ma trattenne la voglia di strapparsi i vestiti di dosso ancora per un attimo


Arrivo tra un minuto, devo fare una telefonata.”


Non metterci troppo.”


Guardando sua moglie sfilare verso la stanza da letto ripensò alle parole di suo padre. Costruisci una grande gabbia d'oro attorno alla tua donna e tienicela dentro, così diceva, ma il mondo intero non è forse una prigione troppo grande? Per quanto ancora avrebbe cercato Katrina in lungo e in largo se non fosse stata lei a tornare? Quando si sarebbe finalmente stancato? Cosa non avrebbe mai saputo? E cosa si sarebbe perso? Tirò fuori il cellulare dalla tasca e compose velocemente il numero


Elia?”


La voce di Joseph suonò stanca e preoccupata


Tutto bene fratello?”


All'altro capo il Lupo posò il bicchiere mezzo vuoto sul bancone dello Sweet Lorraine. Negli ultimi giorni l'alcool aveva fatto da compagno alle sue riflessioni, al suo tempo perso e alle sue incertezze. Non sapeva ancora se poteva restare in una città che non gli offriva più nulla se non brutti ricordi e tristi rimpianti.


Tutto bene. Che succede?”


Elia si domandò ancora una volta se parlare o tacere. Sua moglie l'aspettava tra le lenzuola e la vita è troppo breve per restare a guardare. Non sarebbe stato un capo freddo e crudele come suo padre, non avrebbe preso decisioni per nessuno dei suoi fratelli


Se n'è andata.”


Venne dritto al punto, senza bisogno di aggiungere il soggetto. Joseph strinse il bicchiere tra le dita, cercando disperatamente un atteso senso di liberazione che però non riuscì a provare. I suoi maledetti sentimenti non sarebbero spariti con lei galoppando verso il tramonto. Non l'avrebbe più vista. Davvero non l'avrebbe più vista.


Grazie Elia.”


Chiudendo la chiamata balzò in piedi. Non se ne sarebbe andata a modo suo.




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Ed eccola lì, intenta a preparare la milionesima valigia della sua vita. Un paio di telefonate erano bastate per trovarla nella sua vecchia stanza d'hotel. Raccoglieva le sue poche cose una ad una, perdendo il suo tempo a piegare ogni t-shirt ed abito con grazia e pazienza. Era così diversa dall'ultima volta che aveva assistito a quella scena, così calma e distaccata. I lunghi capelli color platino, lasciati sciolti sulle spalle, accompagnavano ogni suo movimento, spiccando come oro contro le righe del suo vestito.


Si mosse piano per non distoglierla ancora da quella lenta attività, ma tanto bastò per farle sollevare lo sguardo verso il suo. Lunghe ciglia nere ornavano i suoi grandi occhi blu, ancora non abbastanza riposati. Smise di piegare l'ennesimo paio di anonimi pantaloni lasciandoli cadere sul letto.


Se solo non fosse stata così dannatamente bella.


Cara pensò per un momento che la sua immaginazione la stesse fregando, quell'immagine una boccata d'aria fresca per i suoi polmoni. Non lo vedeva da giorni, settimane perfino e dio, dio se quel viso le era mancato.


Se solo fosse rimasto così, un'apparizione zitta e ferma, balsamo per i suoi occhi stanchi.


Te ne vai?”


Esordì, sottolineando l'ovvio. Cara rimase in piedi ad assorbire il suono di quella voce. Avrebbe voluto non rispondere, restare ferma lì ad ascoltarlo parlare per ore, poco importa cosa avesse da dire. Era l'ultima volta che sentiva quella voce.


Ma si fece coraggio


Credevo non volessi vedermi.”


Lui accennò un sorriso ironico tra sé e sé ed il cuore di Cara parve rimettersi a battere con un ritmo tutto nuovo. Il sapore di quelle labbra l'avrebbe portato via con sé, concedendosi di tanto in tanto la tentazione di un ricordo.


Non in quel modo. Non volevo vederti così.”


Lei inclinò appena il capo, senza nemmeno rendersene conto


Così come?”


Joseph rivolse gli occhi al pavimento. Fredda? Vuota? Morta dentro?


E' morto da settimane ormai.”


E con quella scelta di parole il clima ovattato e sicuro in cui avevano vissuto fino a quel momento cambiò di colpo. Cara si leccò le labbra e scrollò le spalle


Il fatto che sia morto non vuol dire che sia tutto finito.”


D'istinto riprese i suoi abiti sgualciti tra le mani, stavolta appallottolandoli nervosamente


Non è forse quello che volevi?”


Cara rivolse gli occhi al cielo, quante altre volte avrebbe dovuto rispondere a quella domanda?


Sì”


Rispose secca, senza nemmeno guardarlo. Lui crucciò lo sguardo


Allora cosa? Perché non sei felice?”


Cara mollò la palla di poliestere che stringeva tra le mani e si voltò verso di lui


Felice? Che vuol dire felice?”


Ed ecco che la solita rabbia malcelata tornava a montare tra loro, pronta a farli parlare ancora una volta in due lingue totalmente diverse.


Dimmelo tu.”


La sfidò Joseph, incrociando le braccia sulla sua camicia bianca. Lei scosse la testa nervosamente


Felice non esiste per le persone come me.”


Lui la guardò dall'alto in basso, fermandosi all'altezza delle sue pupille dilatate. Quella risposta non era abbastanza. Cara sospirò


Sollevata...”


Lui sollevò un sopracciglio, come non avesse capito


...Mi sento solo sollevata.”


Era il massimo che poteva concedergli, a lui e a sé stessa.


Joseph lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e le si avvicinò lento


E' davvero tutto ciò che senti?”


Stavolta fu lei ad aguzzare lo sguardo perplessa, indietreggiando inconsapevolmente. Era quello il loro solito copione dopo tutto, lui che si avvicina e lei che gli fugge lontano.


Che vuoi dire?”


Era d'improvviso così vicino che poteva sentirne il profumo, dolce ed intenso come sempre. Così vicino che il suo corpo ne assorbiva il calore fin sotto gli abiti.


Sai cosa voglio dire.”


Sì, lo sapeva. Joseph non stava più parlando di William, ma di sé stesso. Le si seccò la gola. Avrebbe semplicemente potuto prenderla e baciarla, senza mettere in mezzo tutte quelle maledette parole, facendo sembrare ancora una volta che fosse solo colpa sua. Ed i suoi occhi caddero sulla bocca di Cara per un paio di secondi, stringendole la gola ancor di più.


Le sue labbra tremavano, mentre cercava di apparire il più convincente possibile


No...”


Cercò i suoi occhi azzurri


...Non c'è altro.”


Avrebbe dovuto sentirsi ferito e rifiutato ancora una volta, ma il modo in cui il corpo di Cara fremeva davanti ai suoi occhi e l'amara consapevolezza che non l'avrebbe più vista, gli fornirono l'audacia per sollevare il braccio ed accarezzarle il viso con il dorso della mano. Lei non si mosse nemmeno


Te ne andrai per sempre. Puoi anche dirmelo adesso.”


Cara controllò con la coda dell'occhio che quella mano non proseguisse alcun tragitto sulla sua pelle scoperta. Raccolse abbastanza forze per risollevare il suo scudo


Dirti cosa?”


Cosa provi per me.”


L'inconsueta sicurezza con cui le torreggiava davanti riaccese in Cara la fiamma della sfida


Non provo niente per te.”


Sputò immediatamente scuotendo la testa. Lui rimase del tutto impassibile


Allora dillo di nuovo...”


insisté


...guardandomi negli occhi.”


Cara strinse i pugni. Da dove arrivava tanta spavalderia? Dov'era finito l'uomo incerto ed irascibile che era riuscita a smontare pezzo per pezzo? Accolse la sua richiesta


Non provo niente per te.”


Lui non si mosse ancora


Di nuovo...”


Ribatté


...Stavolta senza tremare.”


Aveva già visto quegli occhi sull'aereo. Aveva visto il Lupo e di nuovo lo stava guardando. Il Joseph triste e sconsolato che annegava sé stesso nel sangue e nell'alcool era apparentemente morto e sepolto con William.


Le venne da sorridere. Stava provando a vincere il suo gioco. Ma bisogna essere in due per giocare


Non ho intenzione di farlo.”


Rispose dando voce ai suoi pensieri. Con una mossa fulminea scappò dalla sua morsa.


Lui la guardò fuggire all'altro lato della stanza


Sii onesta per una volta!”


Si fece più forte senza alzare la voce. Non l'avrebbe lasciata allontanarsi di nuovo


Non hai fatto altro che mentire dal momento in cui ti ho incontrata...”


Affilò lo sguardo e la lingua


...Prova ad essere coraggiosa per una volta...”


Incalzò


...coraggiosa come il merlo che vuoi così disperatamente essere.”


Sputò con sdegno e disprezzo. Cara sentì le mani formicolare ed il cuore pulsarle nelle orecchie. E' davvero la verità che vuoi?


E' vero.”


Lui vacillò per un istante appena, tornando immediatamente fermo e vitreo


E' vero...”


Ribadì guardandolo dritto negli occhi


...Ma non ha nessuna importanza.”


E lo lasciò lì, col suo bel contentino.


Joseph raccolse quell'osso da terra come il cane che sentiva di sentire. Come riusciva a sbatterglielo così in faccia senza nemmeno fare una piega? Lui aveva il vento ed il mare che gli si scontravano dentro, violentemente sbattuto tra la voglia di baciarla a sangue e quella di picchiarle la testa contro il muro. Provò a muoversi, ma lei sollevò l'indice e tanto bastò per rimetterlo al suo posto


No...”


Lo bloccò


Non muoverti...”


E finalmente abbassò gli occhi, afferrando qualcosa a caso dal tavolino


...Non saremo mai quello che vorresti.”


Lui si mosse lo stesso, deciso ad ignorare quell'ordine


Perché?”


Cara ficcò quell'inutile qualcosa nella sua valigia, cercando di soffocare la voglia di rispondergli. Possibile che non capisse da solo? L'aveva accontentato, aveva ammesso di provare qualcosa per lui, non era forse sufficiente? Non aveva forse dimostrato abbastanza la sua debolezza? Era fragile, vuota, instabile ed inaffidabile, cosa avrebbe mai potuto farsene di lei?


Smetti di parlare. Devo andarmene.”


Gli sfilò davanti tornando alla sua occupazione originaria, spingendo dentro il trolley le ultime cose prima di tirare la zip


Aspetta.”


Un ordine, non certo una supplica, ma Cara scosse il capo e proseguì


Non capisci... devo andarmene.”


E quella fastidiosa immagine tornò a far capolino nella mente di Joseph. Robert Mancini. Quel pensiero divenne di colpo l'unico nella sua testa e prese a pompargli come un martello pneumatico nelle tempie. Quello stronzo poteva averla, quel vecchio bastardo sì e lui no.


Non sei sua.”


Sentenziò, disgustato dal solo pensiero del contrario. Cara rispose al suo sguardo, c'era il Lupo dentro ai suoi occhi e per un attimo concesse a sé stessa di sentire nella pancia quell'onda di piacere ed eccitazione. Quello era l'uomo che aveva desiderato, per cui aveva vacillato, per cui il suo corpo continuava a scaldarsi.


Mi ha salvato la vita. Gli devo ogni cosa.”


La fiamma della gelosia divampò ancor più alta nel petto di Joseph. Senza timori e senza controllo le si fece di fronte e le afferrò il viso tra le mani


Non sei niente per lui. Nulla più che un soldato sacrificabile.”


Cara provò a scuotere la testa, ma lui non glielo concesse


Ti ha solo usata per il suo scopo, fregandosene del fatto che ti avrebbe resa sola e fredda come il ghiaccio...”


Si bagnò le labbra affondando gli occhi il più a fondo possibile nelle sue iridi blu


...Se torni da lui non cambierà nulla, non avrai nessun futuro.”


Cara sembrò contemplare quell'evenienza, le sue piccole mani fredde si strinsero attorno ai polsi di Joseph


E potrei averne uno con te?”


Domandò, speranzosa e sarcastica allo stesso tempo, come se lui le avesse proposto di fare il giro del mondo a bordo di un elefante volante e lei riuscisse quasi a crederlo possibile. Joseph ammorbidì la presa


Potremmo.”


Totalmente fuori contesto lei sorrise, senza scoprire i denti, e le gambe di Joseph minacciarono di crollare


Sarebbe bello...”


Rispose, accompagnando le mani di lui lontano dal suo viso. Si batté le dita sullo stomaco


...Ma queste cose, queste cose che sento dentro...”


Gli rivolse lo sguardo dell'innocenza


...Io non le voglio.”


Joseph sospirò ancora una volta. Perché diavolo doveva essere così difficile? Stavolta l'afferrò per le spalle, cercando nei suoi occhi quella piccola crepa in cui forse sarebbe riuscito ad insinuarsi


E io voglio te.”


Scandì ogni parola perché le entrassero in quella testa dura. Cara dissentì ancora una volta


Non c'è nessuna me...”


Fece finalmente un passo indietro senza che lui la trattenesse


...Senza la mia vendetta, senza la mia missione... Io non sono niente.”


E lo credeva davvero, sapeva di non avere una casa o una famiglia da cui tornare, nessun titolo di studio da spendere e nessuna esperienza che non contemplasse l'uso delle armi. Non aveva nulla e se si fosse fermata a pensarci davvero, se davvero avesse permesso a sé stessa di realizzare quanto fosse sola, allora sarebbe crollata a terra senza più la forza di alzarsi.


Joseph sollevò le mani a mezz'aria


C'è un intero mondo là fuori.”


Non per me. C'è un solo posto per me.”


Ed il fuoco tornò ad ardere


Vuoi davvero tornare da lui?”


Cara lo guardò


Vuoi davvero far finta di non capire?...”


Scrollò le spalle


...Sei un killer anche tu, anche tu vivi per questo. Sai bene che non posso fuggire alle conseguenze delle mie azioni.”


Joseph aggrottò la fronte. Le rotelle dentro la sua testa giravano e giravano cercando di risolvere l'enigma


Quali conseguenze?”


Lei chiuse le palpebre respirando a fondo, il capo rivolto al pavimento


Avevo un solo compito... Uno soltanto...”


La sua voce sembrò assottigliarsi, quasi volesse piangere


...Ed ho fallito. Ho fallito con William, con Robert, ho fallito con me stessa.”


Ed allora qualcosa nella mente di Joseph si accese


E' solo questo non è vero?”


La vide muoversi nervosamente verso il letto, pronta ad afferrare la sua valigia


Siccome non hai premuto tu il grilletto pensi che la morte di William valga meno?”


Cara rimase a fissare la coperta sgualcita


Non sono stata io.”


Ribadì. Ed ogni volta era come ingoiare un sorso d'acido. Lui scosse la testa


Non conta niente.”


Conta tutto invece!”


Stavolta la sua risposta fu secca e decisa, come un rombo nel silenzio. Strinse il suo bagaglio tra le mani e lo sbatté a terra con forza


Ma tu non puoi capire...”


Riprese con sdegno tornandogli vicino


...Tu hai avuto tutto quello che volevi.”


Joseph sospirò


Non tutto.”


Il suo sguardo, così intenso e potente, la incendiò da capo a piedi. Poteva sentirlo, sentire quanto la desiderasse e con quanto ardore. Anche senza toccarlo riusciva a sentire le sue mani addosso, le sue labbra sulla pelle, le sue parole sconce nelle orecchie. Le viscere le s'intrecciavano dentro ed il suo cuore batteva forte per colpa sua, i suoi principi vacillavano davanti a quegli occhi e a quelle labbra, la voce nella sua mente prendeva ad urlare a gran voce.


Baciami.


Gridava quella stronza insolente


Baciami. Prendimi. Stringimi. Costringimi a restare.


Avrebbe voluto prendersi a pugni da sola pur di farla tacere


Amami. Amami almeno tu in questo mondo.


Si morse il labbro nel tentativo di zittirla e per un momento temette che anche Joseph riuscisse a sentirla. Era sempre lì di fronte a lei, immobile come una statua. No, non poteva più permettersi distrazioni, doveva uscire immediatamente.


Addio.”


Concluse, sfilando di fretta verso la porta della stanza, ma ancor prima di toccare la maniglia si sentì afferrare alle spalle con forza e sbattere contro il muro. Joseph gli piombò addosso con tutta la sua mole, ben poco delicato, le braccia avvolte attorno alla sua fragile figura ed il viso accostato alla curva del suo collo. Cara chiuse gli occhi, riusciva a sentire il pizzico della sua barba addosso, il respiro di Joseph si perdeva tra i suoi capelli, caldo e frenetico


Non ti lascerò tornare da lui.”


Era deciso, fermo e determinato, quasi potesse restare lì per sempre. Cara buttò la testa all'indietro, lasciandogli inconsapevolmente ancor più spazio. Le labbra di Joseph le sfiorarono il collo, accennando l'ombra di un bacio, per poi raggiungere l'orecchio


Non ti lascerò tornare da lui.”


Ripeté, netto quanto prima, la morsa ancora stretta attorno alla sua vita. Lei provò a divincolarsi, ma lui non glielo concesse ancora. Se solo avesse davvero potuto rimanere lì fermo per l'eternità, lontano da tutto e tutti, avvolto soltanto da quel dolce profumo di fiori. Se solo...


Lasciami.”


Cara si mosse ancora, provando a sguisciare come un'anguilla tra le sue braccia. Doveva uscire, doveva uscire di lì veloce come la luce


Lasciami!”


Ripetè contro il muro di gomma che la stringeva. Joseph mollò la presa per un solo secondo, giusto il tempo di voltarla e spingerla ancor più forte contro la parete. Gli occhi di Cara gridavano rabbia, urlavano paura, volevano morderlo e fuggire il più lontano possibile. Le sue gambe scalciavano ed i suoi pugni gli colpivano i fianchi come quelli di una preda spaventata


Lasciami andare bastardo!”


Nemmeno le sue parole, piene d'astio e disprezzo, riuscirono a liberarla. Joseph non si mosse, incassando ogni colpo come niente, fermo ed impassibile finché lei rimase a corto d'insulti e di fiato e solo allora, solamente allora, posò la fronte su quella di Cara. Il suo respiro, corto e accelerato, gli arrivava in viso come una carezza


Non ti lascerò tornare da lui.”


Ripeté ancora una volta, la voce bassa e le parole scandite. Era così vicino che Cara non poteva evitare i suoi occhi, tanto meno ignorare la sua bocca, la sua splendida bocca, così vicina e così disponibile. Era il suo sogno, la sua fantasia più recondita che prendeva vita, l'orlo del precipizio più alto da cui si fosse mai affacciata.


Poteva saltare, poteva lanciarsi e forse lui l'avrebbe afferrata, tenuta stretta come in quel momento.


Maledetto terrore dell'altezza.


Chiuse gli occhi e si riempì il petto di quel respiro fatto di menta, d'alcool e di tentazione. Un invito unico per Joseph, le sue mani ora strette attorno ai suoi fianchi, le sue labbra ad un solo centimetro da quelle schiuse di lei, tanto vicina che già riusciva ad assaporare il gusto della sua lingua. Gli sarebbe bastato muoversi appena per averla nella sua bocca. Conosceva bene quel tremolio tra le sue ciglia e quell'agitazione nel suo respiro, la sua pelle vibrava e sicuramente la sua biancheria era già fradicia, ma no, non era quello che voleva, non stavolta. Cara aveva parlato e adesso Joseph sapeva che si sentiva come lui, ok, forse non proprio come lui, ma era comunque un inizio e non l'avrebbe rovinato per l'ennesima, seppur deliziosa, squallida sveltina. Ora toccava a lei chiudere quel varco.


Di nuovo le si strusciò addosso, senza però toccare nessuno dei posti che lei avrebbe voluto. Perché stava facendo il prezioso? Questo continuava a chiedersi la vocina nella testa di Cara. Perché non si muoveva? Trattenere l'urgenza di sollevarsi sulle punte ed afferrarlo al collo stava diventando difficile, tanto difficile che le caviglie le tremavano. Ma avrebbe significato arrendersi, dargliela vinta, ammettere che lo desiderava almeno quanto lui e non poteva permetterselo, non ora, non sulla soglia di una porta che avrebbe presto chiuso per sempre. Robert poteva forse perdonare il suo fallimento, ma di certo non avrebbe mai potuto sopportare di saperla innamorata di uno di Michaelson.


I suoi occhi si spalancarono di colpo.


Innamorata? Innamorata?? Da dove usciva quella stupida parola?


Joseph notò immediatamente il suo cambio d'umore, ma non riuscì a leggere cosa stesse succedendo nei suoi occhi. Si allontanò appena, ma continuò a stringerla. Era ancora lì e le guance di Cara s'infiammarono di rosso per l'imbarazzo e lo stupore che provava verso sé stessa, quello stesso rosso che incendiava le voglie Lupo più d'ogni altra cosa. Era nei guai, era davvero nei guai. Doveva salvarsi


Io voglio andare da lui.”


Quella scelta di parole non se l'aspettava. E se un secondo prima era sul punto di esplodere fuori dai pantaloni e fregarsene delle sue speranze, adesso Joseph era freddo come la pietra. Mollò la presa quasi immediatamente, indietreggiando per poterla guardare da lontano, ansimante lì dove lui l'aveva lasciata. Provò ad aprire la bocca, ma nulla ne uscì. Mandò giù la voglia di urlare.


Cara ritrovò l'equilibrio senza il suo peso addosso, uno strano freddo sulla pelle. Non voleva andare da Robert o meglio sì, voleva tornare da lui, ma no, non ancora, non senza sapere come l'avrebbe presa. Di certo non voleva restare. O anzi sì, solo non con lui. Che sciocchezze, certo che voleva restare in quella stanza con lui, solo non come voleva lui. Le sue promesse luccicavano come la mela rossa dell'eden, un solo morso e poi cosa sarebbe successo? Sarebbe stata condannata alla sofferenza eterna? Le sarebbe andata di traverso? L'avrebbe divorata tutta fino a scoppiare?


Mentre il suo cervello blaterava, di fronte all'evidenza malcelata della sua delusione, Cara sentì il dovere di pronunciare qualcos'altro


Non è una decisione che puoi prendere tu.”


Lui si limitò ad annuire e l'incanto fu definitivamente spezzato.


Va'. Torna pure dal tuo padrone.”


Indicò la porta che lei aveva alle spalle e, con sdegno, indietreggiò ancora. L'onda di sicurezza e presunzione provocata dalla sua precedente confessione s'infranse, lasciando il posto al vecchio Joseph, quello che se ne fregava, quello perfettamente consapevole che presto o tardi si sarebbe dimenticato anche di lei, come di ogni altra cosa.


Cara provò a muoversi, ma non ci riuscì. Si sentiva sollevata, ma allo stesso tempo qualcosa le mordeva dentro. Teneva a lui. Quegli stupidi sentimenti che aveva maldestramente confessato esistevano davvero, e per quanto non li volesse, odiava l'espressione vuota che ora campeggiava sul viso di lui. Doveva dirgli qualcos'altro, concedergli almeno qualcos'altro


Possiamo aver vissuto allo stesso modo, ma non siamo uguali...”


Non riuscì a guadagnare il suo interesse, non con quelle che all'orecchio di Joseph arrivavano come chiacchiere inutili


...Io sono fastidiosa, e instabile, e provocatoria... Finiresti per uccidermi.”


Lui sollevò finalmente lo sguardo, immaginando quell'evenienza nella sua testa una volta ancora. Quante e quante volte aveva provato e perfino desiderato di ucciderla? Ogni singola volta la sua mano si era fermata, sia che pensasse di avere davanti un'innocente ragazzina, sia che sapesse benissimo di aver di fronte una, se non la peggiore, dei Merli. Dubitava di poter mai riuscire a farle del male, anche contando la sua lingua biforcuta.


Cara mandò giù guardandolo negli occhi


E io non voglio morire. Non prima di aver vissuto.”


Quelle parole gli fecero aggrottare la fronte


Credevo che la morte non ti spaventasse.”


Il ricordo del loro primo incontro balenò nella memoria di entrambi. Gli occhi di Cara caddero sul pavimento


Morire per mano tua mi spaventa.”


E lui parve ancor più confuso di prima. Non era chiaro alle sue orecchie quanto quella morte a cui Cara enigmaticamente accennava, non fosse letterale, ma simbolica, quanto si riferisse a lui e alla sua capacità di farle desiderare cose nuove e terrorizzanti, quanto temesse di perdere la sola sé stessa che conosceva, proprio per causa sua.


Non...”


Sollevò le spalle


...Non ti farei del male.”


Poteva esserne sicuro? Probabilmente no. Lei accennò una specie di sorriso continuando a guardare in basso, ma subito lo mandò giù e tornò a fissare Joseph


Devo andare.”


Non era più una protesta. Era una constatazione. E lui non si mosse. Se tanto teneva a quell'uomo e alla sua opinione, era libera di correre a scoprire quale fosse. La tagliente abilità che aveva quella donna di farlo sentire un mostro ogni singola volta non gli sarebbe certo mancata. La guardò esitare ancora per un momento, ma presto le sue dita si chiusero attorno al manico del trolley e la porta si aprì, presto richiusa dopo l'ultimo fugace scambio di occhi.


Era finita. Andata. Conclusa.


Finita.


Cara si chiuse la porta alle spalle, ma i suoi piedi non si mossero più lontano del pianerottolo. Con lo sguardo basso ed il cuore acceso nel petto si rese conto che davvero non avrebbe più visto gli occhi azzurri di Joseph. Nessun uomo l'avrebbe più guardata così.


Rivide suo padre, i suoi grandi occhiali tondi ed i calli sulle mani. L'unico uomo al mondo capace di farla sentire speciale, fosse anche solo per una B+ al compito di algebra. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, qualsiasi cosa per un suo sorriso.


E lei non aveva più sorriso, non con gli occhi, non con il cuore, non dopo quella notte terribile.


Avrebbe voluto altro per lei, probabilmente qualsiasi altra cosa piuttosto che questo. Il college, i palchi di Broadway, un grande matrimonio in pompa magna, magari un paio di mostriciattoli capricciosi.


Di certo, se poteva vederla, non era fiero di lei, né delle sue mani sporche di sangue, tanto meno del suo cuore di pietra. Proprio lui che di carezze non ne aveva mai risparmiate. Quanto le sarebbero servite ora, col vuoto completo davanti e null'altro che sé stessa da portar via, troppo spaventata per poter anche solo pensare di aver sbagliato tutto, troppo vigliacca per ammettere di amare il figlio del suo peggior nemico.


Non voleva amarlo, davvero non voleva... Ma gli occhi di Joseph la guardavano così, come fosse la creatura più bella e preziosa dell'universo, cosi come solo suo padre era riuscito a farla sentire quand'era bambina.


Aveva bisogno di quegli occhi. Se davvero doveva affrontare l'ignoto sotto forma di Robert Mancini e di un mondo in cui non aveva mai realmente vissuto, allora aveva ancora bisogno di quegli occhi.




-----------



Joseph masticò i primi bocconi di libertà nella polvere di quella stanza vuota, chiedendosi quanto tempo sarebbe passato prima di smettere di sentire il suo profumo ovunque. Nemmeno si accorse che la porta gli si apriva di nuovo alle spalle, riportando dentro la silenziosa silhouette dei suoi problemi



Joseph?”



Cara pronunciò il suo nome con un filo di voce, aspettando immobile che lui si voltasse. Davanti al suo visibile terrore, agli occhi lucidi e all'imbarazzo di una bambina, Joseph trattenne l'esplosione nel suo petto e sorrise



Mi piace quando dici il mio nome. Dovresti dirlo più spesso.”



Ma lei non disse nulla, percorrendo a lunghi passi la distanza che li separava. Gli afferrò il viso tra le mani e lo baciò, premendo le labbra sulle sue ad occhi chiusi, dritta sulle punte. Le era mancata, dio se quella bocca le era mancata, più dell'acqua nel deserto e della sua stessa libertà.


Quando si staccarono il sorriso di Joseph era ancora lì, vivo e genuino come non l'aveva mai visto. I suoi denti, bianchi e perfetti, brillavano allo stesso ritmo dei suoi splendidi occhi azzurri.


In quel momento Cara ne fu certa. Era ancora capace di amare. Nonostante il funerale dei suoi genitori, nonostante le dure lezioni di Robert, la puzza del sangue ed i morti sul suo conto, era ancora capace di amare.


Stavolta fu lui a stringerla forte, cercando le sue labbra con delicatezza. Il terrore non aveva ancora lasciato gli occhi di Cara, ma Joseph decise che sarebbe riuscito a cacciarlo, accarezzando il suo viso come mai prima gli era stato concesso. Con le stesse labbra le baciò le guance, il naso, la fronte.


Le ciglia di Cara si risollevarono, i suoi zigomi coloriti dall'eccitazione e dalla paura. Il petto le andava su e giù senza sosta, mentre le sue piccole mani attaccavano i bottoni della camicia di Joseph. Lui seguì il tremore di quelle dita sottili, sentendosi in fiamme al solo pensiero che presto l'avrebbero toccato.


Quando i suoi occhi incontrarono quelle iridi blu, lucide e spaventate, il suo cuore quasi si sciolse. Tremava, domandando silenziosamente il suo aiuto. Il suo viso, come quello di una vergine, cercava di nascondersi dietro i pochi strati di mascara.


E davvero come una novellina si sentiva, lei che in vita sua non aveva mai fatto l'amore con nessuno, nemmeno la prima volta, la sua verginità venduta ad uno degli scagnozzi di Mancini per qualche lezione extra.


Joseph sorrise ancora, più bravo di lei a celare le proprie paure. Baciandola di nuovo la spinse lentamente verso il letto, sollevando ad ogni passo l'orlo del suo vestito. Più piano che poteva l'aiutò ad alzare le braccia, cercando sul suo viso la più piccola smorfia di dolore. Sollevato che non ve ne fossero gettò l'abito a terra, prendendosi un secondo per apprezzare la bellezza di quel corpo, così chiaro e perfetto per le sue mani. Le sue dita accarezzarono il cerotto sul suo fianco destro, la certezza di averla persa per sempre ancora cocente nel retro della sua mente.


Le mani di Cara gli sfiorarono le spalle, prendendosi il tempo di toccare davvero ogni centimetro della sua pelle, il liscio del suo petto, la tensione dei suoi addominali. Accompagnò i suoi jeans verso il pavimento ed attese che venisse fuori dagli stivali prima di baciarlo di nuovo, ancora ed ancora, raccogliendo uno ad uno tutti i baci che avrebbe portato con sé.


Il letto e le mani erano esattamente gli stessi, ma ogni cosa suonava diversa. Il corpo di Joseph che si muoveva sul suo pesava di più, caldo e sicuro come una coperta d'inverno. Le sue labbra all'orecchio non parlavano più, sospirando profondamente al suo stesso ritmo. Le mani di Cara stringevano forte senza graffiare la schiena, i suoi occhi chiusi ed il suo corpo nudo, abbandonato come mai prima.


Le braccia di Joseph la strinsero contro il suo petto, le dita intrecciate a quelle di lei. Cara poggiò l'orecchio sul suo cuore, lasciandosi cullare da quel ritmo forsennato.


Il rumore dell'amore.



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Quando Joseph riaprì gli occhi, senza nemmeno bisogno di voltarsi dalla sua parte, fu certo che lei non ci fosse più. Se n'era andata nel silenzio, come sapeva fare dannatamente bene. Scostando le lenzuola si tirò su, il ricordo della notte precedente ancora fresco addosso.


La ragazzina dell'aereo era sua.


Indeciso tra l'alzarsi subito o il restare a respirare il loro odore ancora un po', quasi non si accorse del foglio perfettamente piegato che riposava sull'altro cuscino. Immediatamente lo raccolse. La grafia di Cara ne riempiva la metà, piccola ed armoniosa tra vocali tondeggianti e le lettere sottili




Quello che ho detto ieri sera non è cambiato,

devo ancora affrontare le conseguenze delle mie azioni.


Voglio vivere prima di morire...


...preferibilmente per mano tua.




Addio



PS. Grazie per avermi salvato la vita”





E di nuovo Joseph sorrise.

































  
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